Ultima modifica 18.07.2019

Per ipertensione maligna si intende un abnorme aumento della pressione arteriosa media, talmente consistente da causare gravi danni a livello oculare, e non solo. L'aggettivo "maligno" non è quindi riferito ad un'ipotetica origine cancerosa, bensì ai gravi danni che questa sindrome può causare. Se non trattata, l'ipertensione maligna è infatti aggravata da una mortalità superiore al 90% nell'arco di un anno. La prognosi dipende comunque dai livelli di pressione media raggiunti e dalla rapidità con cui tale sindrome si è instaurata ed è stata trattata; quando le cure mediche intervengono precocemente, la prognosi è buona.

L'ipertensione maligna non dev'essere confusa con la crisi ipertensiva, che ha invece carattere acuto. L'ipertensione maligna, piuttosto, può essere considerata un'evoluzione particolarmente sfavorevole dell'ipertensione; come tale può colpire soggetti che soffrono di pressione alta in qualsiasi momento ed a qualsiasi età. Per prevenirne la comparsa, è importante controllare periodicamente i propri valori pressori e - in caso di ipertensione - assumere i medicinali secondo le modalità prescritte dal medico, rispettando nel contempo eventuali misure dietetiche e comportamentali volte alla riduzione del peso e dell'apporto sodico.

Tra i segni, i sintomi ed i reperti diagnostici tipici dell'ipertensione maligna, ricordiamo:

La terapia dell'ipertensione maligna richiede l'ospedalizzazione per trattare e prevenire le complicanze, per somministrare farmaci adeguati per via endovenosa e per monitorare la funzionalità dei vari organi. Una volta stabilizzati i valori pressori, il paziente viene dimesso dall'ospedale; la terapia domiciliare prosegue in ottica preventiva tramite somministrazione di farmaci contro l'ipertensione, come Beta-Bloccanti ed ACE-inibitori. Ulteriori farmaci o trattamenti particolari potrebbero rendersi necessari qualora l'ipertensione maligna avesse prodotto danni d'organo.