Cosa si intende per ipossia e anossia? Cause e sintomi

Cosa si intende per ipossia e anossia? Cause e sintomi
Ultima modifica 07.08.2024
INDICE
  1. Cause sportive
  2. Sintomi
  3. Quali sono i rischi?

Con i termini ipossia e anossia si intendono deficienze parziali o totali di ossigeno nell'organismo. Com'è intuibile, l'anossia rappresenta l'infausta evoluzione dell'ipossia.

Ad essere precisi, l'ipossia dovrebbe essere differenziata dall'ipossiemia e dall'anossiemia. in quanto:

  • l'ipossia si riferisce a uno stato "globale" in cui l'apporto di ossigeno è insufficiente;
  • l'ipossiemia e l'anossiemia si riferiscono specificamente a stati di basso o nullo apporto di ossigeno arterioso - visibili come una diminuita saturazione dell'emoglobina.

Nei prossimi paragrafi, dopo aver elencato brevemente la classificazione di queste condizioni, vedremo quali potrebbero essere le cause sportive dell'ipossia e dell'anossia, i sintomi e, in generale, i possibili rischi.

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Anossia anossica

L'anossia anossica si manifesta in tutte le circostanze che prevedono una caduta della pressione parziale di ossigeno in circolo.

Anossia stagnante

L'anossia stagnante si manifesta in tutte quelle circostanze in cui si ha rallentamento del flusso sanguigno per insufficienza cardiaca o per eventi patologici legati al reflusso sanguigno.

Anossia anemica

L'anossia anemica è dovuta o alla diminuzione degli eritrociti in seguito ad anemie di qualsiasi genere, oppure alla diminuzione del potere di trasporto ad essi legato.

Anossia istotossica

Sono responsabili di anossia istotossica i cianuri e l'acido cianidrico.

Cause sportive

Mal di montagna

Il termine mal di montagna tende ad indicare tutte quelle circostanze dove una diminuzione della pressione atmosferica di ossigeno, solitamente dovuta ad alte quote, causa una diminuzione del gradiente pressorio all'interno degli alveoli, con proporzionale caduta del livello di saturazione dell'emoglobina.

Tra gli sportivi, il mal di montagna è la conseguenza di un allenamento ad alta quota mal fatto; oppure della scarsa supervisione in caso di soggetti incapaci di acclimatarsi.

Il mal di montagna può portare a complicazioni potenzialmente fatali: edema polmonare da alta quota (HAPE) ed edema cerebrale da alta quota (HACE).

Il sistema più efficacie e sicuro è allenarsi a livello del mare e dormire in alta quota.

Disbarismo o malattia dei Cassoni

Si tratta di condizioni che si manifestano, contrariamente alla precedente, quando ci si immerge in profondità sott'acqua.

L'aumento di pressione ambientale a cui sono sottoposti tutti coloro che lavorano in immersione e respirano mediante autorespiratore, ha la caratteristica, in accordo con la legge di Henry, di aumentare la quantità di azoto presente in circolo, localizzandosi nelle articolazioni, nell'adipe ma soprattutto in particolari strutture del SNC.

Una rapida risalita dalla profondità causa una transizione di stato dell'azoto da liquido a gassoso, in strutture cha solente non sono caratterizzate da circoli collaterali o anastomotici. Per questo motivo, è molto importante immergersi con la giusta miscela di gas in base alla profondità, rispettare la "curva di immersione" e praticare, anche in questo caso, un breve periodo di decompressione negli ultimi metri di risalita.

La presenza di bolle in circolo, in accordo con la legge di La Place, può causare pertanto occlusioni (embolia) e conseguente ischemia (morte del tessuto) in regioni vitali come il cervello. - detta malattia da decompressione (MDD).

Le lesioni da MDD oscillano da trascurabili a molto gravi, o addirittura mortali - a seconda della gravità del danno tessutale.

sintomi possono essere vari; da semplici dolori articolari a parestesie o vere e proprie paralisi - causate ovviamente dall'interessamento del cervello - fino a complicazioni polmonari ecc.

Taravana

Un quadro simile si presenta anche nei soggetti che si immergono ripetutamente in apnea e non trascorrono sufficiente tempo in superficie, rispetto invece al tempo di permanenza in profondità. Tale situazione, diffusa prevalentemente nella popolazione dei pescatori-cacciatori subacquei, è nota in gergo come "Taravana" (nome attribuitole dai pescatori di perle).

Si tratta di una condizione ancora oggetto di numerosi studi, perché difficile da analizzare. I sintomi sono prevalentemente legati all'interessamento del SNC, dove si localizzano anche gli eventuali danni legati alla privazione di ossigeno. A quanto pare tuttavia, in apnea esiste una più certa percentuale di eventi con sintomatologia nervosa che, però, non evidenzia danni permanenti.

Forse anche per questo motivo molti reputano che il Taravana possa essere generalmente "meno grave" rispetto alla MDD; tuttavia, con l'aumento delle prestazioni apneistiche - ci sono sempre più cacciatori subacquei che lavorano oltre i -40 metri - sono aumentati significativamente anche i casi di lesioni gravi da Taravana.

Per evitare questo inconveniente, è essenziale rispettare sempre recuperi di superficie "almeno" del 300% rispetto ai tempi dell'apnea appena svolta. Tuttavia, oltre certe quote, i tuffi devono essere pochissimi, soprattutto se consecutivi (e, in generale, nelle 2 ore); sono in molti a reputare che sotto -40 sia necessario fare un solo tuffo.

Forame ovalare pervio come fattore di rischio

Il principale fattore predisponente di MDD - e anche di Taravana - è il cosiddetto forame ovalare pervio, cioè un'anomalia cardiaca che consiste nella presenza di un tunnel tra i due atri (mettendoli in comunicazione).

La formazione di bolle di azoto in circolo, infatti, interessa solitamente il circolo di destra. Questo, pompato dal ventricolo di destra, giungerebbe poi ai polmoni; in questo passaggio, gran parte delle bolle d'azoto viene riassorbita. Da lì, il sangue tornerebbe al cuore di sinistra, per essere pompato al SNC. Quando tuttavia il sangue del circolo dx, statisticamente più interessato dalla formazione di bolle di azoto, passa direttamente al circolo di sx, aumentano le probabilità che una di queste condensazioni raggiunga direttamente il SNC.

Il forame ovalare pervio dovrebbe precludere le immersioni con autorespiratore e le battute di pesca profonda. A tal proposito possiamo fare due considerazioni: la prima è che, fortunatamente, è operabile (non si tratta di un intervento particolarmente complesso). La seconda è che, purtroppo, la sua diagnosi può essere considerata certa solo grazie a un'indagine chiamata ecografia transesofagea con mezzo di contrasto.

Si tratta di un accertamento piuttosto difficile da attuare e particolarmente disagevole per il paziente; questo perché dev'essere svolto senza anestesia e prevede l'esecuzione di manovre di Valsalva, che il paziente deve eseguire immediatamente dopo le infusioni di mezzo di contrasto, e con la sonda dell'ecografo colocata nell'esofago - lo stimolo del vomito è molto forte.

Poiché questa strategia diagnostica, pur non essendo eccessivamente pericolosa, non è nemmeno esente da rischi, ed è sicuramente molto fastidiosa, quasi nessun subacqueo o pescasub la esegue a scopo preventivo. In genere, viene suggerita a posteriori di un evento di MDD o Taravana - ma chiunque intenda praticare immersioni sportive impegnative dovrebbe considerarlo seriamente.

fattori di rischio modificabili sia di MDD che di Taravana sono: stato di idratazione, affaticamento generale, condizione fisica globale e, per gli apneisti, l'intensità delle apnee.

Il fenomeno del disbarismo interessa anche i piloti di caccia in decolli forzati, per gli stessi fenomeni, ma a livelli barometrici diversi.

Sintomi

Nell'ipossia grave, o nell'ipossia a insorgenza molto rapida, si possono osservare: atassiaconfusione, disorientamento, allucinazioni, cambiamenti comportamentali, forti cefalee, ridotto livello di coscienza, papilledemadispneapalloretachicardia e ipertensione polmonare. Quest'ultima, alla fine, porta a i segni tardivi di cianosi, rallentamento della frequenza cardiacacuore polmonare e bassa pressione sanguigna, seguiti da insufficienza cardiaca. Al termine, possono comparire shock e morte.

Quali sono i rischi?

L'anossia acuta, successiva ad arresto cardiaco, anche protratta per 3-4 minuti, in genere non provoca la morte del Sistema Nervoso Centrale, e può considerarsi reversibile (restitutio ad integrum).

L'anossia acuta che supera 7-8 minuti invece, provoca morte cerebrale con alte probabilità.

Casi meno gravi, ad esempio di ipossia da aumentato fabbisogno di ossigeno o da ridotto apporto dello stesso - ad esempio nella nascita pretermine, nelle alte quote, nei BPCO, utilizzando sistemi di autorespiratore subacqueo rebreather a circuito chiuso, durante un esercizio fisico "troppo intenso" ecc. - comportando un ovvio debito di ossigeno, sono seguiti da iperventilazione ed eventuale dispnea, e si accompagnano ad affaticamento, intorpidimento/formicolio alle estremità e nausea.

Quando non trattate, anche le ipossibe meno gravi possono evolvere in anossia cerebrale.

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Autore

Dott. Riccardo Borgacci

Dott. Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer