Stanchezza psicofisica e ansia: cause, effetti e rimedi

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Stanchezza psicofisica e ansia: cosa sono?

Stanchezza psicofisica e ansia sono condizioni che possono interessare sia i giovani che i meno giovani, influendo negativamente sullo svolgimento delle normali attività quotidiane e sulla qualità della vita delle persone che le sperimentano.

Per stanchezza psicofisica s'intende, generalmente, una situazione caratterizzata dalla presenza di una sensazione di debolezza e affaticamento sia a livello fisico che a livello mentale. Per ansia, invece, s'intende solitamente una condizione caratterizzata da un senso di agitazione e irrequietezza, spesso apparentemente immotivato.

Quali sono le Cause?

Le condizioni di ansia e stanchezza psicofisica possono scaturire da periodi di forte stress di varia natura in cui ci si sente spesso incapaci di gestire la situazione in cui ci si trova. Va tuttavia precisato che lo stress non sempre costituisce un problema da trattare; difatti, entro certi limiti, uno stress di breve durata permette l'attivazione di una risposta fisiologica rapida ed essenziale per la sopravvivenza dell'organismo, preparandolo ad affrontare una situazione di difficoltà o pericolo.

Quando, però, lo stress diventa intenso e si protrae per lunghi periodi, potrebbe portare a conseguenze dannose per l'organismo, andando ad influire negativamente sul benessere dell'individuo. Lo stress, difatti, induce una reazione aspecifica il cui scopo è, per l'appunto, quello di preparare l'organismo a rispondere a stimoli psicofisici ritenuti pericolosi. Nello specifico, lo stress è una reazione che si manifesta nel momento in cui l'individuo percepisce uno squilibrio fra le sollecitazioni ricevute e le risorse a disposizione. Più precisamente, si tratta di una sindrome generale di adattamento (SGA) messa in atto dall'organismo per ristabilire un nuovo equilibrio interno in risposta agli stressor che hanno generato l'alterazione dell'equilibrio di cui sopra.

Le risposte di adattamento sono caratterizzate dall'attivazione dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene associata ad un aumento dei livelli di catecolamine, glucosio e acidi grassi plasmatici. L'ipotalamo, stimolato dalla condizione di stress, attiva le ghiandole surrenali con conseguente rilascio di adrenalina e noradrenalina. Sempre a livello ipotalamico, inoltre, viene prodotto l'ormone di rilascio della corticotropina che induce il rilascio di quest'ultima dall'ipofisi. A sua volta, la corticotropina, stimola il rilascio di cortisolo - il cosiddetto ormone dello stress - dalle ghiandole surrenali. Una secrezione di cortisolo prolungata nel tempo dovuta a uno stress cronico può favorire la comparsa di condizioni negative per l'organismo, quali ad esempio, l'atrofia muscolare e l'iperglicemia.

Effetti e Conseguenze

Come abbiamo detto, la stanchezza psicofisica e gli stati ansiosi indotti da situazioni di stress intenso e duraturo possono inficiare, anche in maniera significativa, sul benessere delle persone, ripercuotendosi su più livelli e dando origine ad ulteriori sintomi, sia fisici che mentali e comportamentali.

Fra i sintomi fisici che tipicamente possono insorgere in presenza di forti stress, oltre alla stanchezza psicofisica, ritroviamo:

  • Spossatezza;
  • Mal di testa;
  • Disturbi gastrointestinali;
  • Aumento della pressione sanguigna;
  • Dolori muscolari;
  • Disturbi della sfera sessuale.

Fra i sintomi mentali, invece, oltre agli stati ansiosi, ritroviamo:

  • Irritabilità;
  • Diminuzione o difficoltà di concentrazione;
  • Diminuzione della memoria;
  • Tensione;
  • Disturbi del sonno;
  • Sensazione di perdita del controllo.

Va da sé che sintomi simili possono creare grande disagio, favorendo poi l'adozione di comportamenti non propriamente corretti e salutari, come ad esempio: isolamento sociale, disordini dell'alimentazione, uso eccessivo di alcol e tabacco che, nei casi più gravi, potrebbe sfociare nell'abuso vero e proprio.

Se la condizione stressante non viene eliminata o trattata può peggiorare sempre più fino a sfociare in veri e propri problemi per la salute, come depressione ed esaurimento, ansia patologica, malattie del tratto gastroenterico, muscoloscheletriche o cardiovascolari, disfunzioni neurologiche e altre patologie secondarie. Per questa ragione, è molto importante agire non appena si avvertono i primi sintomi e le prime tensioni.

Possibili rimedi e trattamenti

Per ritrovare il benessere in periodi particolarmente stressanti caratterizzati da stanchezza psicofisica e ansia, potrebbe essere d'aiuto il ricorso a rimedi naturali e fitoterapici la cui efficacia è stata ampiamente dimostrata nel corso degli anni.

In questo senso, particolarmente utile è il ricorso a piante adattogene, ossia soluzioni capaci di aumentare le difese aspecifiche dell'organismo in risposta a stressor di varia origine e natura. Allo stesso tempo, può essere utile ricorrere anche all'uso di soluzioni naturali ad azione rilassante e sedativa capaci di apportare nuovamente il benessere nell'individuo e di favorire il riposo notturno che, spesso e volentieri, risente delle condizioni stressanti di cui sopra.

Di seguito riporteremo alcuni esempi di efficaci rimedi naturali che possono essere utili per combattere stress, ansia e stanchezza psicofisica.

Rodiola

La rodiola - nome scientifico Rhodiola rosea - è una pianta di origine siberiana che oggi cresce anche nel Nord Europa, nel Nord America e in Scandinavia. Anche nota con i nomi di "radice artica" o "radice d'oro", la rodiola gode di proprietà adattogene imputabili a specifici costituenti chimici in essa contenuti: le rosavine, il salidroside.

L'attività adattogena tradizionalmente ascritta alla rodiola è stata ampiamente confermata da diversi studi che hanno dimostrato come essa sia capace di favorire la riduzione della stanchezza e del senso di fatica, incrementando la soglia di resistenza alla fatica stessa e aumentando al contempo le resistenze dell'organismo verso stress psicofisici.

In particolare, la rodiola e i suoi estratti attivano i sistemi di stress, preparando l'organismo a insulti più gravi. In questo senso, si potrebbe pertanto dire che gli attivi della pianta agiscono come lievi fattori di stress (mimetici dello stress) che danno origine a effetti adattativi e protettivi, principalmente associati all'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (tale asse, nel nostro organismo, modula la capacità di adattamento allo stress mediante il rilascio di ormoni e neurotrasmettitori che danno origine ad una cascata di segnali che culmina con la risposta dell'organismo stesso allo stressor).

A supporto di quanto finora detto, si può citare, ad esempio, uno studio clinico1 che ha valutato l'efficacia dell'estratto standardizzato WS® 1375 di radici di rodiola (R. rosea) in individui caratterizzati da fatica stress-correlata. Nella ricerca condotta in doppio cieco, controllata con placebo, 60 partecipanti tra i 20 e i 55 anni sono stati suddivisi in due gruppi, sottoposti a vari test di valutazione, uno dei quali ha assunto 4 compresse al giorno per un periodo di 28 giorni, pari a 576 mg di estratto di rodiola al dì. I risultati hanno dimostrato che l'assunzione dell'estratto ha migliorato le condizioni di fatica dei soggetti in trattamento, con una maggiore percezione soggettiva di salute fisica.

Altro esempio è rappresentato da un altro studio clinico2, questa volta condotto su 101 pazienti affetti da stress e sottoposti ad un trattamento con 200 mg di estratto di Rhodiola rosea WS® 1375 due volte al giorno per 4 settimane. Per la valutazione degli effetti del trattamento sono stati impiegati diversi questionari soggettivi per coprire differenti aspetti, dai sintomi di stress fino ad arrivare al generale benessere psicologico. Tutte le variabili analizzate hanno mostrato un miglioramento costante per quanto riguarda i sintomi correlati a stress, affaticamento, qualità della vita, umore, concentrazione, disabilità, compromissione funzionale ed effetto terapeutico complessivo. I primi effetti positivi sono stati osservati dopo solo 3 giorni di trattamento, seguiti da continui miglioramenti dopo 1 e 4 settimane, con effetti riscontrabili sia nell'ambito familiare/sociale che in quello lavorativo. L'estratto di rodiola WS® 1375 è risultato sicuro e generalmente ben tollerato, con una bassa incidenza di reazioni avverse, generalmente di lieve intensità, e l'assenza di segnalazioni di eventi avversi gravi.

L'impiego di estratto di rodiola, pertanto, appare come un approccio efficace e sicuro nel contrastare stress e sintomi correlati. Infine, ricordiamo che alla rodiola vengono attribuite anche proprietà antiossidanti e proprietà toniche.

Melissa

La melissa - nome scientifico Melissa officinalis - è una pianta originaria dell'Asia occidentale e del bacino del Mediterraneo, cui sono attribuite diverse proprietà. Più nel dettaglio, alla pianta e agli estratti da essa ottenuti sono ascritte proprietà sedative - ampiamente dimostrate e confermate da studi condotti in merito - che la rendono particolarmente utile nel trattare gli stati di agitazione e insonnia che caratterizzano le condizioni di stress. 

Alla melissa, inoltre, è ascritta anche la capacità di contrastare gli stati ansiosi che si accompagnano a somatizzazioni viscerali.

Valeriana

La valeriana - nome scientifico Valeriana officinalis - è un'altra pianta cui sono attribuite proprietà sedative sul sistema nervoso centrale, confermate dai molteplici studi svolti su di essa e sui suoi estratti, cui si aggiungono anche proprietà antispastiche ed ansiolitiche.

Entrando più nel dettaglio, le proprietà sedative ed ansiolitiche sono conferite alla pianta da componenti dell'olio essenziale, come l'acido valerenico e il valeranale. La valeriana e i suoi estratti, pertanto, risultano particolarmente utili in tutte quelle condizioni di stress caratterizzate anche da stati di agitazione, ansia e disturbi del sonno tipicamente associati.

La valeriana, inoltre, può essere utilizzata insieme alla melissa in modo da esercitare un'azione sinergica. Non a caso, in commercio è possibile reperire prodotti a base di estratto secco di radice di valeriana ed estratto secco di foglie di melissa. Da studi clinici condotti sulla combinazione di tali estratti, difatti, è emerso che, la loro assunzione è stata in grado di migliorare la qualità del sonno riducendo il periodo di veglia, ma senza influenzare la concentrazione e il tempo di reazione diurno.

BIBLIOGRAFIA

  1. Olsson EMG, von Schéele B, Panossian AG. A randomized double-blind placebo controlled parallel group study of SHR-5 extract of Rhodiola rosea roots as treatment for patients with stress related fatigue. Planta Med 2009; 75:105-12.
  2. Edwards D, Heufelder A, Zimmermann A. Therapeutic Effects and Safety of Rhodiola rosea Extract WS® 1375 in Subjects with Life-stress Symptoms - Results of an Open-label Study. Phytotherapy Research 2012; 26 (8): 1220-1225.
  3. Schmidt et al., Valerian and Balm instead of synthetic psychopharmaceuticals. Der Allgemeinarzt. 1992;1:15-19
  4. Dressing et al., Insomnia: are valerian/balm combination of equal value to benzodiazepine? Therapiewoche. 1992;42:726-736

 

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