Gli amminoglicosidi sono una classe di antibiotici naturali derivanti da diversi tipi di actinomiceti.
Il capostipite degli antibiotici amminoglicosidici - la streptomicina - è stato scoperto dal biologo Selman Abraham Waksman, che la isolò da colture di Streptomyces griseus.

Indicazioni
Per Cosa si Usa
Gli amminoglicosidi possiedono uno spettro d'azione piuttosto ampio contro i batteri aerobi, sia Gram-positivi che Gram-negativi. Tuttavia, a causa della tossicità che li caratterizza, il loro utilizzo è limitato al trattamento di gravi infezioni causate da microorganismi Gram-negativi.
Meccanismo d'azione
Gli amminoglicosidi esplicano la loro azione antibatterica interferendo con la sintesi proteica dei batteri.
La sintesi delle proteine all'interno delle cellule batteriche avviene grazie a particolari organuli chiamati ribosomi. Questi organuli sono costituiti da RNA ribosomiale e da proteine, associati fra loro a formare due subunità: la subunità 30S e la subunità 50S.
Il compito del ribosoma è quello di tradurre l'RNA messaggero proveniente dal nucleo e di sintetizzare le proteine per cui esso codifica.
Gli amminoglicosidi sono capaci di legarsi alla subunità ribosomiale 30S, così facendo sono in grado di:
- Impedire che l'RNA messaggero si leghi al ribosoma;
- Indurre una "lettura errata" dello stesso RNA messaggero, in questo modo, il ribosoma sintetizza proteine "sbagliate" chiamate proteine non-senso.
Alcune di queste proteine non-senso s'inseriscono nella membrana cellulare batterica alterandone la permeabilità. L'alterazione della permeabilità della membrana cellulare batterica consente l'ingresso di ulteriore antibiotico all'interno della stessa cellula, causando un blocco totale della sintesi proteica.
Tutti questi effetti provocano conseguenze devastanti alla cellula batterica che, infine, muore.
Resistenza agli amminoglicosidi
I batteri possono sviluppare resistenza nei confronti degli amminoglicosidi apportando modifiche alla propria struttura o attivando particolari meccanismi, fra cui:
Vie di somministrazione
Gli amminoglicosidi sono assorbiti poco nel tratto gastrointestinale; pertanto, si preferisce la somministrazione endovenosa o intramuscolare.
Tuttavia, esiste un amminoglicoside che può essere somministrato per via orale: la paromomicina. Questo farmaco può essere impiegato per il trattamento d'infezioni intestinali causate da batteri sensibili, per il trattamento di parassitosi intestinali (come l'amebiasi intestinale) e per la sterilizzazione del contenuto intestinale in preparazione ad un intervento chirurgico.
Alcuni amminoglicosidi possono essere somministrati anche per via topica, come - ad esempio - la gentamicina e la neomicina.
Effetti Collaterali
Gli amminoglicosidi sono dotati di tossicità non indifferente, soprattutto a carico dell'orecchio e dei reni. In particolare, questi antibiotici possono causare problemi dell'equilibrio, perdita dell'udito e necrosi tubulare renale. Questi tipi di tossicità pare siano dovuti ad una certa affinità che gli antibiotici amminoglicosidici possiedono nei confronti delle cellule renali e delle cellule sensitive dell'orecchio interno.
Gli effetti collaterali indotti dagli amminoglicosidi sono insidiosi, poiché possono essere anche ritardati. Perciò, prima di avvertire i sintomi, i pazienti possono aver già subìto gravi danni.
Infine, in seguito all'uso di antibiotici amminoglicosidici, sono stati riportati casi di blocco neuromuscolare curaro-simile. Questo tipo di effetto collaterale può aumentare la debolezza muscolare in pazienti affetti da preesistente miastenia grave o da preesistente morbo di Parkinson.