Ultima modifica 25.02.2020

Generalità

La febbre Q è una malattia infettiva poco comune, trasmessa dagli animali (in particolare da quelli da allevamento) e provocata da un batterio chiamato Coxiella Burnetii.

Coxiella Febbre Q

Figura: Coxiella Burnetii, agente causale della febbre Q

Nella maggior parte dei casi, la malattia assomiglia a una normale influenza; più raramente, la febbre Q può dar luogo a gravi complicazioni e/o assumere i contorni di una patologia cronica. In quest'ultimo caso, i danni più seri possono comparire a livello del cuore.
La diagnosi è abbastanza semplice e si basa su un veloce esame del sangue.
Le forme più lievi della febbre Q guariscono nel giro di un paio di settimane e senza particolari trattamenti. Le forme più severe, invece, potrebbero richiedere delle prolungate cure a base di antibiotici.

Cos'è la febbre Q?

La febbre Q è una malattia infettiva umana provocata da Coxiella Burnetii, un batterio diffuso in molte specie animali, in particolare tra le pecore, le capre e i bovini da allevamento.
Chi ne è affetto manifesta dei disturbi che ricordano i sintomi dell'influenza, quindi: febbre, dolore muscolare e mal di testa.


Alcune caratteristiche di Coxiella Burnetii. È un batterio Gram-negativo, resistente alle alte temperature e alla luce ultravioletta. Secondo i biologi, se l'ambiente esterno è favorevole può sopravvivere anche 6 mesi senza infettare nessuno.

STORIA

La febbre Q fu descritta, per la prima volta, nel 1935. A farlo fu un patologo, Edward H. Derrick, il quale riscontrò l'infezione tra alcuni lavoratori di un mattatoio australiano. Poiché non ne capì le cause, Derrick pensò di identificarla con la lettera Q di "query", il termine inglese che significa "punto di domanda".
Due anni più tardi, nel 1937, Frank M. Burnet e Mavis Freeman isolarono il batterio responsabile, cioè Coxiella Burnetii; mentre, nel 1938, Herald R. Cox e Gordon Davis chiarirono il meccanismo di trasmissione.
Il nome Coxiella Burtetii fu dato in onore H.R. Cox e F.M. Burnet.

EPIDEMIOLOGIA

La febbre Q è diffusa in quasi tutto il mondo, ma non è molto comune. In Inghilterra, per esempio, colpisce 50 persone all'anno circa, anche se va sottolineato il fatto che molte volte viene confusa per una normale influenza (quindi è sottodiagnosticata).
Le persone più colpite sono coloro che entrano spesso in contatto con gli animali da bestiame, come per esempio i contadini, i veterinari, gli allevatori, i trasportatori di animali, i dipendenti dei mattatoi ecc.

Cause

L'agente infettivo della febbre Q, Coxiella Burnetii, è un batterio diffuso in molti animali di specie diverse, come capre, pecore, bovini da allevamento, cani, gatti, maiali della Guinea e conigli.
Questi animali possono rappresentare una fonte d'infezione se l'uomo entra in contatto con le loro urine, le loro feci, il loro latte, il loro sangue o i residui di placenta e di liquido amniotico derivanti dal concepimento dei loro piccoli.

COME AVVIENE, NEL DETTAGLIO, LA TRASMISSIONE ANIMALE INFETTO-UOMO?

Il passaggio del batterio dall'animale infetto all'uomo può avvenire per:

  • Inalazione di piccole particelle rilasciate dagli animali quando vengono macellati o quando partoriscono.
  • Inalazione di polveri contaminate, provenienti dalla paglia, dal fieno e dalla terra in cui risiedono solitamente gli animali.
  • Penetrazione attraverso alcuni tagli e ferite sulle mani, dopo aver toccato urine, feci o fluidi corporei di animali contaminati.
  • Penetrazione di polveri e particelle contaminate all'interno degli occhi
  • L'aver bevuto latte non pastorizzato, prodotto da animali contaminati.

Zecche Febbre QChi infetta gli animali?

 

Pare che a infettare gli animali siano le zecche. Queste potrebbero causare direttamente la malattia anche nell'uomo, ma in base a diversi studi ciò avviene molto di rado.

TRASMISSIONE INTERUMANA

Sebbene si tratti di una possibilità assai remota, è possibile che un individuo con la febbre Q trasmetta il batterio responsabile della malattia a un'altra persona. Secondo gli esperti, la trasmissione tra gli esseri umani può avvenire in due circostanze:

  • Dopo un rapporto sessuale tra un soggetto malato e uno sano.
  • In caso di gravidanza, con il passaggio dell'infezione dalla madre al figlio.

LA FEBBRE Q È UNA ZOONOSI

La febbre Q appartiene alla classe delle zoonosi, ovvero le malattie infettive che si trasmettono dagli animali all'uomo. Salvo non si adattino alla specie umana, le zoonosi provocano disturbi solo all'individuo che le contrae.


Fattori che aumentano il rischio di ammalarsi di febbre Q

  • Lavori che prevedono un contatto continuo con gli animali potenzialmente contaminati.
  • Vivere nelle vicinanze di fattorie, allevamenti e mattatoti, perché le particelle possono farsi trasportare dall'aria e compiere lunghi tragitti.
  • Sesso maschile, perché i lavori a rischio sono solitamente svolti da uomini.

Sintomi e Complicanze

La febbre Q può essere asintomatica, cioè priva di segni patologici evidenti, oppure caratterizzata da disturbi simili ai sintomi influenzali.
Scendendo più nel dettaglio, l'infezione è in grado di provocare:

Tali manifestazioni possono comparire sia pochi giorni dopo l'infezione sia diverse settimane più tardi (30-40 giorni). La loro durata, in genere, non supera le due settimane.

UN CASO PARTICOLARE DI FEBBRE Q: LA FEBBRE Q CRONICA

In alcuni casi, la febbre Q può assumere i connotati di una malattia cronica molto grave (chiamata appunto febbre Q cronica); in simili circostanze, può determinare una sintomatologia di durata assai prolungata (talvolta superiore anche ai 6 mesi) e la comparsa di un grave disturbo cardiaco noto col nome di endocardite.
L'endocardite è un processo infiammatorio a carico delle membrane che rivestono le cavità interne del cuore e le quattro valvole cardiache.


Approfondimento: qual è la causa delle febbre Q cronica?

Secondo alcune indagini scientifiche, la febbre Q cronica ha maggiori probabilità di insorgere se:

  • Si soffre di particolari disturbi cardiaci (coronaropatie, difetti del cuore congeniti e valvulopatie)
  • Si è stati sottoposti a un intervento chirurgico al cuore
  • Si soffre di disturbi renali di una certa entità
  • Si è malati di una qualche forma di linfoma o leucemia

COMPLICAZIONI

In alcuni individui, la febbre Q sviluppa anche polmonite e/o epatite.
La polmonite è l'infiammazione dei polmoni, l'epatite è l'infiammazione del fegato. La prima va seguita con attenzione e curata tempestivamente, perché potrebbe causare gravi conseguenze come la cosiddetta sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS); la seconda, invece, si presenta in genere in forma lieve e dà luogo ad epatomegalia (cioè ingrossamento del fegato) e a dolori addominali.

GRAVIDANZA

In alcuni casi, la febbre Q contratta in stato di gravidanza potrebbe comportare varie complicanze, come: parto prematuro, aborto spontaneo e basso peso del bambino alla nascita.

Diagnosi

Per diagnosticare la febbre Q, bisogna prelevare un campione di sangue dall'individuo sospetto e analizzarne il contenuto anticorpale (cioè il tipo di anticorpi presenti). Se nel campione sanguigno ci sono anticorpi contro il batterio Coxiella Burnetii, significa che il paziente sotto esame è affetto da febbre Q.
Nei casi particolari di febbre Q cronica, occorre effettuare dei test diagnostici più approfonditi, come la radiografia del torace e l'ecocardiogramma, allo scopo di esaminare le condizioni di salute del cuore.

Attenzione: nel sangue, gli anticorpi compaiono solo 2 o 3 settimane dopo l'infezione.

Trattamento

Le forme lievi o asintomatiche di febbre Q guariscono di solito in due settimane, senza il ricorso a particolari trattamenti.
Le forme moderate-gravi e la febbre Q cronica, invece, richiedono un trattamento a base di antibiotici.
Nel caso si sviluppino dei danni cardiaci (in particolare a una delle quattro valvole cardiache), potrebbe essere necessario anche un intervento chirurgico al cuore.

IN CASO DI FEBBRE Q MODERATA/GRAVE, QUALI ANTIBIOTICI VANNO ASSUNTI E PER QUANTO TEMPO?

Gli antibiotici più utilizzati sono la doxiciclina, la tetraciclina, il cloramfenicolo la ciprofloxacina e l'idrossiclorochina.
Una volta scelto il tipo di farmaco antibiotico, questo va assunto per circa 14 giorni consecutivi e almeno tre volte al giorno. È importante dare continuità al trattamento ed essere regolari nelle somministrazioni, perché solo così si riesce a guarire meglio e nel più breve tempo possibile.

FEBBRE Q CRONICA

In caso di febbre Q cronica, si ricorre a una combinazione di antibiotici: di solito, si somministrano doxiciclina e chinoloni oppure doxiciclina e idrossiclorochina.
Per essere certi di eliminare il batterio Coxiella Burnetii dall'organismo e per evitare ricadute, l'assunzione dei medicinali prescritti deve durare almeno 18 mesi.
Durante tutto il periodo della terapia, ogni 3-6 mesi, sono previsti degli esami del sangue, il cui scopo è valutare lo stato dell'infezione e i benefici delle cure.
A guarigione avvenuta, è consigliabile sottoporsi, almeno una volta all'anno per diversi anni, a un controllo cardiaco completo e a un'analisi del sangue accurata. Questa è una misura del tutto precauzionale, volta a individuare tempestivamente eventuali ricadute o complicanze di cuore.

N.B: i chinoloni sono antibiotici di sintesi.

Prevenzione

  • Per chi può sviluppare la febbre Q cronica. Gli individui predisposti alla forma cronica della febbre Q (cioè i malati di cuore, i malati di leucemia, chi soffre di una qualche malattia renale ecc.) dovrebbero evitare lo svolgimento di lavori e attività considerate a rischio, come per esempio lavorare in un allevamento di bestiame.
  • Per le persone sane. Le persone sane che vivono a stretto contatto con animali potenzialmente infetti dovrebbero evitare di bere latte non pastorizzato e prodotti derivati da esso. Inoltre, dovrebbero proteggersi dall'inalazione di e dal contatto con polveri e particelle contaminate.
  • Per le donne incinte. Una donna in stato di gravidanza, che vive solitamente a stretto contatto con animali potenzialmente contaminati dal batterio Coxiella Burnetii, deve astenersi da qualsiasi lavoro considerato a rischio.

N.B: in alcuni paesi del mondo, come Stati Uniti e Australia, esiste la possibilità di vaccinarsi, anche se, in genere, questa pratica è riservata esclusivamente alle persone che svolgono lavori considerati a rischio di febbre Q.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza