I polialcoli sono glucidi con molecola simile ai monosaccaridi, ma con una funzione ossidrilica al posto di quella aldeidica o chetonica.
Si trovano come tali solo nella frutta (sorbitolo) in piccola quantità, tuttavia sono utilizzati come dolcificanti in un numero sempre crescente di alimenti ipocalorici o
acariogeni (caramelle, gomme da masticare) dato il loro limitato potere energetico.
Oltre, al sorbitolo, vengono utilizzati a questo scopo lactitolo, maltitolo, mannitolo, xilitolo (tutti derivati da processi di idrogenazione catalitica dei corrispondenti zuccheri precursori), polidestrosio (polimero del glucosio ottenuto per condensazione termica) e palatinit o isomalto (una miscela di a-(1->6) glicoso-sorbitolo e di a-(1->6) glicoso-mannitolo).
I disaccaridi lactitolo, maltitolo e isomalto sono idrolizzati solo in minima parte per azione delle glicosidasi intestinali.
L'assorbimento dei polialcoli in forma monomerica (mannitolo, sorbitolo, xilitolo) avviene per diffusione passiva, ma a velocità molto inferiore a quella del glucosio e del fruttosio.
Da ciò dipende, con ogni probabilità, il loro parziale malassorbimento, con il conseguente effetto lassativo se si superano i 20÷30 g/die (20 g al giorno per il mannitolo, 50 g per il sorbitolo e lo xilitolo il e 100 g per il maltitolo).
Ai polialcoli, secondo il D.L. 16 febbraio 1993 n°77 (G.U. n° 69, 24/3/1993) che regola l'etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari, si attribuisce un valore calorico di 2,4 kcal/g.
D-sorbitolo: è un poliolo esoso presente nei frutti di molte Rosacee, in particolare nel Sorbus aucuparia (Sorbo degli uccellatori) e nel tallo di alcune alghe. Usi: Trova largo impiego nell'industria farmaceutica (ha proprietà colagoghe, blando lassativo) e agro-alimentare (dolcificante per diabetici); ma è cariogeno.
Meso-xilitolo:ottenuto per idrogenazione del D-xilosio, ricavato da frustoli di mais, legno,paglia Usi: impiegato come edulcorante sostitutivo del saccarosio, senza eccedere perché può dare disturbi gastroenterici (meteorismo e diarrea). Non cariogeno, largamente impiegato nell'industria dolciaria.
D-mannitolo: si estrae dalla manna del frassino e dal tallo di alghe brune (Laminariales). Usi: Non è metabolizzabile, usato come colecistocinetico e lassativo e come dolcificante per diabetici.
Ciclitoli: poli-idrossi-ciclo-alcani. L'inositolo è il più noto ed importante; esso è un alcol, ciclico, molto diffuso nell'organismo animale (va a formare certi fosfolipidi) e nei vegetali sotto forma di acido fitico, esterificato con 6 molecole di acido fosforico, forma una parte degli inclusi solidi vacuolari aleuronici. Usi: epatoprotettivo, riserva di fosforo.
Altre piante danno dolcificanti naturali, che vengono utilizzati al posto del saccarosio per cercare di prevenire e/o correggere stati patologici, quali la carie dentaria, il diabete mellito, la patologia cardiovascolare, il sovrappeso. La liquirizia, tanto per citare un esempio, contiene contiene un terpene (glicirrizina) con potere dolcificante fino a 100 volte superiore rispetto al normale zucchero da cucina. Questo forte edulcorante favorisce la ritenzione del sodio e dell'acqua nelle cellule animali riducendo di conseguenza la necessità di acqua da parte dell'organismo (proprietà ipertensive).
Vedi anche: Dolcificanti artificiali