Ultima modifica 19.04.2020

Introduzione

Il regime alimentare seguito durante l'allattamento e ancor prima in gravidanza, condiziona fortemente la secrezione lattea, con ripercussioni fisiche e psicologiche sia sulla madre che sul bambino.

Latte Materno

Latte materno e salute del bambino

Gravidanza DietaUn neonato allattato al seno può godere di tutti i princìpi nutritivi necessari alla sua salute. Ciò è dovuto alla completezza e all'equilibrio nutrizionale di questo alimento, che rappresenta, tra l'altro, anche il veicolo più efficace per il passaggio degli anticorpi materni al lattante.
Nella seguente tabella è riportata la quantità - puramente indicativa - di latte che il bambino dovrebbe assumere quotidianamente nel periodo interposto tra il primo e il quinto mese di vita:


Periodo di vita espresso in mesi Quantità giornaliera di latte espressa in grammi (g)
1° mese 600-650 g
2° mese 650-700 g
3° mese 700-750 g
4° mese 750-800 g
5° mese 800-850 g

L'allattamento materno può essere protratto fino al sesto-settimo mese di vita. Successivamente, la secrezione lattea, anche se sufficiente dal punto di vista quantitativo, non riesce più a sostenere da sola le aumentate esigenze di sviluppo del bambino.

Scelte Alimentari

Fabbisogno nutrizionale in allattamento: è diverso?

Tutto sommato, la dieta della nutrice non è tanto diversa da quella di una donna adulta normale e le differenze sono facilmente quantificabili.

Calorie in più durante l'allattamento

L'accumulo adiposo verificatosi in gravidanza - molto evidente anche nel seno - contribuisce in misura di 120 kcal/die alla produzione di 700-800 ml di latte; pertanto, l'aumento calorico da fornire con l'alimentazione è solo parziale. In base alle raccomandazioni si consigliano circa:


Mensilità Calorie in più al giorno (+ kcal/die)
0-1° mese + 450 kcal/die
1-2° mese + 532 kcal/die
2-3° mese + 565 kcal/die
3-6° mese + 507 kcal/die

Nota: è raccomandabile che la nutrice ripartisca la dieta in circa 6 pasti al giorno, dei quali 3 principali (colazione, pranzo e cena) e 3 secondari (spuntino di metà mattina, metà pomeriggio e il terzo da mangiare al bisogno).

Proteine in più durante l'allattamento

Considerando un apporto proteico normale di circa il 13,5% sulle calore totali, ad esempio 2.200 kcal, è consigliabile aggiungerne circa 17g in più; ad esempio [(2200 x 0,135) / 9] + 17 g = 91 g.

Grassi, carboidrati e fibre in più durante l'allattamento

Non ci sono differenza significative sulle richieste percentuali di grassi e carboidrati; andranno aumentati proporzionalmente alla norma per colmare il divario energetico tenendo conto del fabbisogno proteico.
D'altro canto, in allattamento si consiglia di incrementare l'apporto di grassi essenziali e semi-essenziali; non cambiano tanto le percentuali quanto la grammatura effettiva. In particolare:

  • Acidi grassi polinsaturi totali: 5-10 % delle calorie totali
  • Omega 6: 4-8 % delle calorie totali
  • Omega 3: 0,5-2,0 % delle calorie totali, delle quali almeno 250 mg/die costituite da EPA e DHA, e altri 100-200 mg/die di DHA.

Le fibre rimangono invariate.

Minerali in più durante l'allattamento

Rispetto al fabbisogno di una donna adulta normale, la richiesta di minerali in allattamento è significativa. Si richiedono:

Vitamine in più durante l'allattamento

In allattamento si consiglia di curare soprattutto l'introito di alcune vitamine, tra cui:

  • B1 o tiamina: 1,1 mg/die
  • B2 o riboflavina: 1,7 mg/die
  • PP o niacina: 16 mg/die.

Aumenta leggermente anche il fabbisogno di altre vitamine ma, visto l'incremento calorico e la loro concentrazione soddisfacente nella maggior parte dei cibi (dando per scontata una dieta equilibrata), questo viene generalmente soddisfatto a dovere.

Quali alimenti scegliere in allattamento?

Fonti proteiche, minerali e vitaminiche

La nutrice dovrà quindi avvalersi di alimenti proteici:

Fonti lipidiche e vitaminiche

Come fonte lipidica è consigliabile orientarsi sugli oli vegetali, da usare preferibilmente crudi; particolarmente utili grazie al loro prezioso carico di acidi grassi benefici, sono anche ricchissimi di vitamina E.

Fonti di carboidrati, fibre, vitamine e oligoelementi

Frutta, verdura, legumi e cereali contribuiranno, infine, a completare il quadro nutrizionale, soddisfando le richieste di fibre, vitamine e oligoelementi.

Acqua nell'alimentazione per l'allattamento

Un aspetto spesso sottovalutato riguarda il necessario apporto di liquidi, molto importante per la regolazione dell'equilibrio idrosalino e per l'eliminazione delle scorie azotate. Basti pensare che l'acqua costituisce più del 75% in peso dell'intero organismo ed è presente nel latte in una percentuale che si aggira intorno all'80%.

Per questo motivo, durante l'allattamento si consiglia di assumere almeno 2 litri di acqua al giorno, generalmente a basso residuo fisso (oligominerale), alternandola con una a media mineralizzazione, preferibilmente calcica e comunque con una concentrazione di nitrati inferiore ai 10 mg/litro. La raccomandazione di ricorrere a un'acqua calcica trova spiegazione nell'aumentato fabbisogno di calcio che caratterizza l'intero periodo di allattamento (circa 1200 mg/die). Tale esigenza nutrizionale può comunque essere soddisfatta integrando la dieta con latte, yogurt o formaggi, alimenti notoriamente ricchi di questo minerale.

Cosa evitare in allattamento?

Da moderare la presenza di zuccheri aggiunti nella dieta, ricchi sì di calorie ma "vuoti" dal punto di vista nutrizionale, perché privi di vitamine, minerali e amminoacidi essenziali.
Inoltre, si consiglia di limitare sensibilmente il consumo di:

  • Alcolici: meglio evitarli ma, nel caso, si suggerisce di collocarli ai pasti e di non superare i 100-150 ml/die
  • Nervini: meglio escluderli totalmente; in alternativa, è consigliabile limitarli il più possibile (ad esempio 1-2 caffè al giorno) facendo attenzione alla somma degli stimolanti contenuti negli alimenti di varia natura (caffeina del caffè, teofillina del tè, teobromina del cacao ecc)
  • Dolcificanti sintetici: utili per ridurre l'assunzione di zuccheri aggiunti ma spesso potenzialmente in eccesso; la somma di tutti i dolcificanti sintetici contenuti nei cibi deve essere ≤ 7 g/die
  • Alimenti potenzialmente allergizzanti (crostacei, arachidi, frutta secca, soia): per ridurre il rischio di esposizione precoce del neonato; non si conoscono ancora le cause che portano alla formazione delle allergie e quindi è necessario limitare i rischi
  • Integratori, farmaci, rimedi fitoterapici ecc: possibilmente da eliminare.

Consigli Utili

Cosa serve sapere per l'alimentazione in allattamento?

  • Come abbiamo già detto, l'allattamento al seno richiede alla madre un costo energetico stimato intorno alle 500 calorie al giorno ed è quindi opportuno aumentare l'apporto calorico della propria dieta di un analogo valore. Bisogna comunque considerare che tale dato è fortemente influenzato dall'andamento dietetico e psicofisico della gravidanza; per questo motivo è opportuno rivolgersi al proprio centro di assistenza per ricevere indicazioni alimentari personalizzate.
  • Qualora non sia stata adeguata durante la gravidanza, l'alimentazione della nutrice dev'essere rivalutata sia sotto l'aspetto quantitativo che qualitativo. Non occorre semplicemente chiedersi quanto mangiare ma come farlo e cosa includere nella propria dieta per guadagnare in benessere. Alimenti freschi dunque, ma anche surgelati, preparati con metodi di cottura semplici (al vapore, al cartoccio ecc.), evitando quelli meno salutari come intingoli, fritture e grigliature (tanto più nocive quanto maggiori sono le parti carbonizzate dell'alimento).
  • In cucina è bene gestire l'uso di spezie e aromi vari. Nonostante la soggettività di tale aspetto, molti neonati sembrano non apprezzare il latte aromatizzato da sapori troppo forti, come quelli trasmessi da una madre che segue un'alimentazione troppo ricca di: aglio, acciughe, ketchup, asparagi, cavoli, cipolle, curry, formaggi dall'aroma intenso come il gorgonzola, peperoni, zenzero, etc. Considerata la variabilità di risposta del piccolo, è buona regola osservarne le reazioni e adeguare ad esse la propria alimentazione. D'altro canto, recentemente si è scoperto che per nella maggior parte dei casi, è durante l'allattamento che le persone imparano a conoscere e distinguere gli odori e i sapori; si consiglia quindi di NON escludere comunque i cibi fortemente aromatici, ma di farne un uso ragionevole. Per lo stesso motivo, è sconsigliato l'utilizzo di medicamenti che possono passare nel latte e che devono essere assunti soltanto sotto stretto controllo medico. Nella categoria rientrano anche medicinali di uso comune come l'aspirina, colliri, rabarbaro e atri purganti o lassativi.
  • Alcuni cibi come carni insaccate, selvaggina, crostacei, molluschi e uova o carni crude, possono dare disturbi intestinali al bambino. La carne conservata è spesso ricca di nitrati e talvolta anche di nitriti, sostanze potenzialmente pericolose per la madre e il neonato; per questo motivo è bene consumarla con moderazione (ad esempio in quantità di 50 g alla volta, non più di 2 volte ogni 7-10 giorni).
  • Se il piccolo soffre di coliche, è buona regola evitare il consumo di cibi o bevande che favoriscono la formazione di gas nell'intestino, come fagioli, frullati, lieviti e latticini.
  • Come ricordato nella parte introduttiva, è fondamentale moderare il consumo di caffeina (al massimo tre tazzine di caffè al giorno) e alcol (al massimo un bicchiere di vino o birra a fine pasto, assolutamente vietati i superalcolici).
  • L'integrazione vitaminica intrapresa durante la gravidanza viene spesso estesa a tutta la durata dell'allattamento. In ogni caso, è bene ribadire la fondamentale importanza del preventivo consulto medico, specialmente quando si devono prendere iniziative di questo genere.
  • Agrumi, frutta secca e in particolare arachidi, dadi per brodo, frutti di bosco, pomodori, uova, crostacei, molluschi e cioccolato devono essere consumati con moderazione, in quanto alimenti a possibile effetto allergizzante. Soprattutto se esiste una predisposizione familiare al problema, è buona regola osservare le reazioni del piccolo; qualora compaiono sintomi come gonfiore intestinale, diarrea ed eruzioni cutanee è bene escludere dalla propria dieta tali alimenti. Ovviamente in tali casi è d'obbligo un immediato consulto con il pediatra.
  • L'allattamento non è certo il momento migliore per intraprendere una dieta dimagrante, prima di farlo pensate alla salute del piccolo. Oltre alle raccomandazioni nutrizionali presenti in questo articolo e a quelle fornite dal pediatra, considerate anche che, nella maggior parte dei casi, occorrono circa 10-12 mesi per recuperare il peso e la forma fisica antecedenti la gravidanza.

Per approfondire: Cibi da Evitare in Allattamento »

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer