Ultima modifica 27.03.2020

Generalità

L'artroscopia è un intervento di chirurgia, con il quale si diagnosticano e si curano i disturbi alle articolazioni più importanti del corpo umano. Si contraddistingue per la minima invasività abbinata a grande sicurezza ed efficacia.

Artroscopia

La sua esecuzione prevede l'utilizzo di diversi strumenti, tra cui l'artroscopio. Questo è il "ferro" chirurgico più importante, perché permette di illuminare la cavità articolare e filmare ciò che vi accade all'interno.
La preparazione all'artroscopia richiede al paziente delle semplici precauzioni, che tuttavia vanno seguite alla lettera, se si vuole che l'operazione vada a buon fine.
I tempi di guarigione dipendono dalla serietà del danno articolare e dalle attenzioni che il paziente stesso ha verso di sé, durante la fase di recupero.

Cos'è l'artroscopia?

L'artroscopia è un intervento chirurgico minimamente invasivo, che viene eseguito per diagnosticare e curare i disturbi a carico delle articolazioni del corpo umano.
L'intervento prevede l'utilizzo di uno strumento particolare, chiamato artroscopio, inserito nella cosiddetta cavità articolare attraverso una piccola (massimo un centimetro) incisione cutanea. Talvolta, a tale incisione se ne accompagnano altre: infatti, in determinati frangenti, ne sono richieste più d'una per poter infilare gli strumenti operatori necessari all'intervento.
Le articolazioni più sottoposte ad artroscopia sono le più importanti del corpo, anche in termini di dimensioni, ovvero: ginocchia, anche, spalle, gomiti e polsi.
Grazie alla sua minima invasività, l'artroscopia è considerata un esempio di chirurgia "a cielo chiuso", da contrapporsi alla classica (più invasiva e rischiosa) chirurgia "a cielo aperto".

COM'È FATTO L'ARTROSCOPIO?

artroscopio

L'artroscopio è lo strumento principale e più rappresentativo dell'artroscopia. Paragonabile per lunghezza e larghezza ad una cannuccia per bere, presenta, in corrispondenza dell'estremità da inserire nella cavità articolare, una rete di fibre ottiche, le quali fungono sia da sorgente luminosa che da telecamera.
Ciò che viene illuminato e ripreso dall'artroscopio viene proiettato su un monitor (a cui è ovviamente collegato), permettendo al chirurgo di orientarsi all'interno dell'articolazione ed eseguire correttamente l'intervento.

LE ARTICOLAZIONI

Un'articolazione è una struttura anatomica complessa che, mettendo in contatto due o più ossa vicine, permette loro di muoversi senza un contatto diretto ed evitando l'usura che ne deriverebbe.
mobilità articolare; tali elementi sono:

  • I tendini. Costituiti da tessuto fibroso molto resistente, collegano i muscoli alle ossa e concorrono a stabilizzare l'articolazione.
  • I legamenti. Molto simili per composizione ai tendini, mettono in collegamento le strutture ossee adiacenti.
  • Le strutture cartilaginee. Costituite da tessuto connettivo resistente, ricoprono la superficie delle ossa coinvolte nell'articolazione. Servono ad assorbire gli urti, a ridurre le frizioni e a prevenire i possibili danni ossei.
  • Il liquido sinoviale. È un fluido denso e appiccicoso, che, trovandosi nella cavità articolare e a contatto con le altre strutture, funge da lubrificante interno e da elemento nutritivo per la carttilagine. Il liquido è racchiuso all'interno della cosiddetta membrana sinoviale.

Senza le articolazioni, non sarebbe possibile piegare le gambe, estendere le braccia, alzare gli oggetti, fare una corsa ecc.

Quando si esegue

Un tempo, quando certe strumentazioni non erano ancora disponibili, l'artroscopia era una procedura solamente diagnostica, finalizzata alla pianificazione dell'intervento chirurgico a cielo aperto. Successivamente, con l'avvento di nuovi apparecchi e con i progressi della tecnologia medica, l'artroscopia ha assunto anche uno scopo terapeutico. Oggi, grazie all'enorme esperienza acquisita dai chirurghi ortopedici in questo ambito, è diventata una delle operazioni più comuni per la cura dei danni articolari.

L'ARTROSCOPIA COME DIAGNOSI

Attualmente, l'artroscopia a scopo diagnostico viene eseguita quando i classici esami radiologici, come risonanza magnetica (RMN), TAC o raggi X, non mostrano chiaramente i disturbi di un'articolazione dolente, rigida, gonfia e/o schioccante.
In altre parole, rappresenta una soluzione ai casi incerti, per i quali è difficile stabilire una diagnosi definitiva.
Una volta delineato l'esatto problema all'articolazione, l'artroscopia può diventare terapeutica anche durante la stessa seduta.

L'ARTROSCOPIA COME TERAPIA

Durante un intervento di artroscopia terapeutica si possono eseguire le seguenti operazioni:

  • Riparare un danno alla cartilagine, ai tendini o ai legamenti
  • Rimuovere del tessuto infiammato. È il caso, per esempio, della membrana sinoviale, che può infiammarsi e dare luogo a una sinovite.
  • Rimuovere una piccola porzione di tessuto osseo o cartilagineo, il quale, rompendosi, ha irrigidito l'articolazione.
  • Drenare parte del liquido sinoviale, quando questo è in eccesso.

QUALI CONDIZIONI PATOLOGICHE SI POSSONO CURARE?

Le condizioni patologiche che richiedono generalmente l'artroscopia sono:

  • L'artrosi o osteoartrosi. È una malattia cronica degenerativa delle articolazioni, che provoca infiammazione, dolore e rigidità articolare.
  • La cisti di Baker. La sua comparsa è dovuta a un accumulo di liquido sinoviale in un determinato punto dell'articolazione. Causa gonfiore e rigidità articolare.
  • La cosiddetta spalla congelata. I pazienti che ne soffrono lamentano dolore, limitazione dei movimenti e rigidità articolare.
  • I disordini temporomandibolari. Sono i disturbi che colpiscono l'articolazione posta tra la parte inferiore della mandibola (mascella inferiore) e l'osso temporale del cranio.
  • L'artrofibrosi. È la formazione, generalmente post-traumatica, di tessuto cicatriziale all'interno dell'articolazione. Tale tessuto limita il normale movimento articolare.
  • Le sinoviti. Sono le infiammazioni della membrana sinoviale, all'interno della quale è contenuto il liquido sinoviale.
  • La rottura di legamenti, tendini e menischi. La rottura di una di queste strutture è dovuta, solitamente, a un trauma sportivo, ma può verificarsi anche durante dei lavori particolarmente pesanti o in occasione di un incidente domestico.
  • Le protuberanze ossee. Sono neoformazioni di tessuto osseo, sviluppatesi in modo del tutto anomalo e senza una ragione precisa.

Preparazione

Qualche giorno prima dell'artroscopia, il paziente deve recarsi presso la clinica, dove avverrà l'operazione, per sottoporsi a una serie di esami clinici conoscitivi e per essere informato sulle modalità d'intervento e su tutte le misure pre-operatorie da adottare.

ESAMI CLINICI PRE-OPERATORI

Sottoponendo il paziente a un esame obiettivo accurato, a un'analisi del sangue completa e a una valutazione della storia clinica (malattie passate, allergie a farmaci e anestetici, medicinali assunti ecc.), si stabilisce se ci sono o meno le condizioni di salute richieste per una buona riuscita dell'intervento.

INFORMAZIONI SULLE MODALITÀ DELL'OPERAZIONE

Conclusi gli esami clinici pre-operatori, il paziente viene messo al corrente su cosa prevede l'intervento, qual è la durata dell'intera procedura, qual è l'anestesia prevista, quali sono gli esercizi di riabilitazione da svolgere a casa e, infine, quanto dura solitamente la fase di guarigione.
Qualora sussistessero ancora delle perplessità o dei timori, il personale medico è a completa disposizione del paziente, per qualsiasi altra informazione.

MISURE PRE-OPERATORIE

Affinché l'intera operazione proceda per il meglio, le misure pre-operatorie vanno seguite alla lettera. Illustrate anch'esse al termine degli esami clinici, consistono in:

  • Presentarsi a digiuno completo da almeno la sera precedente, in quanto è prevista l'anestesia.
  • Farsi accompagnare a casa da un familiare o da un amico, perché, dopo l'intervento, non si è sicuramente autosufficienti. Guidare, infatti, non è permesso ed è molto probabile che ci si possa sentire confusi a causa dell'anestesia.
  • Interrompere l'assunzione di determinati farmaci, se questi dovessero essere in qualche modo controindicati.

Procedura

L'artroscopia è un intervento di chirurgia ambulatoriale, che si svolge generalmente in mezza giornata e, salvo eccezioni, non richiede alcun ricovero ospedaliero.
L'operazione si esegue inserendo un artroscopio all'interno dell'articolazione, visionando su un monitor lo stato della cavità articolare e intervenendo dove necessario.

Meniscectomia

Figura: un'immagine in tempo reale di un intervento di meniscectomia.

L'intera operazione richiede che il paziente venga anestetizzato e sedato. L'anestesia può essere generale, locale o spinale, a seconda delle caratteristiche del paziente (età, allergie agli anestetici ecc.) e in base alle volontà del chirurgo operante.

ANESTESIA

Anestesia locale. Per anestesia locale, s'intende che il senso di "addormentamento" è limitato all'articolazione da operare. L'anestesista, che è un medico specializzato, somministra al paziente, oltre agli anestetici, dei farmaci antidolorifici e dei sedativi. Anestetici e antidolorifici vengono iniettati nei pressi della zona dolente, mentre i sedativi vengono introdotti per endovena. Gli effetti sono sufficientemente potenti e duraturi, tanto che il soggetto operato non percepisce alcun fastidio.

Terminato l'intervento e svanita l'anestesia, il paziente ha bisogno di qualche ora per riprendersi.
Anestesia spinale. L'anestesia spinale viene praticata quando il chirurgo deve intervenire sugli arti inferiori. Gli anestetici vengono iniettati nei pressi del midollo spinale (quindi sulla schiena), mentre gli antidolorifici vengono infusi per endovena.
Terminata l'operazione e svaniti gli effetti dell'anestesia, occorrono alcune ore per riprendersi del tutto.
Anestesia generale. L'anestesia generale viene praticata se c'è una qualche controindicazione agli altri tipi di anestesia o per espressa volontà del chirurgo.
I farmaci anestetici, che sono iniettati per endovena prima e durante tutto l'intervento, rendono il paziente completamente incosciente.
A operazione conclusa, l'infusione farmacologica viene interrotta, in modo tale che il paziente si risvegli. La ripresa totale dei sensi e delle capacità motorie potrebbe richiedere anche un'intera giornata, pertanto il paziente potrebbe essere invitato a trascorrere una notte in ospedale.

ARTROSCOPIA

Ad anestesia avvenuta, comincia l'artroscopia vera e propria.
Per prima cosa, il chirurgo ricopre di disinfettante l'intera zona da operare, in modo tale da ridurre al minimo il rischio d'infezione.
Dopodiché, esegue una prima incisione, di circa un centimetro, e vi infila l'artroscopio.
Con questo strumento visiona l'articolazione e perlustra l'intera cavità articolare.
Una volta orientatosi e individuata la sede del problema, pratica delle altre incisioni, sempre di circa un centimetro, e vi inserisce gli strumenti per la riparazione del danno articolare.
Quando ritiene concluso l'intervento artroscopico, estrae i "ferri" chirurgici, artroscopio compreso, e richiude le incisioni con dei punti di sutura solitamente riassorbibili.
Se la zona anatomica operata lo consente, viene applicato anche un bendaggio compressivo, che limita il naturale gonfiore post-operatorio.

DURATA DELL'INTERVENTO

Artroscopia ginocchio

Figura: artroscopia del ginocchio.

La durata di un'artroscopia dipende da cosa prevede l'operazione.
Gli interventi più semplici possono concludersi anche in 15-30 minuti; i più complessi, invece, possono richiedere dai 45 ai 120 minuti.

Fase post-operatoria

Appena dopo l'intervento, il paziente viene condotto in una confortevole sala di ricovero della clinica (o dell'ospedale) e mantenuto sotto osservazione fino a quando non svaniscono i principali effetti dell'anestesia. Solo a questo punto, infatti, il chirurgo dà il via libera alla dimissione.
Se si è ricorsi all'anestesia generale, è opportuno far trascorrere, alla persona operata, l'intera notte in ospedale, per motivi del tutto precauzionali.

COME CI SI SENTE?

I postumi dell'anestesia. Stanchezza, confusione, giramenti di testa e senso di stordimento sono i principali effetti dell'anestesia. Essi si attenuano nel giro di qualche ora, ma per una loro risoluzione completa bisogna attendere anche 24 ore. È proprio per questo motivo che è molto importante essere accompagnati e assistiti da un familiare o da un amico.
I postumi dell'intervento. Nei primi giorni, è assai probabile che la zona operata sia dolente e gonfia. Dolore e gonfiore non devono allarmare (a meno che non si protraggano oltre le indicazioni del medico), in quanto sono due conseguenze del tutto normali, dovute alle incisioni e all'introduzione, nell'articolazione, degli strumenti chirurgici.


Che cure bisogna avere quando ci si lava?
Una delle domande più frequenti poste dai pazienti è cosa fare quando ci si lava. In genere, il consiglio dato dai medici è questo: per i primi 10 giorni, la ferita non va bagnata, perché potrebbe essere contaminata da una o più colonie di batteri. Pertanto, è bene coprire la zona operata con del materiale impermeabile e assicurarsi che l'acqua non vi filtri in alcun modo. Può essere utile "lavarsi a pezzi".

RIMEDI PER IL DOLORE E IL GONFIORE

Per attenuare la sensazione dolorosa e il gonfiore, è utile:

  • Assumere degli antidolorifici. Quelli più utilizzati sono il paracetamolo e, se non ci sono controindicazioni (allergie o rischio di emorragia), l'aspirina.
  • Fare degli impacchi di ghiaccio. Il ghiaccio agisce contro il dolore e contro il gonfiore. È un rimedio naturale, molto efficace e, se usato correttamente, privo di effetti collaterali. Almeno per la prima settimana, va applicato generalmente 4-5 volte al giorno, per non più di 20 minuti.
  • Riposo. Non affaticarsi accelera la scomparsa del dolore e del gonfiore.
  • Se è stato operato un arto inferiore, tenere sollevata la gamba interessata. Questo è un ottimo rimedio per limitare il gonfiore.

ESERCIZI RIABILITATIVI DA SVOLGERE A CASA

In alcuni casi, il medico può consigliare al paziente di svolgere a casa, prima della fisioterapia vera e propria, degli esercizi di riabilitazione molto semplici. Si tratta di stretching per limitare la rigidità muscolare, tipica della fase post-operatoria.

Tempi di recupero

I tempi di recupero dipendono fondamentalmente da quattro fattori:

  • Il tipo di intervento. Per esempio, la ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio ha un prognosi molto più lunga di una meniscectomia, ovvero l'asportazione di un piccolo pezzo di menisco lesionato.
  • Le caratteristiche del paziente (età, stato di salute ecc).
  • L'attività lavorativa svolta dal paziente. Chi svolge un lavoro sedentario stressa meno l'articolazione operata rispetto a chi è addetto a lavori pesanti; di conseguenza, guarisce prima.
  • L'attenzione che il paziente ha verso sé stesso. Ciò significa, in altre parole, non trascurare i consigli del medico, non bruciare le tappe, affidarsi a un fisioterapista, richiedere un consulto medico se compaiono dolori insoliti ecc.

CONTROLLI PERIODICI

I controlli post-operatori servono al medico curante per monitorare l'andamento della situazione e per assicurarsi che tutto proceda per il meglio.
Il loro numero dipende dalla severità dell'intervento. Per esempio, l'intervento artroscopico di meniscectomia, che è un'operazione relativamente semplice e dalla prognosi piuttosto breve, prevede un primo controllo a una settimana dall'intervento e un secondo controllo a un mese dall'intervento.

FISIOTERAPIA

La fisioterapia è fondamentale per riacquistare la normale mobilità articolare. Pertanto, dopo qualche giorno dall'intervento, è bene rivolgersi a un fisioterapista di fiducia e cominciare a seguire alla lettera le sue istruzioni. Se non si ha questa attenzione, c'è il grosso di rischio di guarire "male", portandosi dietro problemi posturali e altri disturbi di natura diversa.

RITORNO ALLE ATTIVITÀ € QUOTIDIANE E ALL'ATTIVITÀ€ SPORTIVA

Il ritorno alle attività quotidiane, come per esempio la guida di autoveicoli, e alle attività sportive dipende dal tipo di intervento e dalla severità del danno articolare, a cui si è posto rimedio mediante artroscopia.
L'unico consiglio che si può fornire in questa sede consiste nel sottoporsi ai controlli post-operatori e consultarsi, di volta in volta, con il proprio medico curante.
Prendere delle decisioni in autonomia potrebbe essere rischioso e compromettere il buon esito dell'intervento in artroscopia.

Rischi e complicazioni

Grazie ai progressi della medicina, l'artroscopia è un procedura sicura.
Il rischio di complicazioni, infatti, è molto basso, tanto che secondo una statistica inglese riguarda un caso ogni 100. Inoltre, nella maggior parte dei casi, si tratta soltanto di disturbi temporanei, che si risolvono con una prognosi più lunga del previsto.
Le possibili complicazioni sono le seguenti:

  • Emorragia interna all'articolazione. La perdita di sangue all'interno dell'articolazione operata è causa di dolore e gonfiore articolare. Se il paziente si rivolge con tempestività al medico curante, è un problema che si può risolvere senza particolari ripercussioni.
  • Infezione interna all'articolazione. Questo disturbo, detto anche artrite settica, è dovuto a una contaminazione batterica e provoca dolore e gonfiore articolare. Come nel caso dell'emorragia, se il paziente si rivolge immediatamente al proprio medico curante, è possibile porvi rimedio.
  • Trombosi venosa profonda. È la formazione di un coagulo di sangue in una vena che attraversa l'arto operato. I sintomi tipici sono gonfiore e dolore. Si tratta di un fenomeno molto raro, a cui però va posto rimedio velocemente, perché potenzialmente pericoloso.
  • Danno nervoso. Il chirurgo può danneggiare, involontariamente, i nervi passanti nelle vicinanze dell'articolazione, provocando una certa perdita di sensibilità. Oggi, grazie all'esperienza acquisita dai medici e alla tecnologia medica, accade molto di rado.

Risultati

A differenza di un intervento chirurgico a cielo aperto, l'artroscopia presenta i seguenti vantaggi:

  • Dolore assente o contenuto (dipende dal tipo di anestesia) durante l'operazione
  • Tempi di guarigione rapidi
  • Rischio di infezioni basso
  • Intervento e dimissioni entrambi nello stesso giorno (salvo non si ricorra all'anestesia generale)
  • Rapido ritorno alle attività di tutti i giorni.

Gli interventi in artroscopia abbinano efficacia a minima invasività, pertanto sono considerati una valida pratica terapeutica.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza