Generalità
Le vene del braccio sono i vasi venosi dell'arto superiore, a patto però che il termine "braccio" indichi il tratto anatomico compreso tra mano e spalla.

Secondo la più classica delle visioni anatomiche, le vene del braccio sono distinguibili in due grandi categorie: le vene del braccio superficiali e le vene del braccio profonde.
Alla categoria delle vene del braccio superficiali appartengono: la vena basilica, la vena cefalica, la vena cubitale mediana e la vena ascellare; alla categoria delle vene del braccio profonde, invece, fanno parte: la vena radiale, la vena ulnare, la vena brachiale e le vene perforanti del braccio.
Le vene del braccio possono essere protagoniste di alcune importanti condizioni patologie particolare; inoltre, possono trovare impiego nel campo della chirurgia vascolare, della medicina generale e della cardiochirurgia.
Breve ripasso di cos'è una vena
In anatomia umana, rientra nell'elenco delle vene qualsiasi vaso sanguigno preposto al trasporto di sangue dalla periferia (dove per periferia s'intendono i tessuti e gli organi dell'organismo) al cuore.
Contrariamente a ciò che molte persone pensano, nelle vene NON scorre soltanto sangue non ossigenato (cioè privo di ossigeno); a dimostrare quanto appena affermato è l'esistenza delle vene polmonari, ossia i vasi venosi destinati a trasportare il sangue ricco di ossigeno dai polmoni al cuore, affinché quest'ultimo possa poi diffonderlo alla periferia.
Le vene differiscono dalle arterie dal punto di vista strutturale: rispetto alle seconde, le prime sono meno estensibili e meno spesse.
Cosa sono le Vene del Braccio?
Le vene del braccio sono i vasi venosi dell'arto superiore, nell'accezione in cui però il termine "braccio" includa la mano e il tratto anatomico compreso tra polso e spalla.
In altre parole, secondo la visione più estesa (e meno appropriata) della parola "braccio", le vene del braccio sono le vene che, a partire dall'estremità finale dell'arto superiore (mano), percorrono tutto l'avambraccio, il gomito e tutta la sezione anatomo-scheletrica occupata dall'omero (braccio propriamente detto).
Breve puntualizzazione
In anatomia umana, il braccio (o braccio propriamente detto) è la sezione anatomica compresa tra gomito e spalla e costituita da un unico osso, l'omero.
Nel gergo comune, tuttavia, alla parola "braccio" è possibile assegnare il significato più allargato di "arto superiore".
Anatomia
Per semplificare la descrizione anatomica delle vene del braccio, gli anatomisti distinguono i suddetti vasi in due categorie: le vene del braccio superficiali e le vene del braccio profonde.
Vene del braccio superficiali
Le vene del braccio superficiali sono: la vena basilica, la vena cefalica, la vena cubitale mediana e la vena ascellare.
L'aggettivo "superficiali" indica che queste vene del braccio risiede nel sottocutaneo.
Per capire le successive descrizioni delle vene del braccio…
- La descrizione del percorso delle vene del braccio inizia dalla periferia, in quanto la direzione di scorrimento del sangue all'interno di questi condotti vascolari è dalla periferia al cuore.
- Se il palmo della mano è rivolto verso l'osservatore, il versante mediale dell'arto superiore è la porzione di quest'ultimo più vicina al tronco.
- Se il palmo della mano è rivolto verso l'osservatore, il versante laterale dell'arto superiore è la porzione di quest'ultimo più lontana dal tronco.
VENA BASILICA
Di diametro non trascurabile, la vena basilica origina sul versante mediale (o ulnare) di un complesso di vasi sanguigni della mano, denominato rete venosa dorsale.
Derivante dalle cosiddette vene metacarpali dorsali della mano, la rete venosa dorsale risiede sulla fascia superficiale del dorso della mano e rappresenta il complesso venoso in cui confluisce gran parte del sangue che ha precedentemente irrorato i tessuti della mano.
Dalla rete venosa dorsale, quindi, la vena basilica comincia un percorso di risalita verso l'alto, in direzione della spalla, che la porta a collocarsi, dapprima, sulla porzione antero-mediale dell'avambraccio (dalla parte dell'ulna) e, poi, sulla porzione mediale del braccio propriamente detto (internamente all'omero).
L'ulna è, insieme al radio, una delle due ossa che costituiscono lo scheletro dell'avambraccio.
Nella situazione in cui il palmo della mano è rivolto verso l'osservatore, l'ulna giace sul versante mediale dell'arto superiore.
L'omero, invece, è l'osso del braccio propriamente detto.

Nell'intraprendere la risalita sopraccitata, la vena basilica passa ovviamente per il gomito; il suo passaggio in tale sede è anatomicamente importante, in quanto è a livello della faccia anteriore del gomito che la vena basilica si unisce, tramite la vena cubitale mediana, alla vena cefalica.
La vena basilica termina il proprio decorso poco oltre la metà del braccio propriamente detto, dopo aver perforato la cosiddetta fascia brachiale (a livello dell'epicondilo mediale dell'omero), aver raggiunto il margine inferiore del muscolo grande rotondo e aver ricevuto l'apporto di sangue venoso della vena brachiale.
A segnare la conclusione della vena basilica è la sua confluenza nella vena ascellare.
Lo sapevi che…
Le vene del braccio sporgenti sono associate a un corpo in ottima forma. È, infatti, molto comune osservarle in chi pratica sport quotidianamente e conduce uno stile di vita sano e particolarmente attivo.
VENA CEFALICA
La vena cefalica rappresenta la vena del braccio opposta alla vena basilica. Rispetto a quest'ultima, infatti, origina versante laterale (o radiale) della rete venosa dorsale e intraprende un percorso di risalita verso la spalla tale per cui occupa una posizione antero-laterale sull'avambraccio, prima, e una posizione laterale sul braccio propriamente detto, poi.

Come affermato in precedenza, a livello del gomito (faccia superiore), la vena cefalica stabilisce un contatto indiretto con la vena basilica, attraverso la vena cubitale mediana.
Il decorso della vena cefalica termina a livello dell'ascella, dopo il passaggio in una particolare regione anatomica situata tra i muscoli deltoide e grande pettorale, e denominata solco deltopettorale.
A segnare la conclusione della vena cefalica è la sua confluenza nella vena ascellare.
Lo sapevi che…
Tra le vene del braccio, la vena cefalica è quella facilmente visibile (specie nei soggetti normopeso) sulla porzione latero-superiore del braccio propriamente detto, in corrispondenza del margine inferiore del muscolo deltoide.
VENA CUBITALE MEDIANA
Come i lettori già sanno dalle due precedenti descrizioni, la vena cubitale mediana è la vena del braccio che mette in comunicazione, in corrispondenza della faccia anteriore del gomito, la vena basilica e la vena cefalica.
Sul gomito, la vena cubitale mediana occupa una posizione ben precisa: risiede nella cosiddetta fossa cubitale, al di sopra dell'aponeurosi bicipitale, cioè la fascia fibrosa che separa le strutture profonde della fossa cubitale da quelle superficiali.

Lo sapevi che…
Delle vene del braccio, la vena cubitale mediana è quella diviene molto evidente, al momento dell'applicazione di una pressione appena di sopra del gomito.
VENA ASCELLARE
Situata nella regione dell'ascella, la vena ascellare è un grosso vaso venoso il cui decorso inizia in corrispondenza del margine inferiore del muscolo grande rotondo e termina vicino al margine laterale della prima costola, dove diviene vena succlavia.
Il muscolo grande rotondo è un muscolo della spalla, che nasce sulla faccia posteriore della scapola e termina sulla faccia anteriore dell'omero, appena sotto una struttura chiamata collo.

Rappresentante a tutti gli effetti la continuazione delle vene braccio basilica e brachiale, la vena ascellare accoglie, durante il suo tragitto fino alla vena succlavia, diversi altri vasi venosi; tra questi vasi, meritano una citazione la già citata vena cefalica, la vena sottoscapolare, la vena omerale circonflessa, la vena laterale toracica e la vena toraco-acromiale.
Durante il suo intero percorso, la vena ascellare affianca l'arteria omonima, ossia l'arteria ascellare.
Continuazione dell'arteria succlavia, l'arteria ascellare è l'arteria da cui ha origine l'arteria brachiale, ossia il vaso arterioso deputato, con le sue numerose branche, a irrorare di sangue ossigenato le ossa e i tessuti dell'arto superiore.
Vene del braccio profonde
Le vene del braccio profonde sono: la vena radiale, la vena ulnare, la vena brachiale e le cosiddette vene perforanti del braccio.
L'aggettivo "profonde" segnala che queste vene del bracco risiede nei tessuti più profondi dell'arto superiore.
VENA RADIALE
La vena radiale è uno dei due principali vasi venosi dell'avambraccio.
Con origine nell'arcata venosa palmare profonda, questa vena del braccio profonda transita lungo il versante antero-laterale del tratto polso-gomito, sopra il radio e parallelamente all'arteria radiale.
Come già anticipato, il radio è l'osso che, assieme all'ulna, forma lo scheletro dell'avambraccio.
Nella situazione in cui il palmo della mano è rivolto verso l'osservatore, il radio giace sul versante laterale dell'arto superiore.
La vena radiale termina il proprio decorso a livello della fossa cubitale del gomito; qui, unendosi alla vena ulnare, dà vita alla vena brachiale.
VENA ULNARE
La vena ulnare è il secondo dei due principali vasi venosi dell'avambraccio.
Con origine anch'essa nell'arcata venosa palmare profonda, questa vena del braccio profonda percorre il versante antero-mediale del tratto polso-gomito, sopra l'ulna e parallelamente all'arteria ulnare.
Il percorso della vena ulnare termina a livello della fossa cubitale del gomito, dove, ripetendo quanto detto in precedenza, ha luogo la sua unione con la vena radiale e l'inizio della vena brachiale.
Lo sapevi che…
Sia la vena radiale che la vena ulnare comunicano, mediante anastomosi, con le arterie che affiancano, quindi rispettivamente con l'arteria radiale e l'arteria ulnare.
VENA BRACHIALE
La vena brachiale è la principale vena del braccio profonda del tratto anatomico compreso tra gomito e spalla.
Frutto dell'unione tra la vena radiale e la vena ulnare a livello della fossa cubitale del gomito, questa vena risale il braccio propriamente detto a fianco dell'arteria brachiale, fino al bordo inferiore del muscolo grande rotondo, sede in cui confluisce nella vena ascellare.
Nel tragitto che la porta al collegamento con la vena ascellare, la vena brachiale presenta diverse vene tributarie, le quali le "scaricano" il sangue privo di ossigeno proveniente dai muscoli bicipite brachiale e tricipite brachiale.
VENE PERFORANTI DEL BRACCIO
Le vene perforanti del braccio sono tutti quei vasi venosi minori profondi che, attraversando le fasce muscolari profonde, mettono in comunicazione le vene profonde del bracci con le vene superficiali del braccio.
Funzione
Le vene del braccio costituiscono la rete venosa che ha il compito di drenare il sangue deossigenato dai tessuti ossei e dai tessuti molli dell'arto superiore, e indirizzarlo al cuore, per la sua riossigenazione.
Più nello specifico, il vene del braccio accolgono il sangue che ha donato l'ossigeno alle ossa, ai muscoli, alla pelle ecc. della mano, dell'avambraccio e del braccio propriamente detto.
Patologie
Anche se molto più raramente delle vene dell'arto inferiore, le vene del braccio possono essere oggetto di episodi di tromboflebite.
Inoltre, per una vena del braccio come la vena ascellare, esiste la possibilità che da una lesione di questo vaso venoso dell'ascella, oltre a una grave emorragia, scaturisca anche un fenomeno chiamato embolia gassosa.
Tromboflebite: cos'è?
La tromboflebite è l'infiammazione della parete di una vena degli arti superiori o inferiori, dovuta alla formazione, nella stessa vena vittima del processo infiammatorio, di un coagulo di sangue anomalo (il cui nome specifico è trombo).
Se interessa le vene del braccio superficiali, la tromboflebite è un esempio di tromboflebite superficiale; se invece riguarda del vene del braccio profonde, la tromboflebite è un esempio di tromboflebite profonda o trombosi venosa profonda.

Embolia gassosa
L'embolia gassosa è la pericolosa condizione patologica che insorge quando una o più bolle d'aria bloccano il flusso di sangue all'interno di un vaso sanguigno.
L'embolia gassosa che scaturisce da una lesione a carico della vena del braccio ascellare è un esempio di embolia gassosa venosa.
Lo sapevi che…
La pericolosità dell'embolia gassosa è correlata alla possibilità che:
- La bolla d'aria raggiunga i vasi sanguigni del cervello, causando un ictus;
- La bolla d'aria raggiunga le coronarie, causando un attacco di cuore;
- La bolla d'aria raggiunga l'arteria polmonare, causando insufficienza respiratoria.
Uso Clinico
Alcune vene del braccio trovano impiego in ambito clinico-terapeutico e clinico-diagnostico.
Le vene del braccio in questione sono la vena basilica, la vena cefalica e la vena cubitale mediana.
Uso in medicina della vena basilica
La vena del braccio basilica si presta molto bene alla creazione di una fistola artero-venosa, quando serve un accesso vascolare per l'emodialisi (l'emodialisi è un trattamento per l'insufficienza renale cronica).

Uso in medicina della vena cefalica
La vena del braccio cefalica è, assieme alla vena succlavia, uno dei due vasi venosi entro cui i cardiochirurghi fanno passare gli elettrocateteri indispensabili il collegamento di un pacemaker al cuore.
Uso in medicina della vena cubitale mediana
Essendo molto superficiale, la vena cubitale mediana è un'ottima candidata alla venipuntura, ossia l'operazione di puntura di una vena finalizzata a un prelievo di sangue o a un'iniezione.
In realtà, anche altre vene del braccio si prestano alla venipuntura, ma la vena cubitale mediana è in assoluto la migliore.