Riconoscere punture di insetti: sintomi, quando preoccuparsi e cosa fare subito

Riconoscere punture di insetti: sintomi, quando preoccuparsi e cosa fare subito
Ultima modifica 26.07.2024
INDICE
  1. Come riconoscere le punture di insetti?
  2. Perché riconoscerle è importante
  3. Zanzare
  4. Cimici dei letti
  5. Ape
  6. Vespe
  7. Pulci
  8. Zecche
  9. Ragno
  10. Acari della scabbia
  11. Pidocchi
  12. Tafano

Come riconoscere le punture di insetti?

Le punture di insetti provocano sintomi simili, come protuberanze sollevate sulla pelle rosse, pruriginose e gonfie. A causa di queste somiglianze, potrebbe non essere sempre facile capire cosa quale insetto ci abbia punto.

Come faccio a capire cosa mi ha punto o morso?

Imbattersi negli insetti è inevitabile: basta trascorrere del tempo all'aria aperta, per ricordarsi quanto siano pruriginose, irritanti e dolorose le loro punture (o morsi).

La maggior parte delle punture di insetto sono innocue, alcune possono causare parecchio fastidio e, in rari casi, minacciare seriamente la propria salute. Per questo, è utile sapere esattamente quale insetto sia il responsabile della puntura o del morso.

Ecco cosa sapere sui tipi più comuni di punture e morsi di insetti, come distinguerli, quando preoccuparsi e il modo migliore per trattarle.

Perché riconoscerle è importante

Perché è importante distinguere le punture di insetti?

  • Nonostante il fastidio, la maggior parte delle punture di insetti sono relativamente innocue e facili da curare: le creme antiprurito, gli impacchi freddi e gli antidolorifici da banco possono aiutare a non grattarsi ed a far guarire il morso o la puntura da soli.
  • Alcuni insetti, come le zecche e le cimici dei letti, possono trasmettere malattie, quindi potrebbe essere necessario consultare un medico. Inoltre, le punture e morsi di insetti potrebbero richiedere cure immediate se evocano una reazione allergica.
  • Infine, le infestazioni (ad esempio da cimici dei letti o pulci) potrebbero anche richiedere pulizie domestiche straordinarie o disinfestazione professionale per prevenire ulteriori incursioni di insetti.

Per questo, è importante riuscire a distinguere le punture dei più comuni insetti, allo scopo di garantire la corretta gestione della reazione locale cutanea o del trattamento di emergenza per il paziente allergico.

Quali insetti pungono e quali mordono?

Molte specie di artropodi (insetti, aracnidi e altri) pungono o mordono: alcuni lo fanno per nutrirsi di sangue (parliamo degli ematofagi, come zanzare, tafani, pappataci e pulci), altri lo attuano come meccanismo di difesa (api, vespe, calabroni e formiche rosse).

Cosa succede quando un insetto punge?

L'effetto di una puntura o di un morso dipende dall'insetto (o, più in generale, dall'artropode).

Considerando che un insetto può forare la pelle, la reazione, in genere, si traduce nella comparsa localizzata di dolore, prurito, arrossamento e gonfiore. Questi sintomi tendono a risolversi entro un paio di giorni e sono tipici degli ematofagi.

Tuttavia, gli insetti possono con la loro puntura per inoculare sostanze tossiche e velenose. Alcune di queste provocano lesioni dolorose o possono stimolare una grave reazione allergica (anafilassi).

A prescindere che siano ematofagi o utilizzino il loro pungiglione per proteggere alveari o nidi, gli insetti possono essere vettori, cioè possono essere coinvolti nella trasmissione di patogeni.

Anche se non appartengono strettamente alla famiglia degli insetti, anche il contatto ravvicinato con gli aracnidi (ragni, acari e zecche) può provocare le stesse conseguenza.

Le punture degli insetti sono frequenti soprattutto nel periodo estivo, ma per molte persone l'eventuale contatto con questi animali costituisce un serio problema, con cui convivere per tutta la vita. Questo è il caso delle allergie e delle malattie trasmesse da vettori, come la febbre gialla, la malattia di Lyme e la malaria.

Per approfondire: Punture di insetti: cause e sintomi

Zanzare

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2024/07/26/puntura-di-zanzara-orig.jpeg Shutterstock

Le punture di zanzara sono pruriginose e fastidiose: alle nostre latitudini, con variazioni dovute al clima, ci accompagnano da aprile a fine settembre-metà ottobre.

Mentre pungono l'ospite, le zanzare immettono una sostanza anticoagulante che permette loro di contrastare le difese della preda e di succhiare il sangue più facilmente; se non la iniettassero, dopo la penetrazione del pungiglione, non riuscirebbero ad assicurarsi un buon apporto di sangue. È proprio questa sostanza anticoagulante, insieme alla saliva dell'insetto, che causa il fastidio e l'irritazione.

Le zanzare comuni (Culex pipiens), sono più attive al tramonto e di notte, quando le temperature sono calde e umide, ma la zanzara tigre (Aedes albopictus) è molto aggressiva e punge anche in pieno giorno.

La zanzara tigre vola a "bassa quota", non a caso spesso prende di mira colpisce le caviglie e i polpacci.

Punture di zanzare: che aspetto hanno?

  • Quando punge una zanzara, un pomfo rosso o rosa che prude è il segno più indicativo. Di norma, il prurito si manifesta subito e dura circa mezz'ora, quindi si sviluppa una piccola protuberanza che tende a scomparire dopo poco tempo.
  • Se si è allergici alle punture di zanzara, a volte nota come sindrome di Skeeter, si potrebbe manifestare lesioni rosse e gonfie o una leggera febbre.

Quando preoccuparsi di una puntura di zanzara?

  • Nelle persone allergiche alle zanzare, possono scatenare sintomi sono più gravi entro poche ore dalla puntura, come eruzioni cutanee con vesciche, ampie aree di edema, eritema e prurito intenso. In alcuni casi, si forma un'area di gonfiore duro e caldo che può persistere anche per qualche giorno. Questa reazione infiammatoria è conosciuta anche come sindrome di Skeeter ed è causata dagli allergeni presenti nella saliva delle zanzare.
  • Una piccola percentuale di persone può sperimentare gravi reazioni allergiche (anafilassi). In questi casi, la puntura di zanzara innesca una risposta sistemica che va gestita come emergenza medica.
  • Le zanzare possono trasmettere malattie: in questi casi, i sintomi sono anche sistemici e possono comprendere febbre, eruzioni cutanee, dolori articolari e occhi rossi; quindi, se dopo essere stati punti si inizia ad avvertire un malessere generalizzato è bene consultare il medico. Le punture più temibili sono quelle del genere Anopheles, per la malaria, mentre chikungunya e dengue sono malattie virali innescate dalla puntura di zanzare infette del genere Aedes. L'infezione da virus West Nile, invece, è una malattia trasmessa soprattutto dal genere Culex. Le zanzare sono anche vettore di febbre gialla, febbre della Rift Valley, encefalite giapponese, Zika e filariosi. In Italia ed in Europa, i rischi sono al momento limitati: le patologie che questi insetti possono trasmettere non sono radicate, quindi i casi sono sporadici.

Punture di zanzare: cosa fare?

Per far guarire rapidamente una puntura di zanzara, è importante non grattarsi: cedere a questa tentazione non farà che esacerbare il prurito e può anche aumentare il rischio di infezione.

Per approfondire: Puntura di Zanzara Infetta: come riconoscerla dai sintomi e cosa fare

Il modo migliore per trattare le punture di zanzara è applicare una crema all'idrocortisone o una lozione alla calamina, per lenire la pelle e ridurre il prurito.

I rimedi casalinghi per le punture di zanzara possono anche includere un impacco freddo, una lozione all'aloe vera o un bagno di farina d'avena.

Cimici dei letti

Le cimici da letto, o cimici dei letti, sono piccoli insetti parassiti piatti, incapaci di volare, che si nutrono esclusivamente di sangue. Le punture all'uomo vengono inferte tipicamente di notte e le infestazioni si verificano intorno o vicino a dove le persone dormono.

Dal punto di vista medico, le infestazioni assumono rilevanza per l'infiammazione cutanea correlata alle punture e alle reazioni allergiche ai componenti della saliva dell'insetto. 

Punture di cimici da letto: che aspetto hanno?

Le punture delle cimici dei letti possono assomigliare a quelle di zanzare e altri insetti ematofagi: si sviluppano piccole macchie rosse, leggermente gonfie e pruriginose, che possono evolvere in problemi alla pelle se si cede alla tentazione di grattarsi. Sulla superficie cutanea, le punture delle cimici da letto possono essere inferte in modo casuale, apparire in linea retta (fila di 3-5 pomfi) o formare un motivo a zig-zag.

Quando preoccuparsi di una puntura di cimice da letto?

Le cimici dei letti non sono considerate pericolose; tuttavia, alcuni bambini e adulti possono essere allergici alle loro punture e sviluppare manifestazioni più gravi, come gonfiori estesi e dolorosi e, in rare occasioni, anafilassi.

Punture di cimici da letto: cosa fare?

Per alleviare il prurito, è possibile applicare frequentemente un panno fresco e umido e usare prodotti topici a base di calamina o creme antiprurito. Se i sintomi sono gravi, è possibile ricorrere a farmaci antinfiammatori o antistaminici, previo consiglio medico. Le reazioni anafilattiche sistemiche alle punture di cimici dei letti possono richiedere adrenalina intramuscolare.

Per approfondire: Punture Cimici da Letto: sintomi, rischi per la salute e cura

Ape

La maggior parte delle api non è aggressiva: questi insetti non pungono a meno che non si sentano minacciati. Le api pungono tipicamente una volta e lasciano all'interno della ferita il pungiglione e con esso anche gli ultimi segmenti dell'addome; così mutilati, quest'insetti sono generalmente destinati a morire.

Il pungiglione accompagnato dalla ghiandola velenifera continua ad inoculare veleno nei tessuti per diversi minuti dopo la puntura (per questo, se residua nella cute, andrebbe subito rimosso).

Puntura di ape: che aspetto ha?

L'ingresso del pungiglione nella cute provoca dolore immediato, bruciore, prurito. Entro pochi minuti dalla puntura dell'ape, si verificano gonfiore e arrossamento localizzati. L'area potrebbe anche essere calda e con un piccolo segno bianco vicino al centro del gonfiore, dove il pungiglione è penetrato nella pelle. Questi sintomi tendono a risolversi entro poche ore.

Quando preoccuparsi di una puntura di ape?

Nelle persone allergiche, la puntura di un'ape può indurre una reazione locale (eritema, edema esteso e dolore intenso) o sistemica (orticaria, senso di costrizione alla gola o al petto, vertigini, difficoltà respiratorie, vomito). Talvolta, possono insorgere delle complicanze gravi che conducono allo shock anafilattico.

Punture di ape: cosa fare?

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2024/07/26/puntura-di-ape-orig.jpeg Shutterstock

Per curare una puntura d'ape, si deve innanzitutto rimuovere il pungiglione e applicare un impacco freddo (o immergere la zona colpita nell'acqua fredda) per ridurre il gonfiore e l'infiammazione. Per alleviare bruciore, dolore e prurito, inoltre, è possibile ricorrere agli appositi stick dopo-puntura da applicare sulla parte.

Quando i sintomi tendono a persistere, invece, è sempre necessario consultare il medico, che potrà indicare l'applicazione di creme a base di cortisone. A seconda del caso, possono essere prescritti anche antistaminici, FANS, patch con lidocaina o altri anestetici topici.

Nel caso in cui si sviluppi una reazione più severa, è consigliabile richiedere un intervento medico immediato. Chi ha un'allergia accertata, deve portare sempre con sé un preparato monouso a base di adrenalina, da autosomministrarsi in caso di necessità.

Per approfondire: Puntura di Ape: cosa fare? Quando preoccuparsi?

Vespe

Le punture di vespe provocano un bruciore intenso o un dolore acuto, accompagnato da gonfiore e arrossamento. A differenza delle api, le vespe non lasciano il pungiglione nella vittima, ma possono infliggere più punture nell'arco di poco tempo. Inoltre, quest'insetto è particolarmente aggressivo. Pertanto, se si è stati punti e la vespa è ancora in zona, occorre allontanarsi con molta cautela e raggiungere un posto sicuro.

Puntura di vespa: che aspetto ha?

Dopo puntura di vespa, nell'area intorno al punto di inoculazione del pungiglione, si manifesta dolore immediato, bruciore intenso, prurito, arrossamento, gonfiore, estendendosi al massimo per pochi centimetri. Di norma, i sintomi della puntura di vespa sono autolimitanti: la regione interessata rimane dolorante e pruriginosa per alcuni giorni.

Quando preoccuparsi di una puntura di vespa?

Nelle persone precedentemente sensibilizzate, la puntura di vespa può causare una reazione allergica locale (edema di oltre 10 cm di diametro, dolore, eritema; questi sintomi tendono ad aggravarsi gradualmente nei primi tre giorni) o sistemica (orticaria, vertigini e difficoltà respiratorie). Nei casi più severi, dopo una puntura di vespa, può svilupparsi uno shock anafilattico. Questo è caratterizzato da una riduzione della pressione arteriosa marcata e persistente, la quale può condurre a intorpidimento o perdita di coscienza, vertigini ed arresto cardiocircolatorio.

Punture di vespa: cosa fare?

Se la puntura di vespa non provoca sintomi troppo intensi, per limitare i disagi, si deve pulire accuratamente l'area con acqua e sapone, quindi applicare del ghiaccio o un impacco freddo per ridurre il gonfiore e il dolore. Per lenire questi sintomi, si può anche applicare una crema antistaminica o cortisonica, previo consiglio del medico.

Quando si manifesta una reazione più severa, invece, è necessario richiedere un intervento medico urgente. Quando l'allergia al veleno della vespa è conclamata, occorre portare sempre con sé un preparato monouso auto-iniettabile a base di adrenalina.

Per approfondire: Puntura di Vespa: come riconoscerla e cosa fare

Pulci

Le pulci sono insetti sgradevoli non solo per gli animali domestici; possono, infatti, pungere anche l'uomo provocando un prurito intenso e, in alcuni soggetti particolarmente sensibili, anche dermatiti allergiche

Punture di pulci: che aspetto hanno?

La puntura delle pulci è contraddistinta da un minuscolo punto scuro, pruriginoso e circondato da una zona arrossata. Il gonfiore è meno pronunciato rispetto ad altre punture d'insetto e il rossore scompare quando viene applicata la pressione.

Una singola pulce spesso punge due o tre volte nella stessa zona in cerca di sangue: si possono osservare gruppi di lesioni eritemato-papulose disposte in maniera lineare, a formare una traccia del cammino percorso dalla pulce sulla pelle (come le punture delle cimici dei letti).

Le punture delle pulci si trovano più comunemente nella parte inferiore del corpo, come caviglie o piedi.

Quando preoccuparsi di una puntura di pulce?

Le pulci possono essere vettori di pericolose malattie, come il tifo murino, la tularemia e la peste bubbonica. Inoltre, sono responsabili della trasmissione della tenia (Dipylidium caninum) e del batterio che causa la malattia da graffio di gatto (Bartonella henselae).

Punture di pulci: cosa fare?

  • Per trattare le punture di pulci, non grattarsi e applicare creme antiprurito o assumere antistaminici orali.
  • Se si ha un animale domestico, consultare un veterinario per un trattamento antiparassitario. Le infestazioni dell'ambiente domestico radicate e difficile da debellare possono richiedere una disinfestazione professionale.
Per approfondire: Punture delle Pulci: cosa fare, sintomi, cure

Zecche

La zecca è un artropode appartenente alla classe degli aracnidi (la stessa cui appartengono ragni e scorpioni) e all'ordine degli acari. Quando la zecca avverte la vicinanza di un potenziale "ospite", vi si attacca (è sufficiente venga sfiorata), quindi si posiziona sulla pelle e la trafiggono, introducendo il rostro (parte del loro apparato buccale). Così ancorate, la zecca inizia a succhiare il sangue ed a nutrirsi per alcuni giorni, fino a che, sazia, si stacca dall'ospite, lasciandosi cadere sul terreno.

In Italia, le zecche, in qualità di vettori, possono trasmettere principalmente la malattia di Lyme, la meningoencefalite da zecche (o TBE) e la febbre bottonosa del Mediterraneo.

Morso di zecca: che aspetto ha?

Riconoscere le punture di zecca - o più correttamente, i morsi di zecca - può essere difficile, poiché, il più delle volte, passano inosservate: le zecche emettono una sostanza leggermente anestetica che rende i morsi indolori. Dopo la puntura, in genere, la zona corrispondente al punto di inoculo appare leggermente infiammata e gonfia. A distanza di alcuni giorni, l'infiammazione si espande, causando eruzioni più o meno fastidiose. Nel giro di 3-4 settimane, la lesione primaria (macchia o papula) tende apparentemente a risolversi schiarendosi a partire dal centro (si parla di eritema migrante).

Quando preoccuparsi di un morso di zecca?

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2024/07/26/morso-di-zecca-orig.jpeg Shutterstock

Se compare un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbricola, mal di testa, dolori articolari, ingrossamento dei linfonodi e debolezza, è necessario avvertire subito il proprio medico. Anche febbre, brividi, dolori e affaticamento muscolare sono campanelli d'allarme da non sottovalutare.

Morso di zecca: cosa fare?

In caso di contatto con una zecca, è bene estrarla il prima possibile: bisogna afferrare il parassita con una pinzetta a punte sottili ed imprimere un leggero movimento di rotazione per estrarlo. Se una porzione del rostro rimane nella pelle, deve essere rimossa con un ago sterile.  

Prima e dopo il distacco della zecca, è importante non usare sostanze oleose o irritanti che potrebbero indurre un rigurgito nel parassita, accelerando la trasmissione di eventuali patogeni. La zona deve poi essere disinfettata (con acqua ossigenata, alcool o soluzioni a base di iodio) e tenuta sotto osservazione per un mese.

Per approfondire: Morso di Zecca: sintomi, rischi e cosa fare

Ragno

Sebbene forse siano i morsi di insetto più temibili, i morsi di ragno non sono così comuni. Solo circa 500 dei 40.000 tipi di ragni in tutto il Mondo mordono effettivamente gli esseri umani, e solo 12 di questi rilasciano abbastanza veleno per morso da essere considerati pericolosi per gli esseri umani. In Italia, le specie il cui morso è di importanza medica per l'uomo sono principalmente tre: 

Morso di ragno: che aspetto ha?

Nella sede del morso di ragno, i sintomi più comuni sono: dolore di tipo urente, arrossamento, gonfiore e diminuzione della sensibilità. Questi si presentano generalmente dopo 2-6 ore (spesso, il morso di ragno non viene immediatamente avvertito) e coinvolgono solo la zona intorno alla lesione.

Di solito, le manifestazioni tendono ad aggravarsi gradualmente nelle 24 ore seguenti al contatto con l'aracnide, ma, nella maggior parte dei casi, risultano autolimitanti ed innocue.

Quando preoccuparsi di un morso di ragno?

I morsi di ragno possono causare necrosi da cui conseguono croste di colore scuro (escara) e, se è implicata l'inoculazione di un veleno necrotossico o neurotossico, le manifestazioni locali del morso di ragno possono associarsi a sintomi sistemici, tra cui: malessere, nausea, febbre, cefalea e vertigini febbre, sudorazione e rash cutaneo diffuso e pruriginoso. I sintomi sistemici generalmente regrediscono in 24-48 ore, mentre quelli locali in qualche giorno.

Nei casi più severi, la reazione generale al morso di ragno può complicarsi con difficoltà respiratoria, debolezza muscolare, emorragie, insufficienza renale e danni al fegato.

L'insorgenza improvvisa di queste manifestazioni o il loro progressivo peggioramento, devono indurre a consultare il medico entro breve tempo.

Morso di ragno: cosa fare?

  • La maggior parte dei morsi di ragno non è pericolosa e regredisce senza trattamenti particolari. L'intervento medico è opportuno, invece, qualora subentrassero reazioni allergiche e necrosi della ferita.
  • Nei casi lievi di morso di ragno, è possibile trarre sollievo dall'applicazione di impacchi freddi o dall'immersione della zona colpita nell'acqua fresca per alleviare il dolore.
  • Quando i sintomi del morso di ragno tendono a persistere, invece, è sempre necessario consultare il medico, che potrà indicare l'impiego di analgesici (per ridurre la forte sintomatologia dolorosa) o l'applicazione di creme a base di cortisone (per ridurre prurito e infiammazione).
  • Se i sintomi del morso di ragno appaiono da subito gravi, invece, occorre chiamare il 118 o contattare un centro antiveleni. In base al tipo di ragno che ha provocato il morso, infatti, potrebbe essere necessaria la somministrazione di un antidoto specifico, in grado di bloccare l'azione della tossina. Per le ferite da moderate a gravi, può essere necessario intervenire chirurgicamente.
Per approfondire: Morso di Ragno: sintomi, quando preoccuparsi e cosa fare

Acari della scabbia

La scabbia è un'infestazione parassitaria causata da acari microscopici (Sarcoptes scabiei). Questo artropode è capace di annidarsi sotto la pelle e deporre le sue uova in piccole gallerie che scava appositamente nello spessore dell'epidermide (si nutre delle cellule epiteliali).

Punture di acari da scabbia: che aspetto hanno?

Gli acari da scabbia provocano un'eruzione cutanea su gran parte del corpo, caratterizzata da chiazzette rosse in rilievo (papule) a grappolo che ricordano le lesioni di eczema o orticaria, con un prurito diffuso e insistente. Il fastidio diventa più intenso la notte ed è legato essenzialmente ad un'ipersensibilità ai prodotti proteici dell'acaro Sarcoptes scabiei (e contenuti anche nelle feci del parassita). Altri segni caratteristici della malattia sono i cunicoli cutanei, che appaiono come tracce lineari o ondulate, sottili e lievemente squamose, lunghe da pochi mm a 1-1,5 cm. I cunicoli della scabbia sono di colorito grigiastro e presentono una specie di vescicola dal contenuto sieroso all'estremità.

Quando preoccuparsi di una puntura di acari da scabbia?

  • L'irresistibile bisogno di grattarsi è spesso associato a lesioni da grattamento, che possono complicarsi per sovrainfezioni batteriche lasciando spazio a follicoliti e impetigini.
  • La scabbia è altamente contagiosa e soggetta a notifica obbligatoria da parte del medico che la diagnostica. L'acaro della scabbia si trasmette attraverso il contatto diretto prolungato con la pelle e indirettamente, tramite l'uso condiviso nella stessa famiglia o comunità di indumenti, lenzuola e asciugamani contaminati; gli acari della scabbia possono vivere per circa 2 giorni lontano dalla cute dell'uomo, sui vestiti o sui letti.

Punture di acari da scabbia: cosa fare?

Il trattamento della scabbia consiste nell'uso di scabicidi orali o topici. La sintomatologia e le lesioni richiedono fino a 3 settimane prima di scomparire.

Gli antistaminici per via orale e gli emollienti per uso topico contribuiscono a dare sollievo dal prurito, che spesso, sostenuto da fenomeni irritativi, persiste per diversi giorni; gli antibiotici possono prescritti in caso di sovrainfezioni batteriche.

Il monitoraggio e la profilassi vanno estesi a tutte le persone a stretto contatto con il paziente per arginare la diffusione dell'infestazione.

Per approfondire: Cos'è la scabbia e come si cura

Pidocchi

I pidocchi sono insetti di colore grigiastro e dimensioni molto ridotte (da 1 a 3 mm), che agiscono come parassiti e possono dare origine ad un'infestazione cutanea: la pediculosi. I pidocchi si nutrono del sangue umano e proliferano tra capelli o peli, sui quali si muovono facilmente grazie agli uncini posti sulle loro zampe.

Punture di pidocchi: che aspetto hanno?

Le punture di pidocchi sono estremamente pruriginose e si concentrano soprattutto sulla nuca e dietro le orecchie. Un'accurata ispezione del cuoio capelluto è sufficiente per identificare l'infestazione o i segni rossi in corrispondenza dei siti di puntura.

Quando preoccuparsi delle puntura di pidocchi?

I pidocchi non causano malattie, ma l'istinto di grattarsi può lesionare la pelle, lasciandola esposta alle infezioni

Punture di pidocchi: cosa fare?

In caso di pediculosi accertata, è indicato il ricorso ai pediculociti: in commercio, sono disponibili polveri aspergibili, mousse, shampoo, lozioni, gel o spray. Questi prodotti anti-pidocchi sono efficaci nel debellare l'infestazione, ma è importante agire con tempestività.

Per approfondire: Cosa sapere sui pidocchi e come eliminarli

Tafano

I tafani sono grandi mosche che pungono mammiferi, come cani, umani e cavalli. Quando pungono, tagliano la pelle con le loro bocche affilate e causano una sensazione dolorosa, mentre si nutrono del sangue.

Puntura di tafano: che aspetto ha?

Le punture di tafano provocano lesioni molto dolorose e in rilievo (pomfi); in alcuni casi, possono manifestarsi gonfiore o vesciche piene di pus.  Questa manifestazione può essere associata alla comparsa di orticaria, vertigini, debolezza e angioedema (soprattutto a livello di occhi e labbra). I tafani tagliano la pelle con le loro fauci mentre mordono, invece di pungerla: per questo i segni possa richiedere molto tempo per guarire e causare più facilmente infezione.

Quando preoccuparsi delle puntura di tafano?

  • I tafani lacerano la pelle con il loro apparato buccale, quindi la puntura rischia di infettarsi. Qualora le lesioni provocate dalle punture di tafano non dovessero risolversi entro un periodo di tempo relativamente breve, qualora la lesione cambiasse aspetto (ad esempio, formazione di pus) e/o qualora comparissero sintomi insoliti (ad es. febbre), è bene rivolgersi al proprio medico al fine di individuare la presenza di eventuali sovrainfezioni.
  • In rari casi, una puntura di tafano può causare una reazione allergica, causando difficoltà respiratorie, vertigini e gonfiore al viso o alla bocca. Se si avverte uno di questi sintomi, cercare immediatamente assistenza medica.

Punture di tafano: cosa fare?

Per lenire il dolore, il prurito e il gonfiore, disinfettare la puntura di tafano e applicare un impacco freddo sulla zona. Utilizzare prodotti da banco o farmaci antidolorifici appositamente formulati per contrastare il dolore e il fastidio causati da morsi e punture di insetti. Se la puntura si infetta, consultare un medico.

Per approfondire: Puntura di Tafano: cosa fare? Sintomi e rimedi
Consulta anche: Punture degli Insetti: cura e prevenzione

Autore

Dott.ssa Giulia Bertelli

Dott.ssa Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici