Ultima modifica 12.02.2020

Le cefalosporine sono farmaci antibiotici β-lattamici dotati di proprietà battericide.

Introduzione

Cefalosporine - Struttura Chimica

Struttura generale delle cefalosporine

Le cefalosporine hanno origini naturali.

La cefalosporina C - il capostipite di questa classe di antibiotici - fu isolata dal micete Cephalosporium acremonium.
La scoperta della cefalosporina C avvenne in Italia, più precisamente in Sardegna, grazie al medico Giuseppe Brotzu.
In realtà, la cefalosporina C non era sufficientemente potente per essere immessa in terapia come tale, perciò furono apportate delle modifiche alla sua struttura fino a che non si riuscì ad ottenerne il nucleo principale: l'acido 7-amminocefalosporanico (o 7-ACA).
Nel corso degli anni, sono state apportate numerose modifiche al nucleo 7-ACA consentendo così lo sviluppo di nuove cefalosporine più efficaci rispetto al loro precursore naturale e con uno spettro d'azione più ampio.

Indicazioni

Per Cosa si Usa

Le cefalosporine sono molto efficaci nel trattamento di:

Meccanismo d'azione

Le cefalosporine agiscono inibendo la sintesi della parete cellulare batterica, in particolare del peptidoglicano.
Il peptidoglicano è un polimero costituito da catene parallele di carboidrati azotati, unite fra loro da legami trasversali.
Le cefalosporine si legano alla transammidasi, l'enzima implicato nella formazione dei suddetti legami trasversali. L'interazione cefalosporina-transammidasi impedisce la formazione di questi legami, generando così delle zone deboli all'interno della struttura peptidoglicanica che conducono a lisi cellulare e alla conseguente morte della cellula batterica.

Classificazione

Le cefalosporine possono essere suddivise in quattro generazioni, in funzione del loro spettro d'azione.

Cefalosporine di prima generazione

Le cefalosporine di prima generazione sono attive soprattutto verso:

Non sono molto efficaci contro i Gram-negativi, anche se alcuni ceppi possono risultare sensibili.
Appartengono a questa categoria la cefapirina, la cefazolina, la cefalexina, il cefadroxile e la cefradina.

Cefalosporine di seconda generazione

Le cefalosporine di seconda generazione sono efficaci contro i batteri Gram-positivi come quelle di prima generazione, ma presentano un'efficacia maggiore nei confronti dei Gram-negativi.
Fanno parte di questa categoria il cefamandolo, il cefonicid, la cefuroxima, la cefoxitina, il cafotetan, il cafaclor, il loracarbef e il cefprozil.

Cefalosporine di terza generazione

Le cefalosporine di terza generazione possiedono un'efficacia ridotta nei confronti degli stafilococchi (batteri Gram-positivi), ma possiedono una maggior attività contro i Gram-negativi rispetto alle cefalosporine di prima e seconda generazione.
Appartengono a questa categoria la cefotaxima, la ceftizoxima, il ceftriaxone, la ceftazidima, il cefoperazone, la cefixima, il ceftibuten, la cefpodoxima, il cefdinir e il cefditoren.

Cefalosporine di quarta generazione

Le cefalosporine di quarta generazione possiedono uno spettro d'azione molto simile a quello delle cefalosporine di terza generazione, ma sono attive anche contro alcuni tipi di enterobatteri resistenti a queste ultime.
La cefepima fa parte di questa categoria.

Effetti Collaterali

Gli effetti collaterali che compaiono più di frequente durante il trattamento con cefalosporine sono nausea lieve e temporanea, vomito e diarrea. Tali effetti sono da attribuire all'interazione del farmaco con la normale flora batterica intestinale.
Più raramente, può insorgere diarrea severa dovuta a colite pseudomembranosa. Tale effetto è da imputarsi a un'infezione da Clostridium difficile, un patogeno anaerobio opportunistico. Questo patogeno si trova normalmente nel microbiota umano e la sua crescita è tenuta sotto controllo da altri batteri facenti parte della flora batterica stessa. Tuttavia, in seguito a una terapia antibiotica - soprattutto se di lunga durata - i batteri responsabili del controllo della crescita del C. difficile possono essere distrutti; ciò permette al patogeno di prendere il sopravvento e gli consente d'instaurare un'infezione.
In seguito al trattamento con cefalosporine, sono stati anche riportati rari casi di discrasie ematiche.
Infine, alcune cefalosporine possono provocare un prolungamento del tempo di sanguinamento e favorire l'insorgenza di intolleranza acuta all'alcool.

Reazioni allergiche

Le cefalosporine scatenano reazioni allergiche meno frequentemente rispetto alle penicilline e possono essere somministrate anche a pazienti con una storia di reazioni allergiche lievi o ritardate alle penicilline.
Tuttavia, in pazienti cha hanno avuto episodi acuti e gravi d'intolleranza alle penicilline l'uso delle cefalosporine è controindicato.


Autore

Ilaria Randi
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista