Diabete di tipo 2: quali sono i sintomi e qual è la terapia?
Cos'è il diabete tipo 2?
Anche noto come diabete dell'adulto, il diabete di tipo 2 è una malattia metabolica cronica, caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a un calo della produzione di insulina, a una resistenza dei tessuti all'azione dell'insulina (insulino-resistenza) oppure a una combinazione di queste due condizioni.
Quali sono i sintomi?
Dipendenti dalla presenza della glicemia alta, i tipici sintomi del diabete tipo 2 sono:
- Poliuria, ossia bisogno di urinare spesso;
- Polidipsia, cioè intenso senso di sete;
- Polifagia, cioè forte appetito;
- Astenia (stanchezza) ricorrente;
- Visione offuscata;
- Lenta guarigione dalle ferite.
Talvolta, a questi sintomi, possono aggiungersene altri, tra cui:
Quando rivolgersi al medico?
La presenza in un individuo adulto della necessità di urinare spesso, associata a sette intensa e ai fattori di rischio tipici del diabete di tipo 2 (es: obesità, ipertensione, sedentarietà e trigliceridi alti), rappresenta un campanello d'allarme importante e merita un consulto medico immediato.
Quali sono i segni?
Segni tipici del diabete tipo 2 sono:
- Iperglicemia a digiuno e dopo i pasti;
- Glicosuria;
- Ipertrigliceridemia (o trigliceridi alti);
- Iperuricemia (aumento della quantità di acido urico nel sangue).
Quali sono i valori?
Nella persona con diabete tipo 2:
- I valori della glicemia a digiuno (da almeno 8 ore) sono pari o superiori a 126 mg/dl, anziché inferiori a 100 mg/dl (soggetto sano);
- I valori della glicemia in un qualunque momento della giornata sono pari o superiori a 200 mg/dl;
- I valori della glicemia a 120 minuti dal test orale di tolleranza al glucosio (OGTT) sono pari o superiori a 200 mg/dl, anziché inferiori a 140 mg/dl (soggetto sano).
Quali sono le cause?
Il diabete tipo 2 sembra avere un'origine multifattoriale; pare, infatti, che alla sua insorgenza contribuiscano genetica (che conferisce una certa predisposizione alla malattia), ambiente, stile di vita e conseguenti condizioni di salute.
Tra i più importanti fattori ambientali, comportamentali ecc. correlati allo sviluppo del diabete di tipo 2, si segnalano:
- Sovrappeso e obesità
- Alimentazione scorretta, in particolare le diete ad alto contenuto di zuccheri semplici e dei grassi animali caratteristici delle carni rosse, degli insaccati e dei formaggi
- Sedentarietà
- Età avanzata
- Ipertrigliceridemia (trigliceridi alti)
- Bassi livelli di colesterolo HDL (il cosiddetto colesterolo buono)
- Eccessivo consumo di alcol
- Ipertensione
Altri fattori di rischio per il diabete di tipo 2
In aggiunta ai precedenti, sono fattori di rischio anche:
- Storia familiare di diabete di tipo 2
- Appartenenza alle popolazioni africana, ispanica o medio-orientale
- Storia passata di diabete gestazionale
- Condizioni socio-economiche svantaggiate
- L'appartenenza alla popolazione nera, ispanica, indiana d'America o asioamericana
Come insorge il diabete tipo 2?
Per capire cosa avviene nel diabete, bisogna sapere cos'è innanzitutto cos'è l'insulina.
Prodotta dal pancreas, per la precisione dalle cellule beta delle isole di Langerhans, l'insulina è un ormone deputato a permettere l'ingresso del glucosio circolante nel sangue all'interno delle cellule di organi e tessuti, così che questi possano utilizzarlo come fonte di energia.
Come si può intuire, al glucosio che entra nei tessuti e organi bersaglio per opera dell'insulina corrisponde un calo dei livelli di glucosio nel sangue (glicemia).
Il diabete di tipo 2 insorge quando
- la produzione di insulina è carente rispetto alle esigenze
oppure
- i tessuti e gli organi bersaglio non rispondono in maniera adeguata all'azione dell'insulina (è il fenomeno anche noto come insulino-resistenza).
In realtà, tante volte, questi due deficit si sovrappongono: molto spesso, infatti, il diabete tipo 2 comincia con un'insulino-resistenza, che mette a dura prova le capacità secretorie del pancreas (se gli organi non sono recettivi nei confronti dell'insulina, l'organismo risponde con una maggiore produzione dell'ormone) e finisce per esaurire definitivamente le scorte di insulina.
A ogni modo, il risultato finale è che il glucosio rimane nel sangue, accumulandosi e instaurando la condizione anche nota come iperglicemia, caratteristica del diabete di tipo 2.
Diabete e obesità
L'aumento del peso corporeo comporta un aumento nella sintesi di trigliceridi, i quali, essendo in eccesso, vanno ad accumularsi anche nelle cellule pancreatiche. L'accumulo di trigliceridi nelle cellule pancreatiche diminuisce la funzione di quest'ultime
Diabete tipo 2 e sindrome metabolica
Il diabete di tipo 2 è anche una delle possibili conseguenze della sindrome metabolica, un complesso di condizioni che include iperglicemia a digiuno, dislipidemie (ipertrigliceridemia e bassi livelli di HDL), ipertensione e obesità addominale, e che comporta un rischio aumentato, oltre per il diabete dell'adulto, anche per ictus e malattie cardiovascolari.
Quando e come esordisce?
Diversamente dal diabete di tipo 1, la cui insorgenza è rapida, il diabete di tipo 2 compare lentamente e impiega diverso tempo (anche anni) per manifestarsi con sintomi; in alcuni pazienti, addirittura, può capitare che la sintomatologia si mantenga sempre molto lieve, quasi impercettibile.
Queste caratteristiche del diabete di tipo 2 relative a come insorge e come si presenta spiegano perché, spesso, la diagnosi avviene per caso, nel corso di esami di laboratorio svolte per altre ragioni.
Quando insorge il diabete di tipo 2?
In genere, il diabete di tipo 2 insorge in età adulta; lo conferma il fatto che circa i 2/3 dei malati di diabete di tipo 2 ha più di 64 anni (fonte Ministero della Salute).
Va detto, tuttavia, che negli ultimi anni, si stanno registrando sempre più diagnosi in età adolescenziale, fenomeno questo correlato alla sempre maggiore diffusione dell'obesità infantile.
Prediabete: cos'è?
Abbastanza di frequente, le persone con diabete di tipo 2 hanno sofferto, in precedenza, di prediabete, una condizione metabolica che si colloca tra la normalità e il diabete mellito (di tipo 2) vero e proprio.
Esistente in due forme, note come alterata glicemia a digiuno e alterata tolleranza al glucosio, il prediabete è quasi sempre privo di sintomi e si segnala per una sola alterazione, sicuramente importante, che è l'iperglicemia.
Quanto è diffuso?
Il diabete di tipo 2 è la forma di diabete mellito più comune; secondo le stime più attendibili, infatti, circa il 90% dei diabetici presenti in tutto il mondo ne sarebbe portatrice (N.B: a coprire il ristante 10% dei casi di diabete sono principalmente il diabete di tipo 1 e il diabete gestazionale).
Secondo quanto riporta il sito della Ministero della Salute, in Italia, le persone affette da diabete di tipo 2 rappresentano il 6% della popolazione, ovvero circa 4 milioni di abitanti; tuttavia, c'è il sospetto che ci siano almeno 1,5 milioni di casi non ancora diagnosticati.
Sempre con riferimento all'Italia, la prevalenza del diabete tipo 2 va aumentando con l'età, fino a raggiungere il 21% nelle persone di età uguale o superiore a 75 anni (semplificando, 21 individui su 100 di età uguale o superiore a 75 anni sonno di diabete tipo 2).
Negli ultimi 30 anni, la diffusione mondiale del diabete di tipo 2 è aumentata in modo quasi esponenziale: se nel 1985 le diagnosi di diabete di tipo 2 erano circa 30 milioni, nel 2023 hanno raggiunto quota 420 milioni.
Come si fa la diagnosi?
Come riconoscere il Diabete di Tipo 2?
Secondo quanto riporta il Ministero della Salute, per la diagnosi di diabete di tipo 2, i principali esami di laboratorio da combinare alla valutazione clinica (esame obiettivo e anamnesi) sono:
- Glicemia al mattino, a digiuno da almeno 8 ore.
- Esame delle urine, utile a valutare la presenza di glucosio nelle urine, ovvero la glicosuria.
- Emoglobina glicosilata (anche nota con la sigla HbA1c); questo test fornisce una valutazione media della glicemia degli ultimi 2-3 mesi e, se risulta superiore a 6,5%, è da considerarsi indicativa di diabete.
- Test da carico orale di glucosio (OGTT o test orale di tolleranza al glucosio); questo esame prevede una prima valutazione della glicemia basale (a digiuno) e una seconda misurazione a 2 ore di distanza dal consumo di una bevanda contenente 75 grammi di glucosio.
Come detto più volte, il principale indicatore della presenza di diabete di tipo 2 è l'iperglicemia, ovvero la glicemia alta.
Come distinguere il diabete di tipo 2 dal diabete di tipo 1
Nella quasi totalità delle circostanze, i medici sono in grado di distinguere il diabete di tipo 2 dal diabete di tipo 1 attraverso l'esame obiettivo, l'analisi della storia clinica del paziente e altre caratteristiche di quest'ultimo come per esempio l'età.
Se nonostante queste valutazioni permangono dei dubbi, i test che permettono di eliminare ogni perplessità sono due:
- Un test anticorpale specifico per il diabete di tipo 1. Si ricorda che il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune, che presenta livelli anomali di alcuni particolari anticorpi.
- La quantificazione dei livelli di peptide C, un costituente fondamentale del precursore dell'insulina, che in caso di diabete di tipo 2 è nella norma o elevato, mentre in caso di diabete di tipo 1 è meno del normale.
Aspetti che permettono di distinguere un diabete di tipo 2 da un diabete di tipo 1, senza il ricorso a test approfonditi. | |
Caratteristiche tipiche del diabete di tipo 2 | Caratteristiche tipiche del diabete di tipo 1 |
Comparsa in età adulta; Presenza di fattori di rischio, quali obesità, sedentarietà, ovaio policistico, trigliceridi alti associati a bassi livelli di HDL e ipertensione; Storia familiare di diabete di tipo 2; Appartenenza alla popolazione nera, ispanica, indiana d'America o asioamericana; Esordio lento dei sintomi e sintomatologia non sempre marcata. |
Comparsa in età giovanile; Storia familiare di diabete di tipo 1; Insorgenza abbastanza veloce dei sintomi e sintomatologia marcata. |
Qual è la terapia?
Diabete tipo 2: come si cura?
Il diabete di tipo 2 è una malattia cronica da cui è impossibile guarire, ma che, con i trattamenti adeguati, è ampiamente controllabile.
Alla pari di tutti gli altri tipi di diabete, anche nel caso del diabete di tipo 2, la cura ha l'obiettivo finale di mantenere nella norma i livelli di glucosio ematico. Del resto, sintomi e complicanze del diabete di tipo 2 (nonché di tutti gli altri tipi di diabete) dipendono dall'iperglicemia.
Per normalizzare la glicemia troppo elevata, sono fondamentali l'attuazione di una dieta sana ed equilibrata, e la pratica regolare di esercizio fisico; se dieta e attività fisica dovessero risultare insufficienti, esiste un ulteriore trattamento per il controllo dell'iperglicemia: i farmaci, nella fattispecie gli ipoglicemizzanti orali e gli ipoglicemizzanti iniettabili sottocute.
Infine, l'ultimo aspetto da segnalare, in questa panoramica relativa alla cura del diabete di tipo 2, è il controllo periodico degli effetti della terapia in corso. Con un cadenza generalmente settimanale (almeno nel primo periodo della malattia), questo controllo serve al medico curante per capire se i trattamenti adottati stanno funzionando oppure se necessitano di una modifica, perché inefficaci o scarsamente efficaci.
Per approfondire: Cura del DiabeteDiabete tipo 2: obiettivi della terapia
In breve, la terapia per il diabete tipo 2 deve mirare a:
- Ridurre, se serve e per quanto possibile, l'eccesso di peso corporeo; per sapere qual è il peso ideale da raggiungere, bisogna rivolgersi al medico di fiducia.
- Mantenere la glicemia a digiuno e pre-prandiale tra 70 e 130 mg/dl.
- Mantenere la glicemia post-prandiale al di sotto o uguale a 180 mg/dl.
- Mantenere l'emoglobina glicata (HbA1c), a un livello inferiore o uguale a 7,0%.
Cura del diabete di tipo 2 in breve
- Scopo terapeutico: riportare nella norma i livelli troppo elevati di glucosio ematico.
- Trattamenti cardine: dieta sana ed equilibrata, e regolare esercizio fisico.
- Cure complementari: terapia farmacologica a base di ipoglicemizzanti orali o di ipoglicemizzanti a iniezione sottocutanea.
- Controllo glicemia: settimanale, specie nelle prime fasi della malattia.
Diabete tipo 2 e dieta
Le variazioni della glicemia sono strettamente correlate all'alimentazione: con l'introduzione di cibo, infatti, i livelli di glucosio nel sangue si alzano, mentre con il digiuno prolungato si abbassano (il che spiega perché al mattino, appena svegli, la glicemia è più bassa che nel resto della giornata).
Nel malato di diabete di tipo 2, una dieta corretta è fondamentale nel controllo della glicemia.
Secondo le ultime linee guide,
- È da limitare drasticamente il consumo di carboidrati dall'alto indice glicemico (es: dolci, pasta di semola normale ecc.) e quello di alimenti ad alto contenuto di grassi animali come alcune carni rosse e i formaggi; inoltre, sono fortemente sconsigliati gli alcolici.
- Per contro, è da previlegiare il consumo di carboidrati dal basso indice glicemico (es: pasta integrale, patate dolci ecc.), frutta non particolarmente zuccherina, verdure non amidacee (es: broccoli, fagiolini), carni magre (es: petto di pollo o tacchino) e grassi sani (es: avocado, olio di oliva extravergine, noci ecc.)
Diabete di tipo 2 ed esercizio fisico
L'esercizio fisico è utile al diabetico di tipo 2, perché:
- Favorisce il passaggio del glucosio dal sangue ai tessuti (in particolare quelli muscolari) attraverso un meccanismo indipendente dall'insulina. Ciò comporta, chiaramente, una riduzione dei livelli ematici di glucosio.
- Migliora la sensibilità dei tessuti all'insulina, contrastando il fenomeno dell'insulino-resistenza, che ostacola l'entrata di glucosio nelle cellule (e aumenta la richiesta di insulina).
Inoltre, l'esercizio fisico è importante, in quanto diminuisce il rischio cardiovascolare, aiuta a normalizzare il peso corporeo nei casi di diabete di tipo 2 associati a obesità e, infine, ha favorevoli effetti psicologici.
Per approfondire il tema diabete di tipo 2 e attività fisica:
Farmaci per il diabete tipo 2
Da assumere per bocca, gli ipoglicemizzanti orali comprendono:
- Biguanidi (es: metformina), che riducono la glicemia abbassando la produzione epatica di glucosio;
- Sulfoniluree, che abbassano la glicemia promuovendo la secrezione insulina da parte delle cellule beta del pancreas e migliorando al sensibilità periferica ed epatica all'insulina;
- Repaglinide e nateglinide, che stimolano la produzione insulina in modo simile alle sulfoniluree, ma con un'azione più rapida, ideale per la abbassare la glicemia post-prandiale;
- Tiazolidinedioni (es: pioglitazone, rosiglitazone), che abbassano la glicemia diminuendo la resistenza periferica all'insulina;
- Inibitori della dipeptidil peptidasi-4 (es: alogliptin, linagliptin, saxagliptin, sitagliptin) che riducono la glicemia, attraverso il prolungamento dell'azione del peptide 1 simile al glucagone (GLP-1) endogeno, ormone che stimola la secrezione di insulina e inibisce la secrezione di glucagone.
Da somministrare mediante iniezione sottocutanea, gli ipoglicemizzanti iniettabili includono invece:
- Agonisti del recettore del GLP-1 (es: exenatide, lixisenatide, liraglutide, dulaglutide, albiglutide e semaglutide), che, imitando gli effetti del GLP-1, potenziano la secrezione di insulina e rallentano lo svuotamento gastrico;
- Insuline, disponibili in varie formulazioni (ad azione rapida, ad azione intermedia, a lungo rilascio ecc.).
Quali sono le conseguenze?
Il diabete di tipo 2 è una patologia da cui possono scaturire numerose conseguenze, alcune delle quali anche gravi e potenzialmente letali.
A giocare un ruolo chiave nello sviluppo di queste complicanze è l'iperglicemia non trattata.
Le complicanze del diabete di tipo 2 si distinguono tipicamente in acute e croniche.
Complicanze acute del diabete di tipo 2
Le complicanze acute si possono riassumere, sostanzialmente, nel cosiddetto coma iperosmolare non chetosico, una condizione clinica molto seria che può portare dapprima all'incoscienza e poi addirittura alla morte.
Per approfondire: Complicanze acute del diabete tipo 2Complicanze croniche del diabete di tipo 2
Le complicanze a lungo termine, invece, consistono in alterazioni a carico dei grossi vasi sanguigni arteriosi (macroangiopatia diabetica) e dei capillari (microangiopatia diabetica), da cui deriva una maggiore tendenza allo sviluppo di malattie cardiovascolari e patologie come la nefropatia diabetica, la retinopatia diabetica, il cosiddetto piede diabetico, la neuropatia diabetica, la cataratta ecc.
Per approfondire: Complicanze croniche del diabete tipo 2Si può guarire?
Il diabete tipo 2 è una malattia cronica, da cui non si può guarire; tuttavia, con una cura appropriata (non necessariamente farmacologica) e la normalizzazione del peso corporeo, è possibile correggere l'iperglicemia e mantenere nella norma i livelli di glucosio senza sviluppare complicanze. Chiaramente, serve costanza nel seguire le indicazioni terapeutiche relative a dieta, stile di vita e controllo del peso corporeo.