Ultima modifica 13.12.2018
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. A cosa serve
  4. Preparazione
  5. Come si esegue
  6. Complicanze e Rischi

Generalità

La cauterizzazione è una pratica medica che consiste nella distruzione terapeutica di alcuni tessuti mediante l'uso di calore o sostanze caustiche.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2018/06/16/cauterizzazione-orig.jpeg Shutterstock

In termini più pratici, la procedura prevede una bruciatura circoscritta, che induce la necrosi (cioè la morte delle cellule) della parte trattata.

La cauterizzazione viene utilizzata per interventi ambulatoriali o chirurgici, principalmente allo scopo di:

  • Produrre un effetto emostatico (cioè arrestare piccole fuoriuscite ematiche e cicatrizzare i vasi sanguigni);
  • Rimuovere o sezionare delle parti di tessuto o piccoli organi (come appendice o escrescenze cutanee di vario tipo);
  • Attenuare il danno dovuto ad una crescita indesiderata (es. piccoli tumori, pinguecola nell'occhio ecc.) o minimizzare altre potenziali complicanze, come le infezioni, quando gli antibiotici non sono disponibili.

Le possibili applicazioni della cauterizzazione sono diverse. In dermatologia, ad esempio, questa tecnica è indicata per eliminare alcune escrescenze cutanee (come le verruche) ed asportare piccoli tumori superficiali. La cauterizzazione viene impiegata anche per arrestare le fuoriuscite di sangue (epistassi, sanguinamento intraoperatorio ecc.) e, in ambito ginecologico, può supportare il trattamento di lesioni della cervice e di alcune malattie sessualmente trasmissibili.

Cos’è

Che cos'è la Cauterizzazione?

La cauterizzazione è un'operazione che si avvale di particolari strumenti arroventati (come il cauterio o altre fonti di calore), sostanze caustiche o prodotti chimici (come il nitrato d'argento) per effettuare una bruciatura circoscritta dei tessuti.

Lo sapevate che…

Nel passato, la cauterizzazione era molto diffusa per il trattamento delle ferite.

Prima dell'avvento di antibiotici, questa pratica era considerata utile soprattutto per evitare il dissanguamento e concludere gli interventi di amputazione.

In epoca moderna, però, è stato dimostrato che la cauterizzazione può aumentare il rischio di infezione, causando più danni ai tessuti e fornendo un ambiente favorevole per la proliferazione dei batteri.

Cauterio: caratteristiche dello strumento

Il cauterio è uno strumento chirurgico dotato di estremità a punta, a pallina o ad ansa, che permette un'applicazione circoscritta di elevate temperature sulla parte da trattare. Esistono diverse tipologie di questo dispositivo (ferro rovente, termo-cauterio del Paquelin, elettro-cauterio a forma di coltello ecc.).

In ogni caso, il contatto con la parte terminale del cauterio produce la morte immediata dei tessuti (necrosi).

Cauterizzazione chimica

Le indicazioni della cauterizzazione chimica sono piuttosto limitate, in quanto le sostanze caustiche utilizzate per questa pratica possono "filtrare" in aree non destinate al trattamento. Per questo motivo, sono preferibili metodi alternativi (laser o elettro-cauterio).

La cauterizzazione chimica viene utilizzata più comunemente nel trattamento dermatologico delle verruche e nella rimozione di piccole lesioni cutanee.

Tra gli agenti cauterizzanti rientrano il nitrato d'argento, l'acido tricloroacetico e la cantaridina.

Principio di base della Cauterizzazione

Nella cauterizzazione è possibile distinguere due tipologie di azioni, una locale ed una diffusa.

  • Azione locale: è strettamente circoscritta alla superficie toccata dall'estremità arroventata dello strumento. L'effetto locale della cauterizzazione consiste essenzialmente in un'ustione di terzo grado con carbonizzazione dei tessuti e formazione di un'escara secca, di colorito nero. Quest'ultima si distacca dopo 8-12 giorni, lasciando una soluzione di continuo, ricoperta da granulazioni di buon aspetto. La piaga che residua dalla cauterizzazione volge rapidamente alla cicatrizzazione.
  • Azione diffusa: è dovuta al calore che irradia dalla parte cauterizzata. L'azione diffusa risulta estesa ad una zona più o meno vasta, a seconda della forma, della grandezza, della qualità e del grado d'incandescenza dell'estremità del cauterio. In tal caso, si verificano lesioni degenerative di varia entità, associate ad una trombosi dei vasi della zona trattata con la cauterizzazione. Questo fenomeno trombotico è dovuto:
    • All'azione coagulante diretta del calore sul sangue;
    • All'azione del calore sull'intima vasale, la quale risulta alterata, con conseguente trombosi del vaso; di tale effetto si servono, in particolari circostanze, i chirurgi per ottenere l'emostasi.

A cosa serve

La cauterizzazione è impiegata prevalentemente in ambito chirurgico, dermatologico e ginecologico.

Cauterizzazione in chirurgia

La cauterizzazione può essere impiegata per arrestare delle piccole fuoriuscite ematiche e cicatrizzare i vasi sanguigni, che possono essere incisi nel corso di un intervento chirurgico.

Come anticipato, il calore utilizzato per cauterizzare i tessuti produce, infatti, la coagulazione delle proteine dei tessuti organici circostanti la ferita, con effetto emostatico.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2018/06/16/cauterizzazione-2-orig.jpeg Shutterstock

Il ricorso a questa tecnica è possibile nella dieresi, cioè quando occorre realizzare la separazione, allo stesso modo di un bisturi, di alcuni tessuti (come i legamenti) o di piccoli organi da asportare (es. appendice). In tal caso, l'incisione praticata con la cauterizzazione ha il grande vantaggio di essere emostatica.

La cauterizzazione è utile nell'incisione di organi molto vascolarizzati, dove si applica come mezzo di emostasi preventiva (fegato, milza, peduncoli vascolari ecc.).

Il cauterio viene usato anche in sede di laparoscopia per interventi addominali e nella lisi di piccole aderenze fra le anse intestinali. Altre possibili indicazioni sono il trattamento chirurgico di emorroidi, fistole anali e tessuti infetti (favo, flemmoni necrotizzanti ecc.).

Cauterizzazione in dermatologia

In ambito dermatologico, la cauterizzazione viene usata soprattutto per il trattamento e/o la rimozione di piccoli tumori superficiali, imperfezioni o escrescenze cutanee di vario tipo, quali:

Cauterizzazione in ginecologia

In ginecologia, la cauterizzazione viene impiegata per la rimozione dei condilomi acuminati, anche conosciuti come "verruche veneree", poiché rappresentano una malattia a trasmissione sessuale altamente contagiosa.

La cauterizzazione può essere utilizzata anche per eliminare un polipo cervicale benigno o per il trattamento di piccole piaghe del collo dell'utero (diatermocoagulazione o DTC). Nella chirurgia ginecologica, questo trattamento può essere utilizzato per la sterilizzazione tubarica.

Altre possibili applicazioni

In alcuni Paesi, la cauterizzazione viene utilizzata anche per praticare l'amputazione (per prevenire la morte da gravi perdite di sangue) e la circoncisione infantile (metodo molto discusso, in quanto può danneggiare gravemente i genitali maschili).

Preparazione

  • L'intervento di cauterizzazione può causare bruciore e/o dolore; per tale ragione, solitamente, lo si effettua in anestesia locale o generale.
  • In funzione del tipo di disturbo che si deve trattare, è possibile che il medico prescriva un antibiotico per la prevenzione di eventuali complicanze infettive.

Come si esegue

La cauterizzazione si effettua, generalmente, impiegando il cauterio che incide e, subito dopo, cicatrizza i tessuti.

Il calore prodotto dallo strumento si concentra su un'estremità di piccole dimensioni, la quale viene messa a contatto con la parte da trattare per provocare bruciature più o meno profonde.

Lo sapevate che…

L'elettrobisturi usato in chirurgia associa all'azione tagliente della lama il principio della cauterizzazione, sui margini del tessuto inciso. Tale strumento offre il vantaggio di limitare l'aggressione dei tessuti ed il sanguinamento.

Dopo la Cauterizzazione

  • Durante il periodo di guarigione, se esposta a livello cutaneo, la parte trattata con la cauterizzazione si ricoprirà di croste di colore scuro. Queste dovranno cadere spontaneamente (generalmente, ciò si verifica nell'arco di una o due settimane) ed il loro distacco non dovrà essere forzato in alcun modo.
  • Dopo la cauterizzazione, il medico può prescrivere appositi farmaci o medicazioni da applicare sulle aree interessate dall'intervento allo scopo di garantire la corretta guarigione e scongiurare la comparsa di eventuali complicazioni.
  • Per favorire la guarigione, inoltre, è bene evitare l'attività fisica intensa e cercare di non sfregare o comunque "traumatizzare" le aree che sono state trattate con la cauterizzazione.

Complicanze e Rischi

Gli effetti collaterali della cauterizzazione sono, di solito, di lieve entità e tendono a risolversi spontaneamente in breve tempo. Fra questi, ricordiamo l'eventuale insorgenza di dolore o, se il trattamento interessa la superficie cutanea, arrossamento e bruciore.

Tra le possibili complicazioni che si possono manifestare in seguito all'intervento di cauterizzazione, invece, va ricordata la comparsa di cicatrici cheloidee. Nel trattamento dell'epistassi, è possibile la riapertura del vaso sanguineo e, raramente, la perforazione del setto nasale (evenienza molto rara).

La cauterizzazione, come qualsiasi altra procedura medica, presenta alcune controindicazioni che possono indurre il medico ad optare per altre opzioni terapeutiche.

Più precisamente, questa tipologia di trattamento dovrebbe essere effettuata con estrema cautela in caso di:

Autore

Dott.ssa Giulia Bertelli

Dott.ssa Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici