un approccio di tipo ergonomico
A cura del Dott. Giovanni Chetta
Ulteriore problematica scaturita da un vicariamento muscolare, sempre a causa di un'alterazione posturale con posizionamento non fisiologico del bacino, è la sindrome della zampa d'oca.
In particolare, in presenza di ginocchio valgo, il nostro sistema di equilibrio ritiene più conveniente che buona parte del lavoro di stabilizzazione dell'arto inferiore durante la deambulazione, svolto fisiologicamente dal muscolo vasto mediale, venga effettuato tramite il complesso dei muscoli della zampa d'oca (sartorio che extraruota, semitendinoso che intraruota e gracile che stabilizza il lavoro dei primi due). In tal modo il sovraccarico di lavoro non fisiologico a cui questi muscoli sono sottoposti favorisce l'insorgenza di tendinopatia a livello della loro inserzione comune (superficie mediale della parte superiore della tibia). Oltre all'algia, tale sindrome presuppone naturalmente problematiche evolutive da carico squilibrato a danno di tutto l'arto inferiore e, in modo particolare, del ginocchio.
Alterazioni della posizione delle anche, intra o extrarotazione femorali, accompagnate di conseguenza da adduzioni o abduzioni del femore, si riflettono, a loro volta, inevitabilmente sul ginocchio. Anche qui saranno quindi possibili tensioni e carichi alterati di tutti i componenti dell'articolazione. Gonalgia, alterazioni strutturali delle ginocchia in valgismo o in varismo, meniscopatie e gonartrosi ne sono le manifestazioni più evidenti.
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Procedendo verso il basso avremo possibili problematiche all'articolazione tibio-tarsica che potrà anch'essa avere un atteggiamento in valgo o in varo nonché tensioni e usure precoci ai suoi componenti strutturali, e infine al piede, di cui abbiamo parlato nel precedente capitolo.Postumi di eventi traumatici e cattive di abitudini di vita (cicatrici importanti, respirazione scorretta, disfunzioni miofunzionali, stress, alimentazione poco appropriata ecc.) potranno naturalmente velocizzare i processi degenerativi e limitare i miglioramenti nel ripristino posturale.
Risulta evidente che la soluzione terapeutica nonché preventiva a tutte queste problematiche non può essere che un personalizzato e professionale programma di rieducazione posturale. L'importanza di ciò risulta ancora più evidente se si pensa che spesso alle problematiche sopra descritte si accompagnano problematiche organiche di origine posturale, trattate nel prossimo capitolo.
Disfunzioni organiche di origine posturale
Per comprendere come le alterazioni della postura , quindi del sistema posturale viste nel precedente capitolo possano interessare anche gli altri organi del corpo, occorre introdurre il concetto di tessuto connettivale o fascia connettivale. Il tessuto connettivo è in realtà un vero e proprio secondo scheletro, questa volta fibroso, che connette tutte le varie parti del nostro organismo. La fascia connettivale forma una rete ubiquitaria che avvolge, sostiene e collega tutte le unità funzionali del corpo, partecipando in maniera importante al metabolismo generale. L'importanza fisiologica di questo tessuto è in realtà maggiore di quanto si supponga normalmente. Esso costituisce circa il 16% del peso corporeo e prende parte alla regolazione dell'equilibrio acido-base, del metabolismo idrosalino, dell'equilibrio elettrico e osmotico, della circolazione sanguinea (in particolare venosa) e della conduzione nervosa (riveste e forma la struttura portante dei nervi ed è sede di numerosissimi recettori sensoriali, inclusi gli esterocettori e i propriocettori nervosi), assumendo pertanto un ruolo fondamentale anche all'interno del sistema dell'equilibrio (sistema tonico posturale). Tramite la fascia connettivale i muscoli si strutturano e funzionano come catene muscolari. In conclusione, il tessuto connettivale risulta un sicuro protagonista nella determinazione della postura individuale.
È facile ora immaginare come malposizioni delle varie parti del nostro corpo siano in grado di creare tensioni sia fisiche che fisiologiche agli organi interessati.
Così, ad esempio, uno scorretto posizionamento del bacino potrà comportare difficoltà a tutti gli organi in esso contenuti con conseguenti potenziali problematiche di tipo urologico, ginecologico e viscerale. A riguardo sono già state dimostrate uretriti, causate da stasi di urina in anse anomale degli ureteri, e problemi di incontinenza, derivati dal posizionamento anomalo della vescica.
Non solo, un'eccessiva iperlordosi lombare può ostacolare fisicamente la fuoriuscita del bimbo durante il parto. Il bambino, infatti, in tale situazione, troverà facilmente sulla strada la sinfisi pubica, ovvero la parte scheletrica posta al centro del bacino inferiore della madre, invece della via di uscita. Sono questi, ad esempio, i casi in cui il parto viene facilitato se la madre si posiziona rannicchiata su un fianco (eliminando così l'iperlordosi lombare).
Ulteriori disfunzioni possono derivare, come abbiamo visto nel precedente capitolo, dal restringimento del foro di coniugazione vertebrale (foro intervertebrale), dovuto al disallineamento vertebrale, associato a contrazione e retrazione muscolare (in particolare dei muscoli paravertebrali profondi), con conseguente danno delle fibre neurovegetative e dei nervi spinali che interessano in maniera diretta o indiretta gli organi toracici, addominali e pelvici.
Tensioni, contratture e retrazioni a livello dei muscoli cervico-dorsali e cervicali (in particolare della zona suboccipitale), spesso associate a problematiche posturali e stomatognatiche (e di stress), favoriscono l'insorgenza di cefalee, nausee, dolori oculari e cali della vista, dolori dentari, acufeni, problemi d'equilibrio, problemi di memoria, concentrazione e invecchiamento cerebrale precoce. Tali muscoli, infatti, oltre a interferire con i nervi spinali cervicali (direttamente o indirettamente tramite il disallineamento vertebrale e il conseguente restringimento del foro di coniugazione), sono in grado di creare problematiche circolatorie, in particolare a danno dell'arteria vertebrale (che attraversa le apofisi trasverse delle vertebre cervicali), e irritative. Relativamente a quest'ultime, occorre considerare che i muscoli trapezio e sternocleidomastoideo sono gli unici muscoli posturali ad avere innervazione cranica, tramite l'XI nervo cranico (nervo accessorio spinale), la cui irritazione è in grado di irradiare dolori in diversi distretti del capo. Ulteriore spina irritativa, stavolta a livello meningeo, è rappresentata dal muscolo piccolo retto inferiore (piccolo muscolo della zona suboccipitale che si inserisce tra prima vertebra cervicale e la base del cranio) che è a stretto contatto con la dura madre ed è in grado di innescare cefalee. E' inoltre ormai assodato che i nuclei del V nervo cranico, trigemino (nervo principalmente sensitivo), interessano fino alla II-III vertebra cervicale.
Infine, un ipertono dei muscoli massetere, sternocleidomastiodeo e del ventre posteriore del digastrico è in grado di controruotare le ossa temporali , quindi gli organi vestibolari in esse contenuti causandone uno scoordinamento funzionale, contribuendo così all'insorgenza di disfunzioni labirintiche. Nonostante tutto ciò, il collo, zona cruciale per il benessere dell'intero organismo (basti pensare che è attraverso tale "strettoia" che transita il nutrimento del nostro encefalo), risulta probabilmente essere, negligentemente (e stupidamente), la parte del corpo più trascurata e maltrattata dallo stile di vita "imposto" dalla moderna società.
Una cattiva postura può comportare una respirazione poco fisiologica con conseguente alterazione dei muscoli respiratori e in particolare del muscolo diaframma, il quale essendo a stretto contatto con gli organi vitali di addome e torace ne condiziona la fisiologia. Inoltre un diaframma in retrazione favorirà problematiche circolatorie, dato il suo fondamentale ruolo come pompa per il ritorno sanguineo tramite l'azione di pressione-depressione sugli organi toracici e addominali, e l'iperlordosi lombare, date le sue inserzioni sul rachide lombare.
Riguardo i problemi circolatoridei liquidi corporei negli arti inferiori, in particolare, occorre considerare la presenza del nodo vascolare e nervoso situato a livello del malleolo mediale della caviglia. Tale nodo risulta cruciale per il ritorno venoso ma spesso, essendo sottoposto a tensioni per squilibri posturali (piede in appoggio in eversione), non riesce a svolgere fisiologicamente la sua funzione. A ciò va aggiunto che una postura scorretta comporta, come abbiamo già visto, un non fisiologico avvolgimento-svolgimento del piede durante il passo, quindi una possibile spinta propulsiva della circolazione venosa insufficiente. Durante la deambulazione, infatti, il piede (suola venosa di Lejars), la caviglia e il polpaccio formano un'unità anatomo-funzionale che funge da "cuore periferico". Inoltre, occorre ricordare l'importanza della fascia connettivale riguardo la circolazione. Retrazioni e aderenze delle fasce risultano ostacoli circolatori.
Le conseguenze di tutto ciò possono essere edemi per stasi circolatorie, senso di stanchezza e irrequietezza degli arti inferiori, vene varicose (varici), linfoedema, flebiti ecc.
In realtà, man mano che gli studi e le ricerche di posturologia procedono appaiono sempre più numerose le problematiche legate alla postura. Queste, oltre alla sfera prettamente fisica e organica, interessano,per forza di cose, anche la sfera psichica. Dopo la nascita della psiconeuroendocrinoimmunologia, ovvero di quella scienza che ha dimostrato in maniera oggettiva la stretta integrazione di tutti i sistemi del nostro corpo, mente inclusa, non si può più negare la grande influenza che una determinata postura può avere nella sfera psichica dell'individuo e viceversa.
La propriocezione, la coscienza di sé, deriva dalle informazioni dei recettori sensoriali situati nei tendini, nei muscoli, nell'articolazioni e nei visceri, nella cute, nell'apparato vestibolare e negli occhi. Da loro dipende la consapevolezza riguardo la nostra "conformazione" e posizione spaziale; in qualche misura, per rispondere alla domanda "chi sono io?", occorre anche rispondere alla domanda "dove sono io?". Azioni e movimenti hanno un ruolo centrale nei processi di rappresentazione mentale, a partire dalla fase embrionale. L'embrione, infatti, è innanzitutto un organismo motorio. Nella fase embrionale, in quella fetale e in quella della prima infanzia, l'azione precede la sensazione: vengono compiuti dei movimenti riflessi e poi se ne ha la percezione. Le funzioni motorie e il corpo, considerati in molte culture come entità inferiori e subordinata alle attività cognitive e alla mente, sono invece all'origine di quei comportamenti astratti di cui siamo fieri, compreso lo stesso linguaggio che forma la nostra mente e nostri pensieri. Perdere il controllo sul proprio corpo significa, di conseguenza, perdere il controllo sui propri pensieri ed emozioni. Nello stesso tempo, lo stress, e più precisamente lo stress negativo o distress, imperversante nel mondo "civile" porta sempre con sé, ben stratificato nel nostro inconscio, l'istinto atavico di sopravvivenza. La lotta e/o la fuga restano gli obiettivi della risposta fisiologica allo stress con le conseguenti tensioni muscolari ad arti, spalle, schiena, mandibole, quali strumenti che meglio assolvono tale compito. Tali tensioni. se protratta a lungo, come accade in situazioni di stress cronico, comportano varie conseguenze a tutto l'organismo, incluse quelle posturali. Modificare la postura significa quindi incidere anche sulla psiche e viceversa e, anche se questo è un mondo ancora tutto da scoprire, la rieducazione posturale dovrà, per forza di cose, tenerne conto.
E' bene infine ricordare l'esistenza di disfunzioni organiche primarie, ossia di origine non posturale, ma in grado di comportare secondariamente alterazioni posturali (patologie di vista, udito, vestibolo, apparato stomatognatico, respiratorie, gastroenteriche, neurologiche, autoimmuni, cicatrici importanti ecc.). In questo caso, occorrerà dare la precedenza alle relative cure e trattamenti specialistici (cure farmacologiche, rieducazione vestibolare, visiva ecc.) nel protocollo di rieducazione posturale. Da qui l'importanza di un'accurata e completa diagnosi iniziale.