Ultima modifica 11.10.2019

La tricotillomania è un disturbo del comportamento di tipo ossessivo-compulsivo, caratterizzato da un irrefrenabile impulso di tirare e strappare i capelli dal cuoio capelluto. TricotillomaniaL'atto patologico può essere orientato ad estirpare anche sopracciglia, ciglia, barba ed altri peli del corpo, compresi quelli che ricoprono addome, gambe, braccia, ascelle o zona pubica.

La tricotillomania, se protratta nel tempo, provoca la comparsa di chiazze glabre a livello del cuoio capelluto o delle aree di cute coinvolte. L'estrema necessità di strapparsi i capelli si manifesta come risposta ad uno stato di tensione emotiva, che non trova sfogo in un modo alternativo. Chi soffre di tricotillomania, è colto da un crescente senso di tensione e di eccitamento, seguito da un senso di sollievo al compimento dell'atto patologico. Il soggetto, superata la fase di soddisfazione, prova un forte senso di disagio e di colpa.I pazienti, infatti, non sono in grado di fermare questo comportamento, nonostante le ripetute sollecitazioni di trazione provochino l'evidente e spiacevole perdita dei capelli. Per alcune persone, la tricotillomania può essere lieve e generalmente gestibile. Per altri, l'impulso di staccare i capelli è impossibile da controllare e può essere accompagnato da notevole disagio personale e sociale.

La tricotillomania non va confusa con il vizio di toccarsi i capelli o con la normale abitudine di giocherellare con questi. Inoltre, il disturbo non è correlato alla calvizie o all'alopecia. È importante sottolineare chelacaduta dei capelli non avviene spontaneamente, ma è conseguenza di un atto patologicamente autoindotto e ricorrente. Anche se potrebbe non sembrare particolarmente grave, la tricotillomania può avere un grande impatto sulla vita del paziente. Talvolta, questa condizione è autolimitante, ma è sempre consigliabile ricorrere tempestivamente ad un medico che possa consigliare la terapia più adatta.

Cause, incidenza e fattori di rischio

La tricotillomania è un tipo di disturbo ossessivo-compulsivo. Le cause all'origine di questo comportamento non sono ancora state definite chiaramente, ma si ipotizza che la tricotillomania possa derivare da una combinazione di fattori genetici, ormonali ed ambientali. L'esordio, inoltre, è fortemente influenzato da motivi di ordine psicologico.

La tricotillomania si manifesta più comunemente nei bambini tra i 2-6 anni di età e negli adolescenti, soprattutto durante il periodo che coincide con la pubertà. La fascia più colpita è compresa tra i 9 e i 13 anni. Tuttavia, la condizione può manifestarsi anche durante l'età adulta, sia nel caso in cui la tricotillomania si protragga dall'adolescenza, sia nell'eventualità in cui insorga ex-novo a seguito di un episodio scatenante di natura psicologica, per esempio un evento traumatico, un intervento medico o per difficoltà emotive irrisolte, in famiglia o al lavoro. In bambini e adolescenti, la tricotillomania può essere presente per periodi limitati di tempo, mentre se si presenta in soggetti adulti è solitamente una manifestazione di malessere e di sofferenza emotiva più preoccupante. La tricotillomania interessa circa il 4% della popolazione e colpisce prevalentemente i soggetti di sesso femminile. La maggior parte delle persone con tricotillomania presenta anche altri disturbi, tra cui depressione, ansia o disturbi alimentari. Anche l'abitudine di mangiarsi le unghie (onicofagia) e i capelli (tricofagia) sono comportamenti ossessivi-compulsivi comunemente associati alla tricotillomania. Per molti pazienti, tirare i capelli è un modo di affrontare le emozioni negative o le situazioni di disagio, come lo stress, l'ansia, la tensione, la solitudine, la stanchezza o la frustrazione. Spesso, la tricotillomania rappresenta un comportamento in grado di conferire sollievo e soddisfazione. Il risultato, può essere un atto patologico continuamente ripetuto allo scopo di mantenere questi sentimenti positivi. In alcuni casi, la tricodinia, disturbo che si manifesta con persistente dolore al cuoio capelluto, può costituire la causa scatenante della tricotillomania.

Come si manifesta

Il sintomo più evidente e spiacevole della tricotillomania è l'alopecia, cioè la perdita dei capelli. In zone specifiche della cute, sono visibili delle chiazze dove mancano peli o capelli, in modo analogo a quanto accade con alcune forme di alopecia areata. Le aree del cuoio capelluto in cui il tricotillomane esercita maggiormente il comportamento maniacale sono quelle frontoparietali.
Segni e sintomi di tricotillomania spesso includono:

  • Torcere ripetutamente capelli o peli, tirandoli fino a strapparli, con conseguente notevole perdita di capelli e/o peli;
  • Aspetto irregolare e non uniforme della chioma, associato ad una ricrescita dei capelli corti e spezzati accanto ad altri più lunghi;
  • Ciglia o sopracciglia rade o mancanti;
  • Chiazze glabre a livello del cuoio capelluto o di altre aree del corpo (raramente la tricotillomania provoca un danno talmente esteso da causare una mancata crescita diffusa a tutta la testa);
  • Giocare con i capelli estirpati (esempio: arricciandoli intorno alle dita) oppure morderli e mangiarli;
  • Sfregare i capelli strappati sul viso o sulle labbra.

La maggior parte delle persone affette da tricotillomania:

  • Cerca di negare o di occultare il comportamento;
  • Avverte una crescente sensazione di tensione prima di tirarsi i capelli, a cui segue un senso di sollievo, piacere o soddisfazione una volta avvenuto lo strappo;
  • Prova imbarazzo o vergogna derivante dalla perdita di capelli.

Per alcune persone, tirare i capelli è un comportamento intenzionale e mirato: sono pienamente consapevoli del fatto che li stanno strappando e possono anche elaborare particolari rituali, scegliendo luogo e momento adatti per operare in forma privata. Talvolta, il tricotillomane si sofferma ad esaminare i capelli estirpati, osservandone la forma, la dimensione del bulbo ecc. oppure li dispone in ordine su una superficie sulla base di criteri soggettivi. Altri soggetti strappano i propri capelli inconsciamente, mentre sono impegnati in altre attività. La stessa persona può anche manifestare entrambi i comportamenti, a seconda della situazione e dell'umore. Ad esempio, il paziente può manifestare il disturbo in contesti precisi, durante periodi particolarmente frustranti e stressanti, oppure nei momenti di noia o inattività. Determinate posizioni o abitudini possono sollecitare la necessità di tirare i capelli, come ad esempio appoggiare la testa sulla mano.

Complicazioni

  • Danni al capello. Se protratta nel tempo, la tricotillomania può causare danni irreversibili, tali da rendere i bulbi piliferi atrofici. La funzionalità del follicolo, in alcuni casi, non può essere ripristinata.
  • Danni alla pelle. Tirare costantemente i capelli può causare escoriazioni, dermatiti o altri danni alla cute, comprese le infezioni, localizzate al cuoio capelluto o alla specifica area interessata dal disturbo.
  • Boli di peli o capelli. L'abitudine compulsiva di mangiare i capelli strappati (tricofagia) può portare alla formazione nel tratto gastrointestinale di un tricobezoario (o pilobezoario, se formato da peli), cioè una massa indigeribile, fortemente intrecciata e solida, che va a localizzarsi nello stomaco o nell'intestino tenue. In un periodo di anni, il bezoario può causare sintomi quali indigestione, dolore gastrico, carenze alimentari, perdita di peso, vomito ed ostruzione. L'occlusione intestinale, derivante dal consumo di peli e/o capelli, può estendersi fino al duodeno o all'ileo. Quest'ultima condizione è chiamata sindrome di Rapunzel (il nome prende origine dalla fiaba di Raperonzolo) e in casi estremi può risultare letale. Il tratto gastrointestinale umano non è in grado di digerire i capelli, quindi può risultare necessario un intervento chirurgico per rimuovere il bolo.
  • Stress emotivo. Molte persone colpite da tricotillomania possono provare una sensazione di vergogna, umiliazione e imbarazzo a causa della loro condizione, e soffrire conseguentemente di depressione e ansia.
  • Problemi sociali. L'imbarazzo causato dalla perdita di capelli può indurre il paziente ad indossare ciglia finte, parrucche, cappelli, foulard o adottare un'acconciatura per mascherare le zone glabre. Le persone affette da tricotillomania possono evitare situazioni di intimità per paura che la loro condizione venga scoperta.

Diagnosi

I pazienti possono non riconoscere il problema o tentare attivamente di nasconderlo, almeno fino a quando si manifesta in modo conclamato per l'evidente anomala perdita di capelli o peli in specifiche aree del corpo. Per questo motivo la diagnosi non è sempre immediata. Se il paziente non ammette di strapparsi i capelli, è senz'altro corretto prendere in considerazione altre forme di disturbi con sintomi simili a quelli della tricotillomania. La diagnosi differenziale comprende la valutazione per alopecia areata, tinea capitis, alopecia da trazione, lupus eritematoso discoide, follicolite e sindrome dell'anagen lasso.
Il medico eseguirà una valutazione approfondita di pelle, capelli e cuoio capelluto. L'esame ha l'obiettivo di definire l'entità e la frequenza del disturbo. Potrebbe essere prelavato un campione di tessuto (biopsia) per ricercare altre cause che possano giustificare la perdita di capelli o l'impulso a strapparsi i capelli. La biopsia consente di rivelare follicoli piliferi traumatizzati con emorragia perifollicolare, capelli frammentati nel derma e fusto del capello deformato. In caso di tricotillomania, saranno in genere visti molti capelli in fase catagen. Una tecnica alternativa alla biopsia, in particolare per i bambini, è di radere una parte della zona interessata e osservare la ricrescita dei peli normali. In caso di tricotillomania, il "pull test" dei capelli è negativo (la procedura consiste nel tirare delicatamente i capelli facendoli scorrere tra le dita, per valutare quanti se ne staccano dal cuoio capelluto).
Secondo i criteri del DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) si può sospettare la presenza di tricotillomania quando:

  • Tirarsi i capelli è un atto ricorrente, con il risultato di una notevole perdita di capelli;
  • Il soggetto sperimenta un senso di tensione crescente immediatamente prima di strapparsi il capello o quando cerca di resistere all'impulso;
  • Mentre compie l'atto, insorge nel paziente un senso di piacere, gratificazione o sollievo;
  • La perdita di capelli non è attribuita ad un'altra condizione medica o dermatologica;
  • La condizione causa disagio clinicamente significativo.

Trattamento

La tricotillomania va sempre considerata per il significato soggettivo attribuito dal singolo paziente. Trattamenti utilizzati frequentemente per la cura della tricotillomania includono:

  • Terapia cognitivo-comportamentale. La terapia psicologica è quella maggiormente utilizzata, in quanto è diretta ad individuare lo stimolo causale della tricotillomania. La terapia cognitivo-comportamentale è una delle tecniche psicologiche più efficaci: permette di aiutare il paziente a riconoscere i pensieri, i sentimenti e i fattori scatenanti associati all'atto di tirarsi i capelli. L'obiettivo di questa terapia è di aumentare la consapevolezza del proprio comportamento, per sostituirlo con reazioni alternative e positive. Inoltre, la terapia cognitivo-comportamentale insegna controllare le reazioni agli impulsi psicologici che costringono il paziente ad estirparsi peli e capelli.
  • Terapia farmacologica. La terapia farmacologica è usata nei casi più gravi, per diminuire l'ansia, la depressione e i sintomi ossessivo-compulsivi che accompagnano la tricotillomania. Se esiste una correlazione abbastanza stretta fra il disagio psicologico che stimola la tricotillomania e l'atto patologico in sé, intervenendo con una terapia farmacologica l'impulso di tirarsi i capelli dovrebbe cessare. Alcuni inibitori selettivi del re-uptake della serotonina (SSRI), la clomipramina (antidepressivo triciclico) e il naltrexone (antagonista dei recettori oppiacei) si sono dimostrati efficaci nel ridurre alcuni sintomi, ma non tutti gli esperti sono concordi sul ricorso ai farmaci per il trattamento della tricotillomania. Questi andrebbero utilizzati solo nei pazienti adulti, dopo attenta valutazione medica.

La maggior parte delle persone che ricorrono ad una terapia mirata può andare incontro a guarigione. In genere, se il disturbo si manifesta durante la prima infanzia (prima dei 6 anni di età) tende ad essere lieve e a scomparire spontaneamente senza trattamento. Negli adulti, l'insorgenza di tricotillomania può essere secondaria a sottostanti disturbi psichiatrici e perciò potrebbe essere più difficile da trattare.

Se il paziente ha superato il comportamento compulsivo con un'adeguata terapia è possibile ricorrere a specifici trattamenti per stimolare i follicoli ancora prolifici e far crescere i capelli caduti. Una volta sottratti al comportamento dannoso, infatti, i capelli e i peli tendono a ricrescere spontaneamente. Se i bulbi piliferi sono seriamente danneggiati, l'ultima risorsa possibile consiste nell'infoltimento chirurgico con l'autotrapianto (chirurgia tricologica). La diagnosi precoce è la migliore forma di prevenzione, poiché induce ad intraprendere un trattamento altrettanto precoce e per questo efficace: ricorrere alla terapia appena compaiono i primi sintomi potrebbe contribuire a ridurre eventuali disagi per la vita della persona. Non vi è alcun modo conosciuto per prevenire la tricotillomania, anche se la diminuzione dello stress può sicuramente limitare il comportamento compulsivo alla base del problema.


Autore

Dott.ssa Giulia Bertelli

Dott.ssa Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici