Generalità
Trigliceridi alti è la terminologia usata nel gergo comune per indicare la condizione medica più propriamente conosciuta come ipertrigliceridemia, ovvero "elevata concentrazione di trigliceridi nel sangue".
I trigliceridi alti sono spesso associati a fattori quali: l'eccessivo consumo di alcol, gli eccessi alimentari (specie quelli caratterizzati dalla massiccia ingestione di zuccheri semplici), l'uso costante di estro-progestinici (inclusa la pillola anticoncezionale), il diabete non trattato, l'ipotiroidismo, il fumo di sigaretta e le gravi malattie renali.
La presenza di trigliceridi alti è un segnale di pericolo per la salute dell'essere umano. Infatti, predispone allo sviluppo di malattie cardiovascolari, aterosclerosi e pancreatite.
Il trattamento dell'ipertrigliceridemia si basa su un'adeguata terapia causale, l'adozione di uno stile di vita e un regime dietetico all'insegna dalla buona salute, e, se necessario, l'assunzione di specifici preparati farmacologici.
Breve ripasso di trigliceridemia e trigliceridi
Espressa in milligrammi per decilitro (mg/dl), la trigliceridemia indica la concentrazione di trigliceridi nel sangue.
Trasportati nel plasma soprattutto dai chilomicroni e dalle VLDL, e solo in piccola parte dalle LDL e dalle HDL, i trigliceridi sono una classe di lipidi che il corpo umano sintetizza prevalentemente a partire dai grassi ingeriti attraverso la dieta e che sfrutta come fonte di energia (*).
Conoscere la concentrazione sanguigna dei trigliceridi è molto importante in ambito diagnostico, poiché, assieme alla quantificazione del colesterolo totale, delle LDL e delle HDL, permette di stabilire il rischio cardiovascolare di un individuo.
Concentrazioni troppo alte di trigliceridi sono indicative di una salute non ottimale e di una maggiore suscettibilità allo sviluppo di malattie come l'infarto, le coronaropatie, l'angina pectoris, l'aterosclerosi, l'ictus ecc.
Nelle persone in salute, la trigliceridemia presenta valori compresi tra 50 e 150-200 mg/dl; quindi, concentrazioni di trigliceridi inferiori o superiori a questo range sono da considerarsi anomale.
*: chilomicroni, VLDL, LDL e HDL sono lipoproteine.
Cosa sono i trigliceridi alti?
Trigliceridi alti è il termine che, nel gergo comune, indica la condizione medica nota con il nome di ipertrigliceridemia, ossia alta concentrazione di trigliceridi nel sangue.
In numeri, si parla di trigliceridi alti o ipertrigliceridemia ogniqualvolta le analisi ematiche evidenziano valori di trigliceridi superiori ai 200 mg/dl.
Trigliceridi normali |
< 150mg/dl |
Trigliceridi border-line |
150-199mg/dl |
Trigliceridi alti |
200-499mg/dl |
Trigliceridi molto alti |
> 500mg/dl |
È sempre una condizione di pericolo?
Come anticipato a inizio articolo, i trigliceridi alti si associano a una maggiore suscettibilità a malattie come le coronaropatie, l'ictus, l'angina pectoris, l'infarto del miocardio, l'aterosclerosi ecc.; in sostanza sono associati all'aumento del rischio cardiovascolare.
Questa relazione è particolarmente valida, quando l'ipertrigliceridemia si accompagna ad altri fattori di rischio cardiovascolare, come per esempio l'aumento del colesterolo LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”), la riduzione del colesterolo HDL (il cosiddetto “colesterolo buono”) e/ la presenza di diabete.
Detto ciò, è doveroso precisare che sulla pericolosità dei trigliceridi alti gioca un ruolo determinante il tipo di lipoproteina al quale sono associati. Infatti, il binomio chilomicroni-trigliceridi sembra essere privo di potere aterogenico (ossia non causa ateromi, una conseguenza tipica dell'aterosclerosi); potere aterogenico che invece pare appartenga anche alle VLDL ed è sicuramente proprio delle LDL.
Curiosità: i trigliceridi alti sono più pericolosi per gli uomini o per le donne?
Secondo attendibili studi scientifici, nell'ottica dell'aumento del rischio cardiovascolare, i trigliceridi alti sembrerebbero più pericolosi per le donne.
Trigliceridi alti e sindrome metabolica
I trigliceridi alti sono un tipico marker – ossia un indicatore diagnostico – della cosiddetta sindrome metabolica.
La sindrome metabolica è quella condizione clinica, caratterizzata dalla contemporanea presenza di almeno tre dei seguenti fattori di rischio cardiovascolare:
- Ipertensione;
- Ipertrigliceridemia;
- Ipercolesterolemia;
- Obesità addominale;
- Iperglicemia a digiuno.
Cause
Le principali cause e i fattori di rischio dei trigliceridi alti sono:
- Una dieta ad alto contenuto calorico, ricca di grassi saturi e colesterolo, e/o ricca di carboidrati;
- Il fumo di sigaretta;
- L'eccessivo consumo di alcolici;
- L'obesità, il sovrappeso e la sedentarietà eccessiva;
- La sindrome metabolica;
- Il diabete mellito e uno stato di insulino-resistenza non adeguatamente trattati;
- Le gravi malattie renali, come per esempio l'insufficienza renale o la sindrome nefrotica;
- Alcune malattie endocrine, quali l'ipotiroidismo, la sindrome di Cushing e l'acromegalia;
- La pancreatite;
- La cirrosi epatica;
- L'uso costante di medicinali, quali estrogeni, beta-bloccanti, diuretici tiazidici, corticosteroidi, pillola anticoncezionale, inibitori delle proteasi, retinoidi, tamoxifene ecc.;
- La gravidanza;
- Le malattie genetiche, note come ipertrigliceridemia familiare (o iperlipoproteinemia familiare di tipo IV) e iperlipidemia combinata.
Curiosità: quant'è diffusa l'ipertrigliceridemia familiare?
Appartenente al gruppo delle iperlipidemie di tipo familiare, l'ipertrigliceridemia familiare è una malattia genetica molto rara, che colpisce soltanto l'1% della popolazione generale
Qual è il meccanismo biologico che causa i trigliceridi alti?
Il sopraccitato quesito è alquanto complesso e una risposta esauriente richiede profonde conoscenze di come funziona la digestione dei cibi. Pertanto, in questa sede, ci si limiterà a spiegare solo per punti sintetici da cosa origina l'innalzamento della trigliceridemia e la presenza di trigliceridi alti.
- Durante la digestione dei pasti, le cellule intestinali catturano i lipidi dietetici e li trasformano in trigliceridi; mentre eseguono questa importante operazione, producono anche i già citati chilomicroni, il cui compito è trasportare i trigliceridi di neoformazione nel sangue.
- Sempre durante la digestione dei pasti, anche il fegato sintetizza trigliceridi, ma, diversamente dalle cellule intestinali, compie questa azione a partire dagli aminoacidi e dal glucosio dietetici. Terminata questa operazione di sintesi, il fegato accorpa i trigliceridi di neoformazione alle già note VLDL, la cui funzione è analoga a quella ricoperta dai chilomicroni.
- Chilomicroni e VLDL trasportano i trigliceridi nel sangue, allo scopo di rifornire le cellule tissutali di questi lipidi, che possono trovare impiego come fonte di energia immediata o di riserva (accumulo negli adipociti).
- In condizioni di normalità (dieta equilibrata, assenza di patologie ecc.), la produzione di trigliceridi e relativi trasportatori è in linea con le esigenze delle cellule tissutali. In altre parole, l'offerta di trigliceridi soddisfa adeguatamente la domanda di trigliceridi, senza sprechi.
Una volta che chilomicroni e VLDL hanno rilasciato i trigliceridi alle cellule (sono per così dire “scarichi” o “impoveriti”), vanno incontro a un processo di degradazione e smaltimento fisiologico, perché non sono più utili. - All'opposto di quanto descritto in precedenza, in condizioni patologiche o anomale (es: dieta ipercalorica ad alto contenuto di grassi o zuccheri, diabete, anomalie genetiche ecc.), la produzione di trigliceridi e relativi trasportatori supera abbondantemente le richieste delle cellule tissutali o non le soddisfa affatto, a causa dell'incapacità delle cellule tissutali di introdurre al proprio interno i trasportatori di trigliceridi. Tutto ciò comporta l'accumulo dei trasportatori dei trigliceridi nel sangue, quindi a un aumento della trigliceridemia.
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Sintomi e complicanze
La presenza di trigliceridi alti non produce sintomi, ad eccezione dei casi più gravi; infatti, se i valori di trigliceridi sono particolarmente alti (> 1.000 mg/dl), vi è un elevata probabilità che il paziente sviluppi: forti dolori addominali, pancreatiti acute, xantoma (degenerazione della pelle, la quale assume un colore giallastro per l'accumulo di lipidi), anomalie oculari (lipemia retinica), epatomegalia, splenomegalia e sintomi di natura neurologica.
È doveroso precisare che, in genere, dietro una condizione di trigliceridi alti sintomatica si cela una malattia genetica come l'ipertrigliceridemia familiare o l'iperlipidemia combinata familiare.
Complicanze dei trigliceridi alti: riepilogo
Brevemente, alla presenza di trigliceridi alti può seguire:
- La comparsa di una malattia cardiovascolare;
- Lo sviluppo di ateromi a livello vascolare (aterosclerosi);
- La distruzione del pancreas, per effetto di una pancreatite acuta.
Diagnosi
Per formulare una diagnosi di trigliceridi alti, è sufficiente un esame del sangue, effettuato dopo un canonico prelievo.
In genere, alla quantificazione dei trigliceridi in un campione sanguigno, i medici accompagnano anche la misurazione del colesterolo totale, delle HDL e delle LDL, in quanto solo in questo modo ottengono un profilo lipidico completo e attendibile dei pazienti sotto osservazione.
Appurata la presenza di trigliceridi alti, il passo successivo è individuarne le cause, allo scopo di pianificare la terapia più adeguata.
Preparazione all'esame del sangue per la valutazione dei trigliceridi
Affinché l'esame sanguigno per la valutazione dei trigliceridi sia attendibile, è necessario che il paziente sia a digiuno, al momento del prelievo, da almeno 12 ore e abbia consumato, alla sera del giorno precedente, un pasto leggero.
La mancata osservazione di tale norme preparatoria può comportare un falso positivo, ossia una diagnosi di trigliceridi alti in persone in cui il livello di trigliceridi è, in realtà, nella norma.
Nella tabella sottostante, il lettore potrà prendere atto di altre regole relative a come prepararsi adeguatamente all'esame del sangue per la valutazione dei trigliceridi.
- Se il paziente è un consumatore di alcolici anche moderato, evitare l'assunzione di alcol nei 2-3 giorni precedenti al prelievo;
- Evitare gli eccessi alimentari per almeno 4-5 giorni prima del prelievo;
- Non eccedere con l'attività fisica nelle 48 ore precedenti il prelievo.
Terapia
Dal punto di vista terapeutico, la presenza di trigliceridi alti impone un'adeguata terapia causale (questa chiaramente varia da paziente a paziente, a seconda delle cause dell'ipertrigliceridemia) e l'adozione di uno stile di vita e un regime dietetico all'insegna della buona salute.
Nel caso in cui stile di vita e dieta più sani risultassero poco incisivi o comunque dimostrassero di aver bisogno di un aiuto, il medico curante potrebbe aggiungere un ulteriore trattamento, questa volta di tipo farmacologico.
Tra i farmaci utili contro i trigliceridi alti, rientrano: i fibrati, la niacina, l'olio di pesce (integratore di acidi grassi essenziali) e le statine.
I punti chiave del trattamento dei trigliceridi alti
- Migliorare lo stile di vita, raggiungendo e mantenendo il peso forma, diminuendo il consumo di carboidrati e alcol, aumentando l'attività fisica, non fumando e prediligendo alimenti sani (cibi ricchi in omega-3, cereali integrali, legumi, carni magre, frutta, verdura ecc.);
- Correggere la causa specifica dell'ipertrigliceridemia;
- Se la problematica persiste, sottoporsi alle terapie farmacologiche previste in tali circostanze, le quali possono includere l'uso di: fibrati, integratori di acidi grassi essenziali, niacina e/o statine.
Terapia causale: alcuni esempi
- Primo esempio. Se i trigliceridi alti sono dovuti all'uso costante di un certo medicinale, la terapia causale consiste nel sospendere immediatamente l'assunzione di tale medicinale.
- Secondo esempio. Se la causa dell'ipertrigliceridemia è specificatamente l'eccessivo consumo di alcolici, la terapia causale consiste nell'evitare in modo categorico l'assunzione di bevande alcoliche.
- Terzo esempio. Se i trigliceridi alti dipendono da una malattia renale, la terapia causale prevede un trattamento mirato a contrastare la disfunzione renale presente, per quanto quest'ultima sia curabile.
- Quarto esempio. Se dietro l'ipertrigliceridemia c'è specificatamente uno stato di obesità, la terapia causale consta di un piano dietetico finalizzato a ridurre il peso corporeo e di un piano educativo volto a insegnare al paziente le regole alla base di un'alimentazione sana ed equilibrata.
Stile di vita e regime dietetico: come devono essere?
A prescindere dalle cause scatenanti, in presenza di trigliceridi alti è sempre molto importante:
- Mantenere sotto controllo il peso corporeo, con una dieta equilibrata e la giusta attività fisica, per evitare il sovrappeso o l'obesità e la sedentarietà;
- Ridurre o, meglio ancora, evitare l'alcol;
- Ridurre il consumo di zuccheri semplici (dolci, frutta disidratata e frutta zuccherina, come fichi, banane, uva, mandarini e cachi);
- Limitare l'apporto calorico, ma soprattutto evitare le abbuffate;
- Consumare pesce almeno 2-3 volte a settimana. Particolarmente indicati sono i pesci ad alto contenuto di omega-3, come il salmone, la sardina, lo sgombro, la trota o l'aringa;
- Prediligere i legumi alla carne, specie alla carne grassa;
- Non fumare;
- Limitare il consumo di alimenti ricchi di grassi saturi (es: latticini e carne grassa), sostituendoli con alimenti ricchi di acidi grassi monoinsaturi e, in particolare, di acido oleico (olio di oliva, frutta secca e oli vegetali in generale);
- Ridurre o, meglio ancora, evitare il consumo di grassi idrogenati, contenuti soprattutto nelle merendine, negli snack e nei prodotti da forno confezionati;
- Consumare quotidianamente alimenti ricchi di antiossidanti (quindi più frutta, verdura ecc.);
- Preferire il consumo di cereali integrali al consumo di cereali raffinati;
- Limitare l'impiego del sale per condire i cibi.
Farmaci per l'ipertrigliceridemia
- Fibrati: derivati dell'acido fibrico, rappresentano i farmaci più efficaci in presenza di ipertrigliceridemia;
- Niacina: oltre a ridurre la trigliceridemia, è in grado anche di abbassare il colesterolo e innalzare i livelli di HDL (“colesterolo buono”);
- Olio di pesce: fonte di acidi grassi omega-3, oltre ad avere proprietà ipotrigliceridemizzanti, ha anche proprietà ipoglicemizzanti, cardioprotettive, antiossidanti, antinfiammatorie ecc.;
- Statine: sebbene la loro indicazione principale sia ridurre il colesterolo LDL, sono sufficientemente efficaci anche contro l'ipertrigliceridemia.
In presenza di trigliceridi alti e colesterolo LDL alto, rappresentano una soluzione farmacologica ideale.
La loro associazione ai fibrati richiede cautela, perché potrebbe essere dannosa per i muscoli.
Curiosità
Oltre alle situazioni citate, il ricorso ai farmaci contro i trigliceridi alti può risultare indispensabile anche in tutti quei frangenti in cui, dopo opportune valutazione mediche, c'è il concreto pericolo di un danno al pancreas da ipertrigliceridemia.
Per approfondire: Rimedi Efficaci per Abbassare i Trigliceridi »
Prognosi
Con la terapia causale appropriata e l'adozione di uno stile di vita e dietetico all'insegna della buona salute, le speranze di ridurre i trigliceridi alti e riportare la trigliceridemia nella norma sono considerevoli.
Tuttavia, non bisogna dimenticare che:
- A parità di condizioni causali, alcuni individui rispondono meglio di altri ai medesimi trattamenti. Quindi ogni paziente rappresenta un caso a sé stante;
- Esistono cause di trigliceridi alti meno curabili di altre e ciò, chiaramente, si ripercuote sulla possibilità di curare con maggiore efficacia l'ipertrigliceridemia.
Prevenzione
Non fumare, adottare una dieta equilibrata a base di cibi sani, praticare attività fisica regolarmente, non abusare di bevande alcoliche e controllare periodicamente la glicemia sono i principali consigli dei medici, quando il tema di discussione è la prevenzione dei trigliceridi alti.