Ultima modifica 17.02.2020

Generalità

La valvola mitrale, o mitralica, si trova tra l'atrio e il ventricolo sinistri del cuore. Il suo compito è di regolare il flusso sanguigno attraverso l'orifizio che mette in comunicazione questi due compartimenti cardiaci.

Alcuni richiami sull'anatomia del cuore

Prima di procedere con la descrizione della valvola tricuspide, è utile richiamare alla mente alcune caratteristiche dell'organo nel quale essa si trova: il cuore.

Il cuore è un organo impari, cavo, costituito da tessuto muscolare striato involontario. La sua funzione principale è quella di mettere in movimento il sangue nei vasi; è per questo paragonabile ad una pompa, che, contraendosi, spinge il sangue verso i vari tessuti ed organi. Ha una forma che ricorda quella di una piramide rovesciata. Al momento della nascita, il cuore pesa 20-21 grammi e, in età adulta, raggiunge i 250 grammi nella donna, e i 300 grammi nell'uomo. Il cuore risiede nel torace, a livello del mediastino anteriore, poggia sul diaframma ed è leggermente spostato a sinistra. È avvolto dal pericardio, un sacco sierofibroso, che ha il compito di proteggerlo e di limitarne la distensibilità. La parete del cuore è formata da tre tonache sovrapposte che dall'esterno all'interno prendono il nome di:

  • Epicardio. È lo strato più esterno, a diretto contatto con il pericardio sieroso. È costituito da uno strato superficiale di cellule mesoteliali che poggia sul sottostante strato di tessuto connettivo denso, ricco di fibre elastiche.
  • Miocardio. È lo strato intermedio, costituito da fibre muscolari. Le cellule del miocardio si chiamano miocardiociti. Da esso dipendono sia la contrazione del cuore, sia lo spessore della parete cardiaca. È necessario che il miocardio venga correttamente irrorato e innervato, rispettivamente da una rete vasale ed una nervosa.
  • Endocardio. È il rivestimento delle cavità cardiache (atri e ventricoli), costituito da cellule endoteliali e fibre elastiche. A separalo dal miocardio, c'è un sottile strato di tessuto connettivo lasso.

La conformazione interna del cuore si può dividere in due metà: una parte destra e una sinistra. Ogni parte consta di 2 cavità, o camere, distinte, chiamate atri e ventricoli, all'interno delle quali fluisce il sangue.

Atrio e ventricolo di ciascuna metà sono posti, rispettivamente, uno sopra l'altro. Nella parte di destra, si hanno l'atrio destro e il ventricolo destro; nella parte sinistra, si hanno l'atrio sinistro e il ventricolo sinistro. A dividere in modo netto gli atri e i ventricoli delle due metà, sono presenti, rispettivamente, un setto interatriale ed uno interventricolare. Nonostante il flusso ematico nel cuore destro sia separato da quello sinistro, i due lati del cuore si contraggono in maniera coordinata: prima si contraggono gli atri, poi i ventricoli.

Atrio e ventricolo di una stessa metà sono invece in comunicazione tra loro e l'orifizio, attraverso il quale il sangue fluisce, è controllato da una valvola atrioventricolare. La funzione delle valvole atrioventricolari è quella di impedire il reflusso di sangue dal ventricolo verso l'atrio assicurando l'unidirezionalità del flusso sanguigno. La valvola mitrale appartiene alla metà sinistra e controlla l'afflusso di sangue dall'atrio sinistro al ventricolo sinistro. La valvola tricuspide risiede, invece, tra atrio e ventricolo della parte destra del cuore.
Nelle cavità ventricolari, sia di destra che di sinistra, sono presenti altre due valvole, chiamate valvole semilunari. Nel ventricolo sinistro risiede la valvola aortica, che regola il flusso sanguigno nella direzione ventricolo sinistro-aorta; nel ventricolo destro prende posto la valvola polmonare, che controlla il scorrimento del sangue nella direzione ventricolo destro-arteria polmonare. Come le valvole atrioventricolari, anche queste devono garantire l'unidirezionalità del flusso di sangue.
I vasi affluenti, cioè quelli che conducono il sangue al cuore, "scaricano" negli atri. Per il cuore di sinistra, i vasi affluenti sono le vene polmonari. Per il cuore di destra, gli affluenti sono la vena cava superiore e la vena cava inferiore.
I vasi effluenti, cioè quelli che fanno defluire il sangue dal cuore, dipartono dai ventricoli e sono appunto quelli controllati dalle valvole appena descritte. Per il cuore di sinistra, il vaso effluente è l'aorta. Per il cuore di destra, l'effluente è l'arteria polmonare.

cuore anatomia fisiologia


La circolazione sanguigna, che vede come protagonista il cuore, è la seguente. All'atrio destro, giunge, attraverso le vene cave, il sangue ricco di anidride carbonica e povero di ossigeno, che ha appena irrorato gli organi e i tessuti del corpo. Dall'atrio, il sangue giunge al ventricolo destro e imbocca l'arteria polmonare. Tramite questa via, il flusso di sangue raggiunge i polmoni per ossigenarsi e liberarsi dell'anidride carbonica. Fatta questa operazione, il sangue ossigenato ritorna al cuore, nell'atrio sinistro, tramite le vene polmonari. Dall'atrio sinistro passa al ventricolo sinistro, dove viene spinto nell'aorta, cioè l'arteria principale del corpo umano. Una volta nell'aorta, il sangue va a irrorare tutti gli organi e i tessuti, scambiando ossigeno con anidride carbonica. Depauperato dell'ossigeno, il sangue imbocca il sistema venoso per tornare nuovamente al cuore, nell'atrio destro, per "ricaricarsi". E così si ripete un nuovo ciclo, uguale al precedente.

 

I movimenti compiuti dal sangue avvengono a seguito di una fase di rilassamento a cui segue una fase di contrazione del miocardio, cioè il muscolo del cuore. La fase di rilassamento è detta diastole; la fase di contrazione è detta sistole.

  • Durante la diastole:
    • La muscolatura cardiaca di atri e ventricoli, sia a destra che a sinistra, è rilassata.
    • Le valvole atrioventricolari sono aperte.
    • Le valvole semilunari dei ventricoli sono chiuse
    • Il sangue fluisce, attraverso i vasi affluenti, dapprima, nell'atrio e, poi, nel ventricolo. Il travaso di sangue non avviene nella sua totalità, in quanto un quota permane nell'atrio.
  • Durante la sistole:
    • Avviene la contrazione della muscolatura cardiaca. Cominciano gli atri e, a seguire, i ventricoli. Si parla, più precisamente, di sistole atriale e sistole ventricolare:
      • La quota di sangue che era rimasta negli atri viene spinta nei ventricoli.
      • Le valvole atrioventricolari si chiudono, impedendo il reflusso sanguigno negli atri.
      • Si aprono le valvole semilunari e si contrae la muscolatura ventricolare.
      • Il sangue viene spinto nei rispettivi vasi effluenti: vene polmonari (cuore destro), se deve ossigenarsi; aorta (cuore sinistro), se deve raggiungere i tessuti e gli organi.
      • Le valvole semilunari si richiudono dopo che il sangue le ha attraversate.

Diastole e sistole si alternano durante la circolazione sanguigna e i comportamenti delle strutture cardiache, indifferentemente che il sangue si trovi nella metà destra o nella metà sinistra del cuore, sono i medesimi.
Per completare questa panoramica sul cuore, rimangono da citare altri due temi di notevole importanza. Il primo riguarda il come e il dove nasce il segnale nervoso di contrazione del miocardio. Il secondo riguarda il sistema vasale che irrora il cuore.
L'impulso nervoso che genera la contrazione del cuore nasce nel cuore stesso. Infatti, il miocardio è un tessuto muscolare particolare, dotato della capacità di autocontrarsi. In altre parole, i miocardiociti sono in grado di generare da sé l'impulso nervoso per la contrazione. Gli altri muscoli striati presenti nel corpo umano hanno invece bisogno, per contrarsi, di un segnale proveniente dal cervello. Se si interrompe la rete nervosa che conduce questo segnale, tali muscoli, non si muovono. Il cuore, invece, presenta, a livello della giunzione tra la vena cava superiore e l'atrio destro, un pacemaker cardiaco naturale, noto come nodo seno atriale (nodo SA). In genere, si parla di pacemaker riferendosi ad apparecchi artificiali, capaci di stimolare la contrazione del cuore di pazienti affetti da determinate cardiopatie. Per condurre in modo corretto l'impulso nervoso, nato nel nodo SA, ai ventricoli, il miocardio presenta altri punti cardine: in successione, il segnale generatosi passa per il nodo atrioventricolare (nodo AV), per il fascio di His, e per le fibre del Purkinje.
L'ossigenazione delle cellule cardiache spetta alle arterie coronarie, di destra e di sinistra. Esse originano dall'aorta ascendente. Un loro malfunzionamento si traduce in patologie cardiache di tipo ischemico. L'ischemia è una condizione, patologica, caratterizzata dalla mancata, o insufficiente, irrorazione sanguigna di un tessuto. Il sangue, una volta scambiato l'ossigeno con i tessuti cardiaci, imbocca il sistema venoso delle vene cardiache e del seno coronario, facendo così ritorno all'atrio destro. L'intera rete vasale del cuore risiede sulla superficie del miocardio, allo scopo di evitare una loro costrizione al momento della contrazione muscolare cardiaca; situazione, quest'ultima, che ne altererebbe il flusso sanguigno.

Funzione e anatomia della valvola mitrale

La valvola mitrale, o mitralica, si trova nell'orifizio che collega l'atrio sinistro e il ventricolo sinistro del cuore. È una delle due valvole atrioventricolari del cuore, assieme a quella tricuspide. Essa svolge un ruolo fondamentale: regola il passaggio di sangue dall'atrio al ventricolo, permettendo l'unidirezionalità del flusso al momento della sistole. Durante la sistole, infatti, l'atrio si contrae, spingendo tutto il sangue nel ventricolo. Solo a questo punto, la valvola mitrale si chiude, impedendo ogni tipo di reflusso sanguigno. Il diametro della valvola mitralica misura circa 30 mm, mentre la superficie dell'orifizio è di circa 4 cm2.
Il meccanismo di apertura e chiusura dipende dal gradiente di pressione, cioè dalla differenza di pressione, esistente tra il compartimento atriale e quello ventricolare. Infatti:

  • Quando il sangue arriva nell'atrio e inizia la sistole atriale, la pressione nell'atrio è superiore a quella ventricolare. In queste condizioni, la valvola è aperta.
  • Quando il sangue arriva nel ventricolo, la pressione nel ventricolo è superiore a quella dell'atrio. In queste condizioni, la valvola si chiude, impedendo il reflusso.

Queste due situazioni sono comuni a entrambe le valvole atrioventricolari del cuore.

La struttura della valvola mitrale è composta da:

  • L'anello valvolare. Struttura circonferenziale di tessuto connettivo che delimita l'orifizio della valvola.
  • Due lembi, anteriore e posteriore. Si dice, per questo motivo, che la valvola mitrale è bicuspide. Entrambi i lembi si inseriscono nell'anello valvolare e guardano verso la cavità ventricolare. Il lembo anteriore guarda verso l'orifizio aortico; il lembo posteriore si affaccia, invece, sulla parete del ventricolo sinistro. I lembi sono composti da tessuto connettivo, ricco di fibre elastiche e collagene. Per favorire la chiusura dell'orifizio, i bordi dei lembi possiedono particolari strutture anatomiche, chiamate commissure. Non ci sono controlli diretti, di tipo nervoso o muscolare, sui lembi. Allo stesso modo, non c'è alcuna vascolarizzazione.
  • I muscoli papillari. Sono due e sono dei prolungamenti della muscolatura ventricolare. Sono irrorati dalle arterie coronarie e conferiscono stabilità alle corde tendinee.
  • Corde tendinee e muscoli papillariLe corde tendinee. Servono a congiungere i lembi della valvola con i muscoli papillari. Come le aste di un ombrello impediscono allo stesso di girarsi verso l'esterno in presenza di vento forte, le corde tendinee impediscono che la valvola sia spinta nell'atrio durante la sistole ventricolare.

Data la complessità strutturale, il buon funzionamento della valvola mitralica dipende sia dallo stato dei lembi e delle corde tendinee, sia dal ventricolo sinistro. Infatti, un'alterata morfologia del ventricolo, da cui si dipartono i muscoli papillari, può provocare una malfunzionamento della valvola mitrale.

Patologie

Le patologie più comuni che possono affliggere la valvola mitrale sono:

  • Stenosi mitralica. È un restringimento dell'orifizio della valvola, causato dalla fusione delle commissure oppure da un'alterata posizione delle corde tendinee.
  • Insufficienza mitralica. Si verifica una chiusura incompleta della valvola al momento della sistole ventricolare.
  • Sindrome del prolasso valvolare mitralico, noto anche come prolasso della mitrale. Si tratta di un comportamento anomalo dei lembi valvolari, che si estroflettono (prolassano) verso l'altrio sinistro.

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza