A cosa serve la vitamina B5? In che alimenti si trova? Quali sono i sintomi della carenza?

A cosa serve la vitamina B5? In che alimenti si trova? Quali sono i sintomi della carenza?
Ultima modifica 29.08.2024
INDICE
  1. A cosa serve?
  2. In che alimenti si trova?
  3. Di quanta vitamina B5 abbiamo bisogno?
  4. Assorbimento
  5. Quali sono i sintomi e le cause della carenza?
  6. Tossicità
  7. Bibliografia

La vitamina B5 o acido pantotenico è un elemento vitaminico idrosolubile del gruppo B, essenziale per l'uomo e, in generale, per tutti gli organismi animali. Chimicamente parlando, per vitamina B5 si intende l'ammide tra acido pantoico e β-alanina (amminoacido). L'anione dell'acido pantotenico è detto pantotenato.

Le funzioni biologiche della vitamina B5 sono fondamentalmente di sintetizzare il coenzima-A (CoA), produrre e metabolizzare proteine, carboidrati e grassi.

Gli alimenti più ricchi di vit. B5, oltre ai cibi dietetici fortificati, sono: fegato, rene, tuorli d'uovo, semi di girasole e funghi shitake (secchi) e cereali integrali.

I sintomi di carenza sono simili a quelli di altre carenze di vitamina B. Si osserva anzitutto una riduzione della produzione di energia, a causa dei bassi livelli di CoA, che può causare: irritabilità, affaticamento e apatia. Rimane compromessa anche la sintesi di acetilcolina, lasciando spazio a varie manifestazioni neurologiche come: intorpidimento, parestesia e crampi muscolari.

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La vitamina B5 fu scoperta da Roger J. Williams nel 1933. Il nome dell'acido pantotenico deriva dal greco "pantoten", che significa "da ogni parte", probabilmente in virtù della sua presenza in quasi tutti gli alimenti, con maggiori livelli in: cereali integrali, legumi e funghi (tutti secchi), alcuni semi oleosi, tuorlo d'uovo e fegato. Nei cibi è comune anche sottoforma di provitamine (precursori) chiamati: pantenolo o pantotenolo, e pantotenato di calcio.

A cosa serve?

Delle varie forme di vitamina B5, solo l'isomero destrorotatorio (D) dell'acido pantotenico possiede attività biologica – ovvero, è biologicamente attivo. La forma levorotatoria (L) invece, ne può antagonizzare gli effetti nell'organismo.

La vitamina B5 è implicata nella sintesi del coenzima A (CoA). Questo può agire come un trasportatore del gruppo acile per formare acetil-CoA e altri composti correlati; trattasi di un metodo di trasporto degli atomi di carbonio all'interno della cellula.

Il CoA è importante nel metabolismo energetico affinché:

  • il piruvato entri nel ciclo dell'acido tricarbossilico (ciclo TCA) sotto forma di acetil-CoA;
  • l'α-chetoglutarato venga trasformato in succinil-CoA nel ciclo.

Il CoA è anche importante nella biosintesi di molti composti importanti come acidi grassi, colesterolo e acetilcolina. Il CoA è pure richiesto nella formazione di Acyl-Carrier-Protein (ACP), anch'esso necessario per la sintesi di acidi grassi oltre allo stesso CoA.

La vitamina B5 sotto forma di CoA è indispensabile anche per i processi di acilazione e acetilazione che, ad esempio, sono coinvolte nella trasduzione del segnale e in varie funzioni enzimatiche.

In che alimenti si trova?

Il contenuto di vitamina B5 varia tra gli alimenti naturali e quelli elaborati. Tra questi ultimi in particolare, ne sono ricchi i cereali fortificati, alimenti per lattanti, barrette energetiche e cibi secchi (per l'insufficiente presenza di acqua).

Le principali fonti alimentari di acido pantotenico sono: fegato, rene, tuorli d'uovo, semi di girasole e funghi shitake (secchi). I cereali integrali sono un'altra importante fonte di vitamina B5, anche se la raffinazione ne priva il seme della maggior parte – situata negli strati esterni dei cereali integrali.

Nei mangimi animali, le fonti più importanti sono l'erba medica, i cereali, la farina di pesce, la farina di arachidi, la melassa, i funghi, il riso, la crusca di frumento e i lieviti.

Integrazione di vitamina B5

La forma più stabile della vitamina B5, spesso usata negli integratori multivitaminici, è la provitamina pantotenolo (pantenolo).

Un'altra forma di vitamina B5 più stabile e usata negli integratori alimentari è il suo sale pantotenato di calcio.

Sebbene l'integrazione con vitamina B5 in presenza di varie malattie umane sia ancora in fase di ricerca preliminare, fino ad oggi non esistono prove sufficienti che possa avere alcun effetto positivo o negativo.

Per approfondire: Alimenti con Acido Pantotenico

Di quanta vitamina B5 abbiamo bisogno?

Nel 1998 il "U.S. Institute of Medicine (IOM)" ha aggiornato gli "Estimated Average Requirements" (EAR) e le "Recommended Dietary Allowances" (RDAs) per le vitamine del gruppo B. A quel tempo non si possedevano informazioni sufficienti per stabilire EAR e RDA per la vitamina B5. In casi come questo viene istituito il "Board sets Adequate Intakes" (AIs), con l'obbiettivo di correggerlo in un secondo momento.

L'attuale IA cambia come segue, in base all'età:

  • Adolescenti e adulti di età pari o superiore a 14 anni è di 5 mg / die
  • Gravidanza è di 6 mg / die
  • Allattamento è di 7 mg / die
  • Bambini fino a 12 mesi è di 1,8 mg / die
  • Bambini di età compresa tra 1 e 13 anni, aumenta con l'età da 2 a 4 mg / die.

Per quanto riguarda la sicurezza, l'IOM non stabilisce "Tolerable upper intake levels" (ULs), in quanto non esistono dati sull'uomo sugli effetti avversi da alto dosaggio.

La "European Food Safety Authority (EFSA)" fa riferimento all'insieme collettivo di informazioni come "Dietary Reference Value", con "Population Reference Intake (PRI)" anziché RDA e "Average Requiremen" anziché EAR. AI e UL sono definiti come negli Stati Uniti.

  • Per le donne e gli uomini di età superiore a 11 anni la AI è fissata a 5 mg / die;
  • Per la gravidanza è di 5 mg / die;
  • Per l'allattamento è di 7 mg / die;
  • Per i bambini di età compresa tra 1 e 10 anni è di 4 mg / die. L'EFSA ha inoltre raggiunto le stesse conclusioni degli Stati Uniti sull'UL.

Assorbimento

Quando si trova negli alimenti, la maggior parte della vitamina B5 è sotto forma di CoA o legata alla ACP. Affinché le cellule intestinali possano assorbire questa vitamina, essa deve prima essere convertita in acido pantotenico libero. All'interno del lume dell'intestino, CoA e ACP vengono pertanto idrolizzati in 4'-fosfopanteteina. La 4'-fosfopanteteina viene quindi defosforilata in panteteina. L'idrolisi in acido pantotenico libero avviene ad opera della panteteinasi.

L'acido pantotenico libero viene assorbito nelle cellule intestinali attraverso un sistema di trasporto attivo saturabile dipendente dal sodio. Ad alti livelli di assunzione, quando questo meccanismo è saturo, una minor parte può anche essere assorbita attraverso la diffusione passiva. Aumentando l'assunzione di 10 volte, tuttavia, il tasso di assorbimento diminuisce al 10%.

Quali sono i sintomi e le cause della carenza?

Per i suoi numerosi ruoli biologici, la carenza alimentare di vitamina B5 – sebbene eccezionalmente rara, associabile ad altri deficit nutrizionali e poco conosciuta – ha diversi effetti negativi.

Nei pochi casi in cui è stata osservata una carenza di vitamina B5 – vittime di malnutrizione e limitati studi volontari – è emerso che quasi tutti i sintomi possono essere invertiti con l'integrazione dell'acido pantotenico.

I sintomi di carenza sono simili a quelli di altre carenze di vitamina B. Si osserva anzitutto una riduzione della produzione di energia, a causa dei bassi livelli di CoA, che può causare: irritabilità, affaticamento e apatia. Rimane compromessa anche la sintesi di acetilcolina, lasciando spazio a varie manifestazioni neurologiche come: intorpidimento, parestesia e crampi muscolari.

La carenza di vitamina B5 può causare ipoglicemia o una maggiore sensibilità all'insulina. Questo perché, quando non risultano legati, i recettori dell'insulina sono acilati con acido palmitico; pertanto, alla riduzione dell'acilazione, avverrà un conseguente aumento provocando dunque ipoglicemia.

Ulteriori sintomi potrebbero includere irrequietezza, malessere, disturbi del sonno, nausea, vomito e crampi addominali. In alcune rare circostanze, sono state osservate condizioni più gravi (ma reversibili), come insufficienza surrenalica ed encefalopatia epatica.

I sintomi da carenza in altri animali (non ruminanti) comprendono disturbi del sistema nervoso, gastrointestinale e immunitario, riduzione del tasso di crescita, riduzione dell'assunzione di cibo, lesioni cutanee e alterazioni del pelo, del metabolismo dei lipidi e dei carboidrati.

Tossicità

La tossicità da vitamina B5 è improbabile; per questo, non è stato stabilito alcun limite massimo di assunzione. Nemmeno alte dosi (ad esempio 10 g / die) di acido pantotenico assunte per via orale riescono a scatenare effetti collaterali, con l'unica eccezione di una lieve diarrea. Non sono documentate reazioni avverse a seguito di applicazioni parenterali (iniettate) o topiche (cutanee) della vitamina B5. In uno studio sugli animali, l'acido pantotenico ha dimostrato di indurre iper-reattività surrenalica alla stimolazione dello stress.

Per approfondire: Acido Pantotenico

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Autore

Dott. Riccardo Borgacci

Dott. Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer