Rosolia
Ultima modifica 02.04.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è
  3. Cause
  4. Sintomi e Segni
  5. Complicazioni
  6. Diagnosi
  7. Terapia
  8. Prognosi
  9. Prevenzione

Generalità

La rosolia è una malattia contagiosa, prevalente in età infantile, dovuta a un agente infettivo virale (cioè un virus) noto col nome di Rubella virus.

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Rosolia

La sua insorgenza comporta solitamente: la comparsa di numerose macchie cutanee di colore rosso (rash cutaneo), l'ingrossamento di alcuni linfonodi situati in prossimità del collo e delle orecchie e, infine, i classici sintomi di un raffreddore.
Quando la rosolia colpisce gli adulti e le donne incinte, specie in quest'ultime, può dar luogo a gravi complicazioni.
Attualmente, non esiste alcuna terapia specifica; le uniche contromisure adottabili sono: attendere la risoluzione spontanea dell'infezione e alleviare, con alcuni efficaci rimedi, i sintomi più fastidiosi.
La rosolia è prevenibile in modo efficace mediante un apposito vaccino.

Cos'è

Definizione di Rosolia

La rosolia è una malattia infettiva moderatamente contagiosa, a origine virale, che provoca la comparsa di tipiche macchie rosse su tutto il corpo.
La rosolia è un'infezione dall'esito solitamente positivo; esistono tuttavia delle situazioni particolari che la rendono particolarmente pericolosa: per esempio, è temuta per le sue possibili complicanze quando infetta adulti, persone con deficit immunitarie o donne incinte.
La rosolia è una malattia infettiva che colpisce soltanto l'essere umano.

Epidemiologia

Prima dell'avvento delle vaccinazioni di massa, la rosolia era una malattia infettiva diffusa in tutto il mondo, che colpiva soprattutto i bambini di età compresa tra i 5 e i 9 anni; oggi, invece, grazie alle campagne vaccinali messe in atto negli ultimi decenni, è poco comune.

Lo sapevi che…

In Europa, le ultime epidemie di rosolia si sono registrate in Romania e in Russia, tra il 2002 e il 2004.

Cause

Cosa si prende la Rosolia?

A causare la rosolia è un virus noto come Rubella virus; il Rubella virus appartiene al genere virale dei Rubivirus, che a loro volta rientrano nella famiglia virale dei Togavirus (o Togaviridae).
In quanto Togavirus, il Rubella virus è un virus a RNA a singolo filamento, fornito di involucro esterno lipidico e di capside.

Chi colpisce la Rosolia?

Sono a rischio di rosolia tutte le persone non vaccinate e tutti gli individui che, nel corso della vita, non hanno mai contratto il virus; infatti, ammalarsi di rosolia, così come di morbillo, varicella ecc., garantisce un'immunità pressoché definitiva, che rende quasi impossibile una seconda infezione.

Come si trasmette la Rosolia?

La rosolia è trasmissibile per via diretta e via indiretta.

Trasmissione diretta della Rosolia

Con la tosse, gli starnuti e parlando, le persone espellono milioni di piccole goccioline volatili.
Le goccioline volatili provenienti dalle persone con la rosolia contengono il virus; pertanto, la loro inalazione, da parte di chi è nelle vicinanze, comporta la trasmissione dell'infezione.
Una volta inalata, infatti, la rosolia si annida a livello della bocca e dei polmoni e, qui, si moltiplica fino al raggiungimento di una quota numerica tale da potersi diffondere nel resto dell'organismo.

La trasmissione del virus tramite le goccioline volatili rappresenta una modalità diretta di contagio.

Trasmissione indiretta della Rosolia

Le goccioline volatili contenenti il virus possono depositarsi sugli oggetti e renderli un mezzo di contagio; infatti, chi tocca tali oggetti può infettarsi, soprattutto se poco dopo mette le mani in bocca o le porta nelle vicinanze del naso.

La trasmissione della rosolia che avviene con le suddette modalità è una trasmissione di tipo indiretto.

Le particelle del virus della rosolia sopravvivono sulla superficie degli oggetti solo qualche ora, dopodiché muoiono.

Rosolia e Contagio

Un malato di rosolia è contagioso da quando mancano 7 giorni alla comparsa dei sintomi a 5 giorni dopo la scomparsa del rash cutaneo.
Pertanto, la contagiosità inizia prima che la malattia si manifesti e termina poco dopo il dissolvimento delle macchie sulla pelle.

Sintomi e Segni

Come si manifesta la Rosolia?

I sintomi della rosolia compaiono dopo un periodo di incubazione di circa 2-3 settimane (N.B: il periodo di incubazione è l'arco di tempo che va dal momento del contagio alla comparsa dei primi sintomi).

Le classiche espressioni dell'infezione sono:

Rash cutaneo

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Segni della Rosolia

Il rash cutaneo, o eruzione cutanea o esantema, è la manifestazione con la quale, solitamente, si identifica la rosolia.
Esso consiste nella comparsa di numerose macchioline cutanee (spot) di colore rosso.
In genere, i primi punti interessati sono le orecchie, la testa e il collo; il tronco, le gambe e le braccia, infatti, sono coinvolte solo in un secondo momento.
Per la sua scomparsa, sono necessari 3-5 giorni, non di più.

Ingrossamento dei linfonodi

linfonodi sono piccoli organi appartenenti al sistema linfatico, che provvedono a difendere l'organismo dalle infezioni e dalle minacce dell'ambiente esterno; essi, infatti, contengono un numero discreto di leucociti, ovvero le cellule bianche del sangue incaricate di combattere i batteri, i virus e qualsiasi altro agente patogeno.

Nei malati di rosolia, i linfonodi ingrossati sono un'espressione abbastanza comune della malattia. Il loro ingrossamento, spesso accompagnato anche da dolore, comincia prima della comparsa del rash cutaneo e termina diverse settimane dopo la guarigione.
I linfonodi solitamente più interessati sono i linfonodi situati dietro le orecchie, quelli della regione occipitale (cioè posteriore) della testa e quelli sul collo.

Sintomi simil-influenzali

I tipici sintomi simil-influenzali della rosolia sono:

Tali manifestazioni compaiono, in genere, poco prima dell'eruzione cutanea e durano per qualche giorno.

Artralgia

L'artralgia è il dolore alle articolazioni.
La rosolia causa artralgia soprattutto nei pazienti adolescenti e negli adulti; è raro osservare artralgia nei pazienti di giovane età.

Rosolia asintomatica

In alcuni casi (secondo alcune fonti, anche più del 20% dei casi), la rosolia può essere anche asintomatica, ossia non provocare alcun sintomo evidente.

I portatori di una forma asintomatica di rosolia sono paragonabili ai portatori della classica forma sintomatica: possono comunque trasmettere l'infezioni ai non infetti e sviluppano comunque un'immunizzazione contro l'agente infettiva.

Quando rivolgersi al medico?

L'ingrossamento dei linfonodi situati nelle zone menzionate, la febbre e, soprattutto, l'eruzione cutanea sono tutti segnali riconducibili alla rosolia e da comunicare immediatamente al proprio medico.

È importante segnalare che, per contenere la diffusione del virus ed evitare il contagio di persone a rischio di complicazioni (per esempio le donne incinte), sarebbe opportuno contattare il medico tramite telefono.

Lo sapevi che…

In molti paesi del mondo, Italia compresa, i medici devono notificare alle autorità sanitarie competenti ogni caso di rosolia, anche se si tratta di un semplice sospetto. Tale misura è stata adottata per prevenire le epidemie e limitare al minimo il contagio.

Complicazioni

La rosolia può dar luogo a complicazioni; tale eventualità è rara e riguarda più spesso certe categorie di persone, tra cui gli adulti, i soggetti con patologie che indeboliscono il sistema immunitario e le donne incinte.

Come si può notare, quindi, i bambini in buona salute non rientrano tra gli individui più a rischio di complicanze da rosolia.

Complicanze della Rosolia in adulti e immunodepressi

In adulti e in soggetti con un sistema immunitario debole, la rosolia può sfociare in encefalite, otite media e piastrinopenia.

Secondo alcune stime, l'encefalite ricorre in un paziente ogni 6.000 affetti da rosolia; i pazienti colpiti da encefalite sono per la maggior parte persone adulte e/o con un sistema immunitario debole.

Complicanze della Rosolia in Gravidanza: la Sindrome da Rosolia Congenita

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Infezione del Feto

Nelle donne incinte, la rosolia può innescare una patologia grave a carico del feto, il cui nome è sindrome da rosolia congenita (o CRS).

La sindrome da rosolia congenita può determinare aborto spontaneo, morte intrauterina o malformazioni congenite a carico del futuro nascituro.
Le conseguenze della CRS dipendono dalla settimana di gestazione: infatti, prima avviene l'infezione ai danni della madre, più seri sono gli effetti a carico del feto.
Alla luce di ciò:

  • Se il contagio avviene durante le prime 10 settimane, il rischio di CRS è elevato (90%) e gli effetti sul bambino possono essere anche molto gravi.
  • Se il contagio avviene tra l'11esima e la 16esima settimana, la CRS riguarda il 10-20% delle gestantiinfette e gli effetti sul bambino sono di media gravità.
  • Se il contagio avviene tra la 17esima e la 20esima settimana, il rischio di CRS è molto basso e gli effetti sul bambino sono contenuti e di lieve entità.
  • Se il contagio avviene dopo la 20esima settimana, non ha senso parlare di CRS, in quanto l'infezione non ha alcuna ripercussione sul feto.

La CRS provoca degli effetti immediati, ma anche degli effetti tardivi, che si concretizzano a distanza di diversi anni (alcune conseguenze possono emergere anche a 2-4 anni di vita).
A ciò si aggiunga che i bambini con CRS rilasciano, talvolta anche per un anno, grandi quantità di virus attraverso le secrezione corporee, il che significa che possono trasmettere l'infezione a chi, non vaccinato, entra in stretto contatto con loro.

Lo sapevi che…

Durante un'epidemia di rosolia che colpì gli Stati Uniti tra il 1962 e il 1965 (periodo in cui il vaccino non era ancora disponibile), l'infezione tra le donne in gravidanza pare abbia causato circa 30.000 parti di feto nato morto e circa 20.000 parti di bambini nati con disabilità.

Effetti immediati e tardivi della Sindrome da Rosolia Congenita

Gli effetti immediati della CRS sul feto sono: cataratta e altri deficit oculari, sordità, difetti cardiaci congeniti, una testa piccola rispetto al resto del corpo (dovuto a uno scarso sviluppo del cervello), uno sviluppo intrauterino più lento del normale, danni cerebrali, danni ai fegato, danni ai polmoni e, infine, danni al midollo osseo.

Gli effetti tardivi, invece, sono: diabete di tipo 1, problemi alla tiroide (ipotiroidismo o ipertiroidismo) e, infine, edema cerebrale (il quale è all'origine di numerosi disturbi motori e mentali).

Diagnosi

Come riconoscere la Rosolia?

Per diagnosticare la rosolia, sono sufficienti, di solito, la valutazione dei sintomi e dei segni (esame obiettivo) e l'analisi della storia clinica.

Qualora, al termine dell'esame obiettivo, permanessero ancora dei dubbi, è possibile ricorrere a due test diagnostici dagli esiti inequivocabili: l'esame della saliva, la cui raccolta avviene tramite un apposito tampone assorbente, o le analisi del sangue, il cui prelievo avviene generalmente da una vena del braccio.

Per quanto concerne la diagnosi in gravidanza, occorre precisare che le analisi del sangue sono fondamentali e rappresentano un passaggio obbligato, viste quali sono le gravi conseguenze della sindrome da rosolia congenita.

N.B: i dubbi su una diagnosi di rosolia sono legati alla somiglianza di questa infezione al morbillo e ad altre malattie infettive dai sintomi simili (es: scarlattina, quarta malattia ecc.).

Esame del Sangue e della Saliva

Nella saliva e nel sangue di una persona con la rosolia (o che in passato ha avuto la rosolia), sono presenti delle proteine del sistema immunitario, formatesi in seguito all'infezione virale; queste proteine sono chiamate anticorpi o immunoglobuline e servono a difendere l'organismo dagli agenti infettivi e dalle altre minacce proveniente dall'ambiente esterno.
Gli anticorpi presenti in una persona con la rosolia (quindi quando l'infezione è atto) sono classificati come IgM; gli anticorpi, invece, presenti in una persona con un passato di rosolia (o vaccinata) sono classificati come IgG (i cosiddetti "anticorpi della memoria")

Per approfondire: Rubeo Test - Analisi del Sangue per la Rosolia

Diagnosi di Rosolia in Gravidanza

Considerati gli effetti della rosolia sul feto, è bene che le donne desiderose di un figlio si sottopongano, prima di cercare una gravidanza, a un'analisi del sangue, in maniera tale da sapere se sono protette dall'infezione o meno.

Le stesse analisi del sangue sono consigliate, qualora una donna incinta sia venuta in contatto con una persona malata di rosolia e sia stata esposta al virus.

Quando una donna incinta, suscettibile alla rosolia (cioè non vaccinata o non immune), deve contattare il medico per un esame del sangue?

  • Quando ha avuto un contatto faccia a faccia con un malato di rosolia.
  • Quando ha trascorso almeno 15 minuti nella stessa stanza con un individuo affetto da rosolia.
  • Quando ha tutti i sintomi della rosolia.

Diagnosi di Sindrome da Rosolia Congenita (CRS)

Se ci sono le basi per sospettare la sindrome da rosolia congenita, gli esami diagnostici a cui bisogna sottoporre una donna incinta (e il feto) sono un'ecografia fetale e un'amniocentesi.

Terapia

Come si cura la Rosolia?

Attualmente, non esiste ancora una terapia specifica per la rosolia.
Pertanto, chi si ammala di rosolia può soltanto:

  • Attendere la risoluzione spontanea dell'infezione, risoluzione spontanea che avviene nell'arco di 7-14 giorni (i tempi di guarigione sono più lunghi negli adulti che non nei bambini);
  • Alleviare i sintomi con farmaci e altri rimedi.

Come curare sintomi della Rosolia

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Rimedi Casalinghi per la Rosolia

Quando l'infezione è particolarmente fastidiosa, è possibile alleviare la sintomatologia con efficacei rimedi farmacologici e non:

  • Per alleviare la febbre, il dolore generalizzato e il senso di malessere: in questi frangenti, è buona norma assumere alcuni farmaci antinfiammatori e al tempo stesso analgesici, come il paracetamolo e l'ibuprofene (che è un FANS, ovvero un farmaco antinfiammatorio non steroideo).
    Attenzione: l'uso dell'aspirina, negli individui al di sotto dei 16 anni, può avere effetti collaterali molto gravi, come la sindrome di Reye; l'impiego di questo farmaco, di conseguenza, è indicato soltanto ai soggetti dai 16 anni in su.
  • Per evitare la disidratazione: la febbre alta provoca un'intensa sudorazione; pertanto, per evitare una disidratazione eccessiva dei tessuti del corpo, è necessario reidratarsi a dovere, bevendo spesso e in abbondanza.
  • Per alleviare gli effetti della congiuntivite e degli occhi arrossati: è fondamentale mantenere puliti gli occhi con dei bastoncini di cotone appositi ed evitare di toccarli con le mani sporche.
  • Per curare i sintomi del raffreddore (naso che cola, tosse ecc): i principali rimedi per tali disturbi sono le inalazioni di vapore e le bibite calde a base di limone o miele.
    Per le inalazioni di vapore, è sufficiente respirare i fumi che salgono da una bacinella di acqua calda e coprirsi la testa con un asciugamano.
Per approfondire: Farmaci per la cura della Rosolia

Come evitare la Trasmissione della Rosolia

Per evitare la trasmissione della rosolia (soprattutto tra le persone potenzialmente a rischio di complicazioni, come le donne incinte) è buona norma restare isolati a casa fino a che non sono trascorsi 4 giorni dalla scomparsa del rash cutaneo: questo è, infatti, il tempo minimo necessario perché la carica infettiva (ovvero la capacità di contagiare altre persone) si esaurisca.

È possibile Curare la Rosolia in Gravidanza?

Al momento, purtroppo, non esistono trattamenti specifici per curare la rosolia nelle donne incinte.
Allo stesso modo, non esiste una terapia altrettanto specifica per la gestione della sindrome da rosolia congenita.

Prognosi

In genere, la rosolia si risolve in modo positivo; tuttavia, non bisogna dimenticare che:

  • In adulti e in soggetti immunodepressi, ha maggiori probabilità di dar luogo a gravi complicanze;
  • Nelle donne incinte, può causare aborto o malformazioni congenite importanti.

Quanto dura la Rosolia: i tempi per la risoluzione spontanea

La risoluzione spontanea della rosolia richiede mediamente 10 giorni: è questo, infatti, il tempo che serve al sistema immunitario di una persona sana (quindi senza particolari deficit immunitari), per contrastare ed eliminare dall'organismo ogni traccia del virus.

Prevenzione

Esiste un Vaccino Anti Rosolia?

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Bambino che riceve Vaccino MPRV

La rosolia è prevenibile con un vaccino (il vaccino anti rosolia), il quale è parte integrante della vaccinazione MPR (dove M sta per morbillo, P per parotite e R per Rosolia) e della vaccinazione MPRV (dove M sta per morbillo, P per parotite, R per Rosolia e V per varicella).
Tali vaccinazioni sono previste tradizionalmente durante l'infanzia, con due iniezioni: una a 12-13 mesi circa e un'altra a 5-6 anni (di solito poco prima di iniziare la scuola elementare).

Cosa cambia dal 2017

Con il decreto legge in materia di prevenzione vaccinale per i minori da zero a 16 anni, approvato il 28/07/2017 la vaccinazione contro la rosolia è divenuta obbligatoria.

Questa specifica vaccinazione può essere effettuata con un'unica iniezione insieme ad altre 2/3 coperture vaccinali (le cosiddette già citate vaccinazioni MPR e MPRV).

  • L'obbligo di vaccinazione contro la rosolia è in vigore, nel contesto delle 10 vaccinazioni obbligatorie, per i nati dal 2017. Anche i nati dopo il 2001 sono soggetti all'obbligo di vaccinazione contro la rosolia.
  • Sono esonerati dall'obbligo di vaccinazione i soggetti immunizzati per effetto della malattia naturale, quindi i bambini che hanno già contratto la rosolia non dovranno vaccinarsi contro tale malattia

Si ricorda che le vaccinazioni obbligatorie sono un requisito per l'ammissione all'asilo nido e alle scuole  dell'infanzia (per i bambini da 0 a 6 anni) e che la violazione dell'obbligo vaccinale comporta l'applicazione di significative sanzioni pecuniarie.

Per maggiori informazioni sui vaccini obbligatori nei bambini consulta questo articolo.

Iniezione di Ig Anti Rosolia nei bambini al di sotto dei 6 mesi

I bambini al di sotto dei 6 mesi di vita e aventi la mamma vaccinata o immune godono di un'immunità di origine materna, che li protegge temporaneamente; pertanto, non hanno bisogno di vaccinarsi.

Al contrario, i bambini della stessa età, che, però, non hanno una madre vaccinata o immune, sono sprovvisti di protezione e più predisposti a contrarre la malattia; per questi soggetti, pertanto, potrebbe essere utile un'iniezione di immunoglobuline protettive (N.B: una siffatta iniezione non equivale a un vaccino, ma può rappresentare comunque una valida soluzione antinfettiva).

Vaccinazione Anti Rosolia in casi particolari

Per gli individui adulti non vaccinati e i bambini al di sotto di un anno di vita, il vaccino non è indispensabile/previsto; lo può diventare, tuttavia, qualora fosse concreto il rischio di un contagio.

Due classiche situazioni che richiedono una vaccinazione, per così dire, straordinaria sono: un viaggio in zone geografiche in cui il virus della rosolia è altamente diffuso oppure il contagio di un membro molto stretto della famiglia.

Vaccino Anti Rosolia e Gravidanza

Per prevenire l'insorgenza della sindrome da rosolia congenita, è buona norma che le donne desiderose di un figlio e non protette dall'infezione si vaccinino prima della gravidanza; non è possibile, infatti, conseguire la vaccinazione in gravidanza, in quanto è pericoloso per il feto.

Da dopo la conclusione del ciclo di somministrazione, il vaccino anti rosolia impiega circa un mese a creare la protezione appropriata, pertanto i tempi di attesa non sono affatto lunghi.

Le donne non vaccinate che, per motivi particolari, non hanno adottato la misura precauzionale del vaccino devono prestare molta attenzione, perché sono esposte a seri pericoli. È vero che la rosolia è, ormai, poco diffusa, ma l'agente virale che la causa esiste ancora, di conseguenza sussiste un rischio di infezione.

Importante

In Italia, a partire dal 2003, è stato messo a punto un piano nazionale per eliminare la sindrome da rosolia congenita. Tale piano prevede, oltre alla notifica obbligatoria della sindrome e della rosolia in gravidanza, una promozione del vaccino tra le persone ancora non vaccinate.

Perché Vaccinarsi contro la Rosolia?

Le vaccinazioni proteggono non solo il ricevente ma anche le altre persone: in una popolazione di vaccinati, le persone loro malgrado non vaccinate (es: individui allergici) sono ugualmente protette, in quanto l'agente patogeno si scontra contro la barriera immunitaria innalzata dagli stessi vaccinati.
Ecco perché, quindi, è bene vaccinarsi contro la rosolia.

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza