Generalità
Una biopsia, o esame bioptico, è una procedura medica, avente solitamente scopo diagnostico, che prevede la raccolta e la successiva analisi in laboratorio, al microscopio, di un campione di cellule sospette, siano queste parte di un organo o un tessuto interno oppure una porzione di cute.
La biopsia è utile per chiarire i connotati e le cause di diverse gravi condizioni morbose, tra cui: i tumori, alcuni stati infiammatori, alcune malattie infettive e le malattie della pelle.
Esistono vari tipi di biopsia: la biopsia cutanea, l'agobiopsia, la biopsia endoscopica, la biopsia escissionale e la biopsia perioperatoria.
Oggi, grazie anche ai progressi della medicina, le procedure di biopsia sono lineari, sicure e a basso rischio per il paziente
In genere, i risultati di una biopsia sono disponibili nel giro di qualche giorno.
Cos'è una biopsia?
Una biopsia, o esame bioptico, è una procedura medica, generalmente con finalità diagnostiche, che consiste nella raccolta di un campione di cellule da un tessuto o un organo sospetto e nella sua successiva analisi in laboratorio, mediante microscopio.
Grazie ai progressi della medicina, attualmente sono disponibili strumenti e tecniche di prelievo che permettono la raccolta di campioni cellulari da una qualsiasi regione del corpo umano, sia questa la pelle o un organo interno situato in posizione alquanto delicata.
A CHI SPETTA LA SUA ESECUZIONE?
In genere, durante una biopsia, a occuparsi della raccolta del campione di cellule, è un medico chirurgo o un radiologo interventista, mentre, a occuparsi delle analisi di laboratorio, è un medico specializzato in istologia patologica.
ORIGINE DEL NOME
Il termine biopsia ha origine greca e deriva dall'unione tra la parola "bios" (βίος), che vuol dire "vita", e la parola "opsis" (ὄψις), che significa "visione".
Quindi, in base a quanto appena affermato, il significato letterale di biopsia è "visione della vita".
L'impiego di un siffatto termine trova spiegazione nel fatto che le analisi di laboratorio consistono nell'osservazione, al microscopio, di un campione di cellule viventi.
Il merito di aver introdotto nel linguaggio scientifico l'uso della parola "biopsia" spetta al dermatologo francese Ernest Besnier. Era l'anno 1879.
Usi
In genere, i medici ricorrono a una biopsia in presenza di importanti condizioni morbose, per le quali sussistono ancora alcuni dubbi o incertezze relativamente alle caratteristiche, alle cause, alla gravità ecc.
Tra le affezioni che solitamente giustificano il ricorso a una biopsia, rientrano:
- I tumori (o neoplasie). In questi frangenti, una biopsia permette ai medici di studiare nel dettaglio le caratteristiche cellulari e molecolari del tessuto maligno, formante la massa tumorale.
Da una biopsia su un tumore emergono due importanti parametri che danno un'idea alquanto precisa della gravità della condizione in atto: la stadiazione (o stadio) e il grado.
Le biopsie tumorali più diffuse sono quelle svolte per i tumori del seno, per i tumori della pelle (melanoma ecc), per i tumori del tratto gastro-intestinale ecc. - Le infiammazioni a carico di organi interni di estrema importanza, come per esempio il fegato o i reni. Attraverso una biopsia, i medici sono in grado di risalire alle cause e alla gravità di un'epatite (infiammazione del fegato), una nefrite (infiammazione di uno o entrambi i reni) ecc.
- Le malattie infettive gravi che interessano organi interni, quali per esempio i polmoni. Infezioni che possono rendere necessaria una biopsia sono le polmoniti severe, la tubercolosi ecc.
- Le malattie della pelle di tipo non tumorale.
- Tutte quelle condizioni in cui un determinato organo o un gruppo di organi ha subìto un declino delle proprie capacità funzionali (es: insufficienza renale, insufficienza epatica ecc). In tali circostanze, una biopsia serve soprattutto per risalire alle precise cause scatenanti.
Tipi
Esistono vari tipi di biopsia. A distinguere ciascun tipo di esame bioptico è la strumentazione utilizzata per la raccolta del campione cellulare.
Entrando più nei dettagli, i tipi di biopsia disponibili oggi sono:
- La biopsia cutanea, nota anche come biopsia punch o escissione punch;
- L'agobiopsia;
- La biopsia endoscopica;
- La biopsia escissionale;
- La biopsia perioperatoria.
Il ricorso a un tipo di biopsia, piuttosto che a un altro, dipende da dove deve avvenire la raccolta del campione cellulare. Ci sono, infatti, tessuti e organi del corpo umano che si prestano meglio soltanto ad alcune tipologie di esame bioptico (se non a una tipologia soltanto).
Procedura
In questo capitolo, si affronteranno le procedure dei vari tipi di biopsia esistenti.
BIOPSIA CUTANEA
Com'è facilmente intuibile, la biopsia cutanea è indicata per studiare le caratteristiche delle malattie che interessano la pelle.
Per la sua esecuzione, i medici si servono di uno strumento chirurgico particolare, una sorta di bisturi circolare, capace di produrre dei fori sulla pelle e rimuovere l'area anatomica corrispondente alla zona d'applicazione.
In genere, il ricorso alla biopsia cutanea richiede l'iniezione di un anestetico locale (anestesia locale), a livello della zona di prelievo.
AGOBIOPSIA
L'agobiopsia è un tipo di biopsia che, per la raccolta del campione cellulare, prevede l'uso di un ago di dimensioni variabili; ago che il medico infila a livello sottocutaneo, nell'organo o tessuto da analizzare.
Molto spesso, per individuare il punto preciso del prelievo, chi esegue questa tipologia di biopsia si avvale delle immagini in tempo reale risultanti da procedure strumentali, come per esempio un'ecografia, una TAC o una risonanza magnetica.
Se l'ago previsto per la raccolta del campione cellulare ha dimensioni considerevoli, l'agobiopsia prevede il ricorso all'anestesia locale, in quanto, in caso contrario (cioè senza l'anestesia), potrebbe risultare assai dolorosa per il paziente.
Casi particolari
- Agobiopsia per un nodulo al seno. Il medico infila l'ago in corrispondenza del nodulo e preleva un piccolo campione di cellule, per le successive analisi.
In generale, se il nodulo desta particolari preoccupazioni, l'ago usato per il prelievo è di dimensioni notevoli, in quanto c'è la necessità di analizzare un campione cellulare di una certa estensione.
Viceversa, se il nodulo è una cisti ripiena di liquido (quindi poco preoccupante), l'ago previsto per la raccolta può essere anche di dimensioni ridotte. - Agobiopsia sugli organi interni. Per una tale agobiopsia, l'ago deve avere dimensioni ragguardevoli, in quanto sono oggetto di studio campioni di cellule provenienti da organi come il fegato o i reni.
In genere, per eseguire correttamente il prelievo, il medico si serve delle immagini di un'ecografia o una TAC e – aspetto assolutamente da non trascurare – richiede al paziente di "tenere il respiro" per qualche secondo, nel momento in cui avviene l'inserimento dell'ago e il successivo prelievo. - Agobiopsia sul midollo osseo. Questo genere di agobiopsia prevede l'impiego di un ago considerevole e alquanto lungo, in quanto il midollo osseo risiede all'interno delle ossa (quindi è in profondità).
In genere, la zona di prelievo è a livello della cresta iliaca.
Affinché il paziente non avverta dolore, il medico gli inietta un anestetico locale (nel punto di raccolta) e un sedativo, per favorirne il rilassamento.
BIOPSIA ENDOSCOPICA
La biopsia endoscopica è un tipo di biopsia a cui i medici ricorrono quando riscontrano nel paziente un qualche problema a livello di un organo o una serie di organi accessibili dall'esterno (esofago, stomaco, intestino, trachea, albero bronchiale, vescica ecc).
Figura: endoscopio per biopsia
La procedura prevede l'impiego di un endoscopio, ossia uno strumento di forma tubulare, flessibile e dotato alla stessa estremità di una telecamera e un elemento tagliente per la raccolta del campione.
Per prelevare il campione cellulare, chi svolge l'esame infila l'endoscopio attraverso l'apertura esterna o lo conduce nel punto desiderato.
Durante una biopsia endoscopica, la somministrazione di anestetici locali dipende dalla sede anatomica d'indagine: sedi per così dire scomode e particolarmente sensibili richiedono il ricorso all'anestesia, mentre aree anatomiche meno sensibili possono anche escludere la pratica anestetica.
BIOPSIA ESCISSIONALE
La biopsia escissionale è un tipo di biopsia che prevede la rimozione di un campione cellulare di grande dimensioni.
I medici ricorrono alla biopsia escissionale quando vogliono analizzare intere strutture anomale, come per esempio noduli al seno, noduli alla tiroide ecc.
In genere, per evitare che il paziente avverta dolore e o fastidio, è indispensabile ricorrere all'anestesia: questa pratica può essere locale, per prelievi in zone facilmente accessibili e poco sensibili, o generale, per prelievi in zone delicate, sensibili e poco accessibili.
BIOPSIA PERIOPERATORIA
La biopsia perioperatoria è quell'esame bioptico che ha luogo poco prima di un intervento chirurgico.
Il suo scopo è chiarire una volta per tutte come e se è effettivamente il caso di procedere con l'operazione di chirurgia.
Chiaramente, le analisi di laboratorio devono essere immediate e i risultati devono essere a disposizione del chirurgo operante nel giro di pochi minuti.
Di solito, la biopsia perioperatoria prevede l'impiego dell'anestesia generale.
ANALISI DI LABORATORIO
Le analisi di laboratorio consistono nell'osservazione di varie caratteristiche cellulari, tra cui: la morfologia, le dimensioni, la capacità di crescita, l'aspetto del nucleo, l'aspetto del citoplasma, la forma e il numero dei vari organuli intracellulari, l'aspetto della membrana cellulare ecc.
In alcuni frangenti, prevedono anche la realizzazione di alcuni test genetici, per capire qual è il corredo cromosomico e l'assetto genico delle cellule anomale.
Fase post-procedurale
In linea generale, qualsiasi biopsia effettuata in anestesia locale consiste in una procedura abbastanza semplice e lineare, che non richiede il ricovero ospedaliero del paziente ma soltanto una degenza di qualche ora.
La situazione muta ampiamente, quando l'esame bioptico richiede l'impiego dell'anestesia generale: in questi frangenti, è previsto il ricovero del paziente, in maniera tale che quest'ultimo possa recuperare pienamente le proprie facoltà sensoriali, la capacità di attenzione ecc.
SENSAZIONI POST-BIOPSIA
Dopo una biopsia in anestesia locale, è raro ma possibile che il paziente avverta leggero dolore o fastidio a livello del punto di prelievo.
Le biopsie che hanno una tendenza maggiore a risultare dolorose sono quelle che riguardano organi importanti come, per esempio, il fegato o il midollo osseo.
Di solito, i rimedi contro il dolore, consigliati dai medici, consistono nella somministrazione di farmaci antidolorifici, tra cui ibuprofene o paracetamolo.
Rischi
Grazie alle moderne tecniche di prelievo, attualmente, i rischi di una biopsia sono assai contenuti.
Tra i possibili effetti avversi, merita una citazione particolare il pericolo di emorragia: le perdite di sangue sono raramente gravi e solo in pochissimi frangenti richiedono una trasfusione di sangue.
Per le donne: la biopsia di un organo genitale femminile (per esempio la cervice uterina) potrebbe comportare la perdita di sangue a livello vaginale. Si tratta di un fenomeno temporaneo, che nel giro di poco tempo si risolve spontaneamente.
Esempi
Tra i più noti esempi di biopsia, meritano una citazione:
- La biopsia al seno. È indicata per studiare la precisa natura di noduli o sospetti tumori a una delle due mammelle.
- La biopsia renale. I medici ne prescrivono l'esecuzione per risalire alle cause di uno stato di insufficienza renale con ancora qualche punto di domanda e per analizzare le caratteristiche delle neoplasie ai reni.
- La biopsia epatica. È molto utile per capire le cause e per analizzare le caratteristiche delle gravi malattie del fegato, come per esempio la cirrosi.
- La biopsia ossea. I medici la prescrivono quando sospettano la presenza di: una malattia ossea generalizzata (per esempio il morbo di Paget), un tumore maligno delle ossa (per esempio il sarcoma di Ewing), un'osteomielite (cioè un'infezione delle ossa o del midollo osseo) e, infine, un dolore osseo di lunga durata e le cui cause sono sconosciute.
- La biopsia polmonare. È indicata in tutti quei casi sospetti di: fibrosi polmonare, interstiziopatia, sarcoidosi e tumore al polmone.
Inoltre, è utile a chiarire lo stato di avanzamento di una grave polmonite e le cause di disturbi polmonari, che le classiche tecniche di diagnostica per immagini non hanno ancora portato alla luce. - La biopsia della prostata (o biopsia prostatica). I medici vi fanno ricorso quando, sulla base di altri esami diagnostici, sospettano una tumore della prostata.
- La biopsia del midollo osseo. È indicata in presenza di sospetta leucemia, un tumore del sangue.
- La biopsia cutanea. È utile quando i medici sospettano una qualche neoplasia della pelle (melanoma, carcinoma basocellulare, carcinoma squamocellulare ecc.)
Risultati
In linea generale, se la raccolta del campione cellulare è appropriata, una biopsia può fornire informazioni d'importanza fondamentale, che nessun'altra procedura diagnostica è in grado di garantire.
Di solito (salvo, per esempio, non ci siano esigenze particolari), i risultati di una biopsia sono disponibili nel giro di pochi giorni.