Generalità
La pericardite è l'infiammazione del pericardio, ovvero quella membrana che avvolge, sostiene e protegge il cuore. Le cause di questo disturbo sono diverse, talvolta non riconoscibili anche dopo una diagnosi accurata.
Il classico sintomo della pericardite è il dolore toracico, che ricorda, per certi aspetti, il dolore da attacco di cuore. Pertanto, sebbene l'infiammazione del pericardio non sia di per sé un episodio grave, richiede comunque massima attenzione e sorveglianza.
La terapia consiste in diversi trattamenti farmacologici, applicati a seconda delle caratteristiche della pericardite. L'intervento chirurgico è richiesto solo in condizioni estreme.
Cos'è il pericardio?
Il pericardio è la membrana che avvolge il cuore e la radice dei principali vasi sanguigni che da esso dipartono (aorta, arterie polmonari, vene cave e vene polmonari). Il pericardio è costituito da due strati, separati l'uno dall'altro dal liquido pericardico.
Lo strato più esterno è il cosiddetto pericardio fibroso.
Lo strato più interno, invece, è il pericardio sieroso; esso aderisce perfettamente al cuore e a tutte le sue insenature ed è costituito da due foglietti di tessuto cellulare, chiamati foglietto parietale e foglietto viscerale.
Figura: il pericardio: posizione e anatomia. Dal sito: anunexpectederror.blogspot.it
Il liquido pericardico, il cui volume normale è di circa 20-50ml, serve a ridurre l'attrito e lo sfregamento dei due strati costituenti il pericardio.
FUNZIONI DEL PERICARDIO
Oltre a fungere da lubrificante, il pericardio ha diverse altre funzioni.
È fondamentale per fissare e mantenere nella posizione corretta, all'interno del mediastino, il cuore. Funge da barriera difensiva contro le infezioni, virali o batteriche, che potrebbero compromettere l'attività cardiaca. Infine, evita l'eccessiva dilatazione del cuore, quando questo è colpito da particolari patologie.
Cos'è la pericardite?
Con il termine pericardite ci si riferisce all'infiammazione del pericardio, cioè quella sottile membrana che avvolge e protegge il cuore.
L'infiammazione del pericardio è caratterizzata da irritazione, gonfiore e, talvolta, versamento: in altre parole, il cosiddetto edema infiammatorio.
La pericardite si manifesta con dolore toracico, molto simile (per certi aspetti) a quello causato dall'attacco di cuore o da disturbi a livello polmonare. Tuttavia, a differenza di queste situazioni patologiche, è meno grave.
TIPI DI PERICARDITE
Esistono diversi tipi di pericardite:
- Pericardite acuta
Si definisce acuta quando i sintomi durano meno di tre mesi. In genere, con una cura appropriata, il disturbo di tipo acuto si risolve in poche settimane. - Pericardite ricorrente
Si definisce ricorrent, quando il paziente è affetto da più pericarditi acute consecutive. - Pericardite cronica
Si definisce cronica quando i sintomi durano più di tre mesi. È considerata una complicanza della pericardite acuta.
EPIDEMIOLOGIA
Figura: confronto tra un cuore normale (a sinistra) e cuore con versamento pericardiaco (a destra). Le frecce indicano la pressione che il fluido accumulatosi esercita sul cuore. Dal sito: cardiachealth.org
La pericardite è una circostanza comune, che però non viene sempre diagnosticata. Il mancato riconoscimento si deve a motivi diversi: può essere conseguenza di una patologia più grave oppure può risolversi spontaneamente in pochi giorni, senza allarmare il paziente.
La pericardite è un disturbo che può insorgere a qualsiasi età; tuttavia, gli individui più colpiti sono gli adulti, tra i 20 e i 50 anni.
Gli uomini sono, generalmente, più colpiti delle donne. Inoltre, persone colpite da un primo episodio di pericardite sono più predisposte a manifestare, in futuro, eventi simili (pericardite ricorrente).
Cause
Il dolore da pericardite insorge a seguito di un mutamento nella composizione del liquido pericardiaco. Quest'ultimo, infatti, riempiendosi di cellule infiammatorie, pregiudica la sua funzione lubrificante e fa sì che tra lo strato fibroso e quello sieroso si crei attrito e frizione; attrito e frizione, che si manifestano appunto con la sensazione dolorosa.
Talvolta, inoltre, può capitare che il liquido aumenti di volume, esercitando in questo modo una pressione dolorosa sul cuore. Questa situazione è nota anche col termine di versamento pericardico.
POSSIBILI CAUSE
Le possibili cause di pericardite e i loro meccanismi d'azione sono ormai quasi del tutto noti. Ciò che risulta ancora problematico, in alcuni casi, è il riconoscimento esatto della causa specifica. Questa incertezza permane anche dopo aver sottoposto un paziente a una diagnosi dettagliata.
È per questo motivo, quindi, che molto spesso si parla di pericardite idiopatica, riferendosi, con questo termine, al fatto che non si è in grado di stabilire la precisa ragione, tra le tante ipotizzabili.
Di solito, all'origine del disturbo c'è un'infezione virale, ma non sono da escludersi infezioni batteriche, malattie autoimmuni, tumori, insufficienza renale ecc.
QUANDO LA CAUSA È UNA INFEZIONE VIRALE
Le infezioni virali più comuni sono quelle sostenute dagli enterovirus. Spesso, questi virus si manifestano, dapprima, con raffreddore o con meningite e, successivamente, con una pericardite.
Accanto agli enterovirus, ci sono: gli adenovirus, cioè quelli che causano anche polmonite, bronchite e alcune forme di miocardite; il virus di Epstein-Barr; i citomegalovirus; alcuni herpes simplex virus; i virus influenzali; il virus dell'epatite C; il virus dell'AIDS.
LE CAUSE MENO COMUNI
La pericardite, come anticipato, oltre che dai virus, può essere provocata anche da altre cause. Si tratta di situazioni meno comuni, ma altrettanto importanti.
- Infezioni batteriche
Si è constatato che spesso individui colpiti da tubercolosi sviluppano contemporaneamente, o in un secondo momento, pericardite. - Malattie autoimmuni
Una malattia autoimmune insorge quando il sistema immunitario di un organismo si rivolta contro l'organismo stesso, aggredendo i suoi organi. Si è osservata un'associazione tra la pericardite e l'artrite reumatoide, il lupus e la sclerodermia. - Radioterapia
Le persone, colpite da tumore ai polmoni e sottoposte a radioterapia, sono esposte maggiormente a pericardite. - Insufficienza renale
Si è appurata un'associazione tra i due disturbi, ma il motivo è poco chiaro. - Ipotiroidismo
Come per l'insufficienza renale, si è constatato un nesso tra le due condizioni, ma non se ne conosce il motivo. - Tumori
Diversi tumori, specialmente quando si diffondono con metastasi nel resto del corpo, determinano anche pericardite. - Attacco di cuore
Un attacco di cuore può provocare infiammazione del pericardio al momento della sua insorgenza o anche a distanza di mesi. Se avviene in un secondo momento, si parla di sindrome di Dressler. - Embolia polmonare
La presenza di un embolo a livello polmonare può manifestarsi anche con pericardite. - Complicanze di un intervento al cuore
Un'operazione chirurgica al cuore può provocare, come complicanza, un'infiammazione degli strati del pericardio. - Complicanze di un incidente automobilistico
La causa di pericardite è, in questi casi, il trauma toracico. - Complicanze da assunzione di farmaci
Si è osservato che certi farmaci, come la penicillina, la fenitoina (anticonvulsivante), il warfarin (anticoagulante), la procainamide (antiaritmico) e alcuni anti-tumorali, causano in alcuni individui infiammazione del pericardio.
CAUSE DI PERICARDITE RICORRENTE
Le pericarditi di tipo ricorrente rappresentano un caso curioso, in quanto non è ancora chiaro il meccanismo che le provoca.
Una prima teoria sostiene che all'origine ci sia una risposta immunitaria anomala e ritardata nel tempo. Per certi aspetti, questa ipotesi ricorda una malattia autoimmune, in cui gli anticorpi attaccano l'organismo che dovrebbero invece difendere. Nelle pericarditi ricorrenti, sembra che questo fenomeno avvenga di tanto in tanto.
Una seconda teoria sostiene che le capacità, possedute da alcuni virus, permettano loro di "nascondersi" nelle cellule del pericardio e palesarsi a distanza di mesi, in modo ripetuto.
La terza teoria, infine, vede al centro dell'attenzione i farmaci corticosteroidi. Secondo un dato statistico, infatti, è emerso che i pazienti con pericardite, trattati con questi farmaci, sono maggiormente esposti a ricadute successive.
Sintomi e Complicanze
Per approfondire: Sintomi Pericardite
Il principale sintomo, qualsiasi sia la causa che ha scatenato la pericardite, è il dolore toracico, avvertito appena dietro lo sterno.
Il resto della sintomatologia dipende dalle ragioni che hanno provocato l'infiammazione del pericardio: il paziente, a seconda dei casi, può quindi manifestare febbre, fatica, fiato corto ecc.
IL DOLORE TORACICO
Il dolore toracico da pericardite è improvviso, acuto e lancinante. Solitamente, lo si avverte dietro allo sterno, sul lato sinistro. In certi casi, può diramarsi fino alla spalla destra e al collo.
Alcuni pazienti descrivono il dolore come fosse un fastidio che produce un senso di pressione a livello toracico.
Tossire, respirare profondamente, mangiare o sdraiarsi sono atti che acuiscono la sensazione dolorosa.
Al contrario, sedersi o piegarsi in avanti sono posizioni che producono sollievo.
Il dolore toracico da pericardite e quello da attacco di cuore sono molto simili, tanto che è impossibile riconoscerli, se non con opportune indagini diagnostiche. Perciò, nonostante la pericardite non sia una condizione patologica particolarmente grave (fatta eccezione per quelle forme sostenute da gravi condizioni patologiche, come un tumore, un problema cardiaco ecc.), un dolore toracico come quello appena descritto merita grande attenzione, sia da parte di chi ne è affetto sia da parte del medico.
GLI ALTRI SINTOMI
In base alle cause che hanno provocato la pericardite, il paziente potrà manifestare i seguenti sintomi e segni:
- Febbre alta
- Fiato corto
- Fatica e senso di debolezza
- Nausea
- Tosse secca
- Gonfiore alle gambe o all'addome
SINTOMI DELLA PERICARDITE RICORRENTE
La pericardite ricorrente può presentarsi in due modi: persistente o intermittente.
È di tipo persistente, quando i sintomi si palesano poco dopo aver interrotto i trattamenti farmacologici (per esempio, i FANS).
È di tipo intermittente, invece, quando i sintomi ricompaiono a distanza di mesi, se non anche anni. Spesso, in questi casi, ci si imbatte nella cosiddetta sindrome di Dressler, la cui causa originaria è un attacco di cuore.
COMPLICAZIONI
La pericardite cronica è considerata una complicazione della pericardite di tipo acuto. È definita cronica quando i sintomi e i segni, che essa determina, si protraggono per più di tre mesi.
Esistono due forme di pericardite cronica:
- La pericardite cronica essudativa
Caratteristiche: all'interno del pericardio c'è un piccolo eccesso di liquido (versamento pericardico), dovuto all'infiammazione. Le quantità sono modeste, però causano dolore persistente, senso di svenimento e fiato corto.
Cause: tubercolosi, epatite, metastasi tumorali e complicanze post-intervento chirurgico al cuore. Talvolta, non c'è una spiegazione chiara. - La pericardite cronica costrittiva
Caratteristiche: una prolungata infiammazione può irrigidire la membrana che compone il pericardio e farle perdere elasticità. In tal modo, il cuore fatica a svolgere la sua azione di pompaggio perché non riesce più a riempirsi di sangue e a contrarsi come dovrebbe. I sintomi classici sono fiato corto, fatica, dolore addominale, nausea e vomito.
Cause: tubercolosi, effetti della radioterapia e complicanze post-intervento chirurgico al cuore. Talvolta, non c'è una spiegazione chiara.
Accanto a queste due forme particolarmente gravi di pericardite cronica, che possono mettere in pericolo di vita il paziente (o quanto meno richiedere l'intervento chirurgico), c'è una terza complicanza altrettanto seria: il cosiddetto tamponamento cardiaco.
Sintomi e segni del tamponamento cardiaco:
- Ipotensione (calo della pressione sanguigna, dovuto alla ridotta irrorazione sanguigna)
- Senso di svenimento
- Visione offuscata
- Palpitazioni
- Confusione
- Nausea
- Debolezza generale
- Perdita di conscienza
La condizione di tamponamento cardiaco si instaura quando il liquido pericardico aumenta in modo molto elevato (versamento pericardico severo), tanto che l'attività del cuore è seriamente compromessa. Per certi aspetti, assomiglia alla pericardite cronica essudativa, ma con effetti ancora più drammatici: il paziente, infatti, soffre di numerosi disturbi e abbisogna di un intervento chirurgico appropriato. Le cause più comuni sono le infezioni batteriche tubercolari e le metastasi tumorali.
QUANDO RIVOLGERSI AL MEDICO
Si consiglia di consultare un medico quando il dolore toracico si presenta nelle modalità sopradescritte: improvviso, acuto, lancinante e come un senso di pressione. Infatti, nonostante la pericardite non sia di per sé una condizione patologica grave, merita comunque le dovute attenzioni, perché potrebbe avere origine da circostanze ben più pericolose (attacco di cuore, embolia polmonare ecc).
Diagnosi
Il primo passo, per stabilire una corretta diagnosi di pericardite, consiste in un esame obiettivo completo del paziente. Dopodiché, si procede con controlli più specifici, come le analisi del sangue e gli esami strumentali.
ESAME OBIETTIVO
L'esame obiettivo comincia con l'anamnesi, cioè con la raccolta di informazioni relative alla sintomatologia e alla storia clinica direttamente dalla voce del paziente (o dei familiari).
Il medico, quindi, pone diverse domande al paziente, per capire se nel passato recente si è verificata una delle cause di pericardite sopraccitate (infezione virale, infezione batterica, incidente d'auto, intervento al cuore ecc).
Dopodiché, si procede con il controllo stetoscopico. L'auscultazione cardiaca, mediante stetoscopio, permette di riconoscere un rumore aspro, come di qualcosa che gratta. Tale rumore è frutto dello sfregamento tra i due strati di pericardio e il liquido pericardico anomalo.
ESAMI DEL SANGUE
I controlli su un campione di sangue servono a rintracciare l'eventuale presenza di infezioni (virali o batteriche) in corso. Inoltre, può essere utile anche prelevare e analizzare un campione di liquido pericardico, poiché può fornire numerose informazioni.
ESAMI STRUMENTALI
Figura: radiografia di un torace di una persona con pericardite. Dal sito: circ.ahajournals.org
I test strumentali sono fondamentali per confermare la pre-diagnosi e non solo: tramite essi, infatti, si chiariscono le anomalie a livello del pericardio, le cause scatenanti e le possibili patologie correlate.
- Elettrocardiogramma (ECG). Applicando degli elettrodi sulla pelle di un individuo, si misura l'attività elettrica del cuore. Se la persona sotto esame soffre effettivamente di pericardite, il medico riconosce delle specifiche anomalie nel battito cardiaco.
- Radiografia del torace. Permette di valutare la forma e le dimensioni del cuore. Il cuore di un paziente con pericardite appare più grande, a causa dell'accumulo di liquido pericardico.
- Ecocardiogramma. Fornisce un'immagine anatomica del cuore e delle sue strutture, pericardio compreso. Se c'è qualche variazione di volume, questa viene evidenziata.
- Tomografia assiale computerizzata (TAC). Si ottengono delle immagini molto dettagliate del cuore e del pericardio. È fondamentale per chiarire le cause e per escludere patologie diverse dalla pericardite, ma con sintomi simili. L'esame fa uso di radiazioni ionizzanti, leggermente nocive per il paziente.
- Risonanza magnetica. Fornisce delle immagini del pericardio e dei suoi eventuali cambiamenti. L'esame non è affatto nocivo per il paziente.
Trattamento
La scelta delle cure più appropriate dipende dalle cause e dalla gravità della pericardite. È fondamentale, pertanto, una diagnosi precisa, che chiarisca le caratteristiche del disturbo.
Solitamente, è richiesta la somministrazione di farmaci analgesici e antinfiammatori; è raro che si ricorra alla chirurgia, indicata però nei casi in cui la pericardite sia dovuta a cause molto gravi (attacco di cuore, trauma cardiaco, tumori, tubercolosi ecc.).
SERVE SEMPRE IL RICOVERO OSPEDALIERO?
Ricoverare o meno un paziente con pericardite è una decisione che spetta al medico. Quest'ultimo, dopo essersi sincerato delle condizioni di salute dell'individuo malato, e in base alla diagnosi effettuata, deciderà il da farsi.
Le condizioni che richiedono il ricovero:
- Febbre alta, superiore ai 38 gradi
- Alto numero di globuli bianchi nel sangue, per esito di una grave infezione
- Pericardite causata da trauma toracico
- Alti livelli di troponina nel sangue (N.B: la troponina è una proteina presente soprattutto nei muscoli volontari e nel cuore. Quando c'è un danno muscolare al cuore, la concentrazione di troponina nel sangue aumenta in modo anomalo)
- Rischio di un tamponamento cardiaco
- Pericarditi che richiedono l'intervento chirurgico
IL TRATTAMENTO FARMACOLOGICO
È fondamentale sapere per quali motivi è insorta una pericardite, in quanto ciò consente al medico di stabilire quali farmaci sono più appropriati. Per esempio, una pericardite virale necessita di farmaci diversi da una pericardite batterica; oppure, se all'origine c'è un attacco di cuore, alcuni trattamenti farmacologici vanno esclusi, perché potrebbero peggiorare le condizioni di salute del paziente.
Ricapitolando, quindi, i farmaci più usati sono:
- FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), tra cui aspirina, ibuprofene ecc.
- Analgesici narcotici
- Colchicina
- Corticosteroidi
- Antibiotici
I FANS
Il trattamento con FANS serve a ridurre l'infiammazione e ad alleviare il dolore toracico. Pertanto, oltre a un'azione antinfiammatoria, sono somministrati anche come analgesici.
I farmaci più usati sono l'ibuprofene e l'aspirina. Il primo è molto efficace in quasi tutte le circostanze di pericardite, salvo nei casi in cui all'origine del disturbo ci sia un attacco di cuore. In tali frangenti, si ricorre all'aspirina e si ottengono ottimi risultati.
Gli effetti collaterali, dovuti all'uso prolungato, consistono nelle ulcere gastriche (allo stomaco). Per questo motivo, molto spesso, ai FANS si associano i cosiddetti inibitori di pompa protonica, che proteggono lo stomaco.
I FANS vengono utilizzati anche nei casi di pericardite ricorrente e pericardite cronica essudativa, con risultati alterni.
ANALGESICI NARCOTICI
Per analgesici narcotici, s'intendono gli oppiacei (derivati della morfina). Essi hanno ottimi effetti, tuttavia vanno somministrati per brevi periodi e solo se strettamente necessario.
COLCHICINA
La colchicina svolge una funzione antinfiammatoria, in quanto ha come bersaglio le cellule del sistema immunitario, che causano infiammazione. La sua somministrazione può essere associata a FANS, se questi hanno dei benefici, oppure isolata.
L'azione della colchicina, a livello pericardico, è efficace: riduce i sintomi e il rischio di una ricaduta. Tuttavia, in alcuni casi, possono verificarsi degli effetti collaterali, come dolore addominale, vomito e diarrea. Con l'abitudine all'assunzione, tali effetti collaterali possono notevolmente ridursi.
La colchicina previene efficacemente l'insorgenza di pericardite ricorrente.
Effetti collaterali dei corticosteroidi:
- Pericardite ricorrente
- Aumento del peso corporeo
- Sbalzi d'umore
- Sudorazione eccessiva
CORTICOSTEROIDI
Si ricorre ai corticosteroidi solo quando i trattamenti a base di FANS e colchicina non forniscono alcun risultato soddisfacente. Si tratta di una misura estrema, poiché questi farmaci, specialmente nei trattamenti prolungati, possono dare gravi effetti collaterali.
I corticosteroidi agiscono a livello del sistema immunitario, riducendo il numero di cellule infiammatorie e, di conseguenza, anche il dolore.
Per approfondire: Farmaci per la Cura della Pericardite »
ALTRE MISURE TERAPEUTICHE
Se si appura che la pericardite ha origine batterica, il trattamento terapeutico prevede l'uso, oltre ai già citati farmaci analgesici, di antibiotici.
Se all'origine del disturbo c'è una problema cardiaco, come una miocardite o a maggior ragione un attacco di cuore, alla terapia farmacologica del caso va aggiunto il riposo.
LA CHIRURGIA: COME E QUANDO INTERVENIRE
L'operazione chirurgica è riservata ai casi di pericardite più gravi, caratterizzati da complicazioni.
Le modalità d'intervento sono due e la scelta di una o dell'altra dipende dal tipo di complicanze, che si sono instaurate nel paziente.
- La pericardiectomia. È la rimozione del pericardio. A essa si ricorre quando il paziente ha sviluppato una pericardite cronica costrittiva. In questi soggetti, il pericardio è diventato rigido a seguito del continuo stato infiammatorio e non permette più al cuore di pompare sangue in modo normale. Si tratta di un'operazione alquanto delicata, che in un caso su 20 può determinare la morte del paziente. Pertanto, si interviene solo se strettamente necessario. È prevista l'ospedalizzazione.
- La pericardiocentesi. È l'aspirazione di liquido pericardico, quando questo è in eccesso a causa dello stato infiammatorio. La presenza di troppo liquido tra i due strati di pericardio impedisce al cuore di funzionare correttamente e di spingere il sangue in circolo (come succede nei casi di pericardite cronica essudativa e/o tamponamento cardiaco). Per aspirare il fluido, si utilizza un catetere sterile, simile a un ago, che viene condotto fino al pericardio. Il drenaggio viene ripetuto per diversi giorni consecutivi, pertanto richiede l'ospedalizzazione. Il tutto si esegue in anestesia locale.
Prognosi
La prognosi relativa alla pericardite dipende dal caso clinico sotto esame. Come si è visto, infatti, l'infiammazione del pericardio può avere cause diverse e, in base a queste, si instaureranno circostanze patologiche più o meno gravi.
Per esempio, una pericardite virale, di solito, si risolve in modo positivo in poche settimane, specialmente se si applicano i giusti trattamenti farmacologici.
Al contrario, una pericardite dovuta a qualche disturbo cardiaco più serio, come una miocardite o un attacco di cuore, non ha una prognosi positiva quanto il caso precedente. Richiede maggiori attenzioni e c'è il rischio che il disturbo si ripresenti più avanti nel tempo.
Una condizione di pericardite ricorrente o, addirittura, di tipo cronico pregiudica non poco la qualità di vita di un individuo.
L'intervento chirurgico, sebbene sia riservato ai casi più gravi, è delicato e presenta una piccola percentuale di rischio per il paziente.