Ultima modifica 25.02.2020

La tigeciclina è un antibiotico appartenente al gruppo delle glicilcicline.
Le gliciclcicline sono molecole strutturalmente simili alle tetracicline, ma che presentano all'interno della loro struttura chimica una glicilammide.

Indicazioni

Per Cosa si Usa

La tigeciclina è indicata per il trattamento di:

  • Infezioni complicate della cute e dei tessuti molli;
  • Infezioni complicate dell'addome.

Avvertenze

Tigeciclina

Tigeciclina - Struttura Chimica

In pazienti affetti da preesistenti problemi epatici, potrebbe essere necessario un aggiustamento della dose di tigeciclina da somministrare.
In caso di comparsa di un qualsiasi tipo di reazione allergica, il trattamento con tigeciclina deve essere interrotto ed è necessario informarne immediatamente il medico.
In caso di comparsa di grave dolore addominale, nausea o vomito, è necessario informare subito il medico, poiché tali sintomi potrebbero essere un segno d'insorgenza di pancreatite.
Il trattamento con tigeciclina può favorire lo sviluppo di superinfezioni da batteri resistenti o da funghi.
La tigeciclina non deve essere utilizzata in bambini con meno di 8 anni di età.
La tigeciclina può causare effetti collaterali in grado di alterare la capacità di guidare veicoli o di utilizzare macchinari, perciò va usata cautela.

Interazioni

La tigeciclina può interferire con l'efficacia degli anticoncezionali orali.
La tigeciclina può anche avere effetti sulla coagulazione del sangue, pertanto, è necessario informare il medico qualora si stiano già assumendo anticoagulanti orali.
In ogni caso, il medico deve comunque essere informato se si stanno assumendo - o se sono stati assunti da poco - farmaci di qualsiasi tipo, inclusi i medicinali senz'obbligo di prescrizione medica e i prodotti erboristici e/o omeopatici.

Effetti Collaterali

La tigeciclina può causare vari tipi di effetti collaterali, anche se non tutti i pazienti li manifestano. Ciò è dovuto alla diversa sensibilità che ogni persona possiede nei confronti del farmaco. Perciò, non è detto che gli effetti avversi si manifestino tutti e con la medesima intensità in ciascun individuo.
Di seguito sono elencati i principali effetti indesiderati che possono manifestarsi durante la terapia a base di tigeciclina.

Patologie gastrointestinali

Il trattamento con tigeciclina può provocare:

Patologie epatobiliari

La terapia a base di tigeciclina può causare un aumento dei livelli di enzimi epatici nel circolo sanguigno, iperbilirubinemia, insufficienza epatica e ittero.

Disturbi del sangue

Il trattamento con tigeciclina può provocare una diminuzione del numero di piastrine nel circolo ematico (piastrinopenia) che può portare alla comparsa di ecchimosi e a un aumentato rischio d'insorgenza di sanguinamenti anomali o emorragie.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

La terapia con tigeciclina può causare rash cutanei e prurito. Inoltre, il farmaco può provocare l'insorgenza della sindrome di Stevens-Johnson.

Disturbi del sistema nervoso

Il trattamento con tigeciclina può causare mal di testa e capogiri.

Effetti collaterali correlati al sito d'iniezione

La somministrazione di tigeciclina per via endovenosa può dar luogo a:

  • Irritazioni della vena in cui il farmaco è stato somministrato;
  • Dolore, gonfiore, infiammazione e/o arrossamento in corrispondenza del sito d'iniezione.

Altri effetti collaterali

Altri effetti indesiderati che possono insorgere durante il trattamento con tigeciclina, sono:

Sovradosaggio

Se si sospetta di aver assunto una dose eccessiva di tigeciclina, è necessario informare subito il medico o l'infermiere.

Meccanismo d'azione

La tigeciclina è un antibiotico ad azione batteriostatica (cioè inibisce la crescita delle cellule batteriche, ma non le uccide). Esercita la sua azione antimicrobica interferendo con la sintesi proteica dei batteri.
La sintesi delle proteine nelle cellule batteriche avviene grazie all'azione di specifici organuli cellulari, i ribosomi.
I ribosomi sono costituiti da RNA ribosomiale e da proteine associati fra loro a formare due subunità: la subunità 30S e la subunità 50S.
Il ribosoma lega e traduce l'RNA messaggero proveniente dal nucleo cellulare e sintetizza le proteine per cui esso codifica.
La tigeciclina è in grado di legarsi in maniera reversibile alla subunità ribosomiale 30S, ostacolando così la sintesi proteica.

Modo d'Uso - Posologia

La tigeciclina è disponibile per la somministrazione endovenosa sotto forma di polvere che deve essere disciolta in un adeguato solvente appena prima del suo utilizzo.
La tigeciclina deve essere somministrata da un medico o da un infermiere attraverso un'infusione endovenosa. L'infusione, generalmente, ha una durata che varia dai 30 ai 60 minuti.
La durata del trattamento è stabilita dal medico, ma, di solito, è di 5-14 giorni.
Negli adulti, la dose iniziale di tigeciclina solitamente impiegata è di 100 mg. In seguito, la dose di farmaco somministrato sarà ridotta a 50 mg, da somministrarsi ogni dodici ore.
Negli adolescenti dai 12 ai 18 anni di età, la dose di tigeciclina abitualmente somministrata è di 50 mg di farmaco ogni dodici ore.
Nei bambini dagli 8 ai 12 anni di età, la dose di tigeciclina utilizzata abitualmente è di 1,2 mg/Kg di peso corporeo, da somministrarsi ogni dodici ore. La dose massima che può essere somministrata ogni dodici ore non deve superare i 50 mg di farmaco.

Gravidanza e Allattamento

La tigeciclina può essere potenzialmente dannosa per il feto. Pertanto, le donne in gravidanza - prima di assumere l'antibiotico - devono chiedere consiglio al medico.
Poiché non è noto se la tigeciclina viene escreta nel latte materno, anche le madri che stanno allattando al seno - prima di assumere il farmaco - devono chiedere consiglio al medico.

Controindicazioni

L'utilizzo della tigeciclina è controindicato nei seguenti casi:

  • In pazienti con ipersensibilità nota alla tigeciclina;
  • In pazienti con ipersensibilità nota alle tetracicline.

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista