Ultima modifica 26.02.2020

Generalità

Entro certi limiti, il fenomeno dei piedi gonfi in gravidanza rappresenta una conseguenza fisiologica della gestazione, soprattutto nell'ultimo trimestre.

Piedi gonfi in gravidanzaIl gonfiore delle caviglie e dei piedi riflette l'aumento generalizzato della ritenzione idrica, cioè del ristagno di liquidi corporei nei tessuti e nelle cavità preformate del corpo. Tale ristagno è legato alle modificazioni ormonali, ematologiche e fisiche legate alla gravidanza.
Per moderare e/o prevenire il gonfiore dei piedi, esistono diversi rimedi. Innanzitutto, è bene riposare ed evitare di stare in piedi a lungo; dopodiché, è buona norma praticare un moderato esercizio fisico, curare la dieta, indossare scarpe comode ecc.
Salvo complicazioni, come la preeclampsia, i piedi gonfi in gravidanza scompaiono dopo il parto, nel giro di una settimana.

Sintomi

I piedi gonfi in gravidanza sono uno dei possibili effetti della ritenzione idrica, la quale ha luogo nei tessuti corporei delle donne incinte, specie durante l'ultimo periodo di gestazione. Per questo, il gonfiore dei piedi e di altri distretti è considerato, salvo peggioramenti, una risposta fisiologica del corpo che si sta preparando al parto.
È abbastanza facile accorgersi della loro insorgenza, perché la pelle assume un aspetto del tutto particolare; la cute, infatti, appare come stirata, lucida e, ovviamente, gonfia.

La ritenzione idrica, oltre ad interessare i piedi, può coinvolgere anche le gambe, i glutei, le mani e il viso.

DEFINIZIONE DI RITENZIONE IDRICA

In medicina, la ritenzione idrica è la tendenza a trattenere liquidi nell'organismo, sia all'interno dei tessuti che nelle cavità preformate del corpo. Il ristagno di questi fluidi determina il rigonfiamento delle sedi interessate e si manifesta con un segno caratteristico: l'edema.
Inoltre, a lungo andare, nel liquido ristagnato, si accumulano sostanze tossiche, che complicano la situazione.
I liquidi, a cui ci si riferisce quando si parla di ritenzione idrica, hanno origine sanguigna: essi, infatti, sono costituiti da plasma, il quale fuoriesce dai vasi venosi. Contenente acqua, sali minerali e proteine, il plasma è la parte non corpuscolata del sangue.


Un segno caratteristico della ritenzione idrica: la pelle di una persona con una forte ritenzione idrica, se premuta con un dito, forma una concavità, molto simile a un buco, che scompare nel giro di qualche secondo/minuto.

Per valutare il grado di ritenzione idrica, il medico sfrutta tale caratteristica per un test: preme in un punto, dov'è evidente la ritenzione idrica (in genere la coscia), e osserva quanto profonda è l'impronta formatasi e quanto tempo impiega per scomparire.

QUANDO SI GONFIANO DI PRECISO?

Piedi gonfi Impronta

Figura: tipica formazione di una fossetta (detta fovea) dopo aver compresso la tumefazione con un dito. Dal sito: www.mayoclinic.org

La ritenzione idrica è un fenomeno tipico dell'ultimo trimestre di gravidanza, ma il gonfiore si accentua in modo particolare nelle ultime due/tre settimane di gestazione.

Cause

I piedi gonfi in gravidanza sono provocati dal ristagno di liquidi corporei all'interno dei tessuti; in altre parole, da un processo di ritenzione idrica. A favorire questi processi, è lo stesso stato di gravidanza. Per quale motivo?

  • In gravidanza, il sangue cambia di composizione, aumentando la parte liquida (il plasma) rispetto a quella corpuscolata (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine). La parte non corpuscolata, come si è detto, è il liquido che provoca il fenomeno della ritenzione idrica.
  • Fin dai primi momenti, nelle donne incinte, si osserva un aumento dei livelli di un ormone, il progesterone. Tale ormone, funzionando da vasodilatatore, rallenta la circolazione del sangue e favorisce la stasi sanguigna, determinando in questo modo ritenzione idrica.
  • Nell'ultimo trimestre, l'utero s'ingrandisce notevolmente, comprimendo i vasi venosi che trasportano al cuore il sangue proveniente dalle parti basse del corpo (piedi e gambe). Ciò rende difficoltosa la risalita del flusso sanguigno e favorisce il ristagno di fluidi lungo gli arti inferiori.

FATTORI CHE ACCENTUANO LA SINTOMATOLOGIA

A peggiorare il gonfiore ai piedi, talvolta anche in maniera determinante, può essere una concomitanza di diversi fattori, quali: il sovrappeso ol'obesità, le alte temperature (cioè il caldo atmosferico) e lo stare in piedi per lunghi periodi di tempo.
L'influenza del sovrappeso e dell'obesità si spiega con il fatto che i liquidi corporei tendono a ristagnare più facilmente nel tessuto adiposo; nelle donne sovrappeso e obese, il contenuto di tessuto adiposo è notevole.
Il caldo atmosferico aumenta la dilatazione dei vasi sanguigni e, per contro, rallenta la circolazione sanguigna, favorendo la stasi ematica; in altre parole, si osserva un comportamento simile a quello descritto, in precedenza, per il progesterone.
Infine, lo stare in piedi tante ore, per una questione di gravità, rende più difficile la risalita del sangue verso l'alto e aumenta, come nel caso del caldo atmosferico, la stasi sanguigna a livello degli arti inferiori.

Rimedi

Nella maggior parte delle donne incinte, i piedi gonfi in gravidanza cominciano a sgonfiarsi subito dopo il parto e, nel giro di una settimana o poco più, si osserva un ritorno alla normalità.
Ciononostante, sia durante la fase acuta (ultime settimane di gravidanza) sia dopo il parto (per velocizzare la guarigione), è possibile mettere in pratica i seguenti rimedi:

  • Evitare di stare in piedi a lungo. Qualora non fosse possibile seguire questo consiglio, è bene aver cura di bilanciare il peso corporeo su entrambi i piedi.
  • Riposo e posture da assumere. Uno dei rimedi più importanti è quello di riposare con le gambe e i piedi tenuti più in alto delle anche, almeno un'ora al giorno. Questa posizione, infatti, per effetto della gravità, favorisce il ritorno di sangue venoso dagli arti inferiori verso il cuore. Un sofà è il divano ideale dove poter assumere la suddetta postura, tuttavia si ottiene lo stesso risultato, stendendosi su un letto e mettendo uno o due cuscini sotto i piedi.
    Infine, evitare di accavallare le gambe.
  • Indossare scarpe comode. Può essere utile procurarsi delle calzature senza lacci e di una misura più grande, in modo da non aumentare la stasi sanguigna. Le scarpe troppo strette, infatti, tendono a bloccare la circolazione del sangue e dei liquidi corporei.
  • Eseguire degli esercizi per i piedi. Piegare e allungare i piedi e ruotare le caviglie in senso orario e antiorario, il tutto per un diverso numero di volte e per più serie al giorno; simili movimenti favoriscono la circolazione sanguigna e riducono la stasi di sangue nei tessuti del corpo
  • Fare dell'esercizio moderato. Per favorire la circolazione sanguigna e il ritorno venoso, può essere utile fare delle passeggiate. Ovviamente, la quantità di esercizio fisico svolto dev'essere adeguata e non eccessiva.
  • Evitare gli ambienti troppo caldi. Se è possibile, durante la giornata, è bene evitare gli ambienti troppo caldi o di esporsi al sole estivo nelle ore centrali della giornata.
  • Indossare delle calze elastocompressive. Sono delle calze elastiche particolari, che favoriscono la circolazione sanguigna e linfatica (cioè della linfa).
  • Rimedi naturali. Tra i rimedi naturali, si segnalano il massaggio dei piedi e delle caviglie, l'agopuntura, l'aromaterapia e la fitoterapia. Prima di praticare alcuni di questi trattamenti, si consiglia di consultare il proprio medico curante.

COME AVVIENE, DOPO IL PARTO, LA NATURALE GUARIGIONE?

Dopo il parto, i piedi gonfi, così come le altre parti del corpo soggette a ritenzione, si sgonfiano e tornano alla normalità, grazie a un incremento della sudorazione e dell'attività renale, che innalza la quantità giornaliera di urina eliminata.

Attenzione: se i disturbi permangono per più di una settimana, non si vedono dei miglioramenti e si avvertono dolori alle gambe e forti mal di testa, si consiglia di consultare il proprio medico e sottoporsi ad accertamenti clinici.

Prevenzione

I piedi gonfi in gravidanza sono una condizione che non si può prevenire del tutto, in quanto, come si è detto, sono il frutto di una risposta fisiologica del corpo allo stato di gravidanza.
Tuttavia, ciò non significa che non si possa ridurre, in qualche modo, la gravità della ritenzione idrica. Adottando una dieta sana e bilanciata, è possibile mantenere sotto controllo il peso corporeo, favorire la diuresi e migliorare la circolazione sanguigna.
Di seguito, riportiamo gli accorgimenti dietetici che generalmente si mettono in atto in occasione del gonfiore ai piedi, alle mani, alle anche e alle gambe.

  • Non mangiare troppo. La gravidanza richiede un apporto calorico superiore al normale, è vero, ma non bisogna esagerare. Come si è visto, infatti, l'aumento di peso è uno dei fattori responsabili della ritenzione idrica.
  • Non eccedere nei farinacei, specie quelli contenenti lievito (pane, pizza ecc.), in quanto tendono ad aumentare il gonfiore.
  • Evitare cibi salati, grassi, poco digeribili, perché tendono a favorire la ritenzione idrica. Si consiglia, in aggiunta, di evitare determinati cibi confezionati, in quanto contengono delle quantità di sale ignote (quindi non controllabili) e, spesso, eccessive.
  • Bere molta acqua, per favorire l'attività renale e la diuresi.
  • Aumentare l'introito di cibi come frutta e verdura. Frutta e verdura sono cibi sani, favoriscono la diuresi e contengono molte fibre, che regolarizzano l'attività intestinale. Inoltre, la frutta sostituisce, parzialmente, i farinacei eliminati.
  • Aumentare l'introito di cibi ricchi di vitamine. Le vitamine sono contenute non solo nella frutta e nella verdura, ma anche nell'olio d'oliva, nelle mandorle, negli arachidi, nel germe di grano ecc.
  • Aumentare l'introito di cibi, che sono noti per migliorare la circolazione sanguigna. Alcuni esempi di cibi favorenti la circolazione sanguigna sono: aglio, cipolla e frutti di bosco.

Quando rivolgersi al medico?

Le possibili complicazioni

Sintomi di preeclampsia

Talvolta, l'eccessivo gonfiore ai piedi e nelle altre parti del corpo è segno di una sindrome molto temuta dalle donne incinte, nota col nome di preeclampsia o gestosi. La preeclampsia è caratterizzata, oltre che da una forte ritenzione idrica, anche da: proteinuria e ipertensione.

La proteinuria è l'aumento di proteine nelle urine eliminate, mentre l'ipertensione è l'innalzamento della pressione sanguigna.

In caso di sospetta preeclampsia (si vedano i sintomi a lato), è bene sottoporsi immediatamente a tutti gli accertamenti del caso, in quanto la situazione potrebbe degenerare ulteriormente, mettendo in serio pericolo di vita la madre.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza