ANCA - Anticorpi Anti Citoplasma dei Neutrofili
Generalità
Gli anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili (ANCA) sono autoanticorpi diretti contro antigeni contenuti nel citoplasma dei granulociti.
La loro presenza è un utile marker sierologico per la diagnosi e il monitoraggio di alcune malattie autoimmuni sistemiche; tra queste rientrano le vasculiti primarie (infiammazione dei vasi), come:
- Granulomatosi di Wegener;
- Poliangioite microscopica;
- Sindrome di Churg-Strauss.
Gli ANCA possono contribuire, inoltre, alla diagnosi delle malattie infiammatorie croniche intestinali (in particolare, nella distinzione tra morbo di Crohn e coliti ulcerose) e della colangite sclerosante.
Cosa sono
Gli ANCA sono autoanticorpi diretti verso costituenti citoplasmatici dei granulociti neutrofili.
Cosa sono gli autoanticorpi?
Gli auto-anticorpi sono immunoglobuline dirette contro strutture molecolari e cellulari sane e normali dell'organismo, erroneamente interpretate come antigeni pericolosi, quindi considerate meritevoli di un attacco immunitario.
La grande maggioranza delle malattie autoimmuni è accomunata, con particolari specificità, dal riscontro di questi anticorpi; ciò significa che l'innalzamento dei loro valori ematici è una spia che indica la possibile presenza di una determinata malattia.
Gli auto-anticorpi come gli ANCA rappresentano, quindi, dei marcatori fondamentali per la diagnosi (e, talvolta, per la prognosi) di queste patologie autoimmuni.
I principali bersagli antigenici degli anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili sono:
- Mieloperossidasi (MPO): enzima con importanti proprietà battericide, che esercita attraverso la catalisi di reazioni di perossidazione e la formazione di prodotti tossici, quali acido ipocloroso (HClO), acqua ossigenata (H2O2) e radicali dell'ossigeno. Inoltre, l'acido ipocloroso e i suoi metaboliti possono inattivare gli inibitori delle proteasi, giocando un ruolo nel mantenimento di un microambiente “infiammatorio”. La MPO rappresenta circa il 5% del contenuto proteico totale dei neutrofili.
- Proteinasi 3 (PR 3): serin-proteasi contenuta nei granuli primari (o azzurrofili) di granulociti e monociti, dotata di attività antimicrobica nei confronti di batteri e funghi. La maggior parte delle sue funzioni biologiche dipende dall'attività proteolitica. In un contesto infiammatorio, la PR 3 viene rilasciata all'esterno della cellula, insieme ad altri costituenti dei granuli e radicali dell'ossigeno, dove può degradare collagene, proteoglicani e altri costituenti del tessuto connettivo. Un'attività proteolitica eccessiva, prolungata o inappropriata, è causa, però, di danni all'organismo.
Perché si Misurano
Il test degli anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili (ANCA) individua la presenza di questi autoanticorpi nel sangue. Tale riscontro può essere correlato ad alcuni disordini autoimmuni.
Vasculiti sistemiche
L'esame degli ANCA è usato principalmente come test di supporto alla diagnosi di alcune vasculiti, dei vasi di piccolo e medio calibro, tra cui:
- Granulomatosi di Wegener;
- Poliangioite microscopica;
- Glomerulonefrite necrotizzante extracapillare pauci-immune (una forma di poliangioite microscopica limitata al rene);
- Sindrome di Churg-Strauss.
Queste condizioni vengono spesso collettivamente definite “vasculiti-ANCA-associate”.
Altre patologie
Il dosaggio degli ANCA è utile anche nella distinzione tra morbo di Crohn e coliti ulcerose, le due più comuni forme di malattie infiammatorie croniche intestinali.
Esami associati
In relazione ai segni e sintomi che il paziente manifesta e alla patologia sospettata, il test ANCA può essere associato ad altre indagini, come:
- Conta delle cellule ematiche;
- Esami delle urine;
- Dosaggio di urea e creatinina;
- Valutazione della velocità di eritrosedimentazione (VES) e/o della proteina C-reattiva (PCR).
In molti casi, per porre la diagnosi di vasculite, è necessaria una biopsia del vaso coinvolto dal processo patologico.
Gli ANCA possono essere prescritti insieme agli ASCA (anticorpi anti-Saccharomyces cerevisiae), quando il soggetto mostra i sintomi della malattia infiammatoria intestinale e il clinico deve distinguere tra morbo di Crohn e colite ulcerosa.
Valori normali
Normalmente, la ricerca degli anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili fornisce un esito negativo (ANCA: assenti).
ANCA Alti - Cause
Gli ANCA possono essere presenti in una varietà di malattie autoimmuni, caratterizzate da lesioni infiammatorie diffuse a numerosi organi e apparati.
Alcuni tipi di vasculite sono strettamente associati alla produzione di ANCA. Tra queste condizioni rientrano le seguenti forme sistemiche:
- Granulomatosi di Wegener (o granulomatosi associata a poliangioite);
- Poliangioite microscopica;
- Glomerulonefrite necrotizzante extracapillare pauci-immune (una forma di poliangioite microscopica limitata al rene);
- Sindrome di Churg-Strauss;
- Poliarterite nodosa (PAN).
Le vasculiti sono un gruppo eterogeneo di malattie, caratterizzare dal danneggiamento e dall'indebolimento dei vasi ematici, associate all'infiltrazione di cellule infiammatorie e necrosi delle pareti vascolari. Le conseguenze dell'infiammazione dipendono dalle dimensioni, dalla sede e dal numero dei vasi ematici coinvolti.
All'esordio, la vasculite comporta, in genere, i seguenti sintomi:
- Febbre;
- Dolori muscolari;
- Perdita di peso;
- Sudorazione notturna;
- Affaticamento.
La ridotta portata vascolare può determinare conseguenze a livello di vari organi (come reni, polmoni e cute), oltre a predisporre alla formazione e alla rottura di aneurismi.
Per quanto riguarda le malattie infiammatorie intestinali, gli ANCA sono di norma associati a coliti ulcerose (80% dei casi), mentre solo il 20% dei pazienti affetti da morbo di Crohn risultano, di solito, positivi.
Altre condizioni che possono essere correlate al riscontro degli anticorpi ANCA comprendono:
- Artrite reumatoide;
- Lupus eritematoso sistemico;
- Epatiti autoimmuni;
- Uso di alcuni farmaci;
- Endocardite;
- Patologie polmonari e infiammazioni del sistema respiratorio.
ANCA Bassi - Cause
Un risultato negativo al test ANCA fa pensare che sia improbabile la presenza di un disordine autoimmune. Se i sintomi ricorrono, però, potrebbe essere utile ripetere l'esame.
Nel caso si riscontrino dei livelli bassi di anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili, sarà il medico a stabilire la diagnosi una volta raccolti tutti i dati che servono.
Come si misura
Per l'analisi degli ANCA, il paziente si deve sottoporre a un prelievo di sangue da una vena del braccio.
La determinazione di questi autoanticorpi prevede la metodica standard di immunofluorescenza indiretta (IFI), alla quale si associa il test di conferma ELISA (enzyme linked immunosorbent assay) antigene specifico.
- IFI (dosaggio a immunofluorescenza indiretta): il campione di sangue del paziente è mescolato con le cellule che sono fissate al vetrino. Gli autoanticorpi che sono presenti nel sangue reagiscono con le cellule. Il vetrino è trattato con un reagente contenente anticorpi fluorescenti ed esaminato al microscopio. Ciò che si osserva è la presenza (o l'assenza) della fluorescenza.
- ELISA: viene eseguito con strumenti automatizzati, ma risulta meno sensibile del dosaggio a immunofluorescenza indiretta nella determinazione degli ANCA.
La combinazione dei due test (IFI + ELISA) aumenta la specificità fino a raggiungere quasi il 100% per la diagnosi di vasculiti sistemiche primitive.
Preparazione
Prima di sottoporsi all'esame, il paziente deve osservare un digiuno di almeno 8-10 ore, durante le quali è ammessa l'assunzione di una modica quantità di acqua.
Interpretazione dei Risultati
Il risultato degli ANCA dev'essere interpretato attentamente, tenendo conto dei segni clinici e degli altri esami, come la diagnostica per immagini.
Vasculiti
Mediante la metodica IFI possono essere riconosciuti due quadri principali:
- cANCA/PR3: colorazione fluoroscopica citoplasmatica granulare diffusa. Questo pattern è associato nel 90-95% dei casi alla presenza di autoanticorpi specifici per la PR3-ANCA, prevalentemente riscontrati nella granulomatosi di Wegener.
- pANCA/MPO: colorazione perinucleare e/o nucleare causata nell'80% circa dei casi dalla presenza di MPO-ANCA. Questi anticorpi sono i più frequentemente associati a forme di poliangiti microscopiche (poliarterite nodosa e sindrome di Churg-Strauss), malattie croniche intestinali e colangite sclerosante.
A volte, l'esame degli anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili può essere impiegato nel monitoraggio della terapia e/o per rivelare recidive di tali patologie.
Malattie infiammatorie intestinali
Un'ulteriore variante, detta x-ANCA, si può ritrovare nel corso di molte patologie, ma in particolare è frequente nelle malattie infiammatorie croniche intestinali.
Il riscontro di ANCA atipici è di supporto nella diagnosi differenziale tra coliti ulcerose e morbo di Crohn. Di norma, la presenza di questi auto-anticorpi è associata prevalentemente alla colite ulcerosa (gli ANCA si riscontrano nell'80% dei casi). Gli anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili si riscontrano solo nel 20% dei pazienti affetti da morbo di Crohn.
Nei casi in cui gli ANCA risultino positivi e gli anticorpi anti-Saccharomyces cerevisiae negativi (ASCA), è possibile che il paziente sia affetto da colite ulcerosa. Nel caso opposto, cioè gli ANCA siano negativi e gli ASCA positivi, è probabile la presenza del morbo di Crohn.
Occorre precisare, però, che il paziente affetto da una di queste malattie infiammatorie intestinali potrebbe non risultare positivo per la ricerca di tali auto-anticorpi.