Congelamento
Ultima modifica 16.07.2019

Generalità

Il congelamento (in inglese frostbite) è un danno tissutale provocato dall'esposizione prolungata al freddo estremo. Le fasi iniziali del fenomeno sono superficiali e non causano lesioni permanenti; il congelamento severo, tuttavia, richiede attenzione medica, in quanto può provocare la distruzione dei tessuti cutanei e dei vasi sanguigni sottostanti. Gli effetti possono essere temporanei (congelamento superficiale) o permanenti, se subentrano complicazioni, come danni a muscoli, ossa e nervi, infezioni e cancrena. Al congelamento, a volte, può subentrare l'ipotermia sistemica (o assideramento), che produce effetti sull'intero organismo.

Cause

A temperature pari o inferiori a 0°C, i vasi sanguigni sotto la pelle iniziano a restringersi (vasocostrizione) e il sangue viene deviato dalle estremità agli organi vitali, attraverso l'azione dei corpi glomici (il glomo è un componente del derma, coinvolto nella regolazione della temperatura corporea). La stessa reazione può essere indotta dall'esposizione a forti venti e a severe condizioni atmosferiche (es. tempeste di neve). La vasocostrizione aiuta a mantenere la temperatura corporea e ad evitare la dispersione del calore.

Quando l'organismo è esposto al freddo per lunghi periodi di tempo, questa strategia protettiva può ridurre, in alcune aree, il flusso sanguigno sino a livelli pericolosamente bassi. Mentre il sangue viene reindirizzato lontano dalle estremità del corpo, i liquidi presenti nei tessuti congelano e formano dei cristalli di ghiaccio, che possono provocare gravi danni alla zona. Se il flusso di sangue non può essere ripristinato, priva le cellule di ossigeno, portando, infine, alla morte dei tessuti (cancrena).

Gradi di congelamento

Congelamento di primo grado

Le fasi iniziali del congelamento interessano solo la superficie della pelle e l'area colpita, di solito, non viene danneggiata in modo permanente. All'insorgenza, si manifestano intorpidimento, formicolio, prurito e dolore nella zona interessata. La pelle diventa fredda, insensibile e pallida, come conseguenza della ridotta circolazione del sangue. Le forme lievi di congelamento possono risolversi con il trasferimento del paziente in un luogo caldo e con misure di pronto soccorso.

Congelamento di secondo grado

Se l'esposizione alle basse temperature prosegue, il congelamento si estende all'epidermide e al derma, ma non coinvolge ancora i tessuti profondi. La pelle diventa bianca-blu e comincia ad indurirsi al tatto. L'intervento medico è necessario per assicurarsi che non subentri alcun danno permanente. Con il riscaldamento, la pelle diventa rossa, gonfia, pruriginosa e dolorante e, dopo 1-2 giorni, compaiono vesciche o bolle. Le lesioni di secondo grado guariscono in un mese, ma la zona può diventare permanentemente insensibile.

Congelamento di terzo e quarto grado

Il congelamento diventa sempre più grave e comportaulteriori danni, coinvolgendo muscoli, tendini, vasi sanguigni e nervi. S'instaura, infatti, un processo infiammatorio per intervento delle cellule immunitarie, che compromette temporaneamente, e, in casi gravi, in modo definitivo, la funzionalità dell'area coinvolta. Al disgelo della pelle, le vesciche si riempiono di sangue e si trasformano in spesse croste violacee-nere, mentre i danni alle terminazioni nervose possono provocare la perdita permanente della sensibilità. Le lesioni di quarto grado si verificano quando i tessuti congelati iniziano a necrotizzare. L'estremo congelamento può determinare la necessità di ricorrere ad un intervento chirurgico o all'amputazione, per rimuovere il tessuto necrotico.

Sintomi

Per approfondire: Sintomi Congelamento


I sintomi del congelamento sono molteplici, ma i segnali di allarme comuni comprendono intorpidimento, bruciore e dolore alla zona. Se l'esposizione al freddo continua, al formicolio può subentrare la perdita di sensibilità al tatto; con l'aggravasi del congelamento, il dolore inizia a svanire, fino a scomparire.

La gravità del fenomeno dipende da quanto la temperatura ambientale è inferiore a 0° C e dalla durata dell'esposizione.
Altri segni tipici del congelamento comprendono:

Le parti del corpo più suscettibili al congelamento, in quanto più esposte, sono: naso, lobi delle orecchie, dita di mani e piedi. Nei casi lievi, il recupero completo è possibile con un intervento medico rapido. Le conseguenze maggiori si verificano nei tessuti che congelano, disgelano e ri-congelano.

Fattori di rischio

I fattori di rischio per il congelamento includono le patologie che causano danni vascolari e problemi di circolazione, come il diabete e il fenomeno di Raynaud. Il congelamento non è un problema comune, ma alcune persone che praticano sport invernali e in alta quota (come alpinisti e sciatori) o quelle che lavorano in condizioni atmosferiche estreme per lungo tempo (marinai e soccorritori) dovrebbero prendere le opportune precauzioni. In questi contesti, gli stessi fattori che possono portare a congelamento (temperature fredde, abbigliamento inadeguato, vestiti bagnati, vento gelido ecc.) possono contribuire all'ipotermia.

Trattamento

Il trattamento dei danni da congelamento dipende dalla gravità della condizione. Se l'assistenza medica non è immediatamente disponibile, è utile cercare un ambiente stabile e caldo. È importante ricordare che il movimento eccessivo del tessuto congelato può causare ulteriori lesioni: l'attrito può distruggere la pelle già danneggiata, nonché aumentare il rischio di infezione. Per questo motivo, lo sfregamento o l'applicazione della forza fisica nel tentativo di riscaldare l'area colpita può essere dannoso.
Il riscaldamento può essere realizzato nei seguenti modi:

  • Riscaldamento passivo: prevede l'utilizzo di calore del corpo o della temperatura ambientale. Il riscaldamento passivo include l'avvolgimento in coperte per proteggere le parti congelate o il trasferimento in ambienti più caldi. Il paziente non deve utilizzare fonti di calore dirette, come stufe, caminetti o falò, poiché questi possono causare ustioni (facilitate dalla ridotta o assente sensibilità della zona considerata). Sostituire gli indumenti bagnati con vestiti morbidi e asciutti può arrestare l'ulteriore perdita di calore.
  • Riscaldamento attivo: la somministrazione diretta di calore ad una persona richiede più attrezzature e potrebbe essere difficile da eseguire in un ambiente non ospedaliero. Il riscaldamento attivo si ottiene immergendo il tessuto ferito in un bagno d'acqua, alla temperatura di 40-42°C, per circa un'ora. Il riscaldamento dei tessuti periferici può dilatare i vasi sanguigni e ripristinare la circolazione alla zona. Tuttavia, la procedura è intensamente dolorosa e può aumentare il rischio di aritmie cardiache.

Chirurgia

Lo sbrigliamento e l'amputazione del tessuto necrotico sono interventi, di solito, ritardati, con eccezioni per la comparsa di segni di infezioni o cancrena gassosa. Farmaci trombolitici, che agiscono come attivatori tissutali del plasminogeno (tPA), possono essere somministrati per cercare di ridurre la necessità di amputazione. Tuttavia, questi agenti possono causare gravi emorragie e sono, in genere, utilizzati solo in particolari situazioni, entro 24 ore dall'esposizione.

Recupero ed effetti a lungo termine

Se il congelamento non ha danneggiato i vasi sanguigni, un recupero completo è possibile. In caso contrario, le lesioni possono essere permanenti. Un certo numero di effetti a lungo termine possono seguire il congelamento: cambiamenti transitori o permanenti nella sensibilità, parestesie, dolore persistente e artrite nella zona del corpo interessata.


Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici