Generalità
La colposcopia è un esame di screening per l'individuazione del tumore della cervice uterina.
Si esegue per approfondire i casi di pazienti con Pap-test dall'esito anomalo. Quindi, se il Pap-test è l'esame diagnostico di primo livello per l'identificazione precoce del cancro al collo dell'utero, la colposcopia è il test diagnostico di secondo livello per il riconoscimento precoce dello stesso tumore maligno.
Tramite l'impiego di un particolare strumento, simile a un binocolo e chiamato colposcopio, la colposcopia indaga l'anatomia tissutale dei genitali femminili, in particolare della cervice uterina.

Durante l'esame, il medico ricerca eventuali lesioni pre-neoplastiche, grazie all'ingrandimento ottico e all'ausilio di specifiche soluzioni, come l'acido acetico e/o il liquido di Lugol.
In caso di necessità, la colposcopia consente anche di effettuare un piccolo e mirato prelievo di campioni tissutali, da sottoporre a un esame istologico (cioè una valutazione microscopica di laboratorio finalizzata allo studio cellulare e alla ricerca di eventuali cellule anomale).
Qualora i sospetti relativi a un possibile tumore della cervice uterina risultassero fondati, il passo successivo alla colposcopia consiste nella pianificazione del trattamento più adeguato.
Esame a basso rischio di effetti avversi, la colposcopia prevede una specifica preparazione, a cui comunque è facile attenersi.
Breve ripasso del Pap-Test
Il Pap-test è l'esame di screening di primo livello per l'individuazione precoce del tumore della cervice uterina o cancro al collo dell'utero, nella donna.
Rircordiamo che un esame di screening è un test condotto su una fascia di popolazione considerata a rischio per una certa malattia, nell'intento di identificare precocemente la patologia in questione.
Il Pap-test è previsto ogni 3 anni nelle donne di età compresa tra i 20-25 e i 64 anni.
UN PAP-TEST ANOMALO SIGNIFICA SEMPRE PRESENZA DI TUMORE?
Un Pap-test anormalo non significa necessariamente presenza di cancro al collo dell'utero; più che altro è un “avvertimento”, che segnala il bisogno di sottoporsi a ulteriori e regolari controlli.
Cos'è la colposcopia?
La colposcopia è l'esame di screening di secondo livello per l'individuazione precoce del tumore della cervice uterina; come tale, quindi, è l'indagine diagnostica che segue i Pap-test anomali e che serve a confermare o smentire quanto evidenziato da quest'ultimi.
Basata sull'impiego di uno strumento particolare - il cosiddetto colposcopio - la colposcopia è, in termini pratici, l'esame ginecologico che permette di visualizzare l'aspetto tissutale delle pareti interne di alcuni organi dell'apparato genitale femminile, nello specifico di collo dell'utero, vagina e vulva, portando alla luce eventuali lesioni pre-cancerose.
Il tumore della cervice uterina: cos'è?
Il tumore (o cancro) della cervice uterina è un tumore maligno che trae origine da una cellula della parte terminale dell'utero, parte che precede l'apertura di quest'ultimo in vagina.
Preceduto in genere da lesioni pre-cancerose che devono la loro formazione a particolari ceppi di Papilloma Virus Umano (HPV), il tumore della cervice uterina è una delle forme di cancro più diffuse tra le donne a livello mondiale, seconda soltanto al tumore alla mammella.
Da qualche anno, le giovani donne possono contare sulla disponibilità di un vaccino contro l'HPV, il quale rappresenta un ottimo strumento di prevenzione nei confronti del tumore della cervice uterina. Tuttavia, poiché il suddetto vaccino non garantisce una copertura totale contro tutti i possibili ceppi di HPV, e dal momento che attualmente rimangono sconosciuti gli effetti della copertura vaccinale a distanza di anni, è bene che le donne continuino comunque a sottoporsi a regolari accertamenti diagnostici, anche dopo la vaccinazione.
Fortunatamente, la possibilità di diagnosticare per tempo (tramite Pap-test e colposcopia) e trattare, sempre per tempo, le lesioni pre-cancerose da HPV impedisce a queste lesioni di progredire verso il cancro vero e proprio.
Ricordando che sono necessari molti anni prima della trasformazione delle lesioni pre-cancerose in neoplasie maligne, quando ciò capita, le speranze di un successo del trattamento, purtroppo, si riducono notevolmente.
Il colposcopio
Il colposcopio è una sorta di microscopio binoculare o monoculare, fornito di luce e dotato di un potere d'ingrandimento dell'oggetto d'indagine - ossia le pareti della cervice uterina, la vagina e la vulva - che va da un minimo di 6 a un massimo di 40 volte.
Durante la colposcopia, il colposcopio rimane all'esterno dell'apparato genitale femminile, a circa 30 centimetri dalla vagina.
- I poteri d'ingrandimento minori servono a visualizzare l'architettura generale delle sezioni anatomiche oggetto d'indagine, mentre
- I poteri d'ingrandimento maggiori servono a indagare nei dettagli i tessuti di cervice uterina, vagina e vulva, e a evidenziare eventuali lesioni pre-cancerose.
Qual è il passo successivo alla colposcopia?
Qualora i sospetti relativi alla presenza di un cancro al collo dell'utero diventassero una certezza (cioè quando la diagnosi di tumore della cervice uterina è positiva), il passo successivo alla colposcopia consiste nella scelta del trattamento più idoneo. Tale scelta viene effettuata in base alla gravità delle lesioni e alle caratteristiche anatomiche specifiche della paziente.
Tra i possibili trattamenti del cancro al collo dell'utero rientrano interventi terapeutici chirurgici e non chirurgici, classificati rispettivamente in metodi escissionali (conizzazione con bisturi, conizzazione con laser, conizzazione con ansa diatermica e conizzazione con ago a radiofrequenza) e metodi distruttivi (diatermocoagulazione, crioterapia, termocoagulazione e laser vaporizzazione).
I sopraccitati trattamenti sono tutti molto semplici, ampiamente risolutivi e di solito eseguibili in regime ambulatoriale.
La loro percentuale di successo è altissima, a conferma che l'intero percorso preventivo, a partire dalla diagnosi iniziale sino al trattamento finale, è in grado di scongiurare realmente lo sviluppo del cancro al collo dell'utero.
Origine del nome colposcopia
Il termine colposcopia deriva dall'unione di due parole greche, che sono: kolpos (κόλπος ) e skopeo (σκοπέω). La parola “kolpos” significa “vagina”, mentre la parola “skopeo” vuol dire “osservare”.
Pertanto, il significato letterale di colposcopia è “osservazione della vagina”.
Indicazioni
Considerata l'estrema importanza del trattamento precoce del tumore della cervice uterina, la colposcopia è indicata sia alle donne il cui pap-test ha mostrato alterazioni modeste, sia alle donne in cui sussiste un importante indizio di neoplasia.
L'importanza diagnostica della colposcopia risulta non solo dalla sua capacità di visualizzazione, ma anche dal fatto che consente al ginecologo di prelevare alcuni campioni tissutali sospetti, da sottoporre, in seconda battuta, a specifiche valutazioni istologiche di laboratorio (biopsia cervicale).
Si ricorda...
L'indicazione principale della colposcopia è approfondire i risultati anomali di un Pap-test, in un contesto di possibile tumore della cervice uterina.
Altri usi della colposcopia
La colposcopia trova utilizzo anche nel monitorare l'efficacia di eventuali terapie, intraprese allo scopo di conferire carattere di normalità alla cervice uterina (N.B: possono essere anche terapie per la cura di una lesione pre-cancerosa), nonché nella diagnosi di infezioni a trasmissione sessuale (anche infezioni da Papilloma Virus Umano), verruche genitali e anomale perdite di sangue.
Preparazione
La colposcopia prevede una preparazione particolare, riassumibile nei seguenti punti:
- Le donne ancora mestruate devono concordare con il medico la data dell'esame in base al ciclo mestruale. Infatti, la colposcopia deve avere luogo al di fuori delle mestruazioni, meglio se trascorse due settimane da quest'ultime (quindi a metà ciclo mestruale);
- A due giorni dalla data dell'esame, ogni paziente deve astenersi da rapporti sessuali e dall'utilizzo di lavande, ovuli, creme vaginali e/o tamponi, in quanto sono tutti elementi e circostanze che potrebbero, in qualche modo, alterare o mascherare le cellule della superficie del collo dell'utero (quindi pregiudicare il buon esito dell'esame);
- Se la paziente sospetta di essere incinta (a causa per esempio di un ritardo delle mestruazioni), deve informare il medico che effettuerà l'esame della suddetta evenienza.
La gravidanza non rappresenta una controindicazione alla colposcopia, nemmeno se quest'ultima prevede la biopsia cervicale; tuttavia, è bene che il medico sia comunque a conoscenza della situazione, per meglio affrontare il maggior rischio di emorragia che l'esame in questione comporta nei confronti delle donne incinte, quando associato al prelievo di un campione tissutale; - Se la paziente è a conoscenza di soffrire di allergie a farmaci, deve comunicare al medico ginecologo i suddetti medicinali;
- Se la paziente assume regolarmente uno o più farmaci, deve riferire al medico ginecologo quali sono questi farmaci. Ciò è estremamente importante quando i medicinali in questione hanno il potere di diluire il sangue (es: warfarin, aspirina ecc.), perché i preparati farmacologici con siffatte proprietà favoriscono la perdita di sangue;
- Se la paziente ha sofferto recentemente di una qualche infezione vaginale, cervicale o pelvica, deve fare rapporto di tale evenienza al medico ginecologo;
- Per fronteggiare le perdite di sangue che potrebbero verificarsi al termine della colposcopia con prelievo tissutale, sarebbe opportuno che la paziente portasse con sé un salvaslip, da indossare dopo la procedura.
Curiosità: come gestire l'ansia da colposcopia?
Diverse donne che hanno in programma una colposcopia sviluppano un senso d'ansia, misto a panico, in parte ingiustificato; tutto ciò è semplicemente legato alla paura nei confronti dell'esame diagnostico e di ciò che potrebbe evidenziare.
Alla luce di ciò, per affrontare più serenamente la colposcopia, i ginecologi invitano le pazienti a chiedere informazioni, presso di loro o presso il medico di base, in merito ai vari passaggi dell'esame diagnostico in questione, senza timori. Inoltre, consigliano di chiedere delucidazioni ad amiche o conoscenti, che hanno già svolto la colposcopia in passato, in quanto sono ottimi testimoni. Infine, per allentare ulteriormente la tensione, ad alcune pazienti concedono la possibilità di portare con sé, nel giorno dell'esame, un dispositivo musicale portatile e ascoltare la musica preferita, nel corso della procedura diagnostica.
È possibile mangiare prima della colposcopia?
La colposcopia non prevede alcuna anestesia, pertanto non impone alle pazienti alcun digiuno o limitazioni nel mangiare e nel bere.

Come si esegue
Una volta che la paziente ha indossato un camice ospedaliero appositamente preparato per lei, il ginecologo la invita ad accomodarsi su un apposito lettino, dotato di supporti per le gambe, e le fa assumere la cosiddetta posizione ginecologica, con un'inclinazione favorevole all'introduzione di uno strumento chiamato speculum.

Figura: speculum di plastica
Lo speculum serve ad “aprire” la vagina e a rendere visibile, attraverso il colposcopio, le pareti interne della vagina stessa e della cervice uterina.
Molto spesso, per apprezzare meglio i vari dettagli degli organi sopraccitati, il ginecologo applica delle specifiche soluzioni, come l'acido acetico o il cosiddetto liquido di Lugol.
L'eventuale biopsia si colloca a questo punto della procedura: la raccolta del campione tissutale da analizzare in laboratorio avviene per mezzo di un apposito strumento chirurgico, preventivamente disinfettato.
Una volta terminate la visualizzazione e l'eventuale prelievo tissutale, la colposcopia può ritenersi conclusa; a questo punto, quindi, il ginecologo estrae lo speculum dalla vagina e invita la paziente a ricomporsi.
La colposcopia è dolorosa?
La colposcopia è un esame generalmente indolore, specie se non include la raccolta di un campione tissutale per una successiva biopsia cervicale; quest'ultima operazione, infatti, può procurare una sensazione dolorosa/fastidiosa, accompagnata da una sorta di pizzichio o lievi crampi al momento del campionamento.
Altre possibili circostanze che possono risultare fonte di fastidio o malessere durante la colposcopia sono:
- Il momento in cui il ginecologo inserisce lo speculum, ma solo in presenza di irritazioni, scarsa lubrificazione o ristrettezza del canale cervicale.
- Il momento in cui il ginecologo applica l'acido acetico o il liquido di Lugol. Queste soluzioni possono comportare una sensazione temporanea di bruciore.
Durata della colposcopia
In genere, la colposcopia dura quanto una visita ginecologica, ossia dai 10 ai 20 minuti.
Le procedure più prolungate sono quelle in cui il ginecologo provvede a raccogliere un campione di tessuto da sottoporre ad analisi di laboratorio.
Quando è previsto il rientro a casa?
Una donna sottoposta a colposcopia può rientrare a casa e tornare alle sue normali attività quotidiane (es: guidare, lavorare ecc.) subito dopo la conclusione della procedura diagnostica.
I ginecologi tendono a consigliare un giorno di riposo soltanto nel caso in cui la colposcopia abbia previsto il prelievo di un campione tissutale (per la biopsia cervicale) e tale prelievo sia stato responsabile di una perdita di sangue più cospicua del solito.
Curiosità: colposcopia e attività sportiva
In genere, i medici consigliano alle donne sottoposte a colposcopia con prelievo tissutale l'astensione per almeno un giorno dall'attività sportiva.
Rischi
La colposcopia è un esame diagnostico sicuro per la maggior parte delle donne. Infatti, è molto raro che possa dar luogo a effetti avversi e altre problematiche.
Effetti avversi: in cosa consistono?
Esclusivi delle procedure con raccolta di un campione di tessuto cervicale, i possibili effetti avversi della colposcopia consistono in:
- Perdita di sangue da dove il ginecologo ha effettuato il prelievo del campione tissutale, e conseguenti episodi di sanguinamento vaginale. In genere, gli episodi di sanguinamento vaginale durano al massimo 5 giorni e si esauriscono da soli, senza particolari trattamenti; fintanto che tali episodi hanno luogo, i ginecologi consigliano l'astensione dall'attività sessuale e l'applicazione di un tampone vaginale;
- Persistente sensazione di fastidio o bruciore vaginale. In genere, si risolve nel giro di una settimana. In tali circostanze, i ginecologici consigliano di evitare rapporti sessuali e bagni caldi;
- Sviluppo di un'infezione. A permettere l'accesso nell'organismo degli agenti patogeni è la lesione lasciata dal prelievo del campione tissutale. Se ai primi sintomi d'infezione (es: febbre, perdite di liquido maleodorante dalla vagina, sanguinamento cospicuo, dolore pelvico) il soggetto interessato contatta il proprio ginecologo, ci sono ottime probabilità di superare la problematica in questione, senza complicanze.
Quando, dopo una colposcopia, è doveroso contattare immediatamente il medico?
Dopo una colposcopia, una donna dovrebbe contattare immediatamente il proprio ginecologo se è vittima di: marcato sanguinamento vaginale, febbre alta accompagnata da brividi e severo dolore pelvico.
Controindicazioni
Rappresentano una controindicazione alla colposcopia: le mestruazioni in corso e qualsiasi altra perdita di sangue, la cervicite acuta, una severa vaginite e l'assunzione di farmaci anticoagulanti e antiaggreganti.
Per le donne che hanno appena partorito, sussiste la possibilità di eseguire una colposcopia soltanto una volta trascorsi 6 mesi dal lieto evento.