L'amitriptilina è un farmaco antidepressivo appartenente alla famiglia dei TCA (antidepressivi triciclici). Può essere utilizzata sia per il trattamento della depressione, sia per il trattamento di patologie non psichiatriche.

Amitriptilina - Struttura Chimica
L'amitriptilina è considerata un farmaco molto importante, per questo rientra nella lista dei farmaci essenziali redatta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). In questa lista sono elencati tutti i farmaci necessari all'interno di un sistema sanitario di base.
Indicazioni
Per Cosa si Usa
L'uso di amitriptilina è indicato nelle seguenti patologie:
- Depressione maggiore;
- Fase depressiva della psicosi maniaco-depressiva;
- Depressione reattiva;
- Depressione neurotica;
- Depressione mascherata;
- Depressione in corso di psicosi schizofreniche;
- Depressione involutiva;
- Depressioni gravi in corso di malattie neurologiche o di altre affezioni organiche;
- Ansia;
- Disturbo da deficit dell'attenzione;
- Profilassi dell'emicrania e delle cefalee croniche o ricorrenti;
- Fibromialgia;
- Insonnia.
Avvertenze
La depressione è associata ad un aumentato rischio d'insorgenza di pensieri suicidari e autolesionismo. Poiché il miglioramento della patologia può non avvenire subito nelle prime settimane di trattamento, è consigliato sorvegliare attentamente i pazienti finché non avviene tale miglioramento.
L'amitriptilina può causare ipotensione ortostatica, variazioni della glicemia e alterazione dell'emopoiesi (la sintesi delle cellule del sangue), per questo è necessario eseguire periodici controlli della pressione sanguigna, della glicemia e della conta ematica.
La terapia con amitriptilina può causare disfunzioni epatiche e renali, perciò queste funzionalità devono essere attentamente monitorate per tutta la durata del trattamento.
I pazienti in terapia con amitriptilina non devono consumare bevande alcoliche, poiché ci può essere un potenziamento reciproco degli effetti tossici indotti dalle due sostanze.
Va usata molta cautela nella somministrazione del farmaco in pazienti affetti da preesistenti patologie cardiovascolari.
I pazienti trattati con amitriptilina e affetti da ipertiroidismo - o in trattamento con ormoni tiroidei - devono essere tenuti sotto stretta sorveglianza clinica.
Poiché l'amitriptilina può provocare convulsioni, il suo uso in pazienti epilettici - o che soffrono di disturbi convulsivi - è consentito solo sotto la stretta sorveglianza del medico.
A causa della sua azione anticolinergica, l'amitriptilina deve essere somministrata con cautela in quei pazienti in cui un'eccessiva attività parasimpaticolitica può risultare dannosa.
L'amitriptilina non deve essere utilizzata in bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età.
Interazioni
L'amitriptilina non deve essere somministrata in associazione a IMAO irreversibili (inibitori delle monoamino ossidasi), in quanto si possono verificare gravi effetti collaterali. Qualora sia necessario sostituire un IMAO irreversibile con un antidepressivo triciclico è indispensabile far intercorrere un periodo di almeno due settimane.
L'amitriptilina diminuisce l'efficacia di farmaci ipotensivi.
L'uso concomitante di amitriptilina e di farmaci simpaticomimetici può provocare un potenziamento dell'attività di questi ultimi.
Bisogna fare molta attenzione alla somministrazione contemporanea di amitriptilina e di farmaci anticolinergici (come quelli utilizzati nel trattamento del morbo di Parkinson) a causa degli effetti collaterali che possono insorgere.
L'amitriptilina può potenziare l'effetto di farmaci ipnotici, sedativi, ansiolitici ed anestetici.
Fenotiazine (farmaci antipsicotici), aloperidolo (un altro farmaco antipsicotico) e cimetidina (un farmaco impiegato per il trattamento dell'ulcera gastrica) possono ritardare l'eliminazione di amitriptilina aumentandone così la concentrazione ematica. Tale aumento può causare un'esacerbazione degli effetti tossici dell'amitriptilina stessa.
Effetti Collaterali
L'amitriptilina può indurre vari tipi di effetti collaterali, alcuni anche molto gravi. Tuttavia, ogni individuo reagisce in maniera diversa alla terapia, perciò non è detto che gli effetti avversi si manifestino tutti e con la stessa intensità in ogni paziente.
Di seguito sono elencati i principali effetti collaterali che si possono manifestare in seguito alla terapia con l'amitriptilina.
Effetti anticolinergici
A causa del blocco che l'amitriptilina provoca nei recettori colinergici, possono manifestarsi secchezza delle fauci, midriasi (dilatazione della pupilla), stipsi, disuria, ritenzione urinaria, visione indistinta, ipertonia oculare e cicloplegia (paralisi del muscolo cigliare dell'occhio).
Patologie cardiache
La terapia con amitriptilina può causare molte patologie cardiache, fra cui:
- Ipotensione ortostatica (ossia il brusco calo di pressione sanguigna quando si passa da una posizione seduta o stesa ad una posizione eretta);
- Tachicardia;
- Ipertensione;
- Disturbi del ritmo e della conduzione cardiaca;
- Arresto cardiaco;
- Insufficienza cardiaca;
- Infarto del miocardio;
- Ictus.
Patologie del sistema nervoso
Il trattamento con amitriptilina può provocare vari disturbi a carico del sistema nervoso, come:
- Cefalea;
- Vertigini;
- Tremori;
- Atassia;
- Disartria;
- Sintomi extrapiramidali, ovvero sintomi Parkinson-simili;
- Convulsioni;
- Parestesie delle estremità;
- Neuropatie periferiche.
Disturbi psichiatrici
La terapia con amitriptilina può favorire la comparsa di sonnolenza, sedazione, astenia, agitazione, stati confusionali accompagnati da allucinazioni, euforia e stati ipomaniacali. Queste manifestazioni psicotiche possono essere trattate riducendo la dose di farmaco somministrata o aggiungendo alla terapia già in atto un farmaco fenotiazinico.
L'amitriptilina può, inoltre, causare l'insorgenza di ideazione e/o comportamento suicidario.
Patologie gastrointestinali
L'assunzione di amitriptilina può causare nausea, vomito, diarrea, anoressia, stomatiti e adeniti sublinguali e parotidee.
Patologie del sistema ematolinfopoietico
La terapia con amitriptilina può causare una soppressione del midollo osseo con conseguente diminuzione della produzione di cellule del sangue, compresi globuli bianchi e piastrine.
Reazioni allergiche
L'amitriptilina può scatenare reazioni allergiche in soggetti sensibili. Tali reazioni possono manifestarsi sotto forma di eritemi, orticaria, prurito, edema generalizzato o localizzato a faccia e lingua.
Altri effetti collaterali
Altri effetti indesiderati che possono manifestarsi in seguito al trattamento con amitriptilina sono:
- Ittero;
- Aumento delle transaminasi e della fosfatasi alcalina nel circolo ematico;
- Galattorrea, cioè la secrezione anomala di latte in donne che non stanno allattando al seno;
- Ginecomastia, cioè lo sviluppo anomalo delle mammelle negli uomini;
- Alterazioni della libido;
- Variazioni del tasso glicemico.
Sovradosaggio
I sintomi del sovradosaggio di amitriptilina possono essere:
- Secchezza delle fauci;
- Tachicardia;
- Midriasi;
- Ipotensione;
- Depressione respiratoria;
- Ritenzione urinaria.
Nei casi più gravi d'iperdosaggio possono anche insorgere convulsioni, coma e allucinazioni.
Il trattamento del sovradosaggio di amitriptilina è solo sintomatico. Può essere utile effettuare una lavanda gastrica. Al fine di contrastare la tossicità cardiaca si può somministrare per via endovenosa la neostigmina. In ogni caso, qualora si sospetti di aver assunto una dose eccessiva di farmaco è necessario contattare immediatamente il medico.
Meccanismo d'azione
L'amitriptilina è un antidepressivo triciclico e - come tale - è in grado di inibire il reuptake di due tipi di monoamine implicate nell'eziologia della depressione: la serotonina (5-HT) e la noradrenalina (NA).
Serotonina e noradrenalina vengono sintetizzate all'interno della terminazione nervosa presinaptica e rilasciate nel vallo sinaptico (lo spazio presente fra la terminazione presinaptica e quella postsinaptica) in seguito a determinati stimoli. Una volta arrivate nel vallo sinaptico, 5-HT e NA interagiscono coi propri recettori in modo da svolgere ciascuna la propria attività biologica.
Dopodiché, le monoamine si legano ai trasportatori deputati alla loro ricaptazione (SERT per la serotonina e NET per la noradrenalina) e vengono riportate all'interno della terminazione presinaptica.
L'amitriptilina agisce inibendo i trasportatori NET e SERT. Tale inibizione fa sì che le monoamine rimangano nel vallo sinaptico per un tempo prolungato, ciò si traduce in un aumento della trasmissione serotoninergica e noradrenergica.
Modo d'Uso - Posologia
L'amitriptilina è disponibile per la somministrazione orale sotto forma di compresse o gocce orali.
La posologia deve essere stabilita dal medico in base al tipo di patologia che si deve trattare.
In ogni caso, la dose di farmaco che viene abitualmente somministrata può variare dai 10 ai 50 mg di amitriptilina, da somministrarsi una o più volte al giorno. La posologia può essere aumentata o diminuita fino a raggiungere la dose ottimale.
Gravidanza e Allattamento
La somministrazione di amitriptilina in donne gravide dovrebbe essere effettuata solo se il medico lo ritiene indispensabile.
Poiché l'amitriptilina è escreta nel latte materno, le madri che allattano al seno non dovrebbero assumere il farmaco.
Controindicazioni
L'uso di amitriptilina è controindicato nei seguenti casi:
- Ipersensibilità nota all'amitriptilina o ad altri antidepressivi triciclici;
- In pazienti affetti da glaucoma;
- In pazienti con ipertrofia prostatica;
- In pazienti affetti da stenosi pilorica (una patologia gastrointestinale);
- In pazienti affetti da gravi patologie epatiche;
- In pazienti affetti da mania;
- In pazienti affetti da disturbi del ritmo e della conduzione cardiaca;
- In pazienti con un'anamnesi d'infarto del miocardio;
- In pazienti affetti da insufficienza cardiaca congestizia;
- Durante il periodo di recupero post-infartuale;
- In pazienti in terapia con IMAO;
- In bambini e adolescenti con meno di 18 anni di età.