Chemioterapia: che cos'è? Come funziona, effetti collaterali

Chemioterapia: che cos'è? Come funziona, effetti collaterali
Ultima modifica 01.02.2023
INDICE
  1. Che cos'è la Chemioterapia?
  2. Perché si fa la Chemioterapia?
  3. Come funziona la Chemioterapia?
  4. Chemioterapia Antineoplastica di Combinazione
  5. Come si fa la Chemioterapia?
  6. Dove si fa la Chemioterapia?
  7. Come si Somministra
  8. Effetti Collaterali
  9. Resistenza alla Chemioterapia

Che cos'è la Chemioterapia?

Il termine "chemioterapia" viene generalmente utilizzato per indicare il trattamento farmacologico di neoplasie maligne. In realtà, il significato di questa parola è molto più ampio.

All'inizio del XX secolo, il microbiologo tedesco Paul Ehrlich definì la chemioterapia come l'utilizzo di una qualsiasi sostanza chimica (di origine sintetica) per il trattamento di una qualsiasi manifestazione patologica dovuta ad agenti infettivi.

Nel corso degli anni, l'aumentata incidenza delle patologie neoplastiche ha portato a un'estensione nella definizione del termine chemioterapia, facendo in un certo senso rientrare tra gli agenti infettivi anche quelle cellule dell'organismo che vanno incontro a degenerazione tumorale.
Volendo essere precisi, dunque, occorre distinguere tra:

  • Chemioterapia antibatterica, il cui bersaglio è costituito da microorganismi patogeni contro i quali si utilizzano farmaci definiti:
    • Chemioterapici nel caso siano di origine sintetica;
    • Antibiotici nel caso in cui siano di origine naturale.
  • Chemioterapia antineoplastica. Il termine "antineoplastico" significa "contro la nuova crescita". Il bersaglio di questo trattamento è costituito delle cellule cancerose, che vengono trattate con farmaci antitumorali (antineoplastici o chemioterapici).

Attualmente, con il termine generico "chemioterapia" ci si riferisce specificamente al trattamento delle patologie neoplastiche, più spesso note come tumori o cancro. Per indicare il trattamento di una qualsiasi patologia con l'impiego di una qualsiasi sostanza chimica viene invece utilizzato il termine "farmacoterapia".

In questo articolo ci concentreremo nella descrizione delle principali caratteristiche della chemioterapia antineoplastica o antitumorale che, per semplicità, verrà d'ora in poi chiamata semplicemente "chemioterapia".

Chemioterapia copertina Shutterstock

Perché si fa la Chemioterapia?

L'elevata incidenza dei tumori sull'organismo umano - sia per quanto riguarda il numero dei casi riscontrati, sia per l'alto tasso di mortalità che li caratterizza - ha consentito e reso indispensabile un notevole sviluppo della chemioterapia antineoplastica.

Lo scopo della chemioterapia è di rallentare, e auspicabilmente bloccare, la crescita e la diffusione cellulare incontrollate che caratterizzano i tumori maligni.

Le motivazioni per cui il medico specialista (oncologo) decide di sottoporre un paziente a trattamenti di chemioterapia possono essere diverse e variare in funzione del tipo di tumore da trattare, della sua gravità e del suo stadio. Più nel dettaglio, la chemioterapia può essere fatta per:

  • Eliminare del tutto il tumore, nel caso di patologie neoplastiche particolarmente sensibili ai farmaci chemioterapici.
  • Ritardare la progressione della malattia e prolungare la sopravvivenza in caso di tumori che non possono essere eliminati del tutto (come può accadere, ad esempio, per i tumori che si sono diffusi ad altre parti dell'organismo oltre alla sede di sviluppo iniziale - metastasi).
  • Alleviare i sintomi causati dalla presenza della massa tumorale nel caso in cui questa non possa essere rimossa chirurgicamente. Lo scopo è prevenire la comparsa di ostruzioni di canali (ad esempio, intestino, bronchi, ecc.) o la compressione di organi.
  • Ridurre le dimensioni della massa tumorale prima che il paziente venga sottoposto a radioterapia o ad operazioni chirurgiche. Questa pratica, infatti, può far sì che l'irradiazione (in caso di radioterapia) possa essere fatta in zone più limitate del corpo o che l'intervento (in caso di chirurgia) possa essere più efficace. Quando la terapia con farmaci antitumorali viene impiegata in questo senso si parla più propriamente di "chemioterapia neoadiuvante".
  • Prevenire le ricadute dopo che il paziente è stato sottoposto a trattamento chirurgico o a radioterapia. L'obiettivo, in questo caso, è quello di andare a colpire ed eliminare le cellule tumorali che dalla massa possono essersi staccate per poi diffondersi in altre sedi corporee, anche se non hanno ancora dato origine a metastasi rilevabili con gli strumenti diagnostici attualmente disponibili. In questi casi si parla più propriamente di "chemioterapia adiuvante" o "chemioterapia precauzionale".
  • Preparare l'organismo ad un trapianto di cellule staminali o a un trapianto di midollo osseo.

Come funziona la Chemioterapia?

Come accennato, lo scopo della chemioterapia è quello di ridurre o fermare la crescita e la diffusione delle cellule maligne.

I farmaci impiegati in chemioterapia mirano al suddetto obiettivo e vanno ad interferire, ognuno con il proprio meccanismo d'azione, con i meccanismi legati alla moltiplicazione cellulare, esercitando quello che viene definito un effetto citotossico.

La tossicità cellulare dei farmaci usati nella chemioterapia si espleta, generalmente, andando ad interferire con la sintesi e la funzione di DNARNA e di proteine indispensabili per la vita della cellula.

Un farmaco antitumorale ideale dovrebbe essere "tessuto- e cellula-specifico"; dovrebbe cioè essere in grado di agire selettivamente solo sul tessuto affetto dalla patologia e solo sulle cellule tumorali, lasciando inalterate quelle sane per non incorrere in effetti collaterali. Purtroppo, il chemioterapico ideale ancora non esiste e gli effetti indesiderati si manifestano, spesso e soprattutto, nei confronti di quei tessuti caratterizzati da un grande ricambio cellulare. Un esempio è dato dalle cellule dei bulbi piliferi (motivo per cui alla chemioterapia si associa spesso - ma non sempre - la perdita di capelli), dalle cellule del sangue e dalle cellule della mucosa dell'apparato digerente.

Va sottolineato, tuttavia, che i farmaci antitumorali si sono evoluti nel tempo e che la ricerca continua ad avere una forte spinta nel mettere a punto e nell'individuare farmaci più efficaci e meno tossici possibile.

Chemioterapia Antineoplastica di Combinazione

La chemioterapia antineoplastica di combinazione o polichemioterapia consiste nell'utilizzo di due o più farmaci antitumorali (cocktail di farmaci), con lo scopo ti trarre vantaggio dalle diverse modalità con cui questi agiscono sul tumore.

L'approccio chemioterapico combinato si basa sul presupposto che più farmaci, con diversi meccanismi d'azione, possano dare effetti sinergici (cioè operare insieme per ottenere un effetto non ottenibile se usati singolarmente) e/o che possano ritardare l'insorgenza della resistenza al singolo farmaco.

Talvolta, grazie alla somministrazione combinata, i farmaci possono essere somministrati con dosaggi inferiori rispetto a quelli che sarebbero necessari se venissero somministrati singolarmente. La somministrazione di un dosaggio minore di farmaci potrebbe tradursi in una riduzione della tossicità e degli effetti collaterali.

Chemioterapia combinazione Shutterstock

In questo senso, vi sono diversi schemi di chemioterapia il cui nome è un acronimo formato dalle iniziali dei farmaci utilizzati, come ad esempio:

Naturalmente, questi sopra riportati sono solo alcuni dei possibili schemi di terapia che l'oncologo può decidere di mettere in pratica. Le combinazioni o associazioni di principi attivi che si possono fare in modo da trattare al maglio le differenti forme tumorali sono, infatti, diverse.

Inoltre, anche i farmaci a bersaglio molecolare (quali sono, ad esempio, gli anticorpi monoclonali) possono essere somministrati in associazione alla chemioterapia allo scopo di intraprendere il miglior trattamento possibile per combattere il cancro che affligge il paziente.

Tuttavia, è doveroso segnalare che l'approccio terapeutico di combinazione può presentare anche alcuni svantaggi, quali ad esempio, l'eventuale insorgenza di effetti collaterali multipli.

Ad ogni modo, in fase di elaborazione della terapia, tutti questi aspetti saranno attentamente valutati e presi in considerazione dallo specialista.

Come si fa la Chemioterapia?

La chemioterapia viene di norma somministrata in cicli e non in maniera continuata nel tempo. Questo perché all'interno del tumore, per quanto la massa si possa espandere velocemente, non tutte le cellule sono nella fase di replicazione, ma alcune possono trovarsi in una fase quiescente. In questa fase, esse non sono attaccabili dalla chemioterapia che, invece, come abbiamo detto nei capitoli precedenti, agisce sui sistemi utilizzati per la replicazione.

Somministrando quindi la terapia in cicli, è possibile colpire le cellule tumorali di volta in volta, man mano che entrano nella fase di replicazione, ma non solo. La somministrazione in cicli, infatti, consente anche il recupero dell'organismo dagli effetti collaterali che la chemioterapia stessa può indurre.

Approfittiamo di quanto appena detto per fornire la definizione di ciclo di trattamento chemioterapico: un ciclo si compone sia del periodo in cui i farmaci antitumorali vengono somministrati, sia del tempo che intercorrere fra questo e l'inizio della somministrazione - quindi del ciclo - successiva.

Chemioterapia cicli Shutterstock

Ogni quanto tempo ci si deve sottoporre alla Chemioterapia?

L'intervallo di tempo che intercorre fra una somministrazione della chemioterapia e l'altra è strettamente correlato al tipo di tumore da trattare e alle sue caratteristiche e alla tipologia di farmaci chemioterapici utilizzati, oltre a dipendere dalle condizioni del paziente e dalla sua risposta al trattamento stesso (da qui l'importanza di effettuare regolarmente analisi del sangue e accertamenti). Se dagli esami di controllo effettuati risultano esserci valori alterati, il medico può infatti decidere di aumentare l'intervallo di tempo fra una somministrazione e l'altra, allungando così la durata dei cicli.

Ad ogni modo, l'oncologo elaborerà pertanto, una strategia terapeutica su base individuale per ciascun paziente.

A titolo puramente indicativo, possiamo comunque dire che la chemioterapia viene generalmente somministrata nell'arco di 3-6 mesi e che, solitamente, include dai tre ai quattro o dai sei agli otto cicli di trattamento, con durate variabili.

Come si sceglie la Chemioterapia?

Anche in questo caso, la scelta della chemioterapia - che ricordiamo dover essere effettuata dallo specialista - dipende da numerosi fattori, quali tipo, gravità, stadio di evoluzione e localizzazione del tumore e stato di salute generale del paziente.

Va precisato, tuttavia, che vi sono appositi protocolli di trattamento definiti a livello internazionale dagli oncologi sulla base di evidenze scientifiche.

In funzione delle variabili sopra citate e sulla base delle indicazioni riportate in questi protocolli, lo specialista stabilirà perciò il tipo di chemioterapia da utilizzare, la sua durata - quindi il numero di cicli - così come l'eventuale necessità di associare la chemioterapia ad altri trattamenti (ad esempio, radioterapia, terapie ormonali o altri trattamenti mirati).

Dove si fa la Chemioterapia?

Spesso e volentieri i farmaci chemioterapici vengono somministrati per via parenterale, quindi richiedono l'intervento di personale sanitario specializzato nella loro somministrazione.

Ad ogni modo, a seconda del tipo di farmaco da somministrare, del tipo di tumore da trattare e delle condizioni cliniche del paziente, la chemioterapia può essere fatta:

  • In regime di ricovero ospedaliero, ad esempio, quando i farmaci da somministrare richiedono infusione lenta e controllata, quando vi è il rischio di reazioni indesiderate, quando si devono somministrare farmaci ad elevate dosi o quando è necessario somministrare fluidi tramite flebo prima e dopo il trattamento.
  • In regime di day hospital presso specifici ambulatori.
  • Presso il proprio domicilio, come nel caso di chemioterapie somministrate per via orale. In questi casi, è importante che il medico spieghi attentamente come, quando e quanto farmaco assumere e con quali modalità. Talvolta, anche nel caso di chemioterapici per uso orale, la prima somministrazione viene effettuata in ambiente ospedaliero o ambulatoriale.

Come si Somministra

Il metodo con cui la chemioterapia viene somministrata varia in base al tipo di cancro, alla sua localizzazione, allo stadio in cui si trova e alle condizioni del paziente. Le principali vie di somministrazione sono di seguito elencate.

Via Endovenosa

Questa modalità di somministrazione prevede un accesso al circolo sanguigno (accesso venoso), che deve essere mantenuto aperto per il tempo necessario al completamento della cura.
La chemioterapia può essere somministrata tramite:

  • Siringa, quando il farmaco è somministrato in tempi brevi (al massimo alcuni minuti);
  • Flebo, quando il farmaco deve essere somministrato in un intervallo che va da trenta minuti ad alcune ore;
  • Pompa per infusione, quando il farmaco deve essere somministrato lentamente (goccia a goccia) anche per giorni;
  • Infusione continuaper un periodo che va da settimane a mesi, in questo caso il paziente avrà sempre con sé la pompa per infusione.

La chemioterapia endovenosa comporta una ripetuta iniezione di sostanze irritanti che possono provocare flebiti. Per cercare di ovviare a questo problema sono stati ideati metodi alternativi di somministrazione endovenosa; con questi metodi l'accesso venoso è mantenuto aperto e non è necessario dover cercare ogni volta una vena per somministrare il farmaco. Fra questi troviamo:

  • Agocannulacatetere venoso periferico: è costituito da un tubicino sottile che, tramite un ago, è inserito in una vena della mano o del braccio. Con questo sistema possono essere sia somministrati farmaci che prelevati campioni di sangue. Può essere tenuto per alcuni giorni.
  • Cateterivenosi centrali, sono tubicini di materiale compatibile con l'organismo (di solito silicone o poliuretano) che raggiungono le grosse vene che si trovano vicino al cuore. Questi cateteri possono essere:
    • Esterni, vengono inseriti in anestesia locale, in ambiente sterile;
    • Interni, sono inseriti con un piccolo intervento chirurgico.
Chemioterapia somministrazione endovenosa Shutterstock

Via Orale

L'assunzione di chemioterapici per via orale può essere utilizzata da sola o in associazione a terapie per via endovenosa.

Nel caso in cui si tratti di capsule o compresse, queste possono essere fornite direttamente al paziente, che può assumerle a casa.

In questo caso è importante che siano seguite con diligenza tutte le direttive del medico sulla modalità di assunzione, quantità di farmaco da prendere e modalità di somministrazione. È utile anche l'attenta lettura del foglietto illustrativo. In caso di dubbi, rivolgersi nuovamente all'oncologo.

Chemioterapia somministrazione orale Shutterstock

Via Cutanea

In presenza di lesioni cutanee superficiali, sia pre-tumorali che tumorali, in alcuni casi è possibile ricorrere alla somministrazione di chemioterapia in crema, quindi per via cutanea.

Via Arteriosa

Consiste nell'inserimento di una cannula all'interno dell'arteria principale che irrora la zona in cui è presente il tumore. Di solito è utilizzata per carcinomi al fegato (in tal caso i chemioterapici vengono somministrati attraverso l'arteria epatica).

È una tecnica che richiede un alto livello di qualificazione e viene praticata solo in centri specializzati.

Via Intracavitaria

La somministrazione avviene in una cavità naturale dell'organismo:

  • Via intravescicale, il chemioterapico è somministrato direttamente nella vescicaattraverso l'uso di un catetere;
  • Via intraperitoneale, la somministrazione avviene fra i due strati costituenti il peritoneo (la membrana che riveste la parete e i visceri addominali);
  • Via intrapleurica, la somministrazione avviene fra i due strati che costituiscono la pleura (la membrana che riveste il torace e i polmoni).

Via Intratecale

Impiegata solo in alcuni tipi di tumori cerebrali e leucemie. Il chemioterapico viene somministrato nel fluido cerebrospinale attraverso la colonna vertebrale.

Via Intramuscolare

È una via poco utilizzata. È praticata a livello della coscia o dei glutei e determina un rilascio del chemioterapico più lento rispetto alla via endovenosa.

Via Sottocutanea

Questa via è impiegata soprattutto per farmaci ematologici. La somministrazione avviene a livello della coscia, dell'addome o del braccio.

Effetti Collaterali

Effetti Indesiderati della Chemioterapia

Gli effetti collaterali della chemioterapia possono essere molteplici, poiché dipendono dal tipo di farmaci utilizzati e possono variare da individuo a individuo.

Come anticipato nei capitoli precedenti, molti chemioterapici presentano effetti negativi soprattutto nei confronti di quei tessuti caratterizzati da un elevato ricambio cellulare, come avviene, ad esempio, nei follicoli piliferi, nelle mucose o nel sangue.

Non è quindi semplice elencare ogni singolo effetto collaterale che può essere causato dalla chemioterapia; di seguito sono riportati solo alcuni di quelli che sono considerati gli effetti indesiderati principali.

Chemioterapia effetti collaterali Shutterstock

Soppressione del Midollo Osseo e Immunosoppressione

La soppressione del midollo osseo (o mielosoppressione) può essere causata sia da particolari tipi di tumori ossei, sia da alcuni tipi di chemioterapia. Alcuni chemioterapici sono, infatti, in grado di indurre una sorta di blocco nel midollo osseo, che perde così la capacità di rigenerare e rinnovare adeguatamente le cellule del sangue.

La mielosoppressione può portare a:

  • Anemia, ossia ad una riduzione della quantità di emoglobina nel sangue. L'emoglobinaè una proteina presente all'interno dei globuli rossi che rende possibile il trasporto di ossigeno nel sangue, dai polmoni al resto dell'organismo. Sintomi tipici dell'anemia sono una particolare stanchezza o la mancanza di fiato.
  • Piastrinopenia, ovvero un calo delle piastrine, che sono le cellule del sangue responsabili della coagulazione. Il calo del numero delle piastrine favorisce l'insorgenza di sanguinamentiemorragie.
  • Leucopenia, cioè una diminuzione dei globuli bianchi, che sono le cellule responsabili delle difese immunitariedell'organismo. Un calo della quantità di globuli bianchi rende il paziente più soggetto al rischio di contrarre infezioni.

Idealmente, tutti i farmaci impiegati nella chemioterapia possono causare la soppressione del sistema immunitario. Per questo motivo, i pazienti sono incoraggiati a lavarsi spesso le mani, a evitare il contatto con persone malate e ad adottare tutte le precauzioni possibili per cercare di ridurre il rischio di contrarre infezioni.

Tuttavia, molte delle infezioni contratte da pazienti sottoposti a chemioterapia sono dovute alla normale flora batterica presente nel tratto gastro-intestinale, nella bocca e sulla pelle. Queste infezioni possono essere sistemiche o localizzate, come ad esempio l'infezione causata da Herpes simplex.

Disturbi dell'Apparato Gastrointestinale

Le mucose che costituiscono l'apparato digerente sono soggette a un rapido ricambio cellulare e, per questo, rientrano fra quelle che più risentono della chemioterapia. Non è insolito che si manifestino:

  • Nausea e vomito: in realtà non tutti i chemioterapici provocano questi sintomi; inoltre, per quei farmaci che li causano non si può prevedere se lo faranno, con quale frequenza e con quale intensità, poiché esiste una grande variabilità da individuo a individuo. Questi sintomi possono comparire da alcuni minuti fino a qualche ora dopo la somministrazione della chemioterapia, possono durare per ore e a volte per alcuni giorni. In genere, i medici tengono sotto controllo questi disturbi somministrando opportuni farmaci contro il vomito (antiemetici).
  • Infiammazioniulcere in bocca. Questi sintomi possono comparire alcuni giorni dopo la chemioterapia e, di solito, scompaiono dopo 3-4 settimane dalla fine del trattamento.
  • Alterazione del gusto. Questo sintomo scompare, in genere, dopo alcune settimane dalla fine del trattamento.
  • Perdita di appetitodiarreastipsi. Nonostante si possa verificare una perdita di appetito, è comunque fondamentale introdurre la quantità di liquidi necessaria, soprattutto se la chemioterapia ha indotto diarrea. Nel caso in cui le cure scatenino la stipsi, una possibile soluzione è quella di seguire una dieta che sia ricca di fibre.

Stanchezza

Il senso di stanchezza che si prova durante la chemioterapia è molto intenso e prolungato, ed è chiamato fatigue. Il senso di affaticamento è notevole e può essere dovuto a un insieme di fattori, fra cui l'azione dei farmaci, la mancanza di sonno o un'alimentazione non adeguata.

Caduta dei Capelli

Non tutti i farmaci impiegati nella chemioterapia provocano questo disturbo e comunque non tutti lo provocano con la medesima intensità. Spesso, i capelli recuperano un aspetto normale dopo 4-6 mesi dalla fine della terapia, anche se, può capitare, che crescano con un colore diverso o che si presentino più ricci di com'erano prima di iniziare la chemioterapia.

Neuropatia Periferica

La neuropatia periferica è una patologia del sistema nervoso periferico. Può coinvolgere uno o più nervi e può manifestarsi con alterazioni della sensibilità e formicolii che coinvolgono soprattutto mani e piedi. In genere scompare dopo alcuni mesi dalla fine della chemioterapia.

Danni ad Altri Organi

Molti farmaci impiegati nella chemioterapia possono causare danni ad organi quali cuore, polmoni, fegato e reni. È responsabilità dei medici individuare la chemioterapia che più si adatta ad ogni singolo paziente, per cercare di limitare il più possibile gli effetti collaterali.

Resistenza alla Chemioterapia

Il fenomeno di resistenza alla chemioterapia prende il nome di meccanismo di Multi-Drug Resistance (Resistenza Multi-Farmaco). Tale fenomeno è dovuto alla capacità adattativa di alcuni tumori, che sono in grado di sviluppare resistenza ai farmaci portando così all'inefficacia della terapia.
Questo processo si manifesta, di solito, in pazienti affetti da tumori di tipo solido e/o che sono soggetti a cicli di chemioterapia multipli.

Sembra che il fenomeno della resistenza multi-farmaco sia dovuto alla presenza di una particolare proteina sulla membrana cellulare: la P-glicoproteina 1 o Proteina di Resistenza Multi-Farmaco. Il compito di questa proteina è di trasportare il farmaco al di fuori della cellula tumorale, impedendogli così di svolgere la sua azione citotossica.

Per approfondire, leggi anche: Farmaci Chemioterapici: quali sono e come agiscono

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista