Ultima modifica 15.11.2019

Generalità

La macula (o macula lutea) è una piccola regione posta al centro della retina, sensibile alla luce e responsabile della visione nitida e dettagliata.

Macula

L'occhio umano in sezione trasversale.

Da: https://en.wikipedia.org/wiki/Macula_of_retina

La macula presenta alcuni caratteri particolari rispetto alle altre aree retiniche. Si tratta, infatti, della regione con più elevata densità di fotorecettori (in particolare, coni), che sono cellule nervose fotosensibili specializzate nella trasduzione dei segnali luminosi in impulsi elettrici, poi interpretati dal cervello come informazioni visive (immagini).
La macula è una zona estremamente delicata e, per questo motivo, risulta particolarmente vulnerabile a fenomeni patologici e degenerativi.

Anatomia

La retina è la membrana che riveste la parte più interna del bulbo oculare. Aderisce alla tonaca vascolare ed è provvista di fotorecettori (coni e bastoncelli) e di altri neuroni sensibili agli stimoli luminosi.
L'esame oftalmoscopico mostra la retina come una lamina di colore rosso-arancione che presenta, in corrispondenza del fondo - in posizione mediale e laterale rispetto al polo posterioredell'occhio - una piccola area ellittica, giallo-aranciata, di circa 2-5 mm di diametro: la macula lutea.
Il suo centro si trova lateralmente e più in basso rispetto alla papilla ottica (che coincide con l'origine del nervo ottico). La macula non presenta vasi sanguigni, i quali ostacolerebbero il passaggio e la captazione della luce.


Nota. Il colore giallo della macula, evidente durante l'esame del fondo oculare, è dovuto alla presenza di pigmenti che appartengono alla categoria dei carotenoidi, la luteina e la zeaxantina. Questi proteggono i fotorecettori durante la captazione della luce, attenuandone l'impatto a livello maculare (in pratica, i carotenoidi agiscono come una sorta di filtro).

Fovea

La porzione centrale della macula è la fovea (o fovea centralis), una lieve depressione che rappresenta la zona di migliore definizione visiva. Nella regione foveale, la concentrazione di coni è massima, mentre sono del tutto assenti i bastoncelli.

Coni e bastoncelli

Coni e bastoncelli sono cellule specializzate poste nello strato più esterno della retina, in grado di convertire lo stimolo luminoso (fisico) in segnale elettrochimico da inviare al cervello. Questi fotorecettori non hanno una distribuzione uniforme: circa 125 milioni di bastoncelli formano un'ampia banda intorno alla periferia retinica, mentre nel polo posteriore della retina vi sono circa 6 milioni di coni, concentrati soprattutto nella regione maculare.
Anche i loro ruoli sono differenti:

  • I bastoncelli permettono la visione in bianco e nero, sono molto sensibili alla luce e rendono possibile la visione in condizioni di bassa o scarsa luminosità (visione scotopica o crepuscolare).
  • I coni sono estremamente differenziati: ne esistono, infatti, di tre tipi che percepiscono il blu, il verde o il rosso; la loro stimolazione in varie combinazioni permette la discriminazione dei diversi colori. I coni forniscono immagini più nitide e definite rispetto ai bastoncelli, consentendo di vedere i particolari, ma richiedono una luce più intensa; sono impiegati prevalentemente nella visione diurna.

Coni e bastoncelli sono costituiti da due parti: una ha il compito di catturare la luce, l'altra di adattarla per trasmetterla attraverso le fibre del nervo ottico. Inoltre, ciascuno di questi fotorecettori controlla una determinata porzione retinica: un'immagine visiva è, quindi, il risultato dell'elaborazione di un'informazione trasmessa dall'intera popolazione recettoriale.

Funzioni

La macula è la porzione della retina deputata alla visione distinta (puntiforme) e al riconoscimento dei colori, grazie alla massima densità di fotorecettori (principalmente coni) e all'organizzazione delle connessioni nervose.

La visione puntiforme consente di leggere, infilare un ago per cucire, riconoscere un volto, vedere i segnali stradali durante la guida e distinguere particolari ed oggetti molto piccoli. Questo spiega il motivo per cui le malattie della macula hanno un immediato effetto negativo sulla funzione visiva.

Contributo alla visione

La macula è responsabile della visione centrale (cioè permette di focalizzare lo sguardo al centro del campo visivo, dritto davanti a noi) ed è più sensibile nel distinguere chiaramente i dettagli rispetto al resto della retina. Qui, infatti, si concentra la maggior quantità di raggi luminosi.
Quando fissiamo un oggetto, i fotoni emessi o riflessi, dopo aver attraversato la cornea, la pupilla e il cristallino, vengono captati dai coni della macula. Questi fotorecettori sono in rapporto con una serie di cellule nervose presenti negli altri strati retinici; la loro funzione consiste nel trasformare gli stimoli luminosi in impulsi elettrochimici, permettendo che questi vengano trasmessi lungo le vie ottiche, dal nervo ottico al cervello.

Maculopatie

Le malattie che colpiscono la macula sono molteplici. Tra queste, si distinguono forme ereditarie ed acquisite.
MaculaLa macula può essere coinvolta da processi degenerativi (degenerazione maculare senile, retinopatia miopica ecc.), infiammazioni (uveiti posteriori e corioretinopatia sierosa centrale), infezioni (corioretinite da toxoplasma), occlusioni vascolari retiniche e traumi (foro maculare e distacco di retina).

Un coinvolgimento maculare si può verificare anche in malattie sistemiche, quali il diabete (retinopatia diabetica).
Vi sono anche maculopatie indotte dall'assunzione di particolari farmaci (ad esempio, antimalarici, tamoxifene, tioridazina e clorpromazina) o da complicanze post-operatorie (edema maculare cistoide post-chirurgico).

Degenerazione maculare legata all'età

La degenerazione maculare legata all'età è la patologia della macula più frequente e costituisce la principale causa di cecità dopo i 55 anni, nei Paesi sviluppati. Si tratta di una malattia con andamento cronico, caratterizzata da progressive modificazioni a livello di retina, membrana di Bruch e coroide.
La degenerazione maculare senile può evolvere in due forme:

  • Degenerazione maculare secca (atrofica): a progressione lenta, è la forma più frequente (riguarda circa l'80% dei casi). Inizia con la formazione di depositi proteici e glicemici giallastri, chiamati "drusen"; la riduzione o scomparsa (atrofia) delle cellule della macula, porta al graduale calo dell'acuità visiva.
  • Degenerazione maculare umida (neovascolare): più rapida nel compromettere la vista, è caratterizzata dalla crescita di vasi sanguigni anomali dalla coroide, in corrispondenza della macula; la distorsione della visione è causata dalla fuoriuscita di sangue e fluidi dai vasi sanguigni neoformati, che si raccolgono sotto la macula e la sollevano. La degenerazione maculare umida è più aggressiva rispetto alla forma secca, in quanto può causare una veloce e grave perdita della visione centrale (provocata dalla cicatrizzazione dei vasi sanguigni).

Le cause di queste maculopatie non sono ancora chiare. Tuttavia, sono stati individuati diversi fattori genetici, metabolici e comportamentali che possono aumentare il rischio di degenerazione del tessuto maculare. Tra questi rientrano il fumo di sigaretta, l'esposizione prolungata ad una intensa luce solare, l'ipertensione arteriosa e gli elevati livelli di colesterolo nel sangue. Una dieta bilanciata, ricca di frutta e verdura e povera di grassi animali, l'abolizione del fumo e controlli periodici dall'oculista sono i mezzi più efficaci per ridurre il rischio e cogliere precocemente i segni della malattia.

Distrofie maculari eredo-degenerative

Diverse forme di degenerazione maculare, meno frequenti, possono esordire in pazienti con un'età inferiore ai 55 anni. Molte di queste patologie ad esordio precoce sono ereditarie e sono definite più correttamente come distrofie maculari.
La malattia di Stargardt (o distrofia maculare giovanile) esordisce tipicamente durante l'infanzia e l'adolescenza ed è quasi sempre ereditata come carattere autosomico recessivo. La progressiva diminuzione della visione centrale associata alla patologia è causata dalla morte delle cellule fotorecettrici nella macula e dal coinvolgimento dell'epitelio pigmentato retinico.
Altre maculopatie ereditarie comprendono la retinite pigmentosa nelle fasi tardive e la malattia di Best (o distrofia vitelliforme).

Maculopatia miopica

La maculopatia miopica si presenta nelle persone affette da miopia degenerativa o patologica, condizione caratterizzata da un aumento della lunghezza assiale dell'occhio (superiore a 26 mm) e da una difetto refrattivo superiore alle 6 diottrie. La maculopatia miopica si verifica per una serie di alterazioni anatomiche: la retina non riesce ad adattarsi bene all'allungamento del bulbo, quindi subisce degli stiramenti o delle lesioni in periferia (piccole rotture).
Nella miopia patologica, si possono verificare delle emorragie maculari con improvvisa diminuzione dell'acuità visiva, talvolta con distorsione delle immagini. La complicanza più temibile della maculopatia miopica è la neovascolarizzazione sottoretinica che, in modo simile a quanto succede nella degenerazione maculare senile, determina un sovvertimento della normale architettura della macula e causa un grave calo della vista.

Pucker maculare

Il pucker maculare consiste nello sviluppo di una sottile membrana traslucida (detta epiretinica) sulla superficie interna della retina, sopra la macula. Questa sorta di pellicola può contrarsi e portare ad un raggrinzimento della zona centrale della retina, alterando la sua normale funzione.

Foro maculare

Il foro maculare è una piccola rottura che interessa tutto lo spessore del tessuto retinico e coinvolge l'area foveale.

Questo difetto è associato a diverse condizioni patologiche: trazione vitreo-maculare (indotta dalla formazione di membrane epiretiniche), eventi traumatici, degenerazione miopica, occlusioni vascolari e retinopatia ipertensiva. I primi sintomi del foro maculare comprendono annebbiamento della vista, scotoma e distorsione delle immagini.

Sintomi di una maculapatiaÙ

Non sempre è facile accorgersi dell'insorgenza di una patologia maculare, soprattutto quando colpisce un solo occhio.
I sintomi principali di una maculopatia comprendono:

  • Riduzione della acuità visiva centrale, con permanenza di quella periferica;
  • Distorsione delle immagini (ad esempio, le linee diritte possono apparire incurvate, gli oggetti appaiono di forma e grandezza sfalsata);
  • Alterazione della percezione dei colori, che appaiono sbiaditi;
  • Diminuzione della sensibilità al contrasto;
  • Presenza di un'area scura o vuota al centro del campo visivo (scotoma).

La deformazione centrale dell'immagine (metamorfopsia) viene rilevata attraverso la "griglia di Amsler", cioè uno schema di linee rette perpendicolari, su sfondo nero o bianco, con un punto centrale. Durante questa semplice valutazione, il paziente copre un occhio e fissa la zona al centro, mantenendo la griglia a 12-15 centimetri di distanza dal viso. Con la visione normale, tutte le linee della griglia attorno al punto risultano dritte, con una spaziatura uniforme e senza zone mancanti; se c'è una distorsione delle linee rette nella zona visiva centrale o compare una macchia grigiastra che copre ciò che si fissa, invece, è possibile sospettare una malattia che coinvolge la macula.
Per valutare la funzionalità maculare e verificare lo stato della retina, poi, è fondamentale misurare l'acuità visiva ed analizzare il fondo oculare con un oftalmoscopio. Al fine di diagnosticare correttamente una maculopatia, il paziente può essere sottoposto anche ad esami strumentali, come l'OCT (tomografia a coerenza ottica), la fluorangiografia e l'angiografia al verde indocianina.


Autore

Dott.ssa Giulia Bertelli

Dott.ssa Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici