La rifampicina è un antibiotico appartenente alla classe delle rifamicine. È un composto semisintetico che deriva dalla rifamicina B, prodotta dalla Nocardia mediterranei.
Rifampicina - Struttura Chimica
La rifampicina è dotata di azione battericida (cioè è in grado di uccidere i batteri) ed è commercializzata sotto forma di formulazioni farmaceutiche adatte sia alla somministrazione per via orale che per via parenterale.
Indicazioni
Per Cosa si Usa
La rifampicina in monoterapia è impiegata per la profilassi delle infezioni causate da Neisseria meningitidis e da Haemophilus influenzae.
In associazione ad altri antibiotici, invece, la rifampicina è impiegata nel trattamento di:
- Tubercolosi;
- Lebbra;
- Endocarditi;
- Osteomieliti;
- Legionellosi grave;
- Brucellosi acuta;
- Infezioni complicate delle vie urinarie.
Avvertenze
I pazienti adulti, prima di cominciare il trattamento con rifampicina, devono essere sottoposti al controllo dell'emocromo e a controlli per determinare i livelli ematici di bilirubina, enzimi epatici e creatinina.
La rifampicina è dotata di capacità d'induzione enzimatica e, per questo, può provocare un aumento del metabolismo di molti substrati endogeni, fra cui la vitamina D e gli ormoni prodotti dalla tiroide e dal surrene.
La rifampicina può causare un peggioramento della porfiria in pazienti che ne sono affetti.
La rifampicina può conferire una colorazione rossa alle urine, al sudore, alle lacrime e all'espettorato. Inoltre, è stato segnalato che le lenti a contatto morbide portate da pazienti in terapia con rifampicina hanno assunto una colorazione rossa permanente.
Va usata molta cautela nella somministrazione della rifampicina nella prima infanzia e in pazienti anziani con un cattivo stato di nutrizione, soprattutto quando l'antibiotico è utilizzato in associazione a isoniazide per il trattamento della tubercolosi.
La somministrazione di rifampicina in pazienti con compromessa funzionalità renale deve essere effettuata solo se realmente necessario e sotto lo stretto controllo medico. La funzionalità epatica di questi pazienti deve essere costantemente monitorata. Qualora dovessero apparire i sintomi di un'eventuale tossicità epatica, il trattamento con la rifampicina deve essere interrotto.
La rifampicina può diminuire l'efficacia dei contraccettivi orali, pertanto, è consigliabile utilizzare metodi di contraccezione non ormonali per tutta la durata della terapia con l'antibiotico.
Interazioni
La rifampicina è un induttore degli enzimi del citocromo P450 epatico, pertanto, può favorire l'eliminazione e, conseguentemente, ridurre l'efficacia di farmaci metabolizzati dallo stesso citocromo P450. Fra questi farmaci, ricordiamo:
- Anticonvulsivanti;
- Antiaritmici;
- Alcuni farmaci antitumorali;
- Antipsicotici;
- Antidepressivi triciclici;
- Anticoagulanti orali;
- Barbiturici e benzodiazepine;
- Cloramfenicolo (un antibiotico);
- Fluorochinoloni (farmaci antibatterici);
- Contraccettivi orali;
- Corticosteroidi;
- Analgesici oppioidi;
- Antiemetici (antivomito);
- Levotiroxina;
- Teofillina.
La somministrazione concomitante di rifampicina e di saquinavir e ritonavir (farmaci antivirali impiegati nel trattamento dell'AIDS) può aumentare il rischio di tossicità a carico del fegato. Pertanto, tale associazione deve essere evitata.
Il rischio di epatotossicità aumenta anche in caso di somministrazione concomitante di rifampicina e di alotano (un anestetico generale) o isoniazide (utilizzata per il trattamento della malaria). Perciò, l'uso contemporaneo di rifampicina e di alotano deve essere evitato, mentre i pazienti in terapia con rifampicina ed isoniazide devono essere attentamente monitorati.
La somministrazione contemporanea di atovaquone (un farmaco impiegato nel trattamento della malaria) e di rifampicina provoca una diminuzione della concentrazione plasmatica di atovaquone e un aumento della concentrazione plasmatica di rifampicina.
L'uso contemporaneo di ketoconazolo (un antifungino) e di rifampicina provoca una diminuzione della concentrazione ematica di entrambi i farmaci.
La rifampicina provoca un aumento della concentrazione plasmatica del metabolita attivo dell'enalapril (un ACE-inibitore) quando somministrati insieme. Pertanto, potrebbe essere necessario un aggiustamento della dose di enalapril somministrato.
I farmaci antiacidi possono ridurre l'assorbimento della rifampicina.
In qualsiasi caso, è sempre bene informare il medico se si stanno assumendo - o se sono stati recentemente assunti - farmaci di qualsiasi tipo, compresi i medicinali senz'obbligo di prescrizione medica e i prodotti erboristici e/o omeopatici.
Effetti Collaterali
La rifampicina può provocare vari effetti collaterali, anche se non tutti i pazienti li manifestano. Questo perché ogni persona possiede una propria sensibilità nei confronti del farmaco. Perciò, non è detto che gli effetti indesiderati si manifestino tutti e con la stessa intensità in ciascun paziente.
Di seguito, sono elencati i principali effetti collaterali che possono insorgere durante la terapia a base di rifampicina.
Patologie epatobiliari
Il trattamento con rifampicina può indurre epatotossicità e portare all'insorgenza di epatite.
Patologie gastrointestinali
La terapia con rifampicina può provocare:
- Nausea e vomito;
- Diarrea;
- Fastidio addominale;
- Colite pseudomembranosa.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Durante il trattamento con rifampicina possono manifestarsi reazioni cutanee come arrossamento, prurito e rash di lieve entità.
Più raramente possono manifestarsi reazioni più gravi quali, reazione pemfigoide, eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica.
Alterazioni del sangue e del sistema linfatico
Durante la terapia con rifampicina, sono stati riportati casi di:
- Piastrinopenia (cioè la diminuzione del numero di piastrine nel circolo ematico) accompagnata o meno da porpora;
- Leucopenia, cioè la diminuzione dei livelli ematici di leucociti;
- Eosinofilia, cioè l'aumento del numero di eosinofili nel circolo sanguigno;
- Anemia emolitica acuta.
Inoltre - anche se rari - sono stati riportati casi di agranulocitosi, cioè una grave diminuzione del numero di granulociti nel circolo ematico.
Patologie dei reni e del tratto urinario
Il trattamento con rifampicina può provocare insufficienza surrenale in pazienti con precedente compromissione della funzionalità surrenalica e insufficienza renale acuta provocata da nefrite interstiziale acuta o da necrosi tubulare acuta.
Altri effetti collaterali
Altri effetti indesiderati che possono manifestarsi durante il trattamento con rifampicina, sono:
- Edema;
- Debolezza muscolare;
- Miopatia;
- Febbre;
- Brividi;
- Mal di testa;
- Capogiri;
- Dolore alle ossa;
- Dispnea;
- Sibili;
- Abbassamento della pressione arteriosa e shock;
- Anafilassi.
Sovradosaggio
I sintomi che possono manifestarsi in caso di assunzione di dosi eccessive di rifampicina, sono:
- Nausea e vomito, anche gravi;
- Dolore addominale;
- Cefalea;
- Prurito;
- Letargia;
- Aumenti transitori dei livelli ematici di bilirubina e di enzimi epatici;
- Colorazione bruno-rossastra della cute, delle urine, delle feci, del sudore e delle lacrime, la cui intensità varia in funzione della quantità di farmaco assunto;
- Edema facciale e periorbitale;
- Ipotensione;
- Aritmie ventricolari;
- Tachicardia sinusale;
- Arresto cardiaco;
- Convulsioni;
- Perdita di coscienza.
La terapia per il sovradosaggio da rifampicina deve essere di supporto ed è necessario trattare i sintomi man mano che si presentano.
La lavanda gastrica e la somministrazione di carbone attivo possono essere utili per eliminare l'antibiotico in eccesso dal tratto gastrointestinale.
In alcuni pazienti, può risultare utile anche l'emodialisi.
Meccanismo d'azione
La rifampicina esercita la sua azione antibatterica impedendo la trascrizione del DNA. Più precisamente, la rifampicina inibisce la RNA-polimerasi DNA dipendente batterica. Questo enzima è in grado di trascrivere le informazioni genetiche contenute nel DNA in una molecola complementare di RNA.
Impedendo alla cellula batterica di accedere alle proprie informazioni genetiche si ha un arresto delle varie attività cellulari che porta, infine, alla morte della stessa cellula.
Modo d'Uso - Posologia
La rifampicina è disponibile per la somministrazione endovenosa sotto forma di polvere e solvente per infusione e per la somministrazione orale sotto forma di capsule, compresse e sciroppo.
Durante la terapia con rifampicina è necessario seguire le istruzioni fornite dal medico, sia per quanto riguarda la quantità di farmaco da assumere, sia per quanto riguarda la durata del trattamento.
Somministrazione orale
Per favorire l'assorbimento della rifampicina, è consigliabile assumere il farmaco a stomaco vuoto e lontano dai pasti.
Per il trattamento della tubercolosi in pazienti adulti con peso corporeo superiore ai 50 Kg, la dose di rifampicina abitualmente somministrata è di 600 mg al giorno. Per i pazienti con peso corporeo inferiore ai 50 Kg, invece, la dose di farmaco solitamente impiegata è di 450 mg al giorno.
Durante il trattamento della tubercolosi, la rifampicina è sempre somministrata in associazione ad altri antibiotici.
Per il trattamento di altre infezioni, la dose di rifampicina abitualmente somministrata è di 900-1200 mg al giorno, da assumersi in due dosi frazionate.
Nei bambini, la dose di rifampicina consigliata è di 10-20 mg/Kg di peso corporeo, da assumersi in due dosi frazionate. Nei bambini non deve essere somministrata una dose giornaliera superiore ai 600 mg di farmaco.
Somministrazione endovenosa
La somministrazione della rifampicina per via endovenosa è indicata quando le condizioni del paziente non permettono la somministrazione orale.
Sia per il trattamento della tubercolosi che per il trattamento di altri tipi d'infezioni, la dose di rifampicina solitamente somministrata agli adulti per infusione endovenosa è di 600 mg di farmaco.
Gravidanza e Allattamento
La rifampicina è in grado di attraversare la placenta, ma gli effetti che può avere sul feto non sono noti. Studi condotti sui roditori, però, hanno dimostrato che la rifampicina ad alte dosi può causare effetti teratogeni. Inoltre, se somministrata durante le ultime settimane di gravidanza, la rifampicina può favorire l'insorgenza di emorragie post-natali nel neonato e nella madre che richiedono un adeguato trattamento con la vitamina K.
Alla luce di questi fatti, la rifampicina dovrebbe essere utilizzata dalle donne in gravidanza solo se i potenziali benefici attesi per la madre superano i potenziali rischi per il feto e solo sotto lo stretto controllo medico. Lo stesso discorso vale per l'utilizzo dell'antibiotico da parte di madri che stanno allattando al seno.
Controindicazioni
L'utilizzo della rifampicina è controindicato nei seguenti casi: