Ultima modifica 02.10.2019

« Definizione, Cause, Sintomi e Fattori di Rischio

Diagnosi

La diagnosi di un TIA in pieno svolgimento è difficile e poco probabile. Infatti, la durata di un attacco ischemico transitorio è così breve che, quando si raggiunge il medico o la struttura ospedaliera per i controlli, il disturbo si è già esaurito spontaneamente. Tuttavia, sebbene possa sembrare un limite alla diagnosi, già questa caratteristica dell'evento, ovvero la sua temporaneità, è ricca d'informazioni, perché tipica del TIA.
Inoltre, con l'aiuto degli esami clinici e strumentali, è possibile chiarire definitivamente la situazione e capire:

  • Quale area del cervello è stato colpita
  • Le cause

Tia Ictus

Figura: Differenza tra TIA e Ictus. Dal sito: sanremonews.it

Accertarsi che si trattava effettivamente di un TIA è fondamentale per impostare la terapia più appropriata e per prendere le giuste contromisure.

ANAMNESI ED ESAME OBIETTIVO

Il medico interroga il paziente e le persone che erano con lui (in genere, i familiari) in merito alle caratteristiche dei sintomi: su quali parti del corpo si è avvertito il formicolio, se si sono perse le facoltà di linguaggio, se mancava la coordinazione motoria ecc.
Inoltre, è molto importante che il medico capisca se l'individuo ha una storia familiare di ictus, TIA o attacco di cuore, se è affetto da ipertensione cronica, colesterolo alto, aritmie ecc.

ESAMI DEL SANGUE

È possibile effettuare degli esami del sangue molto rapidi, per valutare:

ESAMI STRUMENTALI

Gli esami strumentali, in grado di fornire al medico importanti informazioni per chiarire cause e modalità del TIA, sono numerosi. Di seguito, sono riportati gli esami strumentali (e le loro caratteristiche) più utili nei casi di TIA e di ictus.


Esame strumentale

A cosa serve

TAC (tomografia assiale computerizzata) diretta e angio-TAC

Mostra dettagliatamente il cervello e permette di capire qual è l'area colpita. Inoltre, riconosce se ci sono altri disturbi cerebrali, come ad esempio un tumore.

Se si fa uso di un liquido di contrasto (angio-TAC), si possono osservare il flusso sanguigno nei vasi arteriosi e venosi del collo e dell'encefalo. È un esame invasivo, poiché fa uso di radiazioni ionizzanti nocive, seppur in minima dose.

Risonanza magnetica nucleare (RMN) e angio-RM

Fornisce un'immagine dettagliata del cervello e mostra se il tessuto cerebrale si è danneggiato dopo il TIA. È possibile visualizzare il flusso sanguigno nei vasi arteriosi e venosi, usando un liquido di contrasto (angio-RM).

Ecografia carotidea

Fornisce immagini precise delle carotidi e delle loro cavità interne. Se ci sono delle placche aterosclerotiche, queste vengono individuate.

Angiografia cerebrale

Grazie a un liquido di contrasto, iniettato tramite un catetere, si riesce a vedere (ai raggi X) com'è la circolazione sanguigna all'interno dei grossi vasi (carotidi e arterie vertebrali), che raggiungono il cervello.

Ecocardiogramma (ecocardiogramma transesofageo transtoracico)

Se il TIA è dovuto a embolia, questi due esami permettono di individuare da che punto del cuore provengono gli emboli L'ecocardiogramma transesofageo fa uso di un sonda ecografica, che viene inserita attraverso l'esofago e mostra il cuore ed eventuali coaguli.

Terapia

Una volta accertata la diagnosi di attacco ischemico transitorio, e raccolte tutte le informazioni necessarie, si procede con la cura. L'obiettivo della terapia del TIA è quello di correggere i disturbi trombotici o embolici che affliggono i vasi arteriosi, per prevenire l'insorgenza di episodi futuri analoghi (un altro TIA) o più gravi (ictus).
Il trattamento terapeutico deve basarsi, inoltre, sulle cause che hanno scatenato il disturbo: ogni paziente, pertanto, va trattato come un caso a sé stante.

IL TRATTAMENTO FARMACOLOGICO

Un paziente con TIA è soggetto a trombosi o embolia. Pertanto, per rendere più fluido il sangue e sciogliere eventuali coaguli, che potrebbero occludere le arterie, si somministrano i seguenti farmaci:

Per approfondire: Farmaci per Curare l'Attacco Ischemico Transitorio »

IL TRATTAMENTO CHIRURGICO

Le carotidi, come si è visto, vengono analizzate profondamente, perché potrebbero essere occluse da un trombo o da una placca aterosclerotica. Se tale occlusione è seria ed espone il paziente ad un episodio di ictus, è necessario procedere per liberare il passaggio e permettere, in questo modo, un normale flusso di sangue.
Gli interventi possibili sono due:

  • Endoarteriectomia carotidea
    Il chirurgo, tramite un'incisione a livello del collo, interviene sull'arteria carotidea, sostituendo la porzione occlusa dalla placca aterosclerotica con piccoli pezzi di tessuto artificiale. Concluso l'intervento, richiude l'incisione.
  • Angioplastica e stent
    Il chirurgo infila uno stent, ovvero un tubicino metallico espandibile, a livello della carotide. Condotto nel punto dove c'è l'occlusione, il tubicino viene gonfiato per riaprire il vaso ostruito dalla placca aterosclerotica.

Prognosi e prevenzione

Parlare della prognosi di un attacco ischemico transitorio non è facile, in quanto ogni paziente colpito da TIA è un caso a sé stante.

Angioplastica e Stent

Figura: La Tecnica chirurgica di angioplastica e stent.

Per esempio, un paziente accorto, che riconosce i sintomi e si rivolge al proprio medico per ulteriori accertamenti e per le cure, correrà meno rischi di sviluppare disturbi analoghi o più gravi, come l'ictus. Viceversa, un paziente che, passati i sintomi del TIA, non si sottopone agli esami e alle cure del caso, è a forte rischio di ricadute e di ictus.
Questo due situazioni valgono in generale, tuttavia non va dimenticato che un TIA, anche se trattato adeguatamente, impone comunque un monitoraggio continuo. Può, infatti, esserci una predisposizione familiare all'origine dell'attacco ischemico transitorio e questo, come si è visto, è un fattore di rischio non trattabile.

PREVENZIONE

La prevenzione è importante in ogni malattia e il TIA non fa eccezioni.
Come per l'ictus, le misure preventive si sviluppano su tre livelli: primario, secondario e terziario.
La prevenzione primaria consiste nel controllo di tutti quei fattori di rischio trattabili. Pertanto, è bene adottare una stile di vita sano, privo di eccessi nella dieta, non fumare, praticare attività fisica ecc.
La prevenzione secondaria si basa sulla diagnosi precoce delle circostanze predisponenti e su una loro eventuale cura/correzione (farmacologica, chirurgica e comportamentale). Pertanto, è opportuno svolgere controlli periodici, soprattutto se si è predisposti, per via dell'età o per una storia familiare, al TIA o all'ictus.
Infine, la prevenzione terziaria. Essa si mette in pratica nei casi accertati di TIA, i quali sono a forte rischio di ictus. Per questi pazienti, già colpiti da un attacco ischemico transitorio, può rendersi necessario un intervento chirurgico, una terapia farmacologica e una cura scrupolosa delle loro abitudini comportamentali.


Le misure preventive, contro attacco ischemico transitorio (TIA), ictus e attacco di cuore:


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza