Aneurisma - Sintomi, Diagnosi e Trattamento

Ultima modifica 25.03.2019

Sintomi

Molti tipi di aneurisma risultano asintomatici, nel senso che non causano sintomi evidenti, almeno fino a quando non subentra la rottura o altre complicanze:Rottura aneurisma

  • Se l'aneurisma è superficiale può essere evidenziato dalla presenza di una tumefazione localizzata "pulsante". Spesso, il dolore associato alla lesione è descritto dal paziente come uno "strappo o lacerazione".
  • Gli aneurismi profondi, all'interno del corpo o a livello cerebrale, invece, di regola non sono associati a sintomi facilmente definibili dal paziente. Il soggetto può sospettare la presenza di un aneurisma solo quando insorge qualche complicazione: trombosi, presenza di emboli, tachicardia, improvviso abbassamento della pressione, senso di confusione ecc.

I sintomi dipendono dalla localizzazione dell'aneurisma, quindi dal distretto colpito, e dall'entità del danno che interessa la parete del vaso sanguineo:

  • Perdita di appetito, intenso dolore addominale o alla parte bassa della schiena, che si estende all'inguine o alle gambe: può indicare un aneurisma dell'aorta addominale.
  • Dolore improvviso al petto, raucedine, tosse persistente e difficoltà a deglutire: può indicare un aneurisma toracico.
  • Una sensazione di pulsazione o di gonfiore direttamente dietro al ginocchio: può indicare un aneurisma popliteo.
  • Un violento mal di testa, associato a dolore irradiato al collo: può indicare unaneurisma cerebrale, il quale, di solito, è caratterizzato dalla copresenza di ulteriori segni: disturbi visivi, nausea e/o vomito, perdita di coscienza ecc. L'aneurisma cerebrale è sempre da considerare una condizione di estrema emergenza.

Complicanze

Evoluzione clinica: quali pericoli comporta un aneurisma?

Il meccanismo di formazione dell'aneurisma è connesso alla pressione all'interno del vaso sanguigno che, premendo sul punto debole della parete, ne determina lo sfiancamento. In genere, gli aneurismi aumentano le loro dimensioni progressivamente, di 0,2-0,3 cm per anno (con crescente rischio di rottura).
Potenzialmente, il decorso clinico dell'aneurisma può evolvere nelle seguenti condizioni:

  • Rottura (complicanza temibile, provoca morte): la parete del vaso, nella zona colpita, è assottigliata, lassa, e può rompersi con notevole facilità, determinando - a seconda della localizzazione - emorragia nei tessuti retroperitoneali, nella cavità addominale o emorragia subaracnoidea (aneurismi cerebrali). In particolare,nel caso di aneurismi aortici addominali il sangue può perforare il peritoneo, provocando shock ipovolemico, mentre a livello cerebrale può causare ictus, disabilità e morte.
    Il rischio di morte dopo la rottura di un aneurisma è elevato. Il trattamento chirurgico della rottura riduce la mortalità del 50%. Il rischio di rottura è direttamente correlato con il diametro dell'aneurisma:
    • 4-5 cm: Aumenta dell'1% l'anno;
    • 5-6 cm: aumenta dell'11% l'anno;
    • > 6 cm: aumento del 25% l'anno.
  • Dolore lancinante retrosternale (può simulare l'infarto);
  • Lesioni ischemiche,se interessati i vasi cerebrali o le coronarie;
  • Formazione di un embolo, per rottura di una placca o derivante dal distacco di materiale trombotico;
  • Trombosi: gli aneurismi sono sedi dove il flusso ematico è alterato, quindi la turbolenza che si viene a creare favorisce la formazione di trombi, che possono essere sottili (frequenti) o grossolani;
  • Compressione di strutture anatomiche adiacenti (ad esempio, ureteri e vertebre).La compressione di nervi può portare, ad esempio, a debolezza ed intorpidimento a livello dell'arteria poplitea (ginocchio);
  • Presenza di una massa addominale palpabile e "pulsante";
  • Infezioni, che si instaurano per l'alterato flusso ematico.

Diagnosi e Trattamento

La diagnosi precoce e il trattamento di un aneurisma sono critici.

La scoperta di un aneurisma può avvenire in maniera fortuita, poiché l'evento iniziale può essere ignorato e, per questo motivo, gli esami di routine sono fortemente incoraggiati (soprattutto nei soggetti a rischio e se esiste una predisposizione familiare).

Il rischio di rottura può essere valutato sulla base della loro dimensione, calcolata mediante tecniche di imaging tramite ultrasuoni (ecografia). Ad esempio, un aneurisma aortico più grande di 6 cm ha il 50% di possibilità di rompersi nei 10 anni successivi alla diagnosi. In ogni caso, esistono esami diagnostici molto utili nelle varie fasi del decorso clinico:

  • Esame obiettivo e anamnesi.
  • Ecografia transesofagea o addominale: consente di visualizzare l'aneurisma e identificare l'eventuale presenza di una trombosi. Permette anche di verificare l'evoluzione dell'aneurisma e verificare se questo può determinare complicanze (esempio: impedire la circolazione o contribuire alla formazione di coaguli di sangue).
  • Radiografia all'addome e al torace (aneurisma all'aorta): evidenzia un'ampia ombra a livello della lesione e l'eventuale compressione delle strutture adiacenti.
  • Elettrocardiogramma (se i sintomi sono dovuti ad un interessamento coronarico).
  • Angio risonanza magnetica (angio-RM): evidenzia il distretto vascolare in determinati punti dell'organismo.
  • Angio tomografia assialecomputerizzata (angio-TAC, con mezzo di contrasto): fornisce informazioni relative all'estensione dell'aneurisma, alla possibilità che subentri una rottura e all'eventuale presenza di trombi che ostacolano o impediscono la normale circolazione del sangue. In caso di aneurisma cerebrale, la TAC e l'angiografia dei vasi cerebrali permettono di affrontare condizioni di emergenza come emorragie, presenza di edema o idrocefalo, oltre a fornire la diagnosi dettagliata per la corretta pianificazione terapeutica.

Il trattamento dipende principalmente dal tipo, dalla dimensione e dalla posizione dell'aneurisma. La terapia farmacologica prevede inizialmente la riduzione dei valori della pressione arteriosa, attraverso la somministrazione di vasodilatatori o di beta-bloccanti. Se l'aneurisma è piccolo e non ci sono sintomi, il medico può raccomandare di sottoporsi a regolari check-up, per verificare come evolve l'aneurisma e per valutare un approccio chirurgico tempestivo. L'obiettivo è quello di eseguire un intervento prima che si sviluppino gravi complicazioni: se l'aneurisma è di piccole dimensioni ( Quando raccomandata, la chirurgia prevede principalmente i seguenti approcci:

  • Riparazione tradizionale (open): un aneurisma in un'area accessibile, come nell'addome, può essere rimosso chirurgicamente ed il vaso può essere riparato o sostituito con un innesto di materiale artificiale.Clipping aneurismaQuesto approccio prevede un accesso chirurgico tradizionale (si pratica una incisione a "cielo aperto"). La prognosi è di solito eccellente.
  • Approccio chirurgico extravascolare (clipping): consente di intervenire chirurgicamente sulla sacca aneurismatica per escluderla dalla circolazione. L'approccio di clippaggio consiste in una graffattura sul colletto dell'aneurisma, con applicazione di una clip di metallo che rispetta la pervietà del vaso sanguigno portante.
  • Aneurisma stentTecnica endovascolare (embolizzazione endovascolare): tramite un micro-catetere (tubo molto sottile che passa attraverso i vasi sanguigni) si raggiunge la sede dell'aneurisma per posizionare uno stent. La procedura permette di avviare una reazione di coagulazione (autotrombizzazione) che rinforzerà la parete alterata del vaso sanguigno. Quest'approccio è considerato il più sicuro, soprattutto in caso di aneurisma cerebrale. La procedura, inoltre, può essere eseguita senza fare un grande taglio (come spesso avviene nel trattamento dell'aneurisma aortico addominale); ciò permette di recuperare più velocemente rispetto alla chirurgia tradizionale.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici