Coronavirus: in Francia sconsigliato parlare o telefonare in metropolitana

Coronavirus: in Francia sconsigliato parlare o telefonare in metropolitana
Ultima modifica 03.02.2021
INDICE
  1. La proposta dell'Accademia di Medicina francese
  2. In metropolitana difficile il distanziamento
  3. L'Accademia e le avversità alle linee governative

In metropolitana niente chiacchiere tra passeggeri né telefonate. Per ora è solo un suggerimento dei medici francesi, ma non è detto che questa idea non venga presto abbracciata ufficialmente dal Governo.



La proposta dell'Accademia di Medicina francese

A lanciare la proposta è stato uno degli organi sanitari più blasonati d'Oltralpe, l'Accademia di Medicina francese, a seguito dell'ultimo aggiornamento in merito alla situazione sanitaria del Paese, non certo incoraggiante. La curva dei contagi, infatti, non accenna ad abbassarsi e sul banco degli imputati, come alcuni tra i luoghi in cui è più probabile contrarre il virus, ci sono i trasporti pubblici, con metropolitane in testa. A maggior ragione in grandissime città come Parigi dove, nonostante smart working e attività commerciali e ricreative chiuse da mesi, negli orari di punta sperare di riuscire a mantenere il distanziamento sociale è pressoché impossibile.

In quei casi ci si affida alla mascherina, sperando possa essere sufficiente.

L'allarme dei medici

Secondo i membri della prestigiosa accademia fondata nell'Ottocento però, non sarebbe affatto così ed è proprio questa convinzione che li ha spinti a lanciare un serio allarme in merito al contagio per via aerea sui mezzi pubblici e a chiedere che venga fatto di più per spezzare, o almeno indebolire, la catena di trasmissione del Coronavirus, che attualmente non sembra intenzionato a mollare la presa. «L'obbligo di indossare mascherine sui mezzi di trasporto pubblico – si legge nella nota distribuita direttamente dall'Ente - dovrebbe essere accompagnato, quando non è possibile il distanziamento sociale, da una semplice precauzione: evitare anche di parlare e di fare telefonate». Anche perché quando si svolge una telefonata, molte persone hanno la tentazione di abbassare o scostare leggermente la mascherina, a causa della convinzione, reale o meno, che la propria voce filtrata dal dispositivo di protezione individuale, oltre che dallo smartphone, possa giungere in modo meno nitido al proprio interlocutore.

In metropolitana difficile il distanziamento

Attenersi a questa nuova regola non scritta ma caldamente incoraggiata non rappresenterebbe certo la soluzione definitiva al problema, ma potrebbe essere l'ennesimo piccolo tassello di un puzzle che vede ogni persona, con le proprie azioni, protagonista della battaglia che punta alla fine della pandemia.

«La maggior parte dei contagi - continuano gli scienziati - si verifica in situazioni in cui le persone fanno attenzione». Ciò significa che quanto fatto fino ad ora potrebbe non essere sufficiente.

Proprio per questo, secondo il medico biologo e membro dell'Accademia, Patrick Berche, quella di invitare la gente al silenzio in metropolitana è una misura di buon senso. «In un vagone in cui ci sono solo tre persone non c'è nessun problema, ma se ci si trova a soli due centimetri di distanza dalla persona successiva è molto diverso».

Il contagio nei luoghi chiusi

Secondo un recente studio condotto da ricercatori dell'Università di Cambridge e dell'Imperial College di Londra, infatti, conversare in un luogo scarsamente ventilato può diffondere goccioline respiratorie che trasportano il virus, esattamente come tossire.

La Covid-19 si diffonde principalmente da una persona infetta ad altre, attraverso goccioline respiratorie quando si tossisce, starnutisce o semplicemente si parla o si respira.

Le goccioline più grandi cadono a terra in pochi secondi o minuti, mentre particelle più piccole possono rimanere nell'aria. Parlare genera queste piccole goccioline che possono diffondersi e accumularsi più facilmente in un'area senza un'adeguata ventilazione.

La ricerca suggerisce anche che occorrono solo pochi secondi per le particelle virali a livelli superiori alla quantità, per infettare una persona distante meno di due metri.

Secondo uno studio internazionale però, esisterebbero persone resistenti al virus del Covid-19.

 

L'Accademia e le avversità alle linee governative

L'Accademia di medicina francese non è un organo consultivo ufficiale, tanto che ha mantenuto una certa indipendenza da quando è cominciata la pandemia e nell'ultimo anno si è già espressa diverse volte contro la politica ufficiale del Governo. A dimostrarlo anche l'ultima sua nota, una critica esplicita contro la decisione del Haut Conseil de la Santé Publique che ha chiesto ai francesi di indossare solo mascherine chirurgiche, evitando quelle in tessuto. «La proposta di un inasprimento della regolamentazione si basa su un principio di precauzione, ma manca di prove scientifiche», scrive l'Accademia secondo cui le mascherine in tessuto o fatte in casa sono efficaci contro la diffusione del Coronavirus, purché siano indossate correttamente. Il cambio di posizione del governo qualche giorno fa ha seminato il panico, con tante persone ormai abituate a indossare mascherine in tessuto e molte aziende che producono da mesi le mascherine omologate dalle autorità sanitarie. «Questo cambiamento - osserva l'Accademia - rischia di suscitare incomprensione e potrebbe ravvivare i dubbi sulla solidità delle politiche ufficiali».

La situazione francese

La Francia, attualmente, è uno dei Paesi più colpiti dalla seconda ondata di Coronavirus, tanto che gli ospedali ospitano più pazienti con Covid-19 rispetto a ottobre, quando il presidente Emmanuel Macron aveva imposto un secondo lockdown.

Il nuovo suggerimento, dunque, spera di aiutare a invertire questa tendenza.