Ultima modifica 08.04.2020

Generalità

La vitrectomia è la procedura chirurgica con cui si rimuove una porzione o l'interezza dell'umor vitreo (o corpo vitreo), presente all'interno della camera vitrea dell'occhio.
VitrectomiaGli oftalmologi - ovvero i medici specializzati nella cura delle malattie degli occhi - ricorrono alla vitrectomia in presenza di: problemi di retina, retinopatia proliferante, emorragie vitreali, infezioni oculari ecc.
La preparazione all'intervento è abbastanza semplice: sono previsti alcuni controlli clinici e il rispetto di semplici regole, in vista dell'anestesia generale.
La procedura di rimozione dell'umor vitreo dura in genere 1-2 ore; al suo termine è previsto almeno un giorno di ricovero, durante il quale il paziente viene visitato periodicamente.
I rischi di una vitrectomia sono diversi e, in alcuni casi, per nulla trascurabili.
I risultati di un siffatto intervento dipendono molto dalle condizioni che ne hanno reso necessaria l'esecuzione.

Breve ripasso dell'anatomia dell'occhio

Nell'occhio (o bulbo oculare) possono riconoscersi tre porzioni concentriche, che, dall'esterno verso l'interno, sono:

  • La tonaca esterna, la quale funge da attacco per i cosiddetti muscoli estrinsechi del bulbo oculare; in essa risiedono sclera (anteriormente) e cornea (posteriormente). Ha una natura fibrosa.
  • La tonaca media (o uvea), la quale è una membrana di tessuto connettivo, ricca di vasi sanguigni e pigmento.
    Interposta tra sclera e retina, si occupa di fornire nutrimento proprio alla retina, o meglio agli strati di retina con cui entra in contatto.
    Comprende iride, corpo ciliare e coroide.
  • La tonaca interna, che è formata dalla retina.
    La retina è una pellicola trasparente costituita da dieci strati di cellule nervose (veri e propri neuroni), tra cui anche i cosiddetti coni e bastoncelli. Coni e bastoncelli sono deputati alla funzione visiva.
    La tonaca interna, come si può intuire da quanto appena affermato, ha una natura nervosa.

Occhio Anatomia

Figura: l'umor vitreo risiede in una cavità chiamata camera vitrea. La camera vitrea è posteriore al cristallino e all'iride, ma anteriore alla retina.
La funzione principale dell'umor vitreo è fornire supporto alle strutture del bulbo oculare con cui è a contatto.
A differenza dell'umor acqueo (sostanza presente nella cosiddetta camera anteriore dell'occhio), l'umor vitreo non è coinvolto nella regolazione della pressione oculare.

Cos'è la vitrectomia?

La vitrectomia è la procedura chirurgica finalizzata alla rimozione totale o parziale dell'umor vitreo (o corpo vitreo).
L'umor vitreo è una sostanza gelatinosa e trasparente, contenuta all'interno dell'occhio - per l'esattezza nella cosiddetta camera vitrea - e interposta tra il cristallino e la retina.

UMOR VITREO: QUALCHE INFORMAZIONE AGGIUNTIVA

La posizione e la consistenza dell'umor vitreo gli consentono di fungere da sostanza di supporto per il cristallino, nella parte anteriore del bulbo oculare, e per la retina, nella parte posteriore dell'occhio.
Incolore e dal volume costante, l'umor vitreo è costituto da acqua per il 98-99% e da altre sostanze come: acido ialuronico, sali, zuccheri, vitrosina (un tipo di collagene, quindi una proteina), opticina (una proteina), collagene di tipo II e altre proteine.
Grazie a questa composizione, il corpo vitreo permette all'occhio il mantenimento della sua forma sferica.
È privo di vasi sanguigni ed è attraversato dal canale ialoideo, il quale va dalla papilla ottica (ovvero l'emergenza del nervo ottico all'interno del bulbo oculare) fino alla fossa ialoidea (cioè la parte posteriore del cristallino).

Quando si esegue

La vitrectomia può rendersi necessaria in presenza di:

  • Un problema alla retina o alla macula (parte centrale della retina). La presenza di buchi o strappi sulla retina, fori maculari, distacco di retina e pucker maculare richiede la rimozione dell'umor vitreo, al fine di eseguire correttamente l'operazione di riparazione.
    In tutti questi casi, quindi, la vitrectomia rappresenta una parte di un intervento chirurgico molto più ampio e complesso.
  • Una riduzione della vista dovuta a una perdita di sangue da parte dei vasi sanguigni irroranti la retina. Questo fenomeno è detto più propriamente emorragia vitreale.
    La vitrectomia viene eseguita per ristabilire, almeno in parte, le capacità visive.
  • Un corpo estraneo all'interno del corpo vitreo o in prossimità della retina. Una condizione del genere può verificarsi per esempio dopo un trauma oculare.
    In tali circostanze, la vitrectomia serve a rimuovere l'oggetto estraneo, presente all'interno dell'occhio.
  • Retinopatia proliferante. Si tratta di una sofferenza della retina, tipica dei malati di diabete e caratterizzata dalla continua formazione di vasi sanguigni a livello retinico. Questi vasi sono fragili, anomali e con la tendenza a dar luogo a sanguinamenti (emorragie).
    In tali situazioni, la vitrectomia si esegue per consentire un trattamento laser particolare, che serve all'eliminazione dei vasi sanguigni anormali.
  • Infezioni oculari gravi. In tali frangenti, la vitrectomia fa da preludio a una biopsia oculare, ovvero al prelievo e all'analisi in laboratorio di un particolare tessuto dell'occhio.

Preparazione

Prima della vitrectomia, il medico che si occuperà dell'intervento (o un suo collaboratore) deve visitare il paziente e indagare su alcuni aspetti fondamentali, quali: la storia clinica, la salute oculare e i farmaci assunti.
Inoltre, è altrettanto importante la valutazione del rischio-cataratta. La vitrectomia, infatti, è un fattore favorente l'opacizzazione (parziale o totale) del cristallino.


Storia clinica: che cos'è?
Analizzare la storia clinica di un individuo significa raccogliere il maggior numero di informazioni relativamente a: malattie sofferte in passato, malattie in atto al momento attuale, allergie a particolari sostanze o farmaci ecc.

ESAMI E RACCOMANDAZIONI PRE-OPERATORIE

In genere, l'intervento di vitrectomia si esegue in anestesia generale.
Quindi, per sincerarsi che quest'ultima non comporti complicanze, si sottopone il paziente a esami del sangue e a un elettrocardiogramma; inoltre, gli si raccomanda di:

  • Nel giorno della procedura, presentarsi a digiuno completo da almeno la sera precedente.
  • Dopo l'intervento, farsi assistere da una persona di fiducia per almeno 12-24 ore. Tale raccomandazione si spiega col fatto che, per diverse ore dopo l'anestesia generale, i pazienti si sentono confusi e manifestano un evidente rallentamento delle capacità di reazione.

Procedura

Una volta che il paziente è stato anestetizzato, il medico curante - per la precisione un oftalmologo - comincia l'operazione di vitrectomia, praticando dei piccoli tagli di circa un millimetro a livello della sclera (la parte bianca dell'occhio).
Questi tagli sono indispensabili per l'inserimento, nella camera vitrea, degli strumenti per il risucchio della sostanza gelatinosa costituente l'umor vitreo.
Eseguita l'asportazione del corpo vitreo, verranno effettuate le operazioni successive previste: in caso di un problema alla retina, si provvederà alla sua riparazione; in caso di retinopatia proliferante, verrà fatto ricorso al trattamento laser per l'eliminazione dei vasi sanguigni anomali; e via dicendo.

DURATA DELL'INTERVENTO

Un intervento di vitrectomia dura in genere 1-2 ore. Tuttavia, se le operazioni successive sono particolarmente delicate, potrebbe protrarsi anche per 3 ore.

SOSTITUZIONE TEMPORANEA DELL'UMOR VITREO

Premessa: una volta eliminato, l'umor vitreo non si riforma mai più; il suo posto viene occupato, con il tempo, dall'umor acqueo (lo stesso presente nelle cavità anteriori del bulbo oculare), che adempie egregiamente alle stesse funzioni di supporto.

Dopo gli interventi di vitrectomia per un problema alla retina, è necessario provvedere all'inserimento di un qualcosa che, fin da subito, faccia le veci dell'umor vitreo e preservi la retina appena operata da eventuali insulti, distacchi ecc. Si tratta di un rimedio temporaneo, in attesa che la retina guarisca completamente e che l'umor acqueo vada a riempire la camera vitrea.
In sostituzione dell'umor vitreo, l'oftalmologo può inserire:

  • Una bolla di gas.
    Vantaggi. Questa soluzione è molto pratica, perché la bolla d'aria viene assorbita naturalmente dall'organismo nel giro di diversi giorni.
    Svantaggi. Le bolle d'aria tendono a muoversi molto facilmente e a non fornire più l'adeguata protezione. Affinché ciò non abbia luogo, il paziente è tenuto a mantenere la faccia verso il basso per la maggior parte della giornata e a dormire su un lato soltanto.
    In casi come questi, per conoscere le esatte posizioni da assumere e da evitare, è bene consultarsi approfonditamente con l'oftalmologo curante.
    In genere le bolle di gas sono sconsigliate ai pazienti giovani o, comunque, con una vita ancora molto attiva.
  • Un olio al silicone speciale.
    Vantaggi. Diversamente dalle bolle di gas, l'olio si muove molto poco, di conseguenza è raro che lasci scoperta la retina operata. È una soluzione particolarmente indicata ai pazienti giovani, ai bambini e in generale a tutti coloro che hanno una vita ancora abbastanza attiva.
    Svantaggi. Poiché non viene riassorbito naturalmente come le bolle di gas, l'olio al silicone può essere rimosso soltanto ricorrendo a un piccolo intervento chirurgico ad hoc.

Se la bolla di gas si muove

Quando la bolla d'aria si muove dalla sua posizione a ridosso della retina, aumenta il rischio di cataratta, innalzamento della pressione oculare e/o danneggiamento della cornea.

Fase post-operatoria

In genere, un paziente sottoposto a vitrectomia viene trattenuto in ospedale almeno una notte, per motivi del tutto precauzionali. In quest'arco di tempo, il personale medico si riserva di visitare la persona operata di tanto in tanto, monitorando i suoi parametri vitali.
Per i primi tempi, è probabile che la visione risulti offuscata; in genere, l'offuscamento dura dalle 4 alle 6 settimane.
Inoltre, per almeno un paio di settimane, l'occhio operato appare particolarmente sensibile, gonfio e arrossato.

COLLIRI

Per prevenire infezioni, ridurre l'infiammazione e accelerare la guarigione dell'occhio operato, gli oftalmologi prescrivono alcuni colliri che il paziente è in grado di autosomministrarsi.

QUANDO CONTATTARE IL MEDICO

Visione offuscata, gonfiore e arrossamento oculare sono fenomeni normali, per i quali non ci si deve allarmare particolarmente.
Al contrario, bisogna contattare subito il medico se si è soggetti a:

  • Calo della vista
  • Aumento del dolore, invece che una sua riduzione
  • Aumento del rossore oculare e del gonfiore attorno all'occhio operato
  • Perdita insolita di liquido dall'occhio operato
  • Cambiamenti del campo visivo o comparsa di lampi negli occhi

Rischi della vitrectomia

Diversi sono i rischi dell'intervento di vitrectomia. Ecco in che cosa consistono:

  • Innalzamento della pressione oculare. Questo fenomeno avviene più di frequente nei malati di glaucoma.
  • Emorragia vitreale
  • Distacco di retina
  • Edema corneale. È una condizione caratterizzata dall'accumulo di fluido a livello della cornea; tale accumulo è in genere dovuto a un inadeguato meccanismo di drenaggio del liquido che circonda la cornea.
  • Infezione intraoculare (o endoftalmite). Comporta l'infiammazione delle strutture interne dell'occhio.
  • Cataratta. Secondo alcuni studi scientifici, nelle persone sottoposte a vitrectomia, la tendenza alla cataratta aumenterebbe del 30-40%.

Risultati

I risultati di una vitrectomia dipendono molto dalla condizione che ne ha reso necessaria l'esecuzione. Per esempio, nei casi di emorragia vitreale, l'intervento di rimozione del corpo vitreo può portare anche al ripristino completo delle facoltà visive; al contrario, in presenza di gravi problemi della retina, la vitrectomia potrebbe comportare soltanto un minimo miglioramento della vista, quel tanto che basta a una camminata sicura.
Quindi, a concludere, non bisogna dimenticare che il buon esito di una vitrectomia dipende anche dall'attenzione scrupolosa che si presta ai consigli post-operatori del medico curante.


Autore

Dott. Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza