Ultima modifica 26.03.2020

Cos'è la Chikungunya

La chikungunya è una malattia di origine virale, una zoonosi trasmessa all'uomo attraverso la puntura di zanzare infette, caratterizzata da febbre acuta e forti dolori alle articolazioni. L'infezione è causata da un virus appartenente alla famiglia delle Togaviridae, isolato per la prima volta dal sangue di un paziente febbrile in Tanzania nel 1952. ChikungunyaDa allora, questo patogeno è stato segnalato come l'agente responsabile di numerose epidemie umane, in molte aree dell'Africa e dell'Asia. Recentemente, nell'agosto 2007, sono stati notificati i primi casi autoctoni in Europa.

"Chikungunya" deriva da una parola makonde che significa "ciò che curva" o "contorce", ad indicare l'aspetto curvo che assume chi soffre della grave artralgia ad essa correlata. La febbre chikungunya è diagnosticata sulla base di sintomi e segni fisici, su prove di laboratorio e sulla possibilità che sia avvenuta un'esposizione a zanzare infette. I sintomi includono dolori muscolari, mal di testa, nausea, affaticamento ed eruzioni cutanee. La febbre chikungunya condivide alcuni segni clinici con la dengue e può essere mal diagnosticata nelle aree endemiche dove i due agenti virali sono compresenti. Non esiste un farmaco specifico per curare la malattia. Il trattamento è rivolto a controllare i sintomi.

Agente infettivo e vettori

Virus Chikungunya e Zanzare Aedes

L'infezione è causata dal virus Chikungunya (CHIKV), agente infettivo a RNA a singolo filamento, sensibile all'essiccamento, ai disinfettanti e al sapone.
Il virus è trasmesso dalle zanzare del genere Aedes: sia le Aedes aegypti, che le Aedes albopictus sono implicate nelle grandi epidemie di chikungunya. Entrambe possono essere identificate tramite le vistose strisce bianche localizzate sui loro corpi neri e sulle zampe. Le zanzare Aedes sono coinvolte anche nella trasmissione di altre malattie, tra cui la dengue e la febbre gialla. La zanzara Aedes aegypti costituisce il vettore primario ed è confinata soprattutto in aree tropicali e sub-tropicali. L'Aedes albopictus, comunemente chiamata "zanzara tigre", è presente anche nelle regioni temperate ed è considerata responsabile della diffusione del virus in Asia, Africa ed Europa. La zanzara tigre è presente anche nelle aree urbane del nostro Paese. L'Aedes albopictus prospera in una più ampia gamma di siti rispetto alla Aedes aegypti, tra cui bucce di cocco, baccelli del cacao, ceppi di bambù, cavità degli alberi e superfici d'acqua naturali o artificiali, come pneumatici per veicoli e piattini sottovaso delle piante. Questi insetti ematofagi possono pungere sia durante le ore diurne che notturne, con picchi di attività al mattino presto e nel tardo pomeriggio, in ambienti chiusi o all'aperto. In Africa, diverse altre zanzare sono state indicate come potenziali vettori per l'agente virale.

Contagio

La trasmissione avviene attraverso la puntura di una zanzara infetta. Le epidemie sono sostenute dalla trasmissione uomo-zanzara-uomo. I principali serbatoi del virus sono le scimmie, ma anche altri animali possono essere colpiti, compresi l'uomo. Le zanzare entrano in contatto con il virus pungendo esseri umani o animali infetti e rimangono portatrici di chikungunya per tutto il loro ciclo vitale. Dopo la puntura di una zanzara infetta, l'esordio della malattia avviene dopo 4-8 giorni, ma il periodo di incubazione può variare da 2 a 12 giorni. Il rischio che una persona infetta possa trasmettere il virus ad una zanzara è più elevato quando il paziente è viremico, cioè durante i primi 2-6 giorni della fase acuta. La febbre Chikungunya non è trasmissibile da uomo a uomo, se non attraverso il contatto diretto con il sangue infetto. La viremia nell'uomo non è ben definita, ma si ritiene possa corrispondere al periodo che precede l'immediato inizio dei sintomi. Anche la trasmissione verticale materno-fetale è stata documentata ed è più probabile se la donna è viremica al momento del parto. Il CHIKV non sembra essere trasmesso mediante il latte materno.

Epidemiologia

Il bacino endemico della malattia è localizzato in diverse zone di Africa, Asia e India. Negli ultimi decenni le zanzare portatrici di chikungunya si sono diffuse anche in Europa e nelle Americhe.
Dal 2004, sulla costa del Kenya è stato registrato l'esordio di un focolaio, che si è progressivamente diffuso in varie isole dell'Oceano Indiano e in Asia, causando milioni di casi di malattia.
La zanzara tigre è responsabile della prima epidemia di chikungunya in Europa. Nell'estate del 2007, dopo l'introduzione di un viaggiatore viremico di ritorno dall'India, è avvenuta la diffusione autoctona (da uomo a zanzara-uomo) nel nord dell'Italia, durante la quale sono state contagiate più di 200 persone. Considerate le grandi epidemie provocate dal virus, l'alto livello di viremia nell'uomo e la distribuzione a livello mondiale di Aedes aegypti e Aedes albopictus, esiste il rischio che questa malattia si possa nuovamente diffondere. Inoltre, è evidente che le mutazioni del virus Chikungunya vengono trasmesse direttamente e con estrema facilità.
Il rischio per i viaggiatori è più alto se la destinazione è una zona endemica. Le epidemie si verificano soprattutto durante la stagione delle piogge tropicali e tendono a diminuire durante la stagione secca. Tuttavia, alcuni focolai in Africa si sono verificati dopo periodi di siccità, in cui i contenitori per raccogliere l'acqua costituivano anche i siti di proliferazione per i vettori.

Sintomi

Per approfondire: Sintomi Chikungunya


La febbre chikungunya è caratterizzata dalla comparsa improvvisa di febbre alta (temperatura generalmente superiore a 39 °C), spesso accompagnata da dolori articolari o rigidità. Altri segni e sintomi comuni includono dolori muscolari, mal di testa, nausea, vomito, mialgie (dolori muscolari), affaticamento ed eruzioni cutanee. La malattia acuta, di solito, dura da pochi giorni fino ad una settimana. Chikungunya eruzione cutaneaSpesso, il dolore è molto debilitante. Dopo l'insorgenza di febbre si può sviluppare, in alcuni casi, un'eruzione cutanea pruriginosa, tipicamente maculo-papulare, che coinvolge il tronco e le estremità, ma può includere anche palmi delle mani, piante dei piedi e viso. Risultati di laboratorio anormali possono includere trombocitopenia, leucopenia ed alterata funzionalità epatica. Inoltre, spesso viene riportato un importante aumento della velocità di eritrosedimentazione (VES) e della proteina C reattiva. Circa il 3%-28% delle persone infettate con CHIKV sono, invece, asintomatiche. La maggior parte dei pazienti guarisce spontaneamente entro 7-10 giorni dopo l'infezione iniziale, tuttavia alcuni pazienti hanno riferito un prolungato affaticamento della durata di diverse settimane. In altri casi, i dolori articolari invalidanti, la rigidità o la tenosinovite possono persistere anche per diversi mesi. Le complicanze sono rare, ma più comuni nei neonati ( 65 anni) e nelle persone affette da altre malattie croniche, come diabete, ipertensione ecc. Le manifestazioni atipiche della chikungunya includono: miocardite, malattie oculari (uveite e retinite), epatite, insufficienza renale acuta, disturbi gastrointestinali, eruzioni cutanee (bolle e ulcere) e complicanze neurologiche (meningoencefalite, sindrome di Guillain-Barré, paresi o paralisi). Le complicanze possono essere causate da effetti diretti del virus, dalla risposta immunologica all'agente patogeno o dalla tossicità della terapia farmacologica.
La chikungunya non è una malattia fatale. I decessi correlati alle infezioni da CHIKV sono rari: l'età avanzata, stati di immunodepressione e la presenza di patologie concomitanti sono probabili fattori di rischio per esiti negativi. Le donne incinte possono essere infettate durante tutte le fasi della gravidanza e l'insorgenza della chikungunya non comporta la trasmissione del virus al feto. Il più alto rischio di trasmissione verticale si verifica quando la donna presenta viremia al momento del parto. In questi casi, possono insorgere complicazioni per il bambino, tra cui malattie neurologiche, sintomi emorragici e patologie cardiache. Esistono anche rari casi di aborto spontaneo che si verificano dopo l'infezione CHIKV materna.

Diagnosi

La diagnosi preliminare della malattia è basata sulle caratteristiche cliniche. In caso di febbre, soprattutto se associata a dolori articolari, si raccomanda ai viaggiatori di rientro da una zona endemica di segnalare, al proprio medico o alla struttura ospedaliera, i Paesi in cui si sono recati. Per la diagnosi clinica sono disponibili diversi metodi, dotati di sensibilità variabile. Il virus può essere isolato dal sangue durante i primi giorni di infezione. Durante la prima settimana dopo l'insorgenza dei sintomi, la febbre chikungunya può essere diagnosticata mediante coltura virale o l'amplificazione degli acidi nucleici su siero.
Tre tipi principali di prove di laboratorio per la diagnosi di chikungunya ricordiamo:

  • Isolamento del virus: entro i primi 3 giorni di malattia (durante la fase acuta). La tecnica consiste nell'esporre a specifiche linee di cellule i campioni di sangue, per individuare le risposte virus-specifiche.
  • RT-PCR per analizzare l'acido nucleico virale: dopo 1-8 giorni dall'esordio della malattia, consente di amplificare diversi geni del virus chikungunya (reazione a catena della polimerasi con retrotrascrizione). I prodotti dei campioni clinici ottenuti mediante RT-PCR possono essere utilizzati anche per la genotipizzazione del virus e possono consentire di realizzare un confronto con campioni di virus provenienti da varie fonti geografiche.
  • Test sierologici per IgM/IgG: gli esami sierologici, come la metodica immunoenzimatica ELISA, possono essere eseguiti a partire da 4 giorni dopo l'infezione. Queste analisi possono confermare la presenza di anticorpi IgM (prodotti nelle fasi più precoci dell'infezione) e IgG (prodotti tardivamente) rivolti verso il virus Chikungunya. I livelli di anticorpi IgM virus-specifici sono elevati 3-5 settimane dopo l'inizio della malattia e persistono per circa due mesi.

Trattamento

Non sono disponibili specifici farmaci antivirali per la febbre chikungunya. L'obiettivo della terapia consiste principalmente nel controllare ed alleviare i sintomi, compreso il dolore alle articolazioni. Il trattamento sintomatico è consigliato dopo l'esclusione diagnostica di condizioni più gravi, come dengue o altre infezioni batteriche. La terapia può includere riposo, l'assunzione generosa di fluidi, l'uso di analgesici e di antipiretici per abbassare la febbre. Il trattamento sintomatico del dolore può prevedere l'assunzione di ibuprofene, naprossene, acetaminofene o paracetamolo, mentre l'aspirina è generalmente evitata. Le persone infette dovrebbero essere protette al chiuso, soggiornando in zone protette da una zanzariera, per evitare un'ulteriore esposizione al vettore durante i primi giorni della malattia ed evitare il diffondersi dell'infezione.


Terapia della fase acuta


Il trattamento è sintomatico e di supporto:

  • Riposo e fluidi;
  • FANS (per alleviare i dolori articolari).

Per i pazienti con gravi dolori articolari che non rispondono ai FANS:

Questi possono essere utilizzati dopo aver valutato il rapporto rischio-beneficio del trattamento.

Malattia subacuta e cronica


Per approfondire: Farmaci per la cura della Chikungunya »

Focolai di febbre chikungunya

La febbre chikungunya colpisce soprattutto nelle regioni tropicali dell'Africa, dell'India e nel Sud-Est Asiatico. Il raggio di diffusione della malattia è in aumento. Prima di viaggiare si raccomanda di informarsi sulla situazione attuale della malattia nel Paese di destinazione.

Prevenzione

Attualmente non esiste un vaccino commerciale o un farmaco specifico per prevenire la chikungunya. Il modo migliore per prevenire l'infezione è quello di evitare le punture di zanzara.

Il controllo dell'agente infettivo si basa sulla riduzione dei siti che supportano la riproduzione dei vettori, come i contenitori pieni d'acqua naturali e artificiali. Questa misura richiede la mobilitazione delle intere comunità colpite. Il contatto diretto con le zanzare costituisce un fattore di rischio significativo per la chikungunya, così come per altre malattie trasmesse da questi insetti.

Chi intraprende un viaggio in una zona endemica per la febbre chikungunya corre il potenziale rischio di infettarsi. Da questo punto di vista, le categorie maggiormente a rischio, come le donne gravide ed i soggetti con malattie croniche ed immunocompromessi, dovrebbero usare la massima cautela. In generale, i viaggiatori possono proteggersi prevenendo le punture di zanzara. I consigli di prevenzione sono simili a quelli per altre malattie virali trasmesse da zanzare, come la dengue o il virus del Nilo occidentale. Adottare le seguenti precauzioni generali può quindi ridurre l'eventuale contatto con il vettore:

  • Usare repellenti per insetti sulla pelle esposta. Questi prodotti dovrebbero contenere DEET (N, N-dietil-3-metilbenzamide), IR3535 o picaridin. Seguire sempre le istruzioni riportate sull'etichetta del repellente e considerare che il sudore ne riduce l'effetto. Donne gravide e bambini dovrebbero consultare il proprio medico prima di utilizzare questi prodotti, mentre particolare attenzione va posta ai bambini di età inferiore ai 3 mesi, per i quali l'utilizzo è invece sconsigliato.
  • Indossare camicie a maniche lunghe e pantaloni lunghi, che non lascino scoperte parti del corpo, e comunque di colore chiaro, perché gli indumenti scuri attraggono le zanzare. È importante ricordare che alcune zanzare portatrici della malattia non sono attive solo nelle ore serali, ma anche durante il giorno.
  • Applicare zanzariere su finestre e porte per impedire l'ingresso alle zanzare nelle stanze in cui si soggiorna (meglio se impregnate con sostanze repellenti). Anche per coloro che dormono durante il giorno, in particolare bambini, malati o anziani, le zanzariere trattate con un'insetticida offrono una buona protezione.
  • Le zanzare Aedes vivono in una vasta gamma di habitat e possono riprodursi in piccoli ristagni d'acqua che si raccogliono, ad esempio, in pneumatici, vasi da fiori, lattine, piscine per bambini, tubi di scarico e tutti gli altri contenitori aperti. Prevenire la formazione di acqua stagnante è una misura per impedire alle zanzare di proliferare.
  • Quando è necessario, è possibile ricorrere a prodotti chimici o alla lotta biologica contro il vettore (larve e zanzare adulte);
  • Infine, è molto importante che i pazienti viremici evitino di essere punti dalle zanzare Aedes, per non agevolare l'ulteriore diffusione del virus Chikungunya.

Autore

Giulia Bertelli
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici