COVID-19 e successive reinfezioni: c'è il rischio di conseguenze più gravi?

COVID-19 e successive reinfezioni: c'è il rischio di conseguenze più gravi?
Ultima modifica 15.11.2022
INDICE
  1. SARS-CoV-2 e reinfezioni
  2. Cosa dice lo studio
  3. Cosa si può dedurre dallo studio?

Uno studio condotto dai ricercatori della Washington University School of Medicine in St. Louis in collaborazione con il Veterans Affairs Saint Louis Health Care System e pubblicato su Nature Medicine ha messo in luce come le infezioni ripetute da SARS-CoV-2 possano dare luogo a conseguenze acute e post-acute più severe, aumentando il rischio di danni a carico di diversi organi e il rischio di ospedalizzazione e morte.

COVID-19 e successive reinfezioni Shutterstock

SARS-CoV-2 e reinfezioni

L'infezione da SARS-CoV-2 che porta alla comparsa della malattia COVID-19, si sa, può comportare rischi a breve, medio e lungo termine che interessano molteplici organi e tessuti, e non solo quelli respiratori che tendono ad essere maggiormente coinvolti dalla patologia.

Allo stesso tempo, è noto ormai da molto tempo che le reinfezioni da SARS-CoV-2 in seguito ad un'infezione primaria, così come le infezioni ripetute in seguito a una prima reinfezione, sono eventi possibili e, purtroppo, molto comuni. Le cause di tutto ciò possono essere molteplici e fra queste vi è anche la diffusione di nuove varianti con una maggior capacità di eludere le difese immunitarie dell'organismo.

Nonostante la presenza di anticorpi acquisiti tramite precedenti infezioni, pertanto, un individuo può contrarre nuovamente l'infezione da SARS-CoV-2 che potrà essere, a seconda dei casi, sintomatica o asintomatica.

Per approfondire: Reinfezione da SARS-CoV-2 e COVID-19: chi è guarito può ammalarsi di nuovo?

Cosa dice lo studio

Secondo quanto riportato dallo studio svolto dai ricercatori della Washington University School of Medicine (Bowe, B., Xie, Y. & Al-Aly, Z. Acute and postacute sequelae associated with SARS-CoV-2 reinfection. Nat Med (2022). https://doi.org/10.1038/s41591-022-02051-3), le infezioni ripetute possono contribuire a generare un rischio aggiuntivo di sviluppare condizioni negative per la salute.

Come già accennato, lo studio in questione è stato condotto in collaborazione con il Veterans Affairs Saint Louis Health Care System.

Più precisamente, i ricercatori hanno preso in esame le cartelle cliniche di più di 5 milioni di persone dal database elettronico gestito dal Department of Veterans Affairs degli Stati Uniti, ossia dal dicastero che si occupa dei veterani congedati dalle forze armate statunitensi.

Lo studio ha quindi suddiviso i soggetti presi in esame in tre coorti così composte:

  • 443.588 individui con una sola infezione da SARS-CoV-2 (quindi, individui per i quali non sono state segnalate reinfezioni);
  • 40.947 soggetti che hanno sviluppato reinfezioni, di cui:
    • 997 (92,8%) con due infezioni da SARS-CoV-2;
    • 572 (6,3%) con tre infezioni da SARS-CoV-2;
    • 378 (0,9%) con quattro o più infezioni da SARS-CoV-2.
  • 5.334.729 individui per i quali non è mai stata rilevata un'infezione da SARS-CoV-2, i quali hanno costituito il gruppo di controllo non infetto.

Definizione: cos'è una coorte?

In epidemiologia, si definisce "coorte" un gruppo di soggetti che vengono seguiti o tracciati per un determinato periodo di tempo. I soggetti appartenenti a ciascuna coorte hanno in comune una caratteristica, oppure possono condividere il fatto di aver sperimentato un medesimo evento specifico.

Lo studio ha preso in esame tutte queste persone per un periodo di tempo nel quale le varianti circolanti negli Stati Uniti erano Delta, Omicron e Omicron 5.

Lo studio ha evidenziato che, rispetto agli individui che non hanno avuto reinfezioni, quelli che le hanno sviluppate hanno manifestato un aumentato rischio di ospedalizzazione, così come un maggiore rischio di morte per tutte le cause e anche un maggiore rischio di sviluppare disturbi a carico di diversi organi e tessuti, quali disturbi polmonari, cardiovascolari, ematologici, gastrointestinali, muscoloscheletrici, neurologici, diabete e problemi di salute mentale.

Dallo studio, inoltre, è emerso che coloro che hanno sperimentato reinfezioni multiple (quindi più di una reinfezione) erano esposti a un rischio più alto di sviluppare condizioni dannose per la salute rispetto a coloro che non hanno manifestato alcuna reinfezione. Allo stesso tempo, è altresì emerso che coloro che avevano sviluppato due reinfezioni erano esposti a un maggior rischio di esiti negativi per la salute rispetto a coloro che avevano sviluppato una sola reinfezione; coloro che avevano sviluppato tre reinfezioni erano esposti ad un più alto rischio rispetto a coloro che avevano sviluppato solo due reinfezioni e così via. In altri termini, si è evidenziato un graduale aumento del rischio all'aumentare del numero delle reinfezioni sviluppate.

Limiti dello studio

Lo studio presenta diversi limiti. Fra questi, riportiamo i seguenti:

  • Lo studio ha preso in considerazione le persone con un test positivo per SARS-CoV-2, ma non includeva quelle persone che potevano aver sviluppato l'infezione ma che non erano state testate. Ciò potrebbe aver comportato un errore di classificazione dell'esposizione dei soggetti presi in considerazione per lo studio e potrebbe - se i casi non individuati di infezione da SARS-CoV-2 fossero numerosi - aver determinato una sottostima dei rischi derivanti dalle reinfezioni.
  • Anche se la popolazione di individui di cui si occupa il Department of Veterans Affairs è perlopiù maschile ed anziana e non può essere considerata come rappresentativa della popolazione generale, lo studio ha preso in esame anche una parte di donne (10,3% per un totale di 589.573 partecipanti) e il 12% di individui con età inferiore a 38.8 anni (corrispondente a 680.358 partecipanti).
  • La pandemia da COVID-19 è, come dice lo stesso nome, un evento che interessa tutto il mondo che si sta tuttora svolgendo e che sta attualmente progredendo ed evolvendo; per questa ragione, è probabile che anche l'epidemiologia della reinfezione e le sue conseguenze sulla salute possano cambiare nel tempo.

Cosa si può dedurre dallo studio?

Nonostante i limiti che lo studio di cui sopra può presentare, esso evidenzia comunque un potenziale aumento del rischio di sviluppare condizioni avverse per la salute in caso di reinfezioni, a maggior ragione se ripetute. Se si è già sperimentata un'infezione da SARS-CoV-2, pertanto, sarebbe bene evitare di incappare in una nuova infezione; se invece si sono già sviluppate due infezioni, sarebbe opportuno evitarne una terza e così via.

Il fatto di aver già contratto una volta l'infezione ed eventualmente la malattia, pertanto, come è ormai noto, non garantisce protezione da successive reinfezioni.

Ciò che si può dedurre, quindi, è che è bene "non abbassare la guardia" e continuare ad adottare tutte le misure preventive ad oggi disponibili per limitare i contagi e la diffusione del virus.