Brucellosi: Cos’è? Sintomi, Come si prende e Rischi

Brucellosi: Cos’è? Sintomi, Come si prende e Rischi
Ultima modifica 27.02.2023
INDICE
  1. Cos’è
  2. Cause
  3. Come si prende?
  4. Come si manifesta
  5. Test per la diagnosi
  6. Trattamento

Cos’è

Brucellosi: cos’è?

La brucellosi è una malattia infettiva di origine batterica. Nota anche come febbre maltese, febbre mediterranea o febbre ondulante, è considerata una delle cinque zoonosi più importanti a livello mondiale.

La brucellosi che può essere trasmessa all'uomo da alcune specie animali, tra cui bovini, ovini e suini.

Cause

Cosa provoca la Brucellosi

La brucellosi è causata da batteri Gram negativi appartenenti al genere Brucella, che comprende specie strettamente affini per caratteristiche morfologiche e biochimiche, ciascuna delle quali si differenzia per specificità d'ospite e patogenicità. Nonostante questa caratteristica, possono rappresentare un serbatoio dell'infezione numerose specie di animali selvatici (come bisonti, cervi, maiali selvatici, lepri e renne).

Le brucelle di interesse per l'uomo sono Brucella abortus, Brucella suis e Brucella melitensis, che si trasmettono dagli animali (soprattutto ovini, bovini e suini) per via diretta o indiretta.

Perché si chiama Brucellosi?

Il termine "brucellosi" venne assegnato in onore di sir David Bruce, un medico militare inglese, che nel 1887 isolò dalla milza di un soldato britannico, deceduto a Malta a causa della febbre maltese, l'agente eziologico della malattia.

Come si prende?

Brucellosi: come si trasmette

Il contagio può avvenire per contatto diretto, attraverso l'esposizione della cute non integra a materiali provenienti da animali infetti (sangue, urine o feci), oppure indirettamente con l'ingestione di alimenti contaminati (latte o latticini non pastorizzati, carni insaccate o poco cotte).

Il batterio - eliminato per mesi o anni dall'animale infetto attraverso secrezioni, deiezioni, prodotti abortivi e placenta - può sopravvivere nell'ambiente esterno e rimanere infettante per periodi anche lunghi.

Come contrae l’uomo la Brucellosi?

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2023/02/27/brucella-spp-orig.jpeg Shutterstock

L'uomo può contrarre la brucellosi per contatto diretto con l'animale infetto, con le sue deiezioni o con i prodotti dell'aborto; il contagio può avvenire per via cutanea attraverso piccole abrasioni (ad esempio durante la mungitura o l'assistenza al parto), attraverso la mucosa congiuntivale o per via respiratoria, qualora si soggiorni in ambienti ad elevata carica microbica, come le stalle durante i parti degli animali.

Più comunemente, la brucellosi si trasmette per ingestione di alimenti infetti, come latte fresco non pastorizzato e suoi derivati (formaggi freschi, gelati, panna e burro); più raramente, con vegetali contaminati da urine infette. Le brucelle vengono, infatti, rapidamente uccise dal calore (bastano 10 minuti a 60-70°C), sono poco resistenti ai succhi gastrici, mentre nelle feci, nelle urine sopravvivono anche per alcune settimane. Le brucelle possono sopravvivere anche più di un anno nella carne congelata; vengono distrutte, invece, dalla bollitura, dalla pastorizzazione e dai comuni disinfettanti.

La trasmissione della brucellosi da uomo ad uomo è piuttosto rara.

Brucellosi: chi è più a rischio?

Particolarmente esposti al rischio di infezione risultano essere alcune categorie professionali, come veterinari, macellai, pastori, cacciatori, allevatori e agricoltori.

Per approfondire: Malattie veneree nei cani e nei gatti: quali sono e cosa fare

Come si manifesta

Sintomi Brucellosi: quali sono?

Dopo 2-4 settimane dall'infezione, la brucellosi umana si manifesta all'improvviso con:

In alcuni casi, l'esordio può essere insidioso, con lieve malessere generale e dolori muscolo-scheletrici (brucellosi subacuta). La febbre può assumere un carattere ondulante, quindi si alternano rialzi della temperatura corporea a remissioni; se la malattia non viene curata, questo sintomo è particolarmente persistente e scompare soltanto dopo un lungo periodo (da svariate settimane ad un anno).  

Dopo la fase iniziale, possono comparire:

Si possono riscontrare anche un ingrossamento del fegato e della milza; i linfonodi possono essere aumentare lievemente o moderatamente di volume. Dopo essere penetrate nell'organismo, infatti, le brucelle si localizzano nei linfonodi regionali, per poi diffondere in circolo e colonizzare diversi organi, soprattutto quelli ricchi di tessuto reticolo-endoteliale, dove provocano fenomeni irritativi e proliferativi. In presenza di brucellosi, alcuni organi particolarmente ricchi di tale tessuto, come il fegato e la milza, possono quindi aumentare notevolmente di volume.

I pazienti con brucellosi acuta non complicata guariscono, in genere, entro 2-3 settimane. Altri, invece, procedono verso una forma cronica caratterizzata da episodi febbrili ricorrenti, stati di affaticamento e dolori alle articolazioni.

La sintomatologia della brucellosi può variare per gravità a seconda che la malattia si manifesti in forma acuta, subclinica o cronica.

Rischi e possibili complicanze

Le possibili complicanze della brucellosi comprendono artriti, meningoencefalite, orchite, colecistite, ascessi epatici o renali e osteomielite.

Test per la diagnosi

Come viene diagnosticata la Brucellosi?

La diagnosi di brucellosi nell'uomo si basa sull'anamnesi (professione, contatti con animali, viaggi in aree endemiche, ingestione di alimenti ad alto rischio, come i prodotti caseari non pastorizzati), sull'esame colturale (emocoltura in fase acuta e convalescenza a distanza di 3 settimane) e test sierologici. 

L'esame emocromocitometrico evidenzia generalmente un numero di globuli bianchi normale o ridotto, in entrambi i casi con formula leucocitaria orientata verso la linfocitosi. Frequente, anche nei casi non complicati, registrare un modesto incremento delle transaminasi. L'aumento della VES (velocità di eritrosedimentazione) è quasi sempre di modesta entità.

Trattamento

Brucellosi: come si cura?

Il trattamento della brucellosi prevede la somministrazione di antibiotici. In genere, la terapia ottimale richiede la somministrazione combinata di 2 antibiotici (es. doxiciclina o trimetoprim-sulfametossazolo più streptomicina o rifampicina).

 Gli attuali criteri di allevamento e produzione zootecnica (vaccinazione del bestiame, pastorizzazione o sterilizzazione del latte e controlli sanitari anche sui suoi derivati), abbinati alla sensibilizzazione dei lavoratori a rischio (sterilizzazione del materiale contaminato e delle stalle, abbattimento degli animali infetti, uso di guanti ed altri presidi di protezione), hanno notevolmente diminuito l'incidenza della brucellosi nel nostro Paese.

Vedi anche: Farmaci per la cura della Brucellosi

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici