Intolleranza al lattosio: cosa succede se lo mangi? Come capire se si è intolleranti? Quanto durano i sintomi? Come curarla?

Intolleranza al lattosio: cosa succede se lo mangi? Come capire se si è intolleranti? Quanto durano i sintomi? Come curarla?
Ultima modifica 28.06.2023
INDICE
  1. Cos'è l'intolleranza al lattosio?
  2. Cosa succede se un intollerante mangia il lattosio? I sntomi
  3. Come capire se si è intolleranti al lattosio? La diagnosi
  4. Come curare l'intolleranza al lattosio? La terapia
  5. Cause dell'intolleranza al lattosio: perché si è intolleranti allo zucchero del latte?
  6. Quanti tipi di intolleranza al lattosio esistono?
  7. Chi soffre maggiormente di intolleranza al lattosio?
  8. Contenuto di lattosio in vari tipi di latte

Cos'è l'intolleranza al lattosio?

L'intolleranza al lattosio è una condizione in cui il consumo di lattosio - contenuto naturalmente in latte e derivati non o relativamente fermentati - provoca una reazione avversa non allergica che si manifesta con disturbi gastrointestinali come ad esempio gonfiore, dolore crampiforme, diarrea ed eventualmente nausea.

intolleranza al lattosio Shutterstock

La causa è, in sostanza la mancanza o la carenza dell'enzima lattasi intestinale.

Esistono forme diverse di intolleranza al lattosio, che si possono differenziare prevalentemente in base all'eziologia (genetiche o acquisite). Alcune etnie sono statisticamente più interessate da tale condizione ed esistono dei fattori di rischio abbastanza importanti.

Non di meno, anche la gravità delle reazioni avverse conseguenti all'introduzione di lattosio da parte degli intolleranti può variare considerevolmente e, per questo, la terapia preventiva ha spesso una "rigidità" differente in base al caso.

Il trattamento è costituito prevalentemente da una dieta di esclusione, sostituendo latte e derivati con prodotti delattosati, oppure fermentati e quindi naturalmente privi, o a ridottissimo tenore, di lattosio. E' anche necessario eliminare il lattosio occulto, contenuto in ingredienti ed additivi.

Come anticipato, alcuni alimenti che apportano modeste quantità di lattosio - ad es. gli yogurt naturali - sono tollerati da alcune persone moderatamente intolleranti, mentre costituiscono un grave problema per molte altre gravemente intolleranti.

Di recente, è stato proposto un integratore alimentare che può migliorare la digeribilità del lattosio (a base di lattasi). La sua efficacie non è comunque ripetibile su tutti i soggetti, ma i risultati ottenibili migliorano con l'avanzamento tecnologico di sintesi.

Cosa succede se un intollerante mangia il lattosio? I sntomi

Isintomi dell'intolleranza al lattosio compaiono in genere da mezzora a due ore dopo il pasto contenente lo zucchero del latte.

Il sintomo principale dell'intolleranza al lattosio è il gonfiore addominale, associato a crampi, flatulenza, diarrea, nausea, borborigmi e vomito (in particolare negli adolescenti).

Questo avviene perchè, in presenza di un deficit di lattasi, lo zucchero del latte non può essere digerito e a livello intestinale, essendo osmoticamente attivo, si accumula richiamando liquidi. Esso viene poi fermentato dalla flora batterica, producendo gas.

La gravità dei sintomi è dose-dipendente e la maggior parte delle persone intolleranti può tollerare un certo livello di lattosio senza effetti negativi; la quantità tollerata aumenta se bevuta a pasto o durante il giorno.

L'intolleranza al lattosio non arreca danni al tratto digerente.

Per approfondire: Sintomi Intolleranza al Lattosio

Quanto durano i sintomi dell'intolleranza al lattosio?

I sintomi dovuti all'assunzione alimentare di lattosio da parte di un intolleranza hanno un tempo di insorgenza variabile a seconda di:

  1. Composizione generale del pasto: più il pasto è abbondante, più tempo passa prima dell'insorgenza;
  2. Quantità di lattosio e grado di intolleranza.

In genere, nausea, gonfiore, crampi, meteorismo, disturbi intestinali e, a volte, rash cutanei, si presentano in un arco di tempo compreso tra mezzora e un paio d'ore dall'introduzione di lattosio.

Anche la durata dei sintomi può essere molto variabile e dipendere sia dal grado che dalla quantità di lattosio assunta. Nei casi di intolleranza significativa e ingestione, ad esempio, di uno yogurt, i sintomi possono persistere da mezza giornata fino 24 ore.

Le intolleranze moderate invece, si risolvono solitamente in poche ore.

I soggetti meno fortunati e che assumono livelli non trascurabili di lattosio possono accurare i sintomi anche per più di un giorno - a volte diversi giorni.

Come capire se si è intolleranti al lattosio? La diagnosi

Per la diagnosi di intolleranza al lattosio sarebbe sufficiente riscontrare un'interruzione dei sintomi dopo l'eliminazione dello stesso dalla dieta. Non sempre però, il quadro è ben chiaro.

Qualora si sospetti un'intolleranza al lattosio, questa può essere facilmente smascherata dal cosiddetto test del respiro o breath test.

Tramite questo esame si valuta la concentrazione di idrogeno nell'aria espirata dopo un carico di lattosio.

Dal momento che la fermentazione dello zucchero indigerito produce idrogeno che viene prontamente riassorbito dalle pareti intestinali ed eliminato con la respirazione, in caso di intolleranza al lattosio si osserva un picco di concentrazione di idrogeno nell'aria espirata.

Un altro test meno utilizzato è quello dell'acidità delle feci.

Questi test servono sostanzialmente per la diagnosi differenziale da: sindrome dell'intestino irritabile, celiachia e malattia infiammatoria intestinale.

Per approfondire: Test del respiro o breath test

Come curare l'intolleranza al lattosio? La terapia

In presenza di una intolleranza secondaria al lattosio il primo approccio è quello di ridurre - soprattutto per quel che concerne le porzioni - il consumo di latte e derivati che contengono il disaccaride (soprattutto non fermentari).

In seguito si cercherà di aumentarle progressivamente in modo da stimolare la produzione di lattasi.

Per consentire l'utilizzo di latte anche a tutti coloro che soffrono di intolleranze nei suoi confronti, in commercio sono presenti latti delattosati in cui il lattosio si trova, per la maggior parte (70-75%), già scisso in glucosio e galattosio.

In alternativa, ci si può "accontentare" dei latti vegetali come il latte di soia, il latte di riso, il latte d'avena ecc.

Anche lo yogurt e simili, come il latticello o il kefir, o lo skyr  grazie alla fermentazione del lattosio operata dai fermenti che contengono, sono generalmente ben tollerati.

Per ciò che riguarda i formaggi, sono generalmente ben tollerati quelli molto stagionati come il grana e il parmigiano di molti mesi.

Infine, chi soffre di intolleranze al lattosio, può beneficiare del consumo di probiotici (yogurt "speciali", fermenti lattici liofilizzati ecc.), ma soprattutto di integratori a base di lattasi esogena.

Per approfondire: Farmaci per Curare l'Intolleranza al Lattosio

Cause dell'intolleranza al lattosio: perché si è intolleranti allo zucchero del latte?

La causa dell'intolleranza al lattosio è da ricercare nella mancanza o nella riduzione degli enzimi deputati alla digestione del lattosio, cioè dello zucchero contenuto nel latte e nei suoi derivati, deve fisiologicamente dovrebbe essere scisso in due unità più semplici o monosaccaridi.

Questi enzimi, presenti nell' "orletto a spazzola" delle cellule intestinali e chiamati lattasi (beta-galattosidasi), sono deputati alla scissione del lattosio nei due zuccheri che lo costituiscono: il galattosio ed il glucosio.

Il galattosio è essenziale per la formazione delle strutture nervose nel bambino, mentre il glucosio rappresenta il substrato energetico primario dell'organismo.

Attenzione! in alcuni e rari casi, l'intolleranza al lattosio può essere dovuta non tanto alla carenza di lattasi, quanto alla deficienza degli enzimi proteolitici necessari alla digestione delle proteine del latte.

Il deficit di lattasi può essere genetico o acquisito, ed essere già presente nel neonato - con potenziali gravissime conseguenze, se trascutato - oppure manifestarsi definitivamente in età adulta, o transitoriamente a seguito di forti stress infettivi e/o infiammatori, o per colpa della totale esclusione del lattosio della dieta.

Quanti tipi di intolleranza al lattosio esistono?

Esistono quattro tipi di intolleranza al lattosio: primaria, secondaria, evolutiva e congenita.

Intolleranza al lattosio primaria

L'intolleranza primaria al lattosio si verifica quando la quantità di lattasi diminuisce con l'avanzare dell'età.

L'insorgenza dell'intolleranza primaria al lattosio, il tipo più comune, è tipicamente nella tarda infanzia o nella prima età adulta, ma la prevalenza aumenta con l'età.

Intolleranza al lattosio secondaria

L'intolleranza secondaria al lattosio è dovuta a lesioni all'intestino tenue. Tale lesione potrebbe essere il risultato di infezione, celiachia, malattie infiammatoriie intestinali o altre.

Intolleranza al lattosio evolutiva

L'intolleranza al lattosio evolutiva si manifesta durante lo sviluppo può verificarsi nei bambini prematuri e di solito migliora in un breve periodo di tempo.

Intolleranza al lattosio congenita

L'intolleranza al lattosio congenita è una malattia genetica estremamente rara in cui viene prodotta poca o nessuna lattasi dalla nascita.

Chi soffre maggiormente di intolleranza al lattosio?

La maggior parte degli adulti (circa il 65-70% della popolazione mondiale) è intollerante al lattosio.

I mammiferi perdono la capacità di digerire il lattosio dopo lo svezzamento; prima della tutto sommato recente evoluzione di persistenza della lattasi, anche l'essere umano seguiva lo stesso decorso.

Tale persistenza si è evoluta in diverse popolazioni come adattamento all'addomesticamento animale da latte circa 10.000 anni fa.

Oggi la prevalenza della tolleranza al lattosio varia ampiamente tra le regioni e i gruppi etnici.

È più comune nelle persone di discendenza europea e, in misura minore, in alcune parti del Medio Oriente e dell'Africa.

Le culture alimentari tradizionali riflettono le variazioni locali di tolleranza e storicamente molte società si sono adattate a bassi livelli di tolleranza producendo latticini che contengono meno lattosio del latte fresco.

La medicalizzazione dell'intolleranza al lattosio come disturbo è stata attribuita a pregiudizi di ricerca (la maggior parte dei primi studi sono stati condotti tra popolazioni in cui la tolleranza è la norma) così come l'importanza culturale ed economica del latte in paesi come gli Stati Uniti e molti dell'Europa.

Tuttavia, la tolleranza al lattosio continua ad essere considerata una forma evolutiva dell'essere umano; chi tollera latte e derivati, può tranquillamente consumarli così come chi non li tollera può farne a meno.

Il problema dell'intolleranza al lattosio è generalmente più diffuso tra gli asiatici e gli orientali, mentre gli europei sono generalmente più resistenti rispetto alle altre popolazioni.

Prevalenza media di deficit di lattasi nelle varie etnie
Gruppo etnico Deficit di lattasi (%)
Svedesi 2
Europei 4
Svizzeri 10
Nord-americani caucasici 12
Finlandesi 18
Portoricani 21
Italiani 40*
Israeliani 61
Messicani 71
Afro-americani 75
Africani neri 75
Arabi 81
Australiani aborigeni 85
Eschimesi 88
Africani aborigeni 89
Cinesi 93
Tailandesi 98
Americani indiani 100
* le prevalenze sono maggiori nelle regioni meridionali rispetto alle settentrionali  

Contenuto di lattosio in vari tipi di latte

Contenuto di lattosio nel latte di alcune specie di mammiferi
Umano 7.0 g/100 ml
Asino 6.2 g/100 ml
Cavallo 6.0 g/100 ml
Lamai 5.3 g/100 m
Mucca 4.6 g/100 ml
Pecora 4.4 g/100 ml
Capra 4.4 g/100 ml
Cammello 4.1 g/100 ml
Renna 2.4 g/100 ml
Leone Marino 0.0 g/100 ml

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer