Il Morbo di Crohn
Ultima modifica 01.04.2020
INDICE
  1. Cos’è il Morbo di Crohn?
  2. Cause
  3. Dove Colpisce
  4. Conseguenze
  5. Sintomi

Cos’è il Morbo di Crohn?

Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica dell'apparato digerente e può colpirne, con distribuzione segmentaria (cioè un po' qui e un po' là, senza continuità), qualsiasi sezione dalla bocca all'ano.

Morbo di Crohn Shutterstock

Più comunemente, il morbo di Crohn interessa l'ileo terminale (porzione finale dell'intestino tenue) o il colon (intestino crasso).

I sintomi del morbo di Crohn dipendono dall'area interessata e possono essere alquanto vari e differenti da un paziente all'altro; tra i più comuni, si segnalano dolori addominali, diarrea, vomito e perdita di peso.

Purtroppo non è ancora stata individuata una cura risolutiva per il morbo di Crohn. Tuttavia, esistono dei protocolli farmacologici utili per il controllo dei sintomi e la prevenzione delle ricadute, mentre la chirurgia è riservata ai casi complicati da occlusioni intestinali, fistole o ascessi.

Per approfondire: Morbo di Crohn: Diagnosi, Complicanze, Decorso e Cura

Cause

Le cause del morbo di Crohn sono sconosciute, però è stato dimostrato che le alterazioni da esso provocate derivano da un'inappropriata e continua attivazione del sistema immunitario della mucosa intestinale.

Oggi, sappiamo che l'insorgenza del morbo di Crohn può essere ricondotta a tre fattori interagenti tra loro: una suscettibilità alla malattia determinata geneticamente (si è scoperto che nei pazienti con malattia di Crohn c'è un gene chiamato NOD2 che è alterato), un danneggiamento dei tessuti per una reazione immunitaria innescata dai batteri della flora del tratto gastrointestinale, e vari fattori ambientali.

Riguardo alla microflora, negli individui sani la mucosa intestinale è in uno stato di infiammazione controllata (fisiologica); scopo di queste reazioni è la formazione di anticorpi IgA (Immunoglobuline A), che si legano ai microrganismi e rendono facile la loro eliminazione da parte del sistema immunitario. Nel morbo di Crohn, invece, l'infiammazione non è più controllata e provoca lesioni tissutali.

Tra i fattori ambientali troviamo l'impiego di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), che possono provocare delle recrudescenze; il fumo di sigaretta, inoltre, aumenta il rischio di sviluppare la malattia.

Per approfondire: Sintomi del Morbo di Crohn

Dove Colpisce

È molto comune che la localizzazione non sia singola, ma che siano contemporaneamente colpiti diversi tratti dell'intestino, soprattutto a livello del tenue, od in parte nel tenue ed in parte nel colon; in questo caso si parla di forma diffusa della malattia di Crohn, anche se essa ha sempre una distribuzione segmentaria, con alternanza di tratti coinvolti e di tratti normali (lesioni a salto), con margini netti di separazione tra i segmenti colpiti e quelli indenni (la lunghezza di ciascun segmento varia da 5 a 30 cm).

Per approfondire: Quadranti e Regioni Addominali

Il morbo di Crohn è più frequentemente localizzato all'ileo (ileite), interessando tipicamente la sua porzione finale; piuttosto comune è il coinvolgimento del colon (soprattutto ascendente) sia da solo (malattia di Crohn del colon: circa 10%), sia associato all'ileo (ileocolite: 40% circa); il retto è interessato nel 5% dei casi ed ancora più raro è l'interessamento del duodeno e dello stomaco (1%). In una piccola percentuale di pazienti, soprattutto bambini ed adolescenti, si osserva anche un importante ed esteso interessamento del digiuno (parte centrale dell'intestino tenue), oltre che dell'ileo. Nelle sezioni coinvolte dal morbo di Crohn le alterazioni infiammatorie interessano tutti gli strati della parete intestinale, provocando ispessimenti della stessa ed ulcerazioni. L'infiammazione tende, a volte, a propagarsi fino ai linfonodi vicini.

Per approfondire: Farmaci per Curare il Morbo di Crohn

Il tessuto colpito dalle lesioni provocate dal morbo di Crohn tende ad andare incontro a morte (necrosi), per cui la mucosa può ulcerarsi e, al di sotto di essa, possono formarsi delle fistole; queste, a loro volta, possono mettere in connessione due anse intestinali oppure possono addirittura aprirsi in altri organi (vescica, uretere, vagina) od anche all'esterno, soprattutto in corrispondenza delle cicatrici chirurgiche, oppure intorno all'ombelico. Talvolta questi tragitti fistolosi hanno lunghezza considerevole e possono raggiungere anche la regione glutea o l'anca.

Per approfondire: Erbe per il Morbo di Crohn

Conseguenze

Il processo infiammatorio causato dal morbo di Crohn, soprattutto se coinvolge ampi tratti di intestino, altera i meccanismi di assorbimento di diverse sostanze. Solitamente viene compromesso il riassorbimento dei sali biliari, che avviene soprattutto nell'ileo terminale, per cui si verifica una perdita di queste sostanze, che normalmente stimolano il riassorbimento dei grassi alimentari, con conseguente comparsa di steatorrea (grassi nelle feci). Inoltre i sali biliari legano il calcio; ne deriva che un loro deficit provoca un aumentato rischio di sviluppare calcoli per un esubero di calcio circolante libero. Si può instaurare anche il malassorbimento di alcune vitamine, soprattutto la B12, la D e la K. Quando il morbo di Crohn è diffuso a tratti molto estesi dell'intestino tenue, il malassorbimento può essere globale, coinvolgendo tutti i fattori nutritivi.

Per maggiori informazioni su cosa mangiare e cosa non mangiare nel morbo di Crohn consultare l'articolo indicato sotto.

Per approfondire: Dieta Morbo di Crohn

Di regola si verifica diarrea, dovuta al ridotto assorbimento dei sali biliari nell'ileo, al malassorbimento dei carboidrati (che la provocano richiamando acqua nell'intestino), ed alla frequente colonizzazione batterica secondaria che si instaura nelle porzioni colpite.

Il morbo di Crohn può creare gravi scompensi che, soprattutto nei soggetti a maggior rischio di peritonite e infezioni generalizzate, può incrementare la possibilità di morte – la quale si manifesta, com'è ovvio, a causa di complicanze, non per il morbo in sé. Parliamo del 5-10% della popolazione, della quale è maggiore la fetta degli anziani.



Sintomi

Il paziente colpito da morbo di Crohn è di solito giovane od adulto (20-40 anni), anche se vi possono essere delle eccezioni con esordio in età più avanzata (anche verso i 60 anni). La sintomatologia può essere inizialmente subdola: in un primo momento si può avere soltanto febbre; successivamente compaiono dolori addominali, soprattutto nel quadrante inferiore destro dell'addome (fossa iliaca destra), dove la malattia si localizza più spesso. Il dolore insorge spontaneamente, è sordo, continuo e si accentua alla palpazione; in questa sede è frequente la percezione di masse "a salsicciotto" irregolari e dolenti. Il morbo di Crohn si caratterizza anche per la presenza di diarrea (3-4 scariche al giorno), con feci semiliquide o acquose, ma senza presenza di sangue visibile (anche se frequenti sono gli episodi di sanguinamento occulto), talora con steatorrea.

Per approfondire: Sintomi del Morbo di Crohn

È frequente che, nei soggetti affetti da Morbo di Crohn, compaia muco nelle feci. D'altro canto, si tratta di un segno clinico abbastanza generico, comunque a condizioni molto diverse come colon irritabile, procrite, diarrea di vario genere, colite ulcerosa, diverticolosi e diverticolite ecc.

Chi soffre di morbo di Crohn mostra generalmente di calprotectina più livelli elevati della norma, la quale assume il ruolo di marker individuabile senza operazioni invasive. Trattasi di un segno clinico abbastanza importante, poiché sostiene il medico nella diagnosi differenziale, nella valutazione della cura e nella stima empirica del danno specifico.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer