Ultima modifica 18.02.2020

Generalità

Le ossa della mano sono, nell'essere umano, la struttura scheletrica del tratto terminale di ciascun arto superiore. Sono complessivamente 27 e, secondo gli anatomisti, si possono suddividere in tre grandi gruppi: le ossa del carpo (od ossa carpali o carpo), le ossa metacarpali (o metacarpi) e le ossa delle dita della mano (o falangi della mano).
Le ossa carpali rappresentano la porzione prossimale dello scheletro della mano; i metacarpi rappresentano la porzione intermedia dello scheletro della mano; infine, le falangi della mano rappresentano la porzione distale dello scheletro della mano.
Le ossa della mano contribuiscono alla capacità di presa della mano, garantiscono stabilità al bambino durante la camminata a quattro zampe, costituiscono articolazioni molto importanti (es: l'articolazione del polso) e, infine, danno inserzione ai tendini dei muscoli della mano.
Come ogni osso dello scheletro umano, anche le ossa della mano possono fratturarsi.


Ossa della Mano

Cosa sono le ossa della mano?

Le ossa della mano sono, nell'essere umano, ciò che costituisce lo scheletro del tratto terminale di ciascun arto superiore.
All'interno del corpo umano, le mani sono due strutture anatomiche che servono a:

  • Afferrare gli oggetti;
  • Percepire attraverso il senso del tatto;
  • Comunicare;
  • Garantire stabilità, durante i primi anni di vita, quando l'essere umano cammina ancora a quattro zampe.

Anatomia

In tutto 27, le ossa della mano sono suddivisibili in tre grandi gruppi: le ossa del carpo (o più semplicemente carpo), le ossa metacarpali (o metacarpi) e le ossa delle dita della mano (o falangi della mano).
Le ossa del carpo sono 8 e rappresentano la porzione scheletrica prossimale della mano; le ossa metacarpali sono 5 e rappresentano la porzione scheletrica intermedia della mano; infine, le falangi della mano sono 14 e rappresentano la porzione scheletrica distale della mano.


In anatomia, prossimale e distale sono due termini dal significato opposto.
Prossimale vuol dire “più vicino al centro del corpo” o “più vicino al punto d'origine”. Riferito al femore, per esempio, indica la porzione di quest'osso più vicina al tronco.
Distale, invece, significa “più lontano dal centro del corpo” o “più distante dal punto d'origine”. Riferito (sempre al femore), per esempio, indica la porzione di quest'osso più lontana dal tronco (e più vicina all'articolazione del ginocchio).

OSSA DEL CARPO

Di forma irregolare, le 8 ossa del carpo formano la regione anatomica del polso disponendosi su due file: una fila prossimale, vicina alle ossa del braccio radio e ulna, e una fila distale, confinante con la base delle ossa metacarpali.
Le ossa della fila prossimale sono: scafoide, semilunare, triquetro e pisiforme.
Le ossa della fila distale, invece, sono: trapezio, trapezoide, capitato e uncinato.

  • Ossa carpali prossimali. Le ossa della fila prossimale ricoprono un ruolo fondamentale nella costituzione dell'articolazione del polso (che non va confusa con la regione anatomica sopraccitata).
    Mentre scafoide e semilunare si articolano con le due superficie articolari del radio, triquetro e pisiforme danno inserzione a un importante legamento che proviene dal processo stiloideo dell'ulna.
  • Ossa carpali distali. Le ossa carpali della fila distale hanno l'importante compito di articolare il carpo ai metacarpi.
    Mentre trapezio, trapezoide e capitato si articolano con la base di un osso metacarpale soltanto, l'uncinato si unisce a due ossa metacarpali adiacenti.
    Per la precisione, il trapezio confina con il metacarpo che precede il pollice; il trapezoide prende contatti con il metacarpo che precede l'indice; il capitato sta alla base del metacarpo che precede il medio; infine, l'uncinato si articola con i metacarpi che precedono anulare e mignolo.

OSSA METACARPALI

Le ossa metacarpali, o metacarpi, sono ossa lunghe, disposte parallelamente tra loro, in cui è possibile distinguere tre regioni: una regione centrale, denominata corpo; una regione prossimale, chiamata base; infine, una regione distale, identificata con il termine di testa.
La base dei metacarpi confina con le ossa del carpo secondo lo schema descritto nel precedente sottocapitolo: quindi, partendo dal lato del pollice, la base del metacarpo che precede il pollice aderisce al trapezio; la base del metacarpo che procede l'indice aderisce al trapezoide; la base del metacarpo che precede l'anulare aderisce al capitato; infine, le basi dei metacarpi che precedono anulare e mignolo aderiscono all'uncinato.
Le testa dei metacarpi è la regione che prende contatto con la prima falange delle dita: ne risulta che ogni metacarpo corrisponde a un dito della mano.
Tra la base dei metacarpi e le ossa del carpo ci sono una serie di articolazioni, così come tra la testa dei metacarpi e le prime falangi della mano.

FALANGI DELLA MANO

Di forma cilindrica, le falangi della mano sono lo scheletro delle 5 dita della mano.
Tranne il pollice - l'unico formato da 2 falangi - tutte le altre dita della mano possiedono 3 falangi ciascuno.
Le falangi più prossime alla testa dei metacarpi prendono il nome di prime falangi (o falangi prossimali); a partire da queste, le successive sono dette seconde falangi (o falangi intermedie) e terze falangi (o falangi distali).
Tra ogni falange c'è un'articolazione, che dona alle dita della mano una certa mobilità.


In caso di artrosi (od osteoartrite), le articolazioni presenti fra le seconde e le terze falangi delle dita della mano sono gli elementi articolari che sviluppano i cosiddetti noduli di Heberden.


Nota bene: nel primo dito della mano, la numerazione delle falangi termina con le seconde falangi.

Funzioni

Le ossa della mano e la loro particolare disposizione giocano un ruolo determinante in alcune funzioni della mano, come per esempio nella presa degli oggetti o nella camminata a quattro zampe del bambino.
Inoltre, le ossa della mano formano articolazioni molto importanti (es: l'articolazione del polso), danno inserzione ai legamenti che costituiscono una parte fondamentale delle suddette articolazioni e sono il punto di aggancio dei tendini appartenenti ai cosiddetti muscoli della mano.

Patologie

Come tutte le ossa del corpo, anche le ossa della mano possono fratturarsi.
Esistono tre classi di fratture a carico delle ossa della mano: le fratture delle ossa del carpo, le fratture dei metacarpi (o fratture metacarpali) e le fratture delle falangi.

FRATTURA DI UN OSSO DEL CARPO

Le ossa della mano con sede nel carpo, che più comunemente subiscono una frattura, sono lo scafoide, il semilunare e il trapezio.
Tra le cause principali di frattura dello scafoide, rientrano le cadute con le mani estese in avanti; tra le tipiche cause di frattura del semilunare, rientrano i colpi diretti al polso e i traumi cronici; infine, tra le classiche cause di frattura del trapezio, rientrano i colpi violenti al dorso della mano e le cadute con mano chiusa a pugno e deviazione radiale (ossia piegata verso il radio).
Il sintomo caratteristico delle fratture a carico delle ossa carpali è il dolore.
Per una diagnosi corretta, è fondamentale l'esame ai raggi X.
La terapia delle fratture composte a carico delle ossa carpali prevede l'applicazione, sulla mano del paziente, di un gesso. L'ingessatura può durare da un minimo di 4 a un massimo di 12 settimane.
Diversamente dal caso precedente, la terapia delle fratture scomposte a carico delle ossa del carpo prevede il ricorso alla chirurgia. In tali circostanze, l'intervento chirurgico ha lo scopo di fissare tra di loro, per mezzo di viti e perni, i vari segmenti ossei separatisi.
Un trattamento adeguato è indispensabile per evitare complicanze a lungo termine (es: artrite del polso).

FRATTURA DI UN METACARPO

Le ossa della mano con sede metacarpale, che si fratturano con maggiore facilità, sono il primo metacarpo – precisamente la base del primo metacarpo – e il quinto metacarpo  - per la precisione, la regione che precede di poco la testa.
In medicina, la frattura della base del primo metacarpo prende il nome di frattura di Bennett, mentre la frattura della regione che precede la testa del quinto metacarpo è detta frattura del pugile.
In genere, la frattura di Bennett è successiva a un'iperabduzione del pollice. La frattura del pugile, invece, è una conseguenza di pugni sferrati a oggetti dotati di una certa resistenza; è chiamata frattura del pugile, perché è tipica dei pugilatori.
Per diagnosticare le fratture a carico di un metacarpo, è fondamentale l'esame ai raggi X.
Il trattamento della frattura di un metacarpo dipende dalla gravità dell'infortunio.
Infatti, se la frattura è stabile e non particolarmente grave, i medici optano per l'applicazione, sulla mano del paziente, di una stecca gessata, da tenere in posizione per 2-3 settimane circa. Se la frattura è stabile e grave, è prevista l'ingessatura della mano interessata per almeno 4-6 settimane. Infine, se la frattura è instabile, la terapia scelta dai medici è di tipo chirurgico e consiste in un intervento finalizzato all'unione, per mezzo di viti, delle porzione ossee separatesi.

FRATTURA DI UNA FALANGE DELLA MANO

Le fratture di una o più falangi della mano sono condizioni di lieve gravità, che insorgono a seguito di eventi traumatici ai danni delle dita della mano (es: schiacciamento di un dito). In genere, il trattamento delle fratture a carico delle ossa della mano costituenti le dita consiste, semplicemente, in un periodo di riposo.


Autore

Dott. Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza