Postura funzionale e dinamica con il metodo Feldenkrais®
A cura del Dottor Maurizio Cancenda
La postura corretta nel Metodo Feldenkrais® è
quella che permette alla persona di rapportarsi con la
gravità senza sforzo, sfruttando l'allineamento delle articolazioni
nella catena articolare degli arti inferiori,
del bacino, della colonna e del capo, con gli arti superiori
liberi e una massima disponibilità al movimento.
Quando si raggiunge questa organizzazione,
anche il respiro diventa più ampio.
Tale postura è il risultato di un apprendimento
che permette alla parte più antica del sistema nervoso
di riappropriarsi del suo ruolo posturale senza tensioni
parassitarie.
Quando esiste una resistenza esterna la sensazione
di sforzo è massima e il rendimento è minimo. La
sensazione di resistenza in una postura inefficiente è
dovuta al fatto che ai muscoli involontari scheletrici
arrivano impulsi conflittuali ed esistono tensioni parassitarie
e superflue.
"Nella «attura» corretta, quale che sia il movimento
in questione (alzarsi, sedersi, spingere o tirare)
la forza viene trasmessa dal bacino alla testa, attraverso
la spina dorsale. Le contrazioni lungo la spina
dorsale sono solo sinergiche (sufficienti solo a mantenere
la colonna nella posizione adeguata per trasmettere
la forza); non vi è contrazione volontaria dei
muscoli del collo, salvo nel caso in cui appunto questo
sia l'obiettivo dell'azione. La sensazione di resistenza
nasce quando le membra, il torace, le spalle o
un'altra parte del corpo sono costretti a fare il lavoro
dei muscoli pelvici e addominali"(10).
Un'altra caratteristica fondamentale nella postura
corretta derivante da un atto volontario è rappresentata
dalla reversibilità. Se l'atto è corretto, si può in
qualsiasi momento interromperlo, abbandonarlo del
tutto o invertirne l'esecuzione, senza dover mutare
l'atteggiamento e senza sforzo alcuno.
Anche trattenere il respiro è il segno più evidente
di una postura o attura impropria.
Moshe fa osservare che anche le fibre del sistema
nervoso autonomo (o vegetativo) innervano quasi tutti i muscoli così che i visceri influiscono sulla configurazione
del corpo, e ne subiscono l'influenza.
Veniamo adesso ad un punto di capitale importanza
nella comprensione della postura (o "attura")
nell'approccio Feldenkrais: quella dell'automatismo
consapevole.
"Se nella stazione eretta eliminiamo tutte le contrazioni
dovute ad impulsi delle aree corticali (a prescindere
dalla presenza o meno della consapevolezza)
il corpo sarà mantenuto tonicamente dalle parti più
antiche del nostro sistema nervoso. Via via che il soggetto
prende coscienza e corregge lo stato dei muscoli
volontari e delle articolazioni, acquista la capacità
di non compiere quei particolari atti di cui in
passato non aveva coscienza; ebbene egli potrà constatare
che di pari passo il corpo si allunga, sta maggiormente
eretto, mentre articolazioni, spina dorsale
e testa tendono verso la configurazione ideale. Ci si
sente più leggeri, sembra quasi di camminare sull'aria.
Per ottenere la postura eretta ideale non si deve fare qualcosa di particolare, ma si deve, letteralmente non fare niente, cioè eliminare tutti gli atti di origine volontaria dovute a motivazioni diverse da quelle di stare eretti, ormai divenute automatiche e parte integrante della postura personale dello stare eretti"(9).
Migliorare la postura seduta: una breve esperienza pratica
Un esempio di quanto
sia importante una
buona postura, è dato
dalla posizione seduta.Alcune persone devono
lavorare per tante ore in
tale posizione e spesso,
alla fine della giornata,
hanno dolori alla schiena,
alle spalle e al collo(6).
La posizione seduta
non è l'ideale per la nostra
colonna: sia per l'immobilità che comporta, sia per
la perdita delle sue curve naturali, sia perché il carico
sui dischi intervertebrali (gli ammortizzatori delle vertebre) è addirittura del 40% superiore rispetto al carico
stando in piedi(14).
Utilizzare una sedia comoda ed ergonomica può aiutare, ma non è sufficiente. È più importante trovare la postura più funzionale per noi, in modo da stare seduti in equilibrio sullo scheletro, riducendo al massimo l'impegno muscolare e la fatica. Nella prossima sequenza di movimento verificheremo come questo sia possibile, sfruttando l'intelligenza del nostro sistema nervoso e la sua capacità di aggiustamento(13)(16).