Ultima modifica 14.02.2021

Generalità

La mandibola, è mascella inferiore, è l'osso della faccia in cui alloggia l'arcata dentaria inferiore e costituisce, con la mascella superiore, la bocca.
MandibolaImpari, simmetrico e assai resistente, è l'unico elemento osseo facciale dotato di una certa mobilità. Questa mobilità - che è frutto dell'articolazione temporomandibolare - permette all'essere umano di masticare i cibi, parlare e muovere lateralmente la mandibola.
La mandibola possiede una porzione orizzontale, che prende il nome di corpo o base, e due porzioni verticali, situate ai lati del corpo, chiamate rami.
Corpo e rami presentano caratteristiche anatomiche specifiche, che, nell'essere umano, variano (anche in maniera consistente) nel corso della vita.

Cos'è la mandibola?

La mandibola, o mascella inferiore, è l'osso della faccia a forma di U che ospita l'arcata dentaria inferiore e costituisce, con la mascella superiore, la bocca.
Tra le varie strutture ossee che compongono la faccia, è la più larga, la più resistente e l'unica che ha la possibilità di muoversi.

Anatomia

Osso impari e simmetrico, la mandibola presenta una porzione orizzontale, chiamata corpo o base, e due porzioni verticali, ai lati del corpo, che prendono il nome di rami o branche montanti.


Trigemino

CORPO

Il corpo ha la forma di un ferro di cavallo con la concavità rivolta all'indietro.
Gli anatomisti vi riconoscono 4 regioni:

  • La faccia esterna
    Questa regione presenta, al centro, una linea verticale, nota come sinfisi mentoniera. La sinfisi mentoniera è il segno del processo di unione che coinvolge la mandibola e che ha luogo durante la prima fanciullezza.
    Appena al di sotto della sinfisi mentoniera, prende posto la cosiddetta protuberanza mentoniera, cioè un ispessimento dell'osso mandibolare dalla forma triangolare.
    Subito ai margini della protuberanza mentoniera, sia a destra che a sinistra, si sviluppano delle prominenze tondeggianti, conosciute come tubercoli mentonieri.
    In posizione ancora più laterale, rispetto alla protuberanza mentoniera, e sempre da ambo le parti, ci sono la linea obliqua esterna e il foro mentoniero.
    La linea obliqua esterna converge nel cosiddetto processo coronoideo, che, come si vedrà, costituisce una parte fondamentale dei rami.
    Il foro mentoniero è un orifizio, da cui fuoriescono le terminazioni nervose e i vasi sanguigni mentonieri. In genere, occupa la posizione compresa tra il primo e secondo premolare.
  • La faccia interna
    Questa regione possiede, al centro, 4 piccole sporgenze, disposte a coppie e denominate: spine mentoniere superiori (o apofisi geni superiori) e spine mentoniere inferiori (o apofisi geni inferiori). Le spine mentoniere superiori (superiori perché in posizione più elevata rispetto alle altre) rappresentano il punto di ancoraggio per i muscoli genioglossi; le spine mentoniere inferiori, invece, sono le sporgenze a cui si agganciano i muscoli genioioidei.
    Su ciascun lato della faccia interna, si sviluppano: una linea obliqua (nota come linea miloioidea), la fossetta sublinguale (che ospita la ghiandola sottolinguale) e la fossetta mascellare (che accoglie la ghiandola mascellare).
  • Il margine superiore
    Sul margine superiore del corpo, prendono posto delle cavità, denominate con il termine di alveoli, che ospitano le radici dei denti inferiori.
  • Il margine inferiore
    Sul margine inferiore, precisamente ai lati della sinfisi mentoniera, c'è una sorta di depressione di forma ovale e rugosa, nota come fossetta digastrica.
    All'interno della fossetta digastrica, si inserisce il muscolo digastrico anteriore.

RAMI

I rami, uno a destra e uno a sinistra, rappresentano le continuazioni verticali del corpo; continuazioni verticali che si dirigono verso l'alto e all'indietro.
La zona in cui il corpo comincia a piegarsi e a formare i rami prende il nome di angolo mandibolare. L'angolo mandibolare è paragonabile a una sporgenza; i connotati di tale sporgenza variano a seconda della popolazione di appartenenza, del sesso e dell'età degli individui.
Ciascun ramo possiede due processi: uno in posizione anteriore, chiamato processo coronoideo, e uno in posizione posteriore, denominato condilo. A separare i suddetti processi, c'è un incavo noto con il termine di incisura mandibolare (o incisura sigmoidea).

  • Il processo coronoideo è appiattito, ha forma triangolare e fa da punto di aggancio per il muscolare temporale.
  • Il condilo presenta due porzioni sovrapposte: il collo, in basso, e la testa, in alto.
    Il collo possiede, sul lato interno, un incavo, chiamato fossetta pterigoidea, che serve all'inserimento del muscolo pterigoideo.
    La testa, invece, costituisce la parte di mandibola coinvolta nella cosiddetta articolazione temporomandibolare. Infatti, la sua particolare forma globulare le permette di incunearsi perfettamente nella fossa glenoidea dell'osso temporale.
    L'articolazione temporomandibolare è l'elemento articolare che permette, all'essere umano, di aprire, chiudere e muovere lateralmente parte della sua bocca.

Sulla faccia interna di ciascun ramo, appena sotto l'incisura mandibolare, risiede un orifizio, chiamato foro mandibolare. Il foro mandibolare è in comunicazione con il sopraccitato foro mentoniero, tramite il cosiddetto canale mandibolare. All'interno del canale mandibolare scorrono i nervi e i vasi sanguigni che derivano dal nervo trigemino e costituiscono la divisione mandibolare del suddetto nervo cranico.

INNERVAZIONI

Il nervo trigemino - che rappresenta il V paio di nervi cranici - possiede tre diramazioni (o branche) maggiori: la divisione oftalmica, la divisione mascellare e la divisione mandibolare.
Ogni divisioni consta di ulteriori diramazioni nervose, che i neurologi definiscono con il termine di branche minori.
Tra le varie branche minori del nervo mandibolare, ve n'è una, chiamata nervo alveolare inferiore, che ha il compito di innervare alcune parti della mandibola.
Il nervo alveolare inferiore entra nel foro mandibolare e percorre tutto il canale mandibolare fino a sbucare dal foro mentoniero.
Lungo il suo tragitto all'interno del canale mandibolare, stabilisce contatti nervosi con i denti laterali dell'arcata inferiori. Quasi in corrispondenza del mento, invece, si suddivide ulteriormente costituendo il nervo mentoniero e il nervo incisivo.

  • Il nervo mentoniero fuoriesce dal foro mentoniero e raggiunge il labbro inferiore, dove ricopre una funzione sensitiva.
  • Il nervo incisivo innerva i nervi incisivi (ovviamente dell'arcata dentaria inferiore). Diversamente dal nervo precedente, non fuoriesce dal foro mentoniero.
    Ha funzione sensitiva.

FORMAZIONE PRENATALE E SUBITO DOPO LA NASCITA DELLA MANDIBOLA

La mandibola deriva da un processo di ossificazione che coinvolge la cosiddetta cartilagine di Meckel e che inizia all'incirca alla sesta settimana di vita fetale.
All'inizio del processo, ciò che darà poi origine alla mandibola vera e propria consta di due barre cartilaginee. Ciascuna barra contiene, a livello di dove il nervo alveolare inferiore si biforca nel nervo mentoniero e nel nervo incisivo, un centro di ossificazione che genera gradualmente le varie parti ossee della futura mandibola.
A sostegno di questi centri di ossificazione, ci sono anche alcuni nuclei di ossificazione accessori, che, situati sui rami, danno vita al processo coronoideo e al condilo su ciascun lato della mandibola.
Alla nascita, la mandibola dell'essere umano è un osso divisibile in due segmenti, che prendono il nome di semimandibola destra e semimandibola sinistra (N.B: il prefisso semi- indica "metà", "mezzo"). Il punto di separazione risiede al centro del mento.
Durante la fanciullezza, i due segmenti si fondono tra loro e il segno della fusione è la sinfisi mentoniera, localizzata in mezzo alla faccia esterna del corpo della mandibola.

CAMBIAMENTI DELLA MANDIBOLA NEL CORSO DELLA VITA CON L'ETà€

<è>La mandibola cambia di aspetto nel corso della vita. Infatti, la mandibola di un bambino appena nato non è come quella di un bambino più grande o un adulto. La differenza non consiste soltanto nella fusione delle due semimandibole, ma in diversi altri elementi.

  • Età neonatale. In questa fase della vita, la mandibola è equiparabile a un involucro contenente due incisivi, un canino (per lato) e due molari (per lato).
    Il canale mandibolare è molto largo, rispetto alla struttura ossea mandibolare, e decorre molto vicino al bordo inferiore del corpo.
    L'angolo mandibolare è particolarmente ottuso e misura quasi 175°.
    Il condilo ha quasi lo stesso orientamento del corpo; di contro, il processo coronoideo ha già assunto un posizione verticale.
  • Fanciullezza. È il periodo in cui ha luogo la fusione delle due semimandibole.
    Al di là di ciò, il corpo mandibolare si allunga, soprattutto posteriormente al foro mentoniero. Questo allungamento offre lo spazio alla crescita di altri tre denti (per lato).
    Il corpo cresce anche in profondità, aumentando così anche le dimensioni degli alveoli, cioè quelle cavità che contengono le radici dei denti inferiori.
    Dopo la seconda dentizione, il canale mandibolare risiede sopra la linea miloioidea, mentre il foro mentoniero è nella posizione che avrà anche in età adulta (cioè tra il primo e il secondo premolare).
    L'angolo mandibolare risulta meno ottuso, rispetto al caso descritto in precedenza: attorno ai 4 anni di vita, misura circa 140°.
  • Età adulta. In questa fase, la profondità degli alveoli e della porzione di mandibola sottostante è molto simile. Il foro mentoniero è in posizione mediana, cioè è ugualmente distante dai bordi superiore e inferiore del corpo. La linea obliqua esterna è ben visibile.
    Sulla faccia interna, il canale mandibolare decorre parallelamente alla linea miloioidea.
    Infine, l'angolo mandibolare è ancora meno ottuso che in precedenza e, in genere, misura 110-120°. Una tale angolazione verticalizza i rami, i quali sono definitivamente sviluppati.
  • Età avanzata. La vecchiaia comporta una riduzione notevole delle dimensioni dell'osso mandibolare. A tale riduzione, concorre anche un graduale processo di assorbimento degli alveoli, che porta alla perdita progressiva dei denti dell'arcata inferiore.
    Con l'avanzare dell'età, l'angolo mandibolare torna a farsi, di nuovo, particolarmente ottuso: la misura tipica è attorno ai 140°.
    La verticalità dei rami varia da soggetto a soggetto; in alcuni individui rimane simile all'età adulta, in altri si riduce in maniera evidente.

Funzioni

Grazie alla sua mobilità, la mandibola consente all'essere umano di masticare i cibi, parlare e muovere la bocca secondo le esigenze del momento.
Quindi, permette l'esecuzione di funzioni fondamentali come la masticazione e la fonazione.

Malattie della Mandibola

Le più comuni e importanti problematiche che possono interessare la mandibola sono le fratture a suo carico.

Sede tipica delle fratture mandibolari in termini percentuali:
Condilo 30%
Angolo mandibolare 25%
Corpo 25%
Sinfisi mentoniera 15%
Rami 3%
Processo coronoideo 2%

Rappresentanti un quinto circa degli infortuni facciali, le fratture mandibolari sono spesso il risultato di traumi da impatto che coinvolgono il volto. Tra le circostanze traumatiche che possono causare la rottura della mandibola, le più frequenti sono: gli incidenti automobilistici (40% dei casi), le aggressioni (40%), le cadute involontarie (10%) e i colpi alla faccia durante un sport di contatto (5%).
Le regioni della mandibola maggiormente soggette a rottura sono: il condilo, l'angolo mandibolare e il corpo.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza