Scapola - Scapole
Ultima modifica 27.03.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è
  3. Anatomia
  4. Funzione
  5. Infortuni e Postura

Generalità

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La scapola è l'osso pari appoggia all'angolo superiore della porzione posteriore della gabbia toracica, che articola il tronco all'arto superiore.
Prevalentemente piatto e di forma triangolare, possiede alcuni elementi anatomici, come per esempio l'acromion, il processo coracoideo e la cavità glenoidea, che la rendono un osso particolare e unico nel suo genere.
Le scapole hanno due funzioni principali: agganciare la testa dell'omero alla loro cavità glenoidea, formando così la cosiddetta articolazione gleno-omerale (in linguaggio gergale, l'articolazione della spalla), e agire da sede di attacco per diversi muscoli del corpo umano, compresi quelli costituenti la cuffia dei rotatori.
Come un qualsiasi osso dello scheletro umano, la scapola può fratturarsi. Le fratture della scapola sono eventi molto rari, che, in genere, risultano da forti traumi al torace.

Cos'è

Scapole: Cosa sono?

La scapola è l'osso pari posto all'angolo superiore della porzione posteriore della gabbia toracica, che, collegandosi all'omero, unisce il tronco all'arto superiore.

Il punto di giunzione tra tronco e arto superiore (braccio) è la cosiddetta articolazione gleno-omerale.

L'articolazione gleno-omerale - nota nel linguaggio gergale come articolazione della spalla - coinvolge il margine laterale della scapola e la testa dell'omero; l'omero è l'osso del braccio e la testa dell'omero è una sua proiezione ossea con orientamento mediale.

Collegata anche a un altro osso, la clavicola, la scapola è un osso piatto triangolare su cui trovano posto origini o inserzioni di diversi muscoli della parte superiore del corpo (schiena, spalla e arto superiore).  

Altri nomi della Scapola

In alternativa alla parola scapola, i medici utilizzano - anche se, per la verità, molto raramente - il sinonimo omoplata.

Omoplata deriva dall'unione di due termini greci: ὦμ&omicron, che significa "spalla", e πλατύς, che vuol dire "largo". 

Anatomia

Com'è Fatta la Scapola?

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Superficie costale

La scapola presenta una regione portante, chiamata corpo, sulla quale si sviluppano diverse proiezioni ossee e altre particolarità, come per esempio creste più o meno brevi, fosse, convessità ecc.

In condizioni di normalità (quindi in assenza di alterazioni posturali), la scapola aderisce alla gabbia toracica.

Per semplificare lo studio della scapola, gli anatomisti hanno pensato di individuarvi tre superfici (la costale, la laterale e la posteriore), tre angoli (il superiore, il laterale e l'inferiore) e tre bordi (il superiore, l'ascellare e il mediale).

Superficie Costale della Scapola

La superficie costale della scapola (detta anche superficie anteriore o superficie ventrale) è l'area ossea che guarda la gabbia toracica, per l'esattezza la porzione postero-laterale delle prime costole (N.B: le costole costituiscono una parte fondamentale della gabbia toracica).

La superficie costale presenta due elementi anatomici di assoluta rilevanza: la fossa sottoscapolare (o fossa subscapolare) e il processo coracoideo.

La fossa sottoscapolare è una depressione concava, che occupa quasi tutta la superficie costale; su tale depressione:

  • In posizione mediale, trovano sede diverse creste ossee, disposte in obliquo; queste creste fungono da zona d'inserzione per i tendini del muscolo sottoscapolare. Il muscolo sottoscapolare è uno dei quattro muscoli che compongono la cosiddetta cuffia dei rotatori.
  • In posizione laterale, c'è una zona liscia, sui cui si adagiano le fibre del suddetto muscolo, il sottoscapolare della cuffia dei rotatori.
  • In posizione latero-superiore, si sviluppa il processo coracoideo, una proiezione ossea a forma di uncino, che decorre appena sotto la clavicola.
    Il processo coracoideo dà origine ai capi brevi dei muscoli bicipite brachiale e piccolo pettorale e all'intero muscolo coracobrachiale.
    Inoltre, è sede d'inserzione per una delle due estremità dei legamenti coracoclavicolari, i quali saldano la clavicola alla scapola; i legamenti coracoclavicolari sono il legamento conoide e il legamento trapezoide.
Per approfondire: Legamenti della Spalla: Anatomia e Funzione
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Superficie laterale

Superficie Laterale della Scapola

La superficie laterale della scapola è la porzione ossea rivolta verso l'esterno, che guarda dalla parte dell'omero e che, con una sua porzione specificia, si collega all'osso del braccio.

Presenta almeno tre strutture anatomiche di importanza fondamentale per l'intera funzionalità della scapola:

  • La fossa glenoidea (o cavità glenoidea). È la cavità poco profonda che compone, con la testa dell'omero, la cosiddetta articolazione gleno-omerale.
    Dalla forma ovale, risiede in alto e si trova in prossimità del processo coracoideo della superficie costale.
  • Il tubercolo sopraglenoideo. È una zona ruvida immediatamente superiore alla fossa glenoidea, da cui trae origine il capo lungo del muscolo bicipite brachiale.
  • Il tubercolo infraglenoideo. È un'altra zona ruvida immediatamente inferiore alla fossa glenoidea, da cui origina il capo lungo del muscolo tricipite brachiale.
    Dalla figura della superficie laterale proposta, il lettore può sicuramente notare che, sotto il tubercolo infraglenoideo, c'è un'altra sezione ossea longitudinale. Questa è il bordo ascellare (o laterale), che sarà trattato più avanti.
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Superficie Posteriore

Superficie Posteriore della Scapola

La superficie posteriore della scapola (o superficie dorsale) è l'area ossea esterna, quella posta dal lato opposto alla sopra descritta superficie anteriore.

Sulla superficie posteriore ci sono almeno cinque elementi anatomici che meritano una descrizione accurata: la cosiddetta spina scapolare, la fossa sovraspinata (o sovraspinosa), la fossa sottospinata (o infraspinata o sottospinosa), l'acromion e la cresta situata sotto la cavità glenoidea.

  • Spina scapolare. È una prominenza ossea che attraversa, per lo più in orizzontale, tutta la superficie posteriore. Non si può affermare che sia totalmente orizzontale, in quanto tende verso l'alto nel suo percorso margine mediale → margine laterale.
    La spina scapolare è importante perché divide in due la superficie posteriore; da tale divisione derivano le due fosse che si descriveranno nei prossimi due punti: la sovraspinata e la sottospinata.
  • Fossa sovraspinata. È l'area liscia, per metà concava e per metà convessa, che risiede in posizione superiore, rispetto alla spina scapolare. Più piccola della fossa sottospinata, rappresenta il punto da cui tra origine uno dei quattro muscoli della cuffia dei rotatori: il muscolo sovraspinato (o muscolo sopraspinato).
    Sul margine mediale confina con la colonna vertebrale.
  • Fossa sottospinata. È la regione sottostante la spina scapolare. Più grande della fossa sovraspinata, è leggermente concava nella sezione superiore e convessa nella sezione centrale. Sulla sezione convessa, ha origine il muscolo della cuffia dei rotatori noto con il nome di muscolo sottospinato (o muscolo infraspinato).
  • Acromion. È un'evidente proiezione ossea, che continua lateralmente (cioè verso l'esterno) la spina scapolare. Simile a un uncino, si sviluppa in avanti e ha l'importante compito di articolarsi con la clavicola; l'articolazione tra l'acromion della scapola e la clavicola prende il nome specifico di articolazione acromioclavicolare.
    I sopraccitati legamenti coracoclavicolari (il conoide e il trapezoide) servono a dare ulteriore stabilità all'articolazione acromioclavicolare.
  • Cresta situata sotto la cavità glenoidea. Priva di un nome anatomico specifico, questa cresta è una proiezione ossea che si estende lungo quasi tutto il bordo laterale della superficie posteriore, a partire dalla cavità glenoidea. La sua funzione è dare inserimento a una serie di membrane fibrose - chiamate setti fibrosi o aponeurosi - le quali separano il muscolo sottospinato dai muscoli piccolo rotondo e grande rotondo, attaccati rispettivamente al bordo ascellare e all'angolo inferiore.
    Anche il muscolo piccolo rotondo fa parte dei muscoli della cuffia dei rotatori.
I muscoli della cuffia dei rotatori e la loro corrispettiva sede d'origine, sulla scapola
Muscolo Sede
Sottoscapolare Fossa sottoscapolare della superficie anteriore
Sottospinato (o infraspinato) Fossa sottospinata della superficie posteriore
Sovraspinato (o sopraspinato) Fossa sovraspinata della superficie posteriore
Piccolo rotondo Bordo ascellare (o bordo laterale)

Angoli della Scapola

Gli angoli della scapola sono tre zone diversamente appuntite, che si localizzano in alto (angolo superiore), lateralmente (angolo laterale o angolo glenoideo) e in basso (angolo inferiore).

Osservando la superficie anteriore (o quella posteriore), il lettore può notare che:

  • L'angolo superiore risiede in posizione mediale. È coperto dal muscolo trapezio.
  • L'angolo laterale occupa una posizione laterale. Prende il nome alternativo di angolo glenoideo, in quanto è concomitante alla fossa glenoidea.
  • L'angolo inferiore è mediale, rispetto all'angolo glenoideo, e laterale, rispetto all'angolo superiore. È ricoperto dal muscolo grande dorsale e, dalla parte dorsale, segna il punto d'origine del muscolo grande rotondo.

Bordo Superiore della Scapola

Visibile osservando la scapola dall'alto, il bordo superiore decorre dall'angolo superiore al processo coracoideo.

Proprio in prossimità del processo coronoideo, presenta un incavo semicircolare, che prende il nome di incavo soprascapolare.

Lungo il bordo superiore e poi attraverso l'incavo soprascapolare, scorre il nervo soprascapolare; il nervo soprascapolare è una ramificazione del plesso brachiale - un'importante formazione reticolare di nervi spinali - e ha il compito di innervare i muscoli sopraspinato a sottospinato.

Dei tre bordi identificabili sulla scapola, il superiore è il quello più corto e più sottile.

Lo sapevi che…

Oltre a controllare due muscoli della cuffia dei rotatori (il sopraspinato e il sottospinato), il nervo soprascapolare ha anche una funzione sensitiva; infatti, è in grado di inviare, al cervello, informazioni sensitive con origine nell'articolazione gleno-omerale e nell'articolazione acromioclavicolare.

Bordo Ascellare della Scapola

Il bordo ascellare comincia appena al di sotto della fossa glenoidea e si estende in obliquo, con orientamento all'indietro, fino all'angolo inferiore.

È particolarmente importante, perché, dalla parte della superficie dorsale, dà inserzione al capo iniziale del muscolo piccolo rotondo.

Dei tre bordi identificabili sulla scapola, l'ascellare è quello più spesso.

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Bordo mediale

Bordo Mediale della Scapola

Il bordo mediale è il più lungo dei tre bordi della scapola; infatti, guardando la colonna vertebrale, si estende dall'angolo superiore all'angolo inferiore.

Sul bordo mediale, si inseriscono i capi terminali (inserzioni) di quattro muscoli: il muscolo dentato anteriore, il muscolo grande romboide, il muscolo piccolo romboide e il muscolo elevatore della scapola.

Tranne il primo di questi muscoli - che si aggancia al bordo dalla parte della superficie anteriore - gli altri tre terminano tutti dalla parte della superficie posteriore.

Articolazioni in cui è coinvolta la Scapola

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La scapola partecipa alla formazione di quattro articolazioni, due vere e due false; queste articolazioni sono:

  • Articolazione gleno-omerale (vera). Già citata più volte, è l'articolazione della spalla per antonomasia; essa risulta dall'unione tra cavità glenoidea della scapola e la testa dell'omero (l'omero è l'osso del braccio).
    È un esempio di enartrosi, esattamente come l'anca.
  • Articolazione acromion-claveare (vera). Nasce dall'unione tra acromion ed estremità laterale della clavicola.
  • Articolazione scapolo-toracica (falsa). È il piano di scorrimento osseo che si viene a formare tra la superficie anteriore (o costale) della scapola e la gabbia toracica; in questo spazio sono interposti i muscoli dentato anteriore, sottoscapolare e gli erettori spinali.
  • Articolazione acromion-omerale (falsa). È il piano di scorrimento che si viene a generare tra l'acromion e la superficie superiore della testa dell'omero; tra acromion e superficie superiore della testa dell'omero non c'è interazione, ma uno spazio virtuale denominato spazio subacromiale.
    Lo spazo subacromiale contiene tessuti molli quali per esempio il tendine d'inserzione del muscolo sovraspinato, la borsa subacromiale ecc., i quali in presenza di determinate condizioni possono irritarsi e provocare dolore; questa evenienza è nota come impingement subacromiale (o sindrome da conflitto subacromiale).
Per approfondire: Articolazione Gleno-Omerale: Anatomia e Movimenti

Ossificazione della Scapola

Alla formazione della scapola concorrono otto centri di ossificazione: uno sul corpo, due sul processo coracoideo (uno in posizione centrale e uno alla sua radice), due sull'acromion (uno alla base e uno sull'estremità esterna), uno sul bordino mediale, uno sull'angolo inferiore e uno sulla cavità glenoidea.

L'ossificazione procede secondo momenti ben precisi, momenti che si possono riassumere in questi brevi punti:

  • A dare avvio al processo è il centro sul corpo. Questo comincia la propria attività attorno all'ottava (8a) settimana di vita fetale. In questa fase, la futura scapola ha l'aspetto di un quadrilatero.
    La formazione di una struttura importante (del corpo) come la spina scapolare avviene attorno al terzo mese di vita fetale.
  • Alla nascita, il corpo è quasi del tutto ossificato. Sono ancora di natura cartilaginea la cavità glenoidea, il processo coracoideo, l'acromion, il bordo vertebrale e l'angolo inferiore.
  • In genere, a cavallo tra il 15esimo e il 18esimo mese di vita, si attiva il centro di ossificazione presente al centro del processo coracoideo. La porzione a cui dà origine si fonde con il corpo attorno al 15esimo anno di vita.
  • A circa 10-11 anni, compare e partecipa all'ossificazione della scapola il centro presente sulla cavità glenoidea. Questo centro è diverso dagli altri e i medici lo definiscono con l'aggettivo "aggiuntivo". La porzione ossea a cui dà origine si fonde con il corpo della scapola all'età di circa 16-18 anni.
  • Tra il 14esimo e il 20esimo anno di vita, entrano in azione, secondo tale successione temporale: il centro alla radice del processo coracoideo; il centro alla base dell'acromion; il centro sull'angolo inferiore; il centro dell'acromion situato sull'estremità esterna; il centro sul bordino mediale.
    La fusione delle varie porzioni ossee, che derivano dall'attività di questi centri, avviene circa al 25esimo anno di vita.

Funzione

Scapola: A Cosa Serve?

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La scapola ricopre almeno due funzioni fondamentali.

La prima funzione è agganciare, attraverso l'articolazione gleno-omerale, l'arto superiore al tronco.
L'articolazione gleno-omerale è un esempio di enartrosi; le enartrosi sono articolazioni che godono di grande mobilità, caratterizzate dall'incastro tra una superficie articolare concava e una superficie articolare sferica.
Un altro esempio di enartrosi presente nel corpo umano è l'articolazione dell'anca.

La seconda funzione della scapola è supportare i muscoli coinvolti nei movimenti dell'articolazione gleno-omerale e i muscoli che terminano a livello del braccio.
Gli elementi muscolari che stabiliscono contatti con la scapola sono ben 18: questo dimostra quanto importante sia la presenza della scapola nel contesto dello scheletro umano.

Infine, vale la pena ricordare una terza proprietà funzionale della scapola: essa contribuisce a formare ben altre tre articolazioni, la scapolo-toracica (falsa), l'acromion-claveare (vera) e l'acromion-omerale (falsa).

Muscoli a contatto con la Scapola

Elenco dei 18 muscoli che originano e terminano in corrispondenza della scapola.
Muscolo Estremità (iniziale o terminale) Sede di contatto sulla scapola
Piccolo Pettorale Terminale Processo coracoideo
Grande romboide Terminale Bordo mediale
Piccolo romboide Terminale Bordo mediale
Dentato anteriore Terminale Bordo mediale
Elevatore della scapola Terminale Bordo mediale
Trapezio Terminale Acromion e spina scapolare
Sottoscapolare Iniziale Fossa sottoscapolare
Coracobrachiale Iniziale Processo coracoideo
Capo lungo del tricipite brachiale Iniziale Tubercolo infraglenoideo
Capo breve del bicipite brachiale Iniziale Processo coracoideo
Capo lungo del bicipite brachiale Iniziale Tubercolo sopraglenoideo
Deltoide Iniziale Acromion (con le sue fibre laterali) e spina scapolare (con le sue fibre posteriori)
Sopraspinato Iniziale Fossa sopraspinata
Sottospinato (o infraspinato) Iniziale Fossa sottospinata
Piccolo rotondo Iniziale Bordo laterale
Grande rotondo Iniziale Angolo inferiore - bordo laterale
Grande dorsale Iniziale Angolo inferiore
Omoioideo Iniziale Bordo superiore

Movimenti della Scapola

Grazie ai numerosi muscoli che la scapola ospita, questo particolare osso dello scheletro umano può compiere diversi movimenti, che prendono il nome di:

  • Elevazione. È il gesto di elevare le scapole.
  • Depressione. È il movimento di abbassamento delle scapole.
  • Adduzione. È il gesto per cui le due scapole tendono ad avvicinarsi il più possibile al piano sagittale.
  • Abduzione. È il movimento opposto all'adduzione, quindi quello in cui le scapole tendono ad allontanarsi il più possibile dal piano sagittale.
  • Rotazione verso l'alto (o rotazione craniale). È il movimento che compiono le scapole quando si alzano le braccia verso il cielo.
  • Rotazione verso il basso (o rotazione caudale). È il gesto che eseguono le scapole quando si portano le braccia dall'alto lungo il corpo.

Ruolo della Scapola nell'Articolazione Gleno-Omerale

La cavità glenoidea posta sulla superficie laterale della scapola rappresenta una delle due superfici articolari dell'articolazione gleno-omerale (l'altra superficie è la testa dell'omero).

Come suggerisce il nome, è un incavo, la cui forma è pressochè quella di un ovale o di una pera e la cui superficie interna è costituita da cartilagine ialina (come tutte le superfici di scorrimento articolare).

Rispetto alla testa dell'omero, la cavità glenoidea è decisamente più piccola (la cavità glenoidea riesce ad accogliere soltanto 1/3 della testa dell'omero); questa disparità dimensionale ha due conseguenze, una vantaggiosa e una svantaggiosa:

  • Lo svantaggio è la scarsa congruità articolare tra le due superficie; in termini pratici, ciò significa che il rapporto tra testa dell'omero e cavità glenoidea è labile, tendente all'instabile. 
    È per via di questa scarsa congruità tra le superfici articolari che l'articolazione gleno-omerale è particolarmente suscettibile al fenomeno della lussazione di spalla.
  • Il vantaggio è la grande mobilità articolare, la quale permette di eseguire con il braccio una grande varietà di gesti lungo tutti i piani di movimento.
    Nella vita di tutti i giorni, l'essere umano sfrutta questa mobilità della spalla per eseguire numerose gestualità, quali per esempio aprire le credenze della cucina poste in alto tramite un movimento combinato di flesso-abduzione dell'omero.

Per far fronte alla scarsa congruità articolare, la cavità glenoidea della scapola dispone di diversi "dispositivi" anatomici di contenimento, il cui compito è appunto mantenere centrata la testa dell'omero all'interno dell'incavo scapolare; tra questi "dispositivi" di contenimento, figurano il cercine glenoideo, i legamenti gleno-omerali (superiore, mediano, inferiore), i muscoli della cuffia dei rotatori e il tendine d'inserzione del capo lungo del bicipite brachiale.

Per approfondire: Cercine Glenoideo: Anatomia e Funzione

Infortuni e Postura

Diverse problematiche cliniche possono interessare la scapola; tra queste, meritano un breve approfondimento le fratture e le due condizioni note, rispettivamente, come scapole alate e discinesia scapolare.

Frattura della Scapola

La frattura della scapola è un infortunio assai poco comune.

Quasi sempre esito di forti traumi al torace, è particolarmente frequente nelle persone coinvolte in incidenti automobilistici e cadute accidentali dalle scale e nei praticanti sport di contatto (come calcio, rugby, hockey su ghiaccio ecc).

Di solito, non richiede specifici interventi medico-chirurgici, ma soltanto un periodo di assoluto riposo.

Scapole Alate

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In precedenza si è affermato che, in condizioni di normalità, la scapola aderisce alla gabbia toracica con l'intera sua superficie anteriore (si ricorda che tra scapola e gabbia toracica c'è un piano di scorrimento che è l'articolazione scapolo-toracica).

In presenza di una comune condizione nota come scapole alate, invece, le scapole si presentano "scollate" dalla gabbia toracica con il loro margine mediale, il quale risulta in effetti sollevato e ben visibile.

Le scapole alate rappresentano un'alterazione posturale che, quando è molto evidente, compromette anche l'estetica della parte alta della schiena; occorre tuttavia precisare che alterazione posturale non è sempre sinonimo di disfunzione muscolo-articolare: ci sono persone con scapole alate che non soffrono e non hanno mai sofferto di dolori locali o alla spalla e persone che con un assetto scapolare fisiologico che, al contrario, hanno patito o patiscono dolore ricorrenti in sede scapolare o alla spalla.

Il problema delle scapole alate riconosce diverse cause, distinte solitamente in posturali e strutturali.
Principali cause posturali di scapole alate sono:

  • Debolezza dei muscoli gran dentato, trapezio medio, trapezio inferiore e/o romboidi;
  • Rigidità dei muscoli grande rotondo, piccolo rotondo e/o sottospinato.

Tra le cause strutturali, invece, figurano:

  • Ipercifosi (auemento della cifosi toracica);
  • Scoliosi;
  • Appiattimento della cifosi toracica (ipocifosi). Quest'ultima condizione potrebbe rivelarsi ingannevole, nel senso che potrebbe far apparire alate scapole che in realtà non presentano un'alterazione posturale degna di nota.
  • Lesione del nervo toracico lungo. Questo nervo controlla il gran dentato, un muscolo fondamentale nel mantenere la scapola adesa alla gabbia toracica.
    Provocata da eventi traumatici, la lesione del nervo toracico lungo provoca la paralisi del muscolo gran dentato e ciò comporta lo "scollamento" della porzione mediale della scapola dalla gabbia toracica.
    Fortunatamente, le lesioni del nervo toracico lungo sono eventi molto rari.
Per approfondire: Scapole Alate

Discinesia Scapolare

Con l'espressione "discinesia scapolare" s'intende un'alterazione/anomalia della scapola in posizione di riposo (posizione statica) e/o durante il movimento del braccio (posizione dinamica).

In altre parole, si parla di discinesia scapolare se la scapola 

  • In condizioni di riposo, assume una posizione anomala

oppure se

  • Durante il movimento del braccio, si muove in modo scorretto.

La discinesia scapolare è spesso connessa alle scapole alate, tanto che i fattori causali delle due condizioni sono sovrapponibili. 

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza