Meccanismo di propriocezione: sensibilità propriocettiva, centri superiori, sistema tonico-posturale e mantenimento della postura

Meccanismo di propriocezione: sensibilità propriocettiva, centri superiori, sistema tonico-posturale e mantenimento della postura
Ultima modifica 06.11.2019
INDICE
  1. Sensibilità propriocettiva: come avviene e a cosa serve
  2. Funzione dei propriocettori
  3. Centri superiori: quali sono e come agiscono
  4. Sistema tonico-posturale: meccanismo
  5. Come avviene il mantenimento della postura?
  6. Bibbliografia

Sensibilità propriocettiva: come avviene e a cosa serve

La sensibilità propriocettiva è un meccanismo molto sofisticato, che ha lo scopo di fornire informazioni della massima precisione e in tempo reale al Sistema Nervoso Centrale, a proposito di:

  1. parametri del movimento biomeccanico (velocità, forza, direzione, accelerazione);
  2. parametri fisiologici sullo stato e sui cambiamenti biologici che si verificano nei muscoli, nei tendini e nelle articolazioni in conseguenza del movimento effettuato.

La propriocettività descrive gli ingressi sensoriali che originano, nel corso di movimenti guidati centralmente, da particolari strutture: i propriocettori.

La loro funzione principale è di fornire informazioni di retroazione sui movimenti propri dell'organismo, in altre parole è di segnalare, istante per istante, quali siano i movimenti che l'organismo stesso sta compiendo; proprio sulla base di queste informazioni, i centri superiori sono in grado di correggere o modificare il movimento in corso.

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La maggior parte delle informazioni propriocettive non raggiunge mai il livello di coscienza, essendo deputate al controllo dell'elaborazione del progetto motorio e alla sua esecuzione.

Il controllo e l'esecuzione del progetto motorio avvengono sia nella fase di trasmissione, nella quale il progetto motorio elaborato nell'encefalo viene trasmesso ai motoneuroni, sia nella fase di esecuzione, in cui i motoneuroni attivano l'apparato locomotore che esegue fedelmente gli ordini ricevuti.

A questo livello la propriocezione è importantissima, sia per un meccanismo di controllo sulla corretta esecuzione del movimento, sia per un meccanismo di eventuale correzione nel caso in cui imprevedibili fenomeni esterni vengano a turbare i progetti motori strategicamente programmati.

Si può quindi dire che la propriocezione è controllata da circuiti a feedback negativo: l'azione eseguita da un sistema viene confrontata con l'azione programmata e qualsiasi differenza (errore) viene segnalato al sistema in modo che questo attivi le opportune correzioni.

La sensibilità propriocettiva, e in particolar modo i propriocettori, sono anche alla base dei riflessi midollari; questi sono reazioni di difesa deputate a mantenere l'integrità del corpo a fronte di situazioni potenzialmente dannose. In questo loro compito, i recettori attivano alcuni circuiti, esclusivamente midollari, in grado di provocare movimenti reattivi di difesa dell'organismo.

Al di là di questi numerosi compiti, il sistema propriocettivo, nel suo insieme, fornisce informazioni anche alle strutture nervose in grado di elaborare i processi di consapevolezza e coscienza. Esso manda cioè informazioni anche alla corteccia cerebrale.
La percezione propriocettiva cosciente, che noi tutti possediamo, è una costruzione elaborata dalla corteccia cerebrale sulla base delle informazioni provenienti dai recettori propriocettivi periferici.

In tale sistema, l'integrazione complessa delle afferenze periferiche provenienti dai differenti canali percettivi viene unita alle informazioni provenienti dalla memoria e dall'esperienza. La memoria porta un bagaglio informativo sulle esperienze passate, mentre l'esperienza è lo strumento attraverso il quale ciascuno di noi colora le sensazioni provenienti dal mondo esterno, facendole proprie attraverso l'attribuzione di valori personali.

La sintesi dei tre tipi di informazioni sopra riportate dà luogo alla consapevolezza dell'esistenza, della posizione e del movimento del nostro corpo. A prescindere dai comuni canali sensoriali (vista, udito, tatto), ciascuno forma questa consapevolezza attraverso le informazioni propriocettive.

Funzione dei propriocettori

Cosa sono e a cosa servono i propriocettori?

I propriocettori sono organi sensitivi specializzati che danno informazioni sia sulle posizioni assunte dal corpo in condizioni di quiete (propriocezione propriamente detta), sia sui parametri dinamici del movimento (cinestesia).

Il ruolo di questi messaggi può essere importantissimo, contemporaneamente e a livelli differenti, per molte strutture del SNC.

Sistemi di elaborazione delle informazioni sensitive

Vi sono tre sistemi principali in cui vengono elaborati i codici provenienti dalle vie sensitive:

  1. Un primo sistema, incosciente, è deputato al controllo ed alla reazione a situazioni pericolose. Questo sistema garantisce la salvaguardia immediata rispetto ad eventuali danni fisici ed è controllato prevalentemente dal midollo spinale.
  2. Un secondo sistema è deputato al controllo dell'esecuzione dei progetti motori e degli automatismi. Questo sistema garantisce in tutti i movimenti la massima precisione ed aderenza fra progetto motorio e movimento, allo scopo di ottenere il maggior vantaggio possibile. Il sistema è prevalentemente controllato dal cervelletto ed è anch'esso completamente incosciente.
  3. Un terzo sistema utilizza le informazioni sensitive provenienti dai recettori periferici a scopo cosciente. Attraverso questo sistema ciascuno di noi si forma e controlla la propria immagine corporea. Questo terzo sistema è prevalentemente controllato dalla corteccia cerebrale, che elabora, integrandole in vario modo, tutte le informazioni provenienti dalla periferia.

Organi di senso propriocettivi

Gli organi di senso propriocettivi possono essere suddivisi in tre gruppi principali:

  • i recettori muscolari, di cui fanno parte i fusi neuromuscolari, gli organi tendinei del Golgi, i recettori del Pacini a collocazione muscolare, e le terminazioni muscolari libere del muscolo, del perimisio  e dell'epimisio;
  • i recettori articolari;
  • i meccanocettori cutanei, di cui fanno parte i corpuscoli di Merkel, i corpuscoli di Meissner, i corposculi di Ruffini e i corpuscoli di Pacini.
Fusi e organi del Golgi

I fusi e gli organi del Golgi sono recettori sensibili allo stato di allungamento del muscolo, particolarmente utili nel definire i parametri per il sistema propriocettivo incosciente (facente capo al cervelletto) o per le risposte riflesse (midollo spinale). Svolgono un ruolo di primaria importanza sia nella propriocezione che nei meccanismi del controllo motorio. Inoltre sembrano essere più adatti ad informare sulle caratteristiche meccaniche del movimento che sullo stato di riposo dell'apparato locomotore. Il senso di movimento sarebbe quindi il tipo di informazione da loro preferibilmente codificata.

Recettori articolari e cutanei

I recettori articolari e cutanei, pur essendo fondamentali a livello di propriocezione incosciente, giocano un ruolo più importante nelle sensazioni statiche, quindi nel senso di posizione (propriocettività cosciente).

Sono stati effettuati studi (Gandevia e Burke 1992) nei quali si è stimolata artificialmente l'afferenza da ciascuno dei meccanocettori cutanei e dei recettori articolari e si sono notate delle differenze.

  • La stimolazione delle fibre provenienti dai corpuscoli di Merkel dà la sensazione di pressione cutanea o indentazione della cute.
  • La stimolazione delle fibre provenienti dai corpuscoli di Meissner dà la sensazione di vibrazione localizzata, strettamente aderente alla durata ed alla frequenza dello stimolo.
  • La stimolazione delle fibre provenienti dai corpuscoli di Ruffini dà la sensazione, occasionale, di movimento articolare.
  • La stimolazione dalle fibre provenienti dai corpuscoli del Pacini dà la sensazione di una vibrazione diffusa.
  • La sensazione proveniente dai recettori articolari dà la sensazione di pressione profonda focalizzata, di movimento o sollecitazione articolare.

Centri superiori: quali sono e come agiscono

I recettori sensoriali analizzano gli eventi sensoriali legati alla stimolazione meccanica, termica, o chimica di una parte del corpo. Le informazioni, una volta codificate, vengono trasferite, attraverso vie sensoriali ascendenti, al midollo spinale ed a regioni cerebrali, che le elaborano e ne determinano la percezione.

Una via sensoriale può essere considerata come un insieme di neuroni disposti in serie. Si possono così riconoscere, lungo una qualunque via, neuroni di primo, secondo e terzo ordine.

  1. Il neurone di primo ordine è il neurone sensoriale primario. La sua estremità periferica costituisce il recettore sensoriale. Di conseguenza, questo neurone risponde agli stimoli e trasmette al Sistema Nervoso Centrale informazioni codificate. Il suo corpo cellulare è localizzato nei gangli delle radici dorsali o nei gangli dei nervi cranici.
  2. Il neurone di secondo ordine si trova in genere nel midollo spinale o nel tronco cerebrale; esso riceve informazioni dai neuroni di primo ordine e le trasmette al talamo. Qui, le informazioni possono subire una prima elaborazione ad opera dei circuiti nervosi locali. Di norma, l'assone dei neuroni di secondo ordine attraversa la linea mediana (decussa), per cui l'informazione sensoriale originata in un lato del corpo raggiunge il talamo controlaterale.
  3. Il neurone di terzo ordine è localizzato in uno dei nuclei sensoriali del talamo. Anche a questo livello, l'informazione può essere elaborata da circuiti locali, prima di arrivare alla corteccia cerebrale.
  4. L'informazione sensoriale è poi ulteriormente elaborata:
    • dai neuroni di quarto ordine, situati nell'appropriata area di ricezione sensoriale primaria della corteccia cerebrale;
    • dai neuroni di ordine superiore, localizzati nella stessa area ed in altre aree corticali.
  5. In una qualche regione non ancora ben definita della corteccia cerebrale, si verifica la percezione, cioè il processo attraverso il quale si ha coscienza dell'esistenza dello stimolo.

Sistema tonico-posturale: meccanismo

Dal punto di vista motorio, ogni essere vivente dev'essere in grado di adattarsi all'ambiente in cui si trova per sopravvivere e svolgere la propria attività statica e dinamica. Tale adattamento richiede la possibilità di cogliere ciò che succede nell'ambiente stesso e, conseguentemente, di assumere le posizioni più consone alla situazione e alle proprie esigenze di comportamento.

Possiamo definire postura: ciascuna delle posizioni assunte dal corpo, contraddistinta da particolari rapporti tra i diversi segmenti somatici.

Il concetto di postura, quindi, non si riferisce ad una condizione statica, rigida e prevalentemente strutturale; si identifica, invece, con il concetto più generale di equilibrio, inteso come ottimizzazione del rapporto tra soggetto ed ambiente circostante, cioè quella condizione in cui il soggetto stesso assume una postura od una serie di posture ideali rispetto alla situazione ambientale, in quel determinato momento e per i programmi motori previsti.

Una funzione così importante non può essere affidata ad un solo organo o apparato, ma richiede un intero sistema: il Sistema-Tonico-Posturale(S.T.P.), cioè un insieme di strutture comunicanti e di processi cui è affidato il compito di:

  • lottare contro la gravità;
  • opporsi alle forze esterne;
  • situarci nello spazio-tempo strutturato che ci circonda;
  • permettere l'equilibrio nel movimento, guidarlo e rinforzarlo.

Per realizzare questo "exploit" neuro-fisiologico, l'organismo utilizza diversi recettori posturali con funzione estero propriocettiva, capaci di informare il Sistema Nervoso Centrale del loro stato e di indurre una risposta posturale specifica per quel determinato momento, modificando lo stato delle catene cinematiche muscolari, di conseguenza gli equilibri osteo-articolari.

Questi recettori sono: esterocettori, propriocettori, centri superiori

Esterocettori

Sono recettori sensoriali che ci posizionano in rapporto all'ambiente (tatto, visione, udito), captando le informazioni che vi provengono.

Grazie a queste informazioni siamo in grado di adattare continuamente la nostra postura in funzione dell'ambiente che ci circonda.

Tre sono i recettori universalmente riconosciuti: l'orecchio interno, l'occhio e la superficie cutanea plantare.

  • I recettori dell'orecchio interno sono degli accelerometri, essi informano su movimento e posizione della testa in rapporto alla verticale gravitaria. Quelli situati nei canali semicircolari  percepiscono le accelerazioni angolari (rotazione della testa), mentre il sistema otricolo/sacculo percepisce le accelerazioni lineari. Affinché le informazioni che vengono dall'orecchio interno possano essere interpretate dal Sistema Tonico Posturale, esse devono essere comparate alle informazioni propriocettive che permettono di conoscere la posizione della testa in rapporto al tronco, quelle del tronco in rapporto alle caviglie e soprattutto alle informazioni di pressione podalica.
  • I recettori dell'occhio permettono la stabilità posturale per i movimenti antero-posteriori, grazie alla visione periferica. Per contro, per i movimenti destra-sinistra, la visione centrale diviene preponderante. L'entrata visiva è attiva quando l'ambiente visivo è vicino. Infine è necessario che le informazioni visive siano comparate a quelle che vengono dall'orecchio interno e dall'appoggio plantare.
  • I recettori plantari permettono di situare l'insieme della massa corporea in rapporto all'ambiente, grazie a delle misure di pressione a livello della superficie cutanea plantare. Essa è ricca in recettori, che forniscono delle informazioni sulle oscillazioni dell'insieme della massa corporea e si comportano dunque come una "piattaforma stabilometrica". Le informazioni plantari sono le uniche a derivare da un recettore fisso, direttamente a contatto con un ambiente immobile rappresentato dal suolo. A livello del piede si raccolgono, tuttavia, anche informazioni relative alla propriocezione muscolare ed articolare;

Propriocettori

Come detto precedentemente, questi recettori sensitivi informano il Sistema Tonico Posturale di quello che succede all'interno dell'individuo. Permettono ai sistema di riconoscere la posizione e lo stato di ogni osso, muscolo, legamento, od organo in rapporto con l'equilibrio. Informano, in particolar modo, sulla posizione degli esocettori cefalici (orecchio internoretina) in rapporto all'esocettore podalico.

  • L'entrata oculo-motrice permette di comparare le informazioni di posizione fornite dalla visione a quelle fornite dall'orecchio interno grazie ai sei muscoli oculo-motori, che assicurano la motricità del globo oculare.
  • L'entrata rachidea ha per scopo di informare il sistema posturale sulla posizione d'ogni vertebra, quindi sulla tensione di ogni muscolo.
  • L'entrata propriocettiva podalica, grazie al controllo dello stiramento dei muscoli del piede e della gamba, situa il corpo in rapporto ai piedi.

L'entrata rachidea e l'entrata propriocettiva podalica formano una continuità funzionale, un'estesa catena propriocettiva che riunisce i recettori cefalici ai recettori podalici, dunque permette di situare l'orecchio interno e gli occhi in rapporto ad un recettore fisso costituito dai piedi. Ciò consente una codificazione delle informazioni spazio-temporali cefaliche;

Centri superiori

Integrano i selettori di strategia, i processi cognitivi e rielaborano i dati ricevuti dalle due fonti precedenti.

Il controllo motorio e posturale è organizzato secondo meccanismi di feedback (retroazione, riadattamento automatico, costante e circolare ad ogni modificazione endogena) e di feedforward (adattamento di base ai modelli comportamentali e previsione dell'azione).

Come avviene il mantenimento della postura?

Postura e baricentro

La postura è una funzione di stabilizzazione, consolidamento e mantenimento dell'equilibrio.

L'equilibrio si raggiunge quando la perpendicolare passante per il baricentro del corpo cade all'interno del piano di appoggio, delimitato dal margine esterno dei piedi.

Una corretta postura è mantenuta attraverso una costante rielaborazione dei parametri dell'attività muscolare, indispensabile per mantenere il baricentro all'interno della base di appoggio.

Il baricentro è in continuo movimento sia per l'azione (sul corpo) di forze esterne, che per gli spostamenti causati dal movimento volontario.

Le forze esterne hanno un'azione destabilizzante costante, ma mutevole per intensità e direzione, quindi imprevedibile.

La risposta a queste forze può avvenire solamente nel breve lasso temporale che segue la loro azione e precede la perdita di equilibrio; dev'essere assolutamente immediata ed efficace, pena la caduta a terra.

Non potendo essere programmata e dovendo essere immediata, questa reazione posturale deve avvenire contemporaneamente alla perdita di equilibrio.

Movimenti volontari e postura

movimenti volontari sono invece causa di altri tipi di reazioni posturali. Queste reazioni vengono programmate (assieme al movimento volontario stesso) prima dell'esecuzione motoria.

Le reazioni posturali volontarie sono contemporanee al movimento ed iniziano una frazione di secondo prima della perdita di equilibrio; per questo sono dette reazioni anticipatorie.

Le reazioni posturali sono innescate da meccanismi sensitivi di vario genere:

  • afferenze propriocettive;
  • afferenze meccanocettive;
  • afferenze esterocettive;
  • afferenze labirintiche;
  • afferenze visive.

Il controllo neurofisiologico della postura può essere scandito in tre distinti momenti:

  1. il controllo posturale nella stazione eretta;
  2. il controllo posturale quando al corpo vengono applicate forze meccaniche esterne sufficientemente intense da dare luogo ad una perdita di equilibrio;
  3. il controllo posturale durante l'esecuzione di movimenti volontari.

Leggi anche: I migliori correttori posturali

Bisogna però ricordare che non sempre l'adattamento della postura può realizzarsi con precisione ed in modo integrato.

Il vestibolo che registra le variazioni di equilibrio, infatti, è un centro più basso del cervelletto e quando parte un suo riflesso in condizioni di pericolo è più veloce dell'adattamento cerebellare.

E' per questo che ad una variazione improvvisa della base di appoggio, si lascia cadere tutto ciò che si ha in mano per ripristinare un vecchissimo riflesso di ricerca d'appiglio con gli arti superiori.

Soltanto sapendo in anticipo che ci si troverà in quel frangente, la corteccia può preparare il corpo a sopportare la situazione e a dominare il riflesso di difesa.

Altro elemento che può mettere in crisi l'adattamento della postura è il riflesso nocicettivo presente sulle vie di sensibilità come la vista e l'udito. Questo tuttavia è più facilmente controllabile, perché parte da centri almeno dello stesso livello del cervelletto.

Controllo posturale nella stazione eretta

Il sistema posturale dell'uomo è in grado di rispondere alle oscillazioni del baricentro date da forze minime, con una forza adeguata e contraria esercitata in maniera tempestiva, che consente il mantenimento della posizione eretta. Questa risposta posturale è in parte legata alle proprietà meccaniche intrinseche del muscolo, in parte ad un insieme di meccanismi riflessi di tipo nervoso che, traendo informazioni dai canali sensoriali differenti, attraverso l'azione di numerosi circuiti, sono in grado di modulare il tono muscolare in modo di consentire il mantenimento della posizione eretta.

Il tono muscolare conseguente alle reazioni posturali è detto tono di reazione posturale. Esso è il lavoro, identico ma opposto, compiuto dall'intero apparato locomotore per mantenere il baricentro nella sua posizione ideale e, comunque, all'interno della base d'appoggio.

La scelta dei movimenti attraverso i quali effettuare il lavoro è una funzione complessa: non esiste un unico movimento di reazione ad una forza esterna, ma una serie di movimenti possibili equivalenti.

Fra questi, quella parte del Sistema Nervoso Centrale che presiede al controllo della postura (il cervelletto), sceglie il movimento di reazione ideale. La variazione di tono posturale non provoca attività muscolare elettromiografica.

Controllo posturale quando al corpo vengano applicate forze meccaniche esterne in grado di provocare una perdita di equilibrio

Differente è il quadro delle reazioni posturali se le forze applicate al corpo sono in grado di spostare il baricentro al di fuori della base di appoggio. In questo caso il tono posturale di reazione non è più, da solo, in grado di mantenere la posizione di equilibrio: è necessaria l'introduzione di un lavoro muscolare vero e proprio.

Questo lavoro porta alla ricostruzione di una nuova posizione di equilibrio che tenga conto dell'intensità della forza esterna applicata, della durata, dell'accelerazione gravitaria e dei parametri corporei. La reazione posturale sarà di tipo motorio.

La coordinazione necessaria per questo inseguimento è data dal cervelletto: la sua esclusione funzionale, infatti, porta a disturbi delle reazioni di equilibrio. I circuiti che presiedono alle reazioni posturali motorie sono gli stessi che controllano il tono di reazione posturale: essi si ricalibrano sulle nuove esigenze, dando luogo a reazioni motorie, anziché a variazioni del tono muscolare.

Controllo posturale durante il movimento volontario (reazioni di anticipazione)

Le reazioni muscolari provocate da movimenti volontari sono assai variabili e dipendono dal rapporto fra il tipo di movimento volontario e lo stato di equilibrio. Questo tipo di reazioni posturali sono definite anticipatorie, poiché intervengono prima nel movimento volontario.

Nell'esecuzione di un movimento volontario, il baricentro si sposta fuori della base di appoggio, esattamente come avviene per l'intervento di forze esterne all'organismo. In questo caso però, a differenza delle reazioni posturali a forze esterne, prima che il movimento si compia vengono messe in atto strategie posturali per evitare lo sbilanciamento e la caduta conseguente.

Si possono riscontrare due difficili situazioni:

  • un movimento volontario che non provoca la perdita di equilibrio;
  • un movimento volontario che la provoca.

Se il movimento volontario non mette a repentaglio lo stato di equilibrio, le reazioni conseguenti hanno solamente un effetto di compensazione sullo spostamento del baricentro, sono molto deboli e non strettamente concatenate, in senso temporale, all'esecuzione del movimento volontario.

Se il movimento volontario mette a repentaglio lo stato di equilibrio, allora si osservano le reazioni posturali anticipatorie.

Le reazioni posturali anticipatorie risentono fortemente dei fenomeni di apprendimento motorio: se cambiano le condizioni di equilibrio sono sufficienti due o tre ripetizioni del gesto volontario per adattare la reazione posturale.

Tono muscolare

Il controllo posturale è una funzione strettamente correlata al tono muscolare, da cui dipende e che influenza a sua volta.

Il tono muscolare è quello stato di normale contrazione dei muscoli, che deriva da un complicato e raffinatissimo sistema.

Non è uguale per tutti i muscoli ed in genere è più esaltato nei muscoli estensori, che permettono di mantenere una posizione eretta e l'atteggiamento (posturale) normale dell'individuo.

Il tono è mantenuto grazie ad un circuito che parte dal muscolo, in particolare dai fusi neuromuscolari innervati dai motoneuroni.

L'impulso sensitivo attraversa le radici posteriori, entra nel midollo spinale, fa sinapsi con i motoneuroni che si trovano nelle corna anteriori, ed attraversa le radici anteriori per tornare al muscolo da dov'era partito.

Si parla quindi di tono per riferirsi alla componente riflessa dovuta all'attività dei motoneuroni. Tale attività dipende da influenze discendenti al midollo provenienti dai centri superiori, che possono essere di tipo facilitatorio o inibitorio.

Le influenze eccitatorie provengono principalmente dalla via vestibolo-spinale. Si tratta di una proiezione a partenza dai nuclei vestibolari del ponte: essi raccolgono le afferenze provenienti dall'orecchio interno relative alla sensibilità reticolare, ossia afferenze coscienti relative alla percezione delle accelerazioni cui è sottoposto il capo.

Influenze discendenti di tipo inibitorio provengono, invece, dalle vie motrici extrapiramidali e dalle vie cerebello-spinali.

Il tono però non dipende solo dai sistemi appena citati. Esso è influenzato anche dal Bulbo e dal Mesencefalo (sulla base delle informazioni propriocettive delle posizioni della testa: riflessi di raddrizzamento e di flesso-estensione crociata). Inoltre è influenzato dallo stato emotivo-affettivo indotto dalla dimensione relazionale della situazione comunicativa (connotazione) e recepito in modo subcosciente dalla sostanza reticolare e dalla parte più antica del cervello, che va a controllare il motoneurone del riflesso miotatico.

Sulla base del tono muscolare, cioè della tensione (riflessa) finalizzata al mantenimento della postura, si inserisce il movimento realizzato in conseguenza della situazione comunicativa, che così inevitabilmente ad ogni atto ne altera di continuo gli equilibri. A questa continua fonte di disequilibrazione il cervelletto risponde con un adattamento automatico della postura, utilizzando direttamente la sensibilità propriocettiva e vestibolare (labirinto dell'orecchio) ed indirettamente anche quelle visiva ed uditiva, per andare a controllare il motoneurone del riflesso miotatico.

Il tono di ogni muscolo, continuamente variabile ed armonicamente concatenato al tono di tutto l'apparato locomotore, costituisce il substrato indispensabile per garantire le corrette reazioni posturali, riducendo così le oscillazioni antero-posteriori sia nella stazione eretta che durante la locomozione.

Per approfondire: Allenamento propriocettivo ed esercizi propriocettivi: come migliorare la propriocezione

Bibbliografia

  • M. Marchetti P. Pillastrini, Anatomia Biomeccanica Chinesiologia Clinica, Piccin
  • M.J.T. Fitz Gerald, Neuroanatomia Fondamentale e Clinica, Edizione italiana a cura di Bruno Cozzi, Alberto Granato, Adalberto Merighi, Mario Rende, Antonio Delfino Editore
  • Robert M. Berne, Metthew Levy, Principi di fisiologia, Casa Editrice Ambrosiana
  • William D. Mc Ardle, Frank I. Katch, Victor L. Katch, Fisiologia Applicata allo Sport, Casa Editrice Ambrosiana