Ultima modifica 08.04.2020

Generalità

L'angina instabile è una grave forma di angina pectoris.

Diversamente dagli episodi di angina pectoris più lievi (angina stabile), questa forma provoca dolore al torace anche a riposo, che tende a peggiorare in maniera progressiva con il passare del tempo.
angina pectoris instabileCome accade per qualsiasi altra forma di angina pectoris, a causare la forma instabile è la cosiddetta malattia coronarica (condizione medica in presenza della quale una o più arterie coronarie presentano alterazioni anatomiche e funzionali).
La diagnosi di angina pectoris prevede un iter di esami e test alquanto articolato, allo scopo di individuare con precisione la sede, a livello delle coronarie, in cui si localizza l'alterazione anatomica e funzionale.
La terapia dell'angina instabile varia in relazione a quanto è grave la malattia coronarica presente e in base alla sintomatologia.
Tra le possibili opzioni terapeutiche, rientrano sia trattamenti farmacologici che trattamenti chirurgici.

Breve ripasso del termine angina o angina pectoris

In medicina, i termini “angina” e “angina pectoris” indicano il dolore al torace frutto di un ridotto apporto di ossigeno al muscolo cardiaco (o miocardio), a seguito di una transitoria diminuzione del flusso di sangue attraverso le arterie coronarie.
In altre parole, “angina” e “angina pectoris” fanno riferimento al dolore toracico che coglie le persone vittime di fenomeni ischemici transitori a carico del miocardio.
Fenomeno episodico, l'angina è nota per essere la condizione che, per gravità, precede l'infarto del miocardio; nell'infarto del miocardio, infatti, la riduzione dell'apporto di sangue al miocardio, attraverso le coronarie, è permanente e comporta la morte per necrosi del suddetto muscolo cardiaco.


Definizione di ischemia

I medici chiamano ischemia la riduzione del flusso di sangue in un certo tessuto od organo, tale da provocare un calo dell'apporto di ossigeno e nutrienti.

Cos'è l'angina instabile?

L'angina instabile è una particolare forma di angina pectoris, che si caratterizza per:

  • Un peggioramento graduale, nel tempo, del dolore al torace;
  • La comparsa non solo in occasione di sforzi fisici, ma anche in stato di riposo;
  • Episodi che, col tempo, diventano sempre più frequenti;
  • La mancata risposta ai farmaci più utilizzati in presenza di angina;
  • Una riduzione del flusso di sangue all'interno delle arterie coronarie di livello appena inferiore a quella che scatena l'infarto del miocardio.

Angina stabile

Per capire appieno cos'è l'angina instabile, è doveroso fare un passo indietro e informare i lettori dell'esistenza di un'altra forma di angina pectoris, meno grave, chiamata angina stabile.
Nell'angina stabile, il dolore toracico non subisce peggioramenti nel tempo, insorge soltanto in occasione di sforzi fisici, compare sempre con la stessa frequenza, risponde positivamente ai più comuni farmaci contro l'angina pectoris e dipende da una riduzione non particolarmente marcata dell'afflusso di sangue al miocardio.
Aver riportato le caratteristiche dell'angina stabile, sebbene non siano propriamente l'argomento di questo articolo, era fondamentale per inquadrare in maniera definitiva l'angina instabile.


In una ipotetica scala di gravità crescente, l'angina instabile si colloca sopra l'angina stabile, ma sotto l'infarto del miocardio.

L'angina instabile è un'emergenza

L'angina instabile è un'emergenza medica, pertanto richiede cure immediate.
Il mancato ricorso tempestivo a una terapia ha elevate probabilità di essere fatale.

Cause

La principale causa dell'angina instabile è, come per la forma stabile e l'infarto del miocardio, la cosiddetta coronaropatia o malattia coronarica; in medicina, i termini coronaropatia e malattia coronarica indicano qualsiasi alterazione anatomica o funzionale a carico delle arterie coronarie (che sono i vasi arteriosi che nutrono il miocardio).

Cosa causa la coronaropatia?

A causare la coronaropatia è l'aterosclerosi.
L'aterosclerosi è il fenomeno di indurimento delle arterie di medio e grosso calibro, che comporta, nel tempo, la formazione sulla parete interna dei vasi arteriosi appena citati dei cosiddetti ateromi.
Gli ateromi o placche aterosclerotiche sono aggregati di materiale lipidico (colesterolo), proteico e fibroso che, a causa della posizione che occupano, impediscono il normale flusso sanguigno all'interno delle arterie; inoltre, possono essere oggetto di processi infiammatori, che ne causano la frammentazione e la dispersione in altri vasi sanguigni – questa volta più piccoli – con conseguenti effetti occlusivi.

Fattori di rischio

Sono fattori di rischio dell'angina instabile:

Come forse qualche lettore già saprà, questi appena elencati sono anche fattori di rischio dell'aterosclerosi, nonché della coronaropatia.

Sintomi e complicanze

L'angina instabile è una sindrome, ossia un insieme di sintomi e segni.
Dei vari sintomi e segni che caratterizzano l'angina instabile, il principale è senza dubbio il dolore al torace; a questo, quindi, seguono disturbi quali:

  • Dolore diffuso a livello di spalla, collo, braccio e schiena. Generalmente, questa sensazione dolorosa interessa il lato sinistro del corpo umano;
  • Nausea;
  • Ansia;
  • Sudorazione anomala;
  • Dispnea (difficoltà di respiro);
  • Vertigini;
  • Senso continuo di stanchezza e fatica.

Importante

Molti dei sintomi sopra riportati sono riscontrabili anche in presenza di angina stabile.
Le differenze tra angina stabile e quella instabile risiedono nella gravità della sintomatologia.

Caratteristiche del dolore toracico in presenza di angina instabile

Il dolore al torace prodotto dall'angina instabile varia da paziente a paziente: alcuni pazienti lo descrivono come un dolore schiacciante e pressante, altri come un dolore bruciante e altri ancora come un dolore tagliente.
Si ricorda ai lettori che l'angina instabile è responsabile di un dolore al torace che:

  • Tende a peggiorare nel tempo (sia per quanto concerne l'intensità che la durata);
  • Non risponde ai farmaci normalmente efficaci contro l'angina stabile;
  • Può comparire anche a riposo, non solo sotto sforzo;
  • Tende a ripresentarsi con frequenza progressivamente maggiore.

Complicanze

In assenza di trattamenti adeguati e tempestivi, l'angina instabile può evolvere nell'infarto del miocardio, condizione in cui il muscolo cardiaco riceve così poco sangue che va incontro alla morte per necrosi. La morte del miocardio è un evento irreversibile e compromette seriamente le funzioni del cuore, talvolta con esito fatale per il diretto interessato.


Altre complicanze dell'angina instabile:

Quando rivolgersi al medico?

Specialmente in un soggetto a rischio, costituisce un valido motivo per rivolgersi immediatamente a un medico, o recarsi al più vicino centro ospedaliero, la comparsa di dolore al torace, abbinata ad altri disturbi come, per esempio, dispnea, nausea, sudorazione, senso d'ansia e vertigini.

Diagnosi

Data la pericolosità dell'angina instabile, la diagnosi di quest'ultima deve avvenire in tempi brevi.
In genere, l'iter diagnostico per l'individuazione dell'angina instabile inizia con l'esame obiettivo e l'anamnesi; quindi, prosegue con la misurazione della pressione sanguigna, le analisi del sangue, un elettrocardiogramma e un test da sforzo; infine, termina con un ecocardiogramma, l'angioTAC e la coronarografia.

  • Esame obiettivo e anamnesi: chiariscono il quadro sintomatologico e permettono di individuare i possibili fattori favorenti l'episodio anginoso;
  • Analisi del sangue: servono soprattutto alla quantificazione dei livelli di creatina chinasi e dei cosiddetti biomarkers cardiaci (es: troponina); livelli elevati di creatinchinasi e biomarkers cardiaci sono, di norma, associati a un danno a carico del miocardio;
  • Misurazione delle pressione sanguigna: permette di stabilire se il paziente soffre o meno di ipertensione. Quindi, chiarisce ulteriormente lo stato di salute del soggetto vittima dell'episodio anginoso;
  • Elettrocardiogramma: valuta la frequenza cardiaca. Un'anomalia nella frequenza cardiaca potrebbe essere il segnale di un ridotto apporto di sangue al miocardio;
  • Ecocardiogramma: è un'ecografia del cuore eseguita dall'interno. Permette di individuare eventuali ostruzioni delle coronarie;
  • AngioTAC: è un esame radiologico che permette di studiare la circolazione del sangue in arterie e vene. Se riferita alle coronarie, consente quindi di chiarire il flusso sanguigno all'interno di questi importanti vasi arteriosi e stabilire l'entità di eventuali occlusioni;
  • Coronarografia: è un esame radiologico che permette di analizzare specificatamente il flusso di sangue all'interno delle arterie coronarie e individuare con precisione la sede di una loro eventuale occlusione.

Terapia

La terapia dell'angina instabile comprende vari trattamenti, la cui attuazione varia in base alla gravità dell'occlusione coronarica rilevata durante la diagnosi, e alla severità della sintomatologia.
Tra i trattamenti disponibili per chi soffre di angina instabile, figurano:

In linea generale, dei 4 trattamenti appena citati, i primi due sono riservati ai casi di angina instabile ritenuti meno gravi, mentre i secondi due trovano applicazione nei casi di angina instabile più severi e a rischio complicanze. È bene però precisare che esistono circostanze in cui ai primi due trattamenti deve seguire l'angioplastica coronarica abbinata a stenting o l'operazione di bypass coronarico.

Nitroglicerina

La nitroglicerina è un farmaco che i medici impiegano, per i suoi effetti vasodilatatori nei confronti delle arterie coronarie, soltanto nel bel mezzo di un episodio di angina instabile; in qualsiasi altra circostanza, del resto, non apporta alcun beneficio.

Anticoagulanti e antiaggreganti

Gli anticoagulanti e gli antiaggreganti servono a:

  • Migliorare il quadro sintomatologico, nel bel mezzo di un episodio di angina instabile;
  • Ridurre l'ateroma che ha causato l'occlusione coronarica;
  • Prevenire la formazione di nuovi ateromi.

Angioplastica coronarica abbinata a stenting

L'angioplastica è la procedura medica che permette di eliminare o, quanto meno, ridurre il restringimento o i restringimenti di un vaso sanguigno, mediante l'impiego di un particolare catetere.
Lo stenting, invece, consiste nel collocamento di una protesi metallica (stent) all'interno di un vaso sanguigno - precedentemente occluso e riaperto tramite angioplastica - allo scopo di mantenerlo pervio nel tempo ed evitare seconde occlusioni.
Com'è intuibile, in presenza di un'angina instabile, l'angioplastica coronarica abbinata allo stenting ha per oggetto l'arteria coronaria vittima di occlusione.

Bypass coronarico

L'intervento di bypass coronarico consiste nel creare una via al passaggio del sangue alternativa a quella occlusa, per mezzo dell'inserimento di un nuovo vaso coronarico.
In altre parole, durante un intervento di bypass coronarico, il medico operante inserisce una nuova coronaria, il cui scopo è sostituire nelle funzioni quella originaria occlusa per colpa di un ateroma.
Il bypass coronarico è un intervento chirurgico alquanto delicato.


Cosa incide sulla scelta di ricorrere al bypass coronarico?

  • Quale arterie è bloccata
  • Quante arterie sono bloccate
  • Dove risiede l'occlusione all'interno della o delle coronarie
  • La severità dell'occlusione

Altri rimedi importanti

Adottare uno stile di vita sano

Per chi soffre di angina instabile, è molto importante condurre uno stile di vita sano e orientato al benessere; in termini pratici, quindi, è buona norma:

Prognosi

L'angina instabile è il segnale di un cuore molto malato e che può sviluppare, da un momento all'altro, condizioni dalle conseguenze fatali per chi ne è vittima.
La probabilità che l'angina instabile sia mortale – quindi abbia prognosi infausta – è tanto maggiore, quanto più grave è la malattia coronarica alla sua origine.

Prevenzione

Per prevenire l'angina instabile, è fondamentale:

  • Adottare una dieta sana;
  • Mangiare in maniera equilibrata, in modo da mantenere il peso corporeo nella norma;
  • Non fumare;
  • Praticare attività fisica con continuità;
  • Controllare periodicamente la pressione sanguigna, i livelli di colesterolo e i livelli di trigliceridi, a partire da una certa età o se è presente una predisposizione familiare a malattie come ipertensione, ipercolesterolemia e trigliceridi alti.

Come probabilmente qualche lettore avrà notato, le norme di prevenzione dell'angina instabile ricalcano le misure preventive della coronaropatia e dell'aterosclerosi.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza