Ultima modifica 27.02.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è la Vaginoplastica?
  3. Usi
  4. Preparazione
  5. Procedura
  6. Dopo la Procedura
  7. Rischi e Complicazioni
  8. Controindicazioni
  9. Risultati

Generalità

La vaginoplastica è l'operazione chirurgica per la costruzione, la ricostruzione o il ringiovanimento della vagina.

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Esempio di genitoplastica, la vaginoplastica può trovare impiego in vari settori della chirurgia, dalla chirurgia terapeutica alla chirurgia estetica, passando per la chirurgia finalizzata al cambio del sesso.
La vaginoplastica richiede una preparazione particolare, che comprende una serie di esami pre-operatorie e alcuni accortezze come, per esempio, la presentazione a digiuno da almeno 8 ore nel giorno destinato all'intervento.
Esistono varie tecniche chirurgiche per eseguire la vaginoplastica; la scelta della tecnica chirurgica dipende dallo scopo dell'intervento, quindi non è frutto del caso.
La vaginoplastica è una procedura sostanzialmente sicura, che solo in rari casi si associa a effetti avversi o complicanze.
Attualmente, grazie ai progressi della chirurgia, la vaginoplastica assicura buoni risultati.

Breve ripasso della Vagina

La vagina è il canale di natura fibro-muscolare che mette in comunicazione l'utero con l'esterno. Per la precisione, è in collegamento con la cervice uterina, la quale rappresenta la porzione inferiore dell'utero.
Dal punto di vista funzionale, la vagina è l'area anatomica deputata a ospitare lo sperma maschile dopo l'eiaculazione, in occasione di un rapporto sessuale.

Cos'è la Vaginoplastica?

La vaginoplastica è l'intervento chirurgico che, a seconda delle circostanze, può servire alla costruzione, alla ricostruzione o al ringiovanimento della vagina.
La vaginoplastica è un esempio di genitoplastica, dove per genitoplastica s'intende qualsiasi operazione chirurgica di costruzione, rimodellamento o ringiovanimento dei genitali.

Usi

La vaginoplastica può trovare impiego in chirurgia terapeutica (per curare una condizione medica che coinvolge la vagina), in chirurgia estetica (per migliorare l'aspetto della vagina) o nella chirurgia per il cambio del sesso.

La vaginoplastica è un'operazione chirurgia a cui possono ricorrere anche gli uomini.

Più nello specifico, la vaginoplastica può servire a:

  • Ripristinare la normale anatomia vaginale, dopo il trattamento radioterapico o la rimozione chirurgica di escrescenze tumorali o ascessi formatisi sulla vagina;
  • Correggere i difetti congeniti della vagina. La correzione dei difetti congeniti della vagina può includere il trapianto di tessuto omologo o l'innesto di materiale protesico;
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  • Rimediare alla cosiddetta lassità post-parto della vagina, condizione che pregiudica la tonicità dei muscoli vaginali e può avere ripercussioni sulla vita sessuale di una donna;
  • Riparare la vagina dopo forti traumi o lesioni a suo carico. La riparazione della vagina che ha subìto traumi o lesioni può includere, come nel caso della correzione dei difetti congeniti, il trapianto di tessuto omologo o l'innesto di materiale protesico;
  • Costruire una vagina, quando è assente a causa di agenesia. Agenesia è il termine medico che descrive la completa assenza di un organo, a seguito di un errore durante lo sviluppo embrionale;
  • Correggere l'ipoplasia vaginale conseguente all'agenesia Mülleriana. Con l'espressione "agenesia Mülleriana", i medici intendono una condizione congenita caratterizzata dall'assenza dell'utero e dalla malformazione più o meno severa della vagina;
  • Curare gli episodi di cistocele o rettocele. Il cistocele e il rettocele sono due condizioni mediche che coinvolgono la vagina. Infatti, la prima corrisponde allo scivolamento della vescica dalla sua sede naturale in direzione della vagina, mentre la seconda corrisponde allo scivolamento dell'intestino retto dalla sua posizione naturale in direzione della vagina.
    La vaginoplastica eseguita in occasione di un cistocele o un rettocele può includere il trapianto di tessuto omologo o l'innesto di materiale protesico;
  • Costruire una vagina negli uomini che vogliono cambiare sesso o nei soggetti portatori di una qualche condizione di intersessualità. Gli individui affetti da intersessualità sono persone delle quali è impossibile definirne il sesso e che potrebbero, a seconda della terapia adottata, diventare maschi o femmine.
    Il più classico esempio di condizione di intersessualità è la cosiddetta sindrome di Morris (o sindrome da insensibilità agli androgeni).

Lo sapevi che…

Negli interventi di vaginoplastica in cui è previsto il trapianto di tessuto omologo, quest'ultimo può provenire da un'altra parte del corpo della stessa paziente (trapianto autologo) oppure da un'altra persona (trapianto allogenico).

Preparazione

La vaginoplastica richiede una preparazione particolare, che consiste in:

  • Esami del sangue e delle urine. Servono a valutare lo stato di salute generale del possibile paziente, nonché la sua idoneità alle procedure di tipo chirurgico.
  • Elettrocardiogramma. Ha la stessa finalità degli esami del sangue e delle urine.
  • Incontro medico curante – paziente. In tale occasione, il medico che dovrebbe eseguire la vaginoplastica valuta personalmente l'idoneità del paziente all'intervento; più nei dettagli, indaga su:
    • Terapie farmacologiche in corso. In occasione di un intervento come la vaginoplastica, sono da sospendere tutte quelle terapie farmacologiche che alterano il normale processo di coagulazione (aspirina, warfarin ecc.), perché potrebbero determinare gravi perdite di sangue;
    • Allergie a farmaci, sedativi e anestetici. Per il medico che effettuerà l'intervento, essere a conoscenza di tali disturbi è un'informazione fondamentale per la buona riuscita della vaginoplastica, in quanto l'esecuzione di quest'ultima impone il ricorso a farmaci per la sedazione, l'anestesia ecc.;
    • Presenza di malattie croniche o malattie di cuore. Un'eventuale presenza di tali condizioni rappresenta il segnale di uno stato di salute precario, per il quale è controindicato qualsiasi intervento chirurgico di una certa invasività;
  • Presentazione medica di tutti i dettagli relativi alla vaginoplastica, dalle istruzione pre-operatorie (si veda approfondimento) ai tempi di recupero, passando per la procedura e i possibili rischi. Di norma, il paziente riceve tutte queste informazione, se risulta idoneo all'intervento di vaginoplastica.

In genere, se il paziente risulta idoneo alla vaginoplastica, il medico provvederà a fissare quest'ultima a distanza di 1 o 2 settimane.

Istruzioni Pre-Operatorie

Per istruzioni pre-operatorie s'intende quell'insieme di indicazioni che un paziente deve avere l'accortezza di seguire nei giorni precedenti una certa procedura chirurgica.

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Le istruzioni pre-operatorie sono una parte molto importante della preparazione a un intervento di chirurgica; ecco perché meritano un approfondimento.
Nel caso della vaginoplastica, le istruzioni pre-operatorie per i futuri pazienti sono:

  • Smettere di fumare (ciò ha senso, ovviamente, se il paziente è un fumatore). Il fumo di sigaretta aumenta il rischio che, dalle incisioni chirurgiche effettuate in occasione della vaginoplastica, insorgano infezioni; inoltre, altera l'afflusso di sangue alla pelle e ciò rallenta la rimarginazione delle suddette incisioni.
    Secondo gli esperti del settore, i pazienti fumatori dovrebbero dare avvio all'astensione dal fumo almeno 2 settimane prima dell'intervento e attuarla fino ad almeno 2 settimane dopo l'operazione-
  • Interrompere temporaneamente, a partire da pochi giorni della vaginoplastica, qualsiasi terapia farmacologica che alteri il normale processo di coagulazione del sangue (quindi, sospendere eventuali trattamenti a base di aspirina, warfarin, eparina ecc.).
  • Presentarsi, nel giorno della procedura, a digiuno completo da almeno 8 ore. Ciò vuol dire che, se la vaginoplastica è prevista di mattina, l'ultimo pasto assumibile dal paziente è la cena del giorno precedente l'operazione.
    Il digiuno rientra nelle istruzioni pre-operatorie di qualsiasi intervento chirurgico che preveda l'anestesia generale o che, in circostanze particolari, potrebbe prevedere l'anestesia generale (è il caso della vaginoplastica).
  • Chiedere a un parente o un amico stretto il suo supporto nel giorno della procedura, soprattutto per quanto concerne il rientro a casa, una volta terminata l'operazione.

Procedura

In ordine temporale, un classico intervento di vaginoplastica prevede:

  • La preparazione del paziente con un camice, al posto dei suoi indumenti;
  • L'accomodamento del paziente in un lettino operatorio appositamente preparato per lui;
  • L'anestesia e l'attesa degli effetti di questa;
  • Le operazioni vere e proprie sulla vagina.

Esistono varie tecniche chirurgiche per eseguire l'operazione di vaginoplastica.
La scelta della tecnica chirurgica non è affatto casuale, ma dipende, in primo luogo, dallo scopo della vaginoplastica e, secondariamente, dalla preparazione del medico curante.

Anestesia

In occasione della vaginoplastica, l'anestesia può essere locale o generale.
La scelta tra anestesia generale e anestesia locale spetta al chirurgo che effettuerà l'operazione; su tale scelta incidono fattori come la complessità dell'intervento di vaginoplastica, l'età del paziente, l'esperienza del chirurgo a operare in anestesia locale o anestesia generale.
A occuparsi dell'esecuzione pratica del'anestesia – generale o locale che sia – è un medico anestesista.

Lo sapevi che…

La vaginoplastica con finalità ricostruttive o di ringiovanimento si associa, molto spesso, alla labioplastica, ossia l'intervento chirurgico per la ricostruzione/rimodellamento delle piccole e/o della grandi labbra (della vagina).

ANESTESIA GENERALE

L'anestesia generale induce l'addormentamento del paziente; pertanto, durante le procedure di vaginoplastica eseguite in anestesia generale, i pazienti sono completamente incoscienti.

ANESTESIA LOCALE

Durante gli interventi di vaginoplastica eseguiti in anestesia locale, i pazienti sono del tutto coscienti, tuttavia non provano alcun dolore a livello di dove opererà il chirurgo.
Di norma, la somministrazione dei farmaci per l'anestesia locale avviene per mezzo di un'iniezione nelle vicinanze della zona pubica.

Tecniche Chirurgiche per la Vaginoplastica: quali sono?

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  • La tecnica di chirurgia ricostruttiva. È indicata dopo la rimozione chirurgica o il trattamento radioterapico di un'escrescenza tumorale o un ascesso sulla vagina;
  • La tecnica chirurgica Mclndoe. È utile quando c'è bisogno di effettuare un trapianto di tessuto omologo;
  • La tecnica chirurgica con uso di un catetere foley (vaginoplastica a palloncino). Rientra tra le tecniche di chirurgia che servono a creare dal nulla una vagina (neovagina);
  • La tecnica chirurgica di Vecchietti. È indicata alla cura dell'agenesia Mülleriana.

Quanto dura una Vaginoplastica?

Le procedure di vaginoplastica possono durare da 1 a oltre 2 ore, a seconda della complessità dell'intervento (più lo scopo della vaginoplastica è complesso da raggiungere, operativamente parlando, e maggiore sarà la durata dell'intera procedura).

Quale figura professionale medica esegue la frenuloplastica?

Le figure professionali preparate nell'esecuzione della vaginoplastica sono i chirurghi plastici con una preparazione particolare nella costruzione, ricostruzione e rimodellamento dei genitali.

Dopo la Procedura

Al termine degli interventi di vaginoplastica, è previsto il ricovero in ospedale; la durata di tale ricovero dipende dalla complessità dell'operazione chirurgica: più l'operazione è stata complessa e più il successivo periodo di permanenza in ospedale si allunga.
In linea generale, la durata del ricovero in ospedale dopo una vaginoplastica può oscillare da poche ore, per le operazioni meno complicate (es: cura della lassità post-parto), a qualche giorno, per le procedure più invasive (es: costruzione di una neovagina).

Ricovero ospedaliero e anestesia generale

A prescindere dalle finalità della vaginoplastica, il ricorso all'anestesia generale impone sempre il ricovero ospedaliero di almeno un giorno.
Si tratta di una scelta prettamente precauzionale, in quanto l'anestesia generale è una pratica medica che può avere spiacevoli ripercussioni anche a distanza di diverse ore dalla sua attuazione.

Sensazioni Post-Operatorie

Di norma, le prime ore successive a una vaginoplastica coincidono sono caratterizzate da una sensazione dolorosa a livello della vagina. Dovuto alla pratica chirurgica e allo svanire degli effetti dell'anestesia, tale dolore è temporaneo (1-2 giorni, per gli interventi meno complessi; qualche giorno in più, per le operazione più invasive) ed è ampiamente gestibile con i più tradizionali farmaci antidolorifici (es: ibuprofene o paracetamolo).
Dolore a parte, altre sensazioni tipiche della fase post-vaginoplastica sono quelle connesse all'anestesia generale (qualora sia stata questa la pratica anestetica adottata); in atto per qualche ora, tali sensazioni consistono, di solito, in: stanchezza, confusione, mancanza di equilibrio, lentezza nei riflessi e mal di testa.

Segni Post-Operatori

Dopo poche ore da una vaginoplastica, l'area anatomica su cui ha agito il chirurgo potrebbe risultare gonfia e mostrare i segni di un ematoma di dimensioni variabili. Sia il gonfiore che l'ematoma sono temporanei; i loro tempi di permanenza variano in base all'invasività dell'intervento chirurgico.

Cosa Fare e Cosa Non Fare dopo una Vaginoplastica

Dopo un intervento di vaginoplastica, il paziente deve astenersi dall'attività sessuale per almeno 4-6 settimane; la precisa durata dell'astensione dall'attività sessuale dipende (ancora una volta) dalla complessità dell'intervento chirurgico.
Il rispetto dell'astensione dall'attività sessuale è fondamentale per la corretta guarigione delle ferite chirurgiche e il recupero completo da parte del paziente.
Nel caso specifico delle donne operate di vaginoplastica a causa della lassità post-parto della vagina, la fase post-operatoria prevede anche l'esecuzione degli esercizi di Kegel per il rinforzo dei muscoli del pavimento pelvico.

Per le operazioni di vaginoplastica più complesse, l'astensione dall'attività sessuale potrebbe essere di diversi mesi.

Recupero Totale: quanto tempo richiede?

Il recupero totale da un intervento di vaginoplastica non particolarmente complesso richiede circa 3 mesi.
In linea generale, più la complessità dell'operazione aumenta e più i tempi di guarigione completa si allungano.

Rischi e Complicazioni

La vaginoplastica può dar luogo a qualche effetto avverso o a vere e proprie complicanze; tuttavia, il rischio che ciò accada è molto basso. Quindi, in definitiva, la vaginoplastica può considerarsi un'operazione chirurgica più che sicura.

Rischi della Vaginoplastica: quali sono nei dettagli?

La vaginoplastica presenta i classici rischi associati a qualsiasi intervento chirurgico – che si potrebbero definire generici – più alcuni rischi specifici (dove per specifici s'intende tipici della vaginoplastica).
Tra i rischi generici, figurano:

  • Sanguinamento eccessivo durante l'intervento;
  • Infezione di un'incisione chirurgica;
  • Trombosi venosa profonda;
  • Reazione avversa agli anestetici;
  • Formazione di evidenti cicatrici;
  • Formazioni di coaguli sanguigni pericolosi.

Tra i rischi specifici, invece, rientrano:

Controindicazioni

La vaginoplastica presenta alcune controindicazioni; per l'esattezza, la sua attuazione non è indicata a:

  • Le donne in stato di gravidanza o che hanno in progetto una gravidanza. La vaginoplastica comporta delle modificazioni della vagina, tali per cui il parto risulterebbe ancora più doloroso e difficile di quanto già non sia.
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  • Tutte le persone con una malattia cronica o una malattia di cuore. In tali soggetti, la cui salute non è ottimale, un'operazione chirurgica come la vaginoplastica potrebbe avere esito fatale.

Lo sapevi che…

Per le donne con lassità post-parto della vagina, esiste un'alternativa conservativa alla vaginoplastica, che i medici consigliano prima di quest'ultima: si tratta dei già citati esercizi di Kegel e della ginnastica intima per il rinforzo dei muscoli del pavimento pelvico.

Risultati

Grazie ai progressi recenti della chirurgia, oggi, la vaginoplastica garantisce, nella maggioranza dei casi, i risultati sperati.

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza