Ultima modifica 26.02.2019

Vedi anche: acidi biliari; escrezione biliare dei farmaci


La bile è una soluzione acquosa isotonica prodotta dal fegato e costituita principalmente da acqua (95%), elettroliti, lipidi (acidi biliari, colesterolo e fosfolipidi), proteine e pigmenti (bilirubina); il suo pH è leggermente basico.

Ogni giorno il fegato produce mediamente 600 ml di bile; la quantità secreta è influenzata dal tipo di dieta (aumenta in seguito all'ingestione di alimenti ricchi di grassi), dalla frequenza e dalla consistenza dei pasti, da alcuni farmaci e dal ritmo circadiano (è maggiore di notte rispetto al giorno).

Bile e sali biliariDopo essere stata prodotta dagli epatociti (sono così chiamate le cellule del fegato), la bile confluisce nel dotto epatico comune e da qui raggiunge lo sbocco del dotto cistico proveniente dalla cistifellea, dando origine al coledoco.

Verso la fine del suo percorso, il coledoco confluisce nel dotto pancreatico maggiore e infine sbocca, attraverso la parte sinistra del duodeno, nella papilla di Vater.

La velocità con cui la bile fluisce nell'intestino è regolata dalle fibre contrattili che costituiscono lo sfintere di Oddi. Questo anello muscolare, contratto durante il digiuno e rilassato durante la fase intestinale della digestione, impedisce il reflusso del contenuto enterico nei dotti biliari; inoltre, in condizioni di digiuno, oppone resistenza al passaggio della bile che, non potendosi riversare nel duodeno, percorre il dotto cistico e si riversa nella cistifellea. All'interno di questa vescichetta, la bile viene accumulata e progressivamente concentrata (fino al 10%); tale riassorbimento coinvolge l'acqua, il cloruro di sodio e i bicarbonati, mentre sali biliari, pigmenti e lipidi non vengono riassorbiti e si concentrano sempre più.

Il colesterolo, essendo insolubile nella bile, tenderebbe a precipitare in microcristalli (calcoli); tale evenienza viene scongiurata dalla presenza di sali biliari e fosfolipidi (lecitine) che, incorporandolo in micelle, ne impediscono la cristallizzazione. Può comunque succedere che la bile sia sovrasatura di colesterolo e che questo si depositi in aggregati solidi chiamati calcoli; per questo motivo, dal momento che l'eliminazione biliare di colesterolo è direttamente proporzionale alla sintesi endogena e alla quantità introdotta con l'alimentazione, una dieta equilibrata riduce il rischio che questo lipide precipiti nella sua forma cristallina.

Lo svuotamento della cistifellea avviene in rapporto con i pasti ed è favorito dall'ormone colecistochinina (CCK), prodotto dalla mucosa del duodeno in risposta al passaggio del contenuto gastrico (detto chimo), soprattutto se ricco di grassi. Quest'ormone espleta una triplice azione: induce un aumento della secrezione biliare (azione coleretica); stimola la contrazione della colecisti (azione colagoga); favorisce il rilasciamento dello sfintere di Oddi, permettendo così il deflusso della bile nel duodeno. Un altro ormone, chiamato secretina, ha invece la capacità di aumentare il flusso biliare (proprietà coleretiche); altri ormoni, come il peptide vasoattivo intestinale (VIP), il glucagone e la somatostatina, favoriscono il rilasciamento della colecisti e ne inibiscono la contrazione.

Sali biliari e funzione della bile

La secrezione della bile è fondamentale per la digestione e l'assorbimento dei lipidi, grazie alla presenza dei sali biliari. Queste molecole, derivati polari del colesterolo, sono anfipatiche, in quanto formate da una "faccia" liposolubile e da una "schiena" idrosolubile, con tanto di cariche negative rivolte verso l'esterno (si definisce anfipatica o anfifilica, una molecola contenente un gruppo idrofilo ed uno idrofobo; l'esempio più classico è dato dai fosfolipidi che costituiscono la membrana cellulare).

Dopo essere stati immessi nell'intestino, i sali biliari vanno ad inserirsi nelle gocce lipidiche con la loro porzione liposolubile. In questo modo riducono la coesione tra i vari trigliceridi, emulsionando i globuli di grasso in piccole micelle ed aumentando l'area accessibile a specifici enzimi pancreatici, detti lipasi, deputati alla digestione lipidica. Anche il continuo rimescolamento del contenuto intestinale, favorito dalle contrazioni peristaltiche, contribuisce alla scissione dei globuli lipidici in molecole molto più piccole.

 

Digestione grassi

L'intero processo, che prende il nome di emulsione, è irreversibile poiché la riaggregazione lipidica viene impedita dalla carica elettrica negativa associata alla componente idrosolubile dei sali biliari, che stabilizza l'emulsione respingendo le varie micelle.

Oltre a facilitare la digestione e l'assorbimento dei grassi e delle vitamine liposolubili, la bile neutralizza l'acidità delle secrezioni gastriche (HCl), stimola la peristalsi intestinale ed esercita un'azione antisettica nei confronti della flora batterica, inibendo i fenomeni putrefattivi.

Attraverso la bile vengono allontanati dall'organismo anche i prodotti derivanti dalla degradazione dell'emoglobina (bilirubina), sostanze ad azione tossica o farmacologica ed altre di natura endogena (ormoni tiroidei, estrogeni ecc.)

Bile, sali biliari e colesterolo

Non esistono nell'uomo meccanismi biochimici di degradazione del colesterolo; pertanto l'unica via di eliminazione di questo lipide è la sua secrezione nella bile e la sua conversione a sali biliari. Ogni giorno il fegato converte 200-400 mg di colesterolo in acidi biliari "primari", rappresentati dall'acido colico e chenodesossicolicolo, in un rapporto 2:1. Questi acidi biliari primari vengono rilasciati dal fegato in forma coniugata con il gruppo amminico della glicina o della taurina; gli acidi biliari coniugati con la glicina (acidi glicocolici e chenodesossicolici) sono presenti in quantità tre volte superiore rispetto agli acidi derivanti dalla coniugazione con taurina (taurocolici e chenodesossicolici).

La maggior parte di questi sali (90% circa) viene riassorbita e ritorna al fegato attraverso il circolo portale, per poi essere nuovamente secreta nei succhi biliari. A livello colico alcuni batteri metabolizzano gli acidi biliari "primari" non assorbiti convertendoli in acidi biliari "secondari" (acidi deossicolico e litocolico), dei quali il 20% circa viene assorbito e nuovamente veicolato al fegato attraverso il circolo enteroepatico.

Un soggetto adulto che segue un'alimentazione equilibrata produce mediamente 7-20 grammi di acidi biliari al giorno, di cui soltanto 200-500 mg vengono eliminati con le feci (quantità che aumenta se la dieta è ricca di fibre). Il colesterolo libero presente nella bile viene invece riassorbito in misura del 50%.