Generalità
Il neuroblastoma è un raro tumore maligno, che origina da cellule nervose immature chiamate neuroblasti. Solitamente (70% dei casi) si sviluppa nell'addome - in particolare a ridosso dei surreni - ma può localizzarsi anche a livello del torace (19% dei casi), sul collo o su un punto della colonna vertebrale.
Le persone più colpite da neuroblastoma sono i bambini di età inferiore ai 5 anni.
La sintomatologia - che in buona parte dipende dalla sede del neuroblastoma - è inizialmente alquanto vaga; diventa evidente col tempo, quando la massa tumorale s'ingrandisce.
La complicanza più temuta è la diffusione di metastasi da parte del tumore.
Solo grazie a un iter diagnostico accurato, è possibile stabilire la terapia più adeguata.
I trattamenti disponibili oggi consistono nell'intervento chirurgico di rimozione della massa tumorale, nella chemioterapia e nella radioterapia.
Breve ripasso di che cos'è un tumore
In medicina, il termine tumore identifica una massa di cellule molto attive, in grado di dividersi e accrescersi in maniera incontrollata.
Esistono due tipologie di tumori: le forme benigne e le forme maligne.
I tumori benigni sono masse cellulari la cui crescita non è infiltrativa (cioè non invade i tessuti circostanti) e neppure metastatizzante.
I tumori maligni, invece, sono ammassi di cellule capaci di crescere molto velocemente e di diffondersi nei tessuti circostanti e nel resto dell'organismo (tramite il circolo sanguigno e/o linfatico).
Le parole tumore maligno, cancro e neoplasia maligna sono da considerarsi sinonimi.
Cos'è il neuroblastoma?
Il neuroblastoma è un tumore maligno (quindi un cancro), che si sviluppa a partire dai neuroblasti e che può localizzarsi in varie parti del corpo.
I neuroblasti sono particolari cellule nervose immature, cioè non ancora differenziate. In genere, con la loro presenza, caratterizzano la fase fetale e neonatale della vita; dopodiché maturano e diventano, per esempio, delle cellule nervose vere e proprie.
Significato delle parola neuroblastoma
La parola neuroblastoma è composta da tre parti:
- Neuro, che fa riferimento all'interessamento dei nervi.
- Blasto, che significa "cellula in una fase precoce dello sviluppo" o "cellula indifferenziata".
- Oma, che indica la presenza caratteristica di un gruppo di cellule, ovvero un tumore.
LOCALIZZAZIONE DI UN NEUROBLASTOMA
I neuroblastomi si formano generalmente nell'addome, a livello delle ghiandole surrenali (dette anche surreni) o dei tessuti circostanti quest'ultime.
Possono, tuttavia, svilupparsi anche in un punto del torace, nel collo o vicino alla colonna vertebrale, poiché anche in tali sedi risiedono discrete quantità di neuroblasti.
Inoltre, trattandosi di tumori maligni, quindi metastatizzanti, possono diffondersi altrove, per esempio, "muovendosi" dall'addome verso le ossa, il fegato o gli strati cutanei.
EPIDEMIOLOGIA
Poiché origina da cellule presenti soprattutto nei primi anni di vita, il neuroblastoma è una neoplasia maligna tipica della prima infanzia. Infatti, corrisponde al 6-10% di tutti i tumori che colpiscono i bambini e al 15% di tutti i tumori maligni dell'età giovanile.
A soffrirne maggiormente sono gli individui entro il 2° anno di vita.
Man mano che l'età avanza, l'incidenza del neuroblastoma diminuisce progressivamente. Del resto, secondo alcune stime, solo il 10% dei malati ha più di 5 anni.
Il neuroblastoma è un cancro abbastanza raro: in un Paese come gli Stati Uniti si registrano 650 casi all'anno, mentre nel Regno Unito circa un centinaio.
Una ricerca recente, condotta in Europa, ha rivelato che, dei 4000 casi di neuroblastoma registrati, meno del 2% riguardava persone di età superiore ai 18 anni.
Cause
I tumori sono in genere la conseguenza di una serie di mutazioni genetiche che colpiscono il DNA delle cellule.
Tali mutazioni - che di solito interessano una singola cellula, da cui originano per mitosi altre cellule mutate - sono responsabili del processo incontrollato di divisione e accrescimento cellulare, tipico di una massa tumorale.
Il neuroblastoma non rappresenta un'eccezione a questa regola: compare a seguito di una mutazione genetica del DNA contenuto in un neuroblasto, il quale, dopo la suddetta mutazione, comincia a dividersi senza sosta e senza possibilità di arresto.
ORIGINE DELLE MUTAZIONI
Nonostante i numerosi studi condotti a riguardo, i ricercatori non sono ancora riusciti a stabilire le precise cause di neuroblastoma.
FATTORI DI RISCHIO
Dopo aver constatato che alcuni pazienti con neuroblastoma avevano dei parenti di sangue con la stessa malattia, gli studiosi hanno formulato la tesi secondo cui, per qualcuno, esisterebbe una certa predisposizione familiare al neuroblastoma.
Secondo alcune ipotesi, tale predisposizione familiare risulterebbe dalla trasmissione ereditaria, al momento del concepimento, di una mutazione favorente la neoplasia maligna in questione.
Sintomi e Complicanze
Per approfondire: Sintomi Neuroblastoma
I sintomi e i segni di un neuroblastoma variano a seconda di dove insorge e di dove ha diffuso le sue metastasi.
I neuroblastomi con sede d'origine nell'addome - che rappresentano circa il 70% dei casi - causano:
- Dolore e distensione addominale.
- Comparsa di una massa sottocutanea di consistenza rigida (non molle). È il tumore.
- Problemi intestinali, come tendenza alla diarrea e/o problemi vescicali.
- Addome gonfio.
- Gonfiore alle gambe.
I neuroblastomi che insorgono a livello del torace (19% dei casi) e del collo possono essere responsabili di:
- Rantoli e sibili durante la respirazione.
- Dolore toracico.
- Problemi agli occhi, tra cui le cosiddette palpebre calanti, una diversa dimensione delle due pupille (anisocoria), comparsa di segni neri simili a ematomi attorno agli occhi e proptosi.
- Gonfiore alla faccia, alle braccia o alla parte superiore del torace.
- Presenza di una massa rigida al tatto, in un posto del torace o del collo. È il tumore.
- Mal di testa, vertigini e cambiamenti dello stato di coscienza.
- Incapacità di muovere gli arti superiori e/o inferiori. Questo perché la massa tumorale comprime le vie nervose deputate al controllo di braccia e mani.
I neuroblastoma formatisi in prossimità della colonna vertebrale provocano compressione ai danni della colonna stessa. Tale compressione comporta la comparsa di problemi nel camminare, nel procedere a quattro zampe o nello stare in piedi.
ALTRI SINTOMI
Che siano situati a livello addominale oppure in altre sedi del corpo, quasi tutti i neuroblastomi hanno la tendenza a provocare perdita di appetito, febbre, stanchezza e malessere.
Inoltre, molto spesso si caratterizzano anche per aumentare la produzione di catecolamine. Le catecolamine sono molecole chimiche, in genere con funzione ormonale, che derivano dall'aminoacido tirosina. Sono coinvolte in tantissimi processi fisiologici: per esempio, due delle catecolamine più note, l'adrenalina e la noradrenalina, intervengono nelle reazioni definite col termine di "combatti e scappa".
Alcuni sintomi legati all'aumento delle catecolamine circolanti:
- Perdita di peso
- Sudorazione insolita
- Vampate e arrossamento cutaneo
- Diarrea
- Incremento del battito cardiaco e della pressione arteriosa
EVOLUZIONE DELLA SINTOMATOLOGIA
Nelle sue fasi iniziali, un neuroblastoma si presenta con una sintomatologia appena accennata e poco significativa. Chi ne è affetto, infatti, tende a soffrire di una lieve febbre e ad apparire stanco e poco affamato.
Nelle fasi più avanzate della malattia, la situazione cambia decisamente e il paziente manifesta i sintomi riportati per i tumori situati nell'addome, nel torace ecc.
Attenzione: l'analisi accurata di numerosi casi clinici ha rivelato che molti neuroblastomi, quando la sintomatologia si fa evidente, hanno già dato luogo a metastasi (ovvero hanno contaminato, con le loro cellule tumorali, altri organi o tessuti del corpo).
COMPLICAZIONI
La complicazione più importante e temuta di un neuroblastoma è la diffusione, da parte del tumore e attraverso il circolo sanguigno o linfatico, di metastasi. Quest'ultime possono intaccare:
- Le ossa, inducendo la comparsa di dolore e difficoltà a camminare
- Il midollo osseo, provocando anemia, tendenza alle emorragie, ematomi e infezioni (dovute alla scarsa presenza di globuli bianchi in circolo)
- La pelle, dando luogo a emorragie ed ematomi evidenti.
Un'altra importante complicanza che merita di essere segnalata è la cosiddetta sindrome paraneoplastica. Si tratta di un insieme di disturbi associati alla presenza del cancro, che si verifica a prescindere dalla presenza di elementi metastatici.
Chi soffre di sindrome paraneoplastica può denunciare problemi anche in organi molto distanti da dove è insorto il tumore.
QUANDO RIVOLGERSI AL MEDICO?
Sarebbe auspicabile individuare un neuroblastoma agli esordi, in quanto significherebbe che il tumore è, molto probabilmente, ancora confinato in una sede circoscritta.
Purtroppo, però, ciò è complicato dal fatto che i sintomi iniziali sono poco significativi e di difficile rivelamento.
Diagnosi
L'iter diagnostico per l'individuazione di un neuroblastoma comprende:
- Un esame obiettivo accurato
- Esami del sangue e delle urine
- Esami di diagnostica per immagini
- Una biopsia tumorale
- Il prelievo di un campione di midollo osseo e la sua successiva analisi in laboratorio.
ESAME OBIETTIVO
Un esame obiettivo accurato consiste nell'attenta analisi dei sintomi e dei segni manifestati dal paziente.
Poiché i malati sono in genere bambini molto piccoli, il medico ha bisogno molto spesso di interrogare i genitori: solo così può ottenere un quadro completo della sintomatologia.
ESAMI DEL SANGUE E DELLE URINE
Tramite gli esami del sangue e delle urine, il medico può rendersi conto se il presunto tumore ha provocato l'alterazione di alcuni parametri fisiologici.
Sono i test ideali per riconoscere un'anomalia nei livelli di catecolamine.
ESAMI DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI
Gli esami di diagnostica per immagini sono molti utili, perché permettono l'identificazione della massa tumorale e di alcune sue caratteristiche (come per esempio la sede e le dimensioni).
In genere, le procedure di diagnostica per immagini previste sono:
- Raggi X. Riferiti alla zona dove si presume sia presente il neuroblastoma, rappresentano una metodica diagnostica indolore, che però espone il paziente a una dose (molto piccola) di radiazioni ionizzanti.
Vi viene fatto notevole ricorso quando il cancro è situato a livello toracico: in questi casi si parla anche di radiografia del torace o RX-torace.
- Ecografia. Consiste nell'utilizzo di una sonda a ultrasuoni, che, a contatto con la pelle, proietta su un monitor collegato l'aspetto dei tessuti sottostanti. È una procedura indolore e del tutto priva di effetti collaterali.
- TAC (tomografia assiale computerizzata). È una metodica che sfrutta le radiazioni ionizzanti per costruire un'immagine tridimensionale, altamente dettagliata, di un dato comportamento corporeo. È del tutto indolore, ma la dose di raggi X a cui vengono esposti i pazienti è notevole.
- Risonanza magnetica nucleare (RMN). Si basa sull'utilizzo di uno strumento che genera campi magnetici e che è in grado, grazie a quest'ultimi, di creare un'immagine precisa delle parti interne del corpo umano. È indolore e, diversamente dalla TAC, non prevede esposizioni pericolose. Infatti, i campi magnetici generati dall'apparecchiatura non sono nocivi.
- Scansione con Meta-Iodo-Benzil-Guanidina (MIBG). La MIBG è una sostanza che viene facilmente assorbita dalle cellule che costituiscono i neuroblastomi. Pertanto, si è pensato di utilizzarla come strumento diagnostico. Per tale scopo, viene arricchita con iodio radioattivo, visibile con un opportuno strumento, e iniettata direttamente nel sangue del paziente.
BIOPSIA TUMORALE
Una biopsia tumorale consiste nel prelievo e nell'analisi istologica in laboratorio di un campione di cellule provenienti dal tumore.
Ai fini diagnostici, è l'esame che apporta il maggior numero di informazioni utili. Permette, infatti, di stabilire a quale stadio di gravità è giunto il neuroblastoma.
PRELIEVO DEL MIDOLLO OSSEO
Il prelievo e l'analisi in laboratorio di un campione di midollo osseo permettono di scoprire se il neuroblastoma ha diffuso qualche sua metastasi in tale sede.
La raccolta del materiale da analizzare avviene dopo anestesia generale e prevede l'utilizzo di un ago apposito, inserito a livello delle creste iliache o nella parte bassa della schiena.
GRAVITà DI UN NEUROBLASTOMA: GLI STADI TUMORALI
La gravità di un tumore dipende dalla grandezza della massa neoplastica e dalla capacità di diffusione delle cellule tumorali. Esistono 4 stadi principali di gravità:
- Lo stadio I (o stadio 1).
I neuroblastomi a questo stadio sono localizzati in un determinato punto e presentano contorni ben definiti. Rappresentanti la forma meno grave della malattia, si prestano sufficientemente bene alla rimozione chirurgica completa.
Gli unici linfonodi che potrebbero presentare qualche cellula tumorale al loro interno sono quelli collegati strettamente al tumore. Tutti gli altri sono del tutto sani.
- Lo stadio II (o stadio 2).
Esistono due sottotipi di stadio II: lo stadio IIA e lo stadio IIB.
In entrambi i casi, i neuroblastomi sono localizzati e assai poco diffusi. L'unica differenza esistente tra i due stadi risiede nella possibilità di rimozione chirurgica: un neuroblastoma IIA non è asportabile in maniera completa, mentre un neuroblastoma IIB può essere anche rimosso del tutto.
Allo stadio II, le cellule tumorali invadono sicuramente i linfonodi connessi al tumore e, talvolta, anche quelli posti a poca distanza.
- Lo stadio III (o stadio 3).
Un neuroblastoma di stadio III è un tumore maligno in fase alquanto avanzata, di grandi dimensioni e impossibile da rimuovere chirurgicamente.
Ciononostante, non è detto che abbia disseminato qualche metastasi in altre parti del corpo.
Gli unici linfonodi che sicuramente contengono delle cellule tumorali sono quelli connessi direttamente al tumore.
- Lo stadio IV (o stadio 4).
Come nel caso dello stadio II, esistono due sottotipi di stadio IV: lo stadio IVM e lo stadio IVS.
I neuroblastomi allo stadio IVM rappresentano la forma più grave della malattia. Sono infatti tumori maligni di grandi dimensioni, caratterizzati da metastasi in diverse parti del corpo. A questo stadio, sia i linfonodi connessi al tumori, sia i linfonodi più distanti dalla sede tumorale, presentano tracce di cellule tumorali.
Ovviamente, le possibilità di cura per un neuroblastoma di stadio IVM sono davvero molte limitate.
Passando quindi ai neuroblastomi di stadio IVS, questi sono tumori maligni meno gravi di quello che si potrebbe pensare. Tipici dei bambini sotto l'anno di vita, sono responsabili di metastasi a livello della cute, del fegato e del midollo osseo, ma, ciononostante, possono essere trattati in maniera soddisfacente.
Al momento, i ricercatori stanno cercando di capire il perché di un comportamento così anomalo.
La conoscenza dello stadio di un neuroblastoma è fondamentale per la pianificazione del trattamento più adeguato.
Altra classificazione dei neuroblastomi
Nel 2005, i rappresentati dei più importanti centri di oncologia pediatrica presenti nel mondo si sono incontrati per discutere anche di un nuovo metodo di classificazione dei neuroblastomi (alternativo a quello dei 4 stadi appena descritto).
Al termine dell'incontro hanno deciso che un neuroblastoma può essere distinto in base a tre livelli di rischio: basso, intermedio ed elevato.
Trattamento
La terapia di un neuroblastoma dipende da:
- Lo stadio del tumore. Per un tumore di stadio I le possibilità di cura sono superiori rispetto a un tumore di stadio III o IV.
- Il grado tumorale. Per grado tumorale s'intende la velocità di accrescimento di un tumore. I neuroblastomi con una velocità di crescita non particolarmente elevata sono più facilmente trattabili dei neuroblastomi dall'accrescimento molto rapido.
I metodi di trattamento adottabili sono: la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia.
È raro che vengano applicati singolarmente; infatti, per un risultato migliore, si può ricorrere per esempio all'intervento chirurgico e a diversi cicli di chemioterapia.
Caso particolare
I neuroblastomi di stadio IVS possono, in alcuni casi, guarire da soli. È possibile, infatti, che il tumore si risolva spontaneamente, senza il ricorso ad alcuna terapia chirurgica, chemioterapica o radioterapica.
CHIRURGIA
Lo scopo dell'intervento chirurgico è rimuovere tutto il neuroblastoma o la maggior parte di questo, se l'asportazione totale è impossibile.
L'esatta metodica d'intervento dipende in larga misura dalla sede e dalla grandezza del tumore.
Purtroppo, esistono neuroblastomi giunti a uno stadio tale per cui sono irremovibili (stadio III e IVM). In questi frangenti, l'unica soluzione è affidarsi esclusivamente alla chemioterapia e alla radioterapia.
Ovviamente, quando si parla d'intervento chirurgico di rimozione del neuroblastoma, si fa riferimento anche all'asportazione dei linfonodi contenenti cellule tumorali. Se questi non venissero rimossi, il rischio di recidive (o ricadute) sarebbe molto elevato.
I neuroblastomi più ostici da rimuovere sono quelli situati a ridosso di alcuni organi vitali, come per esempio i polmoni (neuroblastoma toracico) o il midollo spinale (neuroblastoma della colonna vertebrale).
CHEMIOTERAPIA
La chemioterapia consiste nella somministrazione di farmaci in grado di uccidere tutte le cellule in rapida crescita, tra cui anche quelle tumorali.
In caso di neuroblastoma, viene adottata nelle seguenti situazioni:
- Prima della chirurgia, se il medico ritiene che l'assunzione di chemioterapici possa facilitare la rimozione del tumore.
- Se il neuroblastoma ha invaso le aree tissutali circostanti e/o ha diffuso metastasi in altre parti del corpo.
- Se l'asportazione chirurgica è stata parziale.
- In presenza di una recidiva tumorale o quando il rischio di un tale evento è molto elevato.
- Al posto della chirurgia, se quest'ultima è impossibile. In genere, la chemioterapia viene abbinata alla radioterapia.
Alte dosi di farmaci chemioterapici possono danneggiare fortemente il midollo osseo, compromettendo di conseguenza la normale produzione di cellule del sangue. Per far fronte a tale inconveniente, al termine della chemioterapia, i medici pianificano una cura per ristabilire la normale funzionalità midollare ossea.
RADIOTERAPIA
La radioterapia tumorale è il metodo di cura basato sull'utilizzo di radiazioni ionizzanti ad alta energia, con lo scopo di distruggere le cellule neoplastiche.
In caso di neuroblastoma, il ricorso alla radioterapia può avvenire nelle seguenti occasioni:
- Prima dell'intervento chirurgico, se il medico curante ritiene che il trattamento radioterapico possa semplificare l'operazione di asportazione.
- In presenza di una recidiva tumorale.
- Se la rimozione chirurgica è stata parziale.
- Al posto della chirurgia, se quest'ultima è impossibile. In questi frangenti, è fondamentale combinare la radioterapia alla chemioterapia.
Principali effetti collaterali della radioterapia | Principali effetti collaterali della chemioterapia |
Stanchezza | Stanchezza e senso di fatica ricorrenti |
Prognosi
La prognosi in caso di neuroblastoma dipende da almeno tre fattori:
- Età del paziente. I bambini di età molto piccola, affetti da neuroblastoma, hanno maggiori probabilità di sopravvivenza.
- Stadio e grado caratterizzanti il tumore. I motivi sono quelli già discussi in precedenza: un neuroblastoma di stadio I si può rimuovere anche del tutto, pertanto i portatori di un siffatto tumore hanno maggiori speranze di guarire completamente.
- Assenza del gene mutato MYCN. I ricercatori hanno notato che le cellule di un neuroblastoma, presentati una mutazione nel gene MYCN, sono altamente maligne.