Ultima modifica 15.02.2021

Generalità

Il tumore ai testicoli, o tumore testicolare, è un processo neoplastico che ha origine nelle cellule (germinali o non germinali) delle gonadi maschili, chiamate appunto testicoli.

Tumore ai testicoli

Figura: un seminoma. Da wikipedia.org

Le cause scatenanti non sono ancora state delineate con precisione, tuttavia, grazie all'osservazione di un gran numero di casi, si è potuto appurare che la neoplasia è legata a determinate condizioni, quali: criptorchidismo, familiarità per il tumore, infertilità, fumo di sigaretta, statura elevata ecc.
Il processo tumorale si contraddistingue per la comparsa di dolore scrotale e di un rigonfiamento a livello dei testicoli, le cui dimensioni sono simili a quelle di un pisello.
La diagnosi, se è precoce, offre buone possibilità di guarigione; guarigione che può ottenersi con un intervento chirurgico di asportazione del testicolo, la chemioterapia e, nei casi più gravi, anche la radioterapia.

Cos'è il tumore ai testicoli?

Il tumore ai testicoli, o tumore testicolare, è una neoplasia poco comune, che ha origine nelle cellule di una o di entrambe le gonadi maschili.

I TESTICOLI

I testicoli, o didimi, sono le gonadi maschili, pertanto rappresentano i principali organi riproduttivi del maschio.
Contenuti nello scroto, sono in numero di due e hanno il compito di produrre milioni di spermatozoi, ovvero le cellule sessuali dell'uomo, e gli ormoni sessuali maschili (il testosterone). Questi ultimi sono fondamentali nello sviluppo dei caratteri sessuali primari e secondari, e nel controllo delle funzioni dell'apparato genitale stesso.

Le dimensioni e il peso dei testicoli nell'adulto:

  • 3,5-4 cm di lunghezza
  • 2,5 cm di larghezza
  • 3 cm di diametro anteroposteriore
  • 20 grammi di peso circa

TIPI DI TUMORE AI TESTICOLI

In base al tipo di cellule testicolari colpite dalla neoplasia, esistono diverse forme di tumore ai testicoli.
Il 95% circa di tutti i tumori testicolari ha origine nelle cellule da cui derivano gli spermatozoi, ovvero le cellule germinali. A tale categoria, appartengono diversi sottotipi; di questi, i principali sono i seminomi e i non-seminomi.
Il restante 5% è rappresentato da tumori che originano in cellule testicolari non germinali (o cellule stromali). Fanno capo, a questo gruppo di neoplasie, il cosiddetto tumore alle cellule del Sertoli e il cosiddetto tumore alle cellule di Leydig.

EPIDEMIOLOGIA

Il tTesticoliumore ai testicoli è una neoplasia molto rara, che rappresenta soltanto l'1% di tutti i tumori che colpiscono gli individui di sesso maschile e il 3-10% di tutti i tumori dell'apparato urogenitale maschile.
Colpisce più frequentemente la popolazione giovane, che ha tra i 15 e i 44 anni d'età, e di carnagione bianca (in particolare, gli abitanti del Nord Europa, provenienti da Germania, Scandinavia ecc).
Secondo uno studio americano, a partire dagli '70, i malati di tumore ai testicoli, in tutto il mondo, sono aumentati in modo deciso e inspiegabile. Tuttavia, questo incremento non si è tradotto in un aumento della mortalità, anzi, si è notata una tendenza del tutto opposta. Ciò si spiega con i progressi fatti dalla medicina, che garantiscono, ormai, buone possibilità di guarigione da tale neoplasia.
In base a una statistica italiana, i casi registrati nel 2012 nel nostro Paese sono stati poco più di 2000.

Cause

Premessa: cos'è un tumore? Un tumore è il frutto di una moltiplicazione cellulare incontrollata, successiva a una o più mutazioni genetiche del DNA.

Le precise cause, che provocano un tumore ai testicoli, sono ancora sconosciute. Tuttavia, sono stati individuati diversi fattori di rischio, alcuni più significativi di altri, come:

CRIPTORCHIDISMO

Quando il bambino maschio è ancora nell'utero, i suoi testicoli sono contenuti nell'addome. Dopo la nascita (precisamente nel corso del primo anno di vita), cominciano a scendere e ad occupare la classica posizione all'interno dello scroto. Tuttavia, in alcune occasioni, questo processo di discesa dei testicoli non si verifica o è incompleto: tale situazione è definita criptorchidismo.
Di tutti i fattori di rischio implicati nell'insorgenza di un tumore ai testicoli, il criptorchidismo è, sicuramente, il più influente.
Per questo motivo, se un bambino è affetto da criptorchidismo, è fondamentale intervenire al più presto con un intervento chirurgico apposito, in modo tale da ridurre al minimo le possibilità di sviluppare una neoplasia.
Da una ricerca statistica americana, è emerso che più tardi si corregge il criptorchidismo, più è probabile che insorga un tumore testicolare. Per esempio, secondo tale studio, se un individuo si sottopone all'operazione correttiva dopo il 13esimo anno di vita, può essere anche 5 volte più a rischio dei suoi coetanei sani.

STORIA FAMILIARE E GENETICA

Tutte le persone con parenti stretti (padri o fratelli), affetti da tumore ai testicoli, sono ad alto rischio di ammalarsi della stessa malattia. Non a caso, la familiarità rappresenta il secondo più importante fattore di rischio, dopo il criptorchidismo.
Come nel caso precedente, per avere un'idea del pericolo che corrono i familiari di un malato di tumore ai testicoli, si deve fare affidamento ai dati statistici: da questi, è emerso che chi ha (o ha avuto) un padre malato è dalle 4 alle 6 volte più a rischio, rispetto a chi ha (o ha avuto) un padre sano.
Secondo alcuni recenti studi di biologia molecolare, la familiarità sembrerebbe legata a un'aberrazione genetica, che riguarda l'intero cromosoma 12, e/o a diverse mutazioni, che interessano i geni TGCT1, KITLG, SPRY4.

INFERTILITÀ

Per una ragione ancora non chiara, sembra che l'infertilità maschile predisponga a sviluppare un tumore ai testicoli: infatti, gli uomini non fertili sono tre volte più a rischio degli uomini fertili.

STATURA ELEVATA

In base a una ricerca del 2008, gli individui maschi alti più di 190 cm sono predisposti ad ammalarsi di tumore ai testicoli, mentre quelli che misurano meno di 170 cm sono maggiormente protetti. Alla luce di ciò, si è avanzata l'ipotesi che possa esserci una connessione tra statura elevata e tumore testicolare. Tuttavia, rimane ancora tutto da spiegare a cosa si debba questo legame.

FUMO

Come accade per molte altre neoplasie, anche il tumore ai testicoli è favorito dal fumo di sigaretta. Sono due volte più a rischio, infatti, tutti i grandi fumatori.
N.B: per grandi fumatori, s'intendono tutti coloro che fumano, per anni, anche 20 sigarette al giorno.

Sintomi e Complicazioni

Per approfondire: Sintomi Tumore ai testicoli


Un tumore testicolare, in genere, si manifesta con un rigonfiamento a livello di uno o di entrambi i testicoli. Tale rigonfiamento, che alla palpazione risulta indolore, è una vera e propria protuberanza, dalle dimensioni di un pisello o anche più grande.
Oltre a questo classico segno, possono comparire altri sintomi e disturbi, come:

  • Dolore sordo o dolore acuto ai testicoli o allo scroto. Tale sensazione va e viene.
  • Sensazione di pesantezza allo scroto
  • Dolore sordo all'addome
  • Idrocele, ovvero una raccolta di liquido, nello scroto, tutt'attorno al testicolo
  • Senso di fatica
  • Senso di malessere generale

QUANDO RIVOLGERI AL PROPRIO MEDICO?

La comparsa di un rigonfiamento palpabile e indolore, simile a quello descritto poc'anzi, non significa, per forza, che si tratti di un tumore testicolare. Tuttavia, è opportuno rivolgersi al proprio medico non appena se ne noti la presenza, in quanto prima si cominciano le cure di un eventuale tumore, più è probabile guarire dalla neoplasia.

Cancro ai testicoli - stadi

Figura: le dimensioni di un tumore ai testicoli. Può essere molto piccolo (T1), di media grandezza (T2 e T3) o molto grande (T4). La maggiore grandezza è, di solito, sinonimo di maggiore gravità. Dal sito: andrologiaurologiamontano.it

Secondo alcuni dati statistici, meno del 4% dei rigonfiamenti a livello dei testicoli è causato da un tumore testicolare; nonostante questo, è sempre meglio sottoporsi ai controlli più accurati.

COMPLICAZIONI

Un tumore ai testicoli, quando è grave o non è curato a dovere, può diffondersi in altre parti del corpo; attraverso il sistema linfatico o sanguigno, può infatti invadere, dapprima, i linfonodi limitrofi e, successivamente, i linfonodi più distanti, i polmoni, il fegato ecc. Questo processo, al suo culmine, è noto come metastatizzazione e le cellule tumorali che si diffondono altrove sono dette metastasi.

Diagnosi

Per diagnosticare un tumore ai testicoli, è necessario sottoporre il paziente, che lamenta dei disturbi sospetti, a una serie di diversi controlli. Si comincia con un esame obiettivo e un'ecografia scrotale e si conclude con un'analisi del sangue e una biopsia.
Se si teme che il tumore possa essersi diffuso altrove (metastatizzazione), si esegue anche una serie di test radiologici, più o meno invasivi.

ESAME OBIETTIVO

Durante l'esame obiettivo, il medico analizza i testicoli, in particolare il rigonfiamento sospetto, ricorrendo anche all'uso di una piccola torcia. Se la luce attraversa la protuberanza, significa che lo scroto contiene del liquido (verosimilmente è una cisti) e non un tumore. Se la luce, invece, non filtra, è molto probabile che il gonfiore sia provocato da una massa solida, di origine tumorale.
Dopo aver esaminato i testicoli, il medico passa a indagare la storia clinica del paziente. Se da essa emerge un passato di criptorchidismo o una familiarità per la neoplasia, la diagnosi assume già dei contorni ben definiti.

ECOGRAFIA SCROTALE

L'ecografia scrotale è un procedura diagnostica non invasiva, che fornisce tantissime informazioni utili.
Essa, infatti, mostra la posizione e la misura dell'anomalia testicolare e chiarisce se si tratta di una raccolta di liquidi o di una massa solida.
Come già detto, si sospetta un tumore ai testicoli se la massa è solida, mentre si considera l'ipotesi di una cisti se c'è un accumulo di fluido.

ANALISI DEL SANGUE

Le analisi del sangue servono per rintracciare, nel circolo sanguigno, i cosiddetti marker tumorali. Questi marker non sono altro che delle sostanze distintive, che il tumore disperde nel sangue circolante dopo essersi formato. La loro identificazione è molto significativa, tuttavia non tutti i tumori testicolari producono questi marker. Pertanto, l'esito degli esami del sangue va sempre preso con estrema cautela.

I marker tumorali, ricercati nel sangue:

BIOPSIA

La biopsia viene eseguita per confermare, in modo definitivo, l'effettiva presenza di un tumore ai testicoli. Questo esame prevede il prelievo, dal testicolo infetto, di un pezzo di tessuto e l'osservazione di questo al microscopio. Allo strumento, le cellule tumorali, se presenti, sono facilmente riconoscibili.

Caso particolare. Quando si è già certi della diagnosi e/o quando è concreto il rischio di metastasi, la biopsia si esegue sull'intero testicolo colpito dalla neoplasia. Ciò significa che quest'ultimo viene rimosso in modo completo (orchiectomia).

ALTRI TEST

Se si teme una diffusione del tumore nel resto del corpo, è molto utile sottoporre il paziente a diversi controlli radiologici, i quali chiariscono se le metastasi hanno raggiunto i linfonodi, i polmoni, il fegato ecc.
Gli esami praticati, in questi frangenti, sono: radiografia del torace, risonanza magnetica nucleare (RMN), tomografia assiale computerizzata (TAC).

COME SI STABILISCE LA GRAVITÀ DI UN TUMORE AI TESTICOLI?

La gravità di un tumore ai testicoli dipende dalle caratteristiche che esso possiede, le quali vengono valutate, esclusivamente, durante il percorso diagnostico.
I fattori che classificano un tumore sono la grandezza della massa tumorale e la capacità di diffusione delle cellule tumorali.
In base a queste caratteristiche, un tumore ai testicoli può essere di:

  • Stadio 1, se il tumore è limitato al testicolo affetto.
  • Stadio 2, se il tumore comprende il testicolo affetto e i linfonodi limitrofi dell'addome e della zona pelvica.
  • Stadio 3, se il tumore si è diffuso dal testicolo ai linfonodi del torace.
  • Stadio 4, se il tumore si è diffuso non solo ai linfonodi del torace, ma anche agli organi toracici e dell'addome, come per esempio i polmoni o il fegato.

Trattamento

Metastasi testicoli

Figura: un'interessante riproduzione degli stadi (1,2,3,4), che caratterizzano il tumore ai testicoli. È possibile riconoscere i linfonodi (di colore blu-violetto), le metastasi polmonari (in giallo) e il rene (l'organo situato poco sotto l'ascella, alla destra del lettore). Dal sito: andrologiaurologiamontano.it

L'unico modo per curare un tumore ai testicoli è rimuovere l'intero testicolo affetto, mediante un intervento chirurgico noto come orchiectomia.

A questa operazione, possono seguire, a seconda dello stadio e del tipo di tumore, l'asportazione chirurgica dei linfonodi addominali e uno o più cicli di chemioterapia e radioterapia. Tali trattamenti hanno lo scopo di eliminare definitivamente dall'organismo le cellule neoplastiche.
Se il tumore testicolare è bilaterale, dopo l'asportazione di entrambi i testicoli, si sottopone il paziente a una terapia ormonale, che ripristina le capacità d'erezione, ma non la fertilità.

ORCHIECTOMIA

Per approfondire: Orchiectomia


L'orchiectomia richiede l'anestesia generale e si esegue praticando un'incisione a livello inguinale, attraverso la quale si asporta, dallo scroto, l'intero testicolo malato.
Prima si svolge l'operazione, minore è il rischio che la neoplasia invada l'altro testicolo e gli altri organi. Ecco per quale motivo è fondamentale una diagnosi precoce della patologia.
Se il paziente lo richiede, dopo l'asportazione, il chirurgo può mettere al posto del testicolo malato un testicolo artificiale, fatto di silicone.


Nota fondamentale sull'intervento di orchiectomia. L'asportazione di un testicolo non riduce e non influenza la libido e la fertilità del paziente; queste, infatti, rimangono invariate.
Le cose, invece, sono ben diverse se vengono rimossi entrambi i testicoli (orchiectomia bilaterale): in tali situazioni, viene meno la produzione di testosterone e, soprattutto, degli spermatozoi (sterilità).

ASPORTAZIONE CHIRURGICA DEI LINFONODI AFFETTI

Quando i linfonodi addominali vengono contaminati dal tumore (stadio 2), devono essere rimossi con un intervento chirurgico, per scongiurare il pericolo di una ricomparsa della neoplasia. In genere, l'asportazione di questi piccoli organi, che si può eseguire con diverse tecniche chirurgiche, non ha effetti collaterali particolari. Tuttavia, in alcuni casi, può provocare un disturbo noto come eiaculazione retrograda.

CHEMIOTERAPIA E RADIOTERAPIA

La chemioterapia consiste nella somministrazione di farmaci in grado di uccidere tutte le cellule in rapida crescita, tra cui anche quelle tumorali. Questi preparati possono essere assunti per bocca o per via endovenosa.
La radioterapia, invece, consiste nel sottoporre il paziente a diversi cicli di radiazioni ionizzanti (raggi X ad alta energia), allo scopo di distruggere le cellule del tumore.
Chemioterapia e radioterapia diventano fondamentali quando il tumore è grave ed è in uno stadio avanzato: infatti, questi trattamenti rappresentano l'unica soluzione terapeutica valida, per rimuovere dall'organismo le metastasi tumorali.


I principali effetti collaterali della chemioterapia:

I principali effetti collaterali della radioterapia:

  • Nausea
  • Senso di fatica
  • Diarrea
  • Arrossamento cutaneo
  • Predisposizione ad altri tumori

TERAPIA ORMONALE A BASE DI TESTOSTERONE

I pazienti, a cui vengono asportati entrambi i testicoli, se vogliono mantenere la propria libido e le proprie capacità erettili, devono sottoporsi a una terapia ormonale, a base di testosterone sintetico.
È doveroso ricordare che la cura ormonale non ripristina la produzione di spermatozoi, in quanto quest'ultimo processo è reso possibile solo dalla presenza dei testicoli.


Per approfondire: Farmaci per Curare il Tumore ai Testicoli »

Prognosi

Il tumore ai testicoli è una neoplasia che, se viene diagnosticata per tempo, si può curare con ottimi risultati.
A partire dagli anni '70, infatti, si muore sempre meno per colpa di questa patologia, tanto che, al momento attuale, il 90% dei pazienti (ovvero 9 casi su 10) guarisce del tutto.
Oltre all'alta percentuale di guarigione, la diagnosi tempestiva (o diagnosi precoce) offre un altro grosso vantaggio: quello di ricorrere a un solo ciclo di chemioterapia, detto anche di sorveglianza, e nulla più. Un tumore testicolare in fase avanzata, invece, richiede più cicli di chemioterapia e, molto spesso, anche di radioterapia.

FOLLOW-UP

Secondo alcuni studi statistici, il 25-30% dei pazienti guariti da un tumore ai testicoli (i cosiddetti follow-up) va incontro a una ricaduta, ovvero a una ricomparsa della neoplasia. Questo accade, di solito, entro i primi due anni dalla conclusione della terapia. Pertanto, in questo intervallo di tempo, si consiglia caldamente di sottoporsi a test e controlli diagnostici periodici

  • Quattro controlli, durante il primo anno post-intervento
  • Due controlli, durante il secondo anno post-intervento
  • Un controllo annuale, a partire dal terzo anno post-intervento

PREVENZIONE

Il tumore testicolare non si può prevenire, tuttavia, con l'autopalpazione periodica dei testicoli (il momento ideale è dopo una doccia calda), è possibile accorgersi da sé di una qualche anomalia.
Tale indicazione, assieme a quella di non fumare, è particolarmente consigliata a tutti coloro che hanno un passato di criptorchidismo o una storia familiare di tumore ai testicoli.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza