Generalità
I MONOCITI sono un tipo di globuli bianchi (o leucociti) che svolgono più ruoli nell'ambito delle nostre difese immunitarie. Tra questi compiti spicca la capacità fagocitaria, i cui processi di attivazione non sono solamente implicati nella classica difesa da patogeni (infezioni), ma anche nella regolazione di altre attività fisiologiche (coagulazione) e/o patologiche (aterosclerosi).
I monociti hanno origine nel midollo osseo e viaggiano attraverso il flusso sanguigno verso i tessuti di tutto l'organismo, dove maturano e si differenziano in MACROFAGI. Inoltre, i monociti e i macrofagi stimolano altre cellule del sistema immunitario rilasciando enzimi, proteine del complemento e altri fattori regolatori.
I monociti possono essere valutati con la formula leucocitaria, un esame del sangue che quantifica il numero di globuli bianchi in un millimetro cubo di sangue, esprimendo anche il rapporto quantitativo e percentuale dei vari tipi di leucociti.
Cosa sono
I monociti sono degli “spazzini” straordinariamente efficaci, in grado di inglobare e digerire sostanze e microorganismi che potrebbero arrecare danno all'organismo.
I monociti vengono prodotti dal midollo osseo e immessi nel circolo sanguigno, dove rimangono soltanto per qualche ora, prima di migrare nei tessuti in cui è richiesta la loro azione. A questo livello, aumentano di dimensioni, si arricchiscono di lisosomi e si differenziano diventando macrofagi.
Al pari dei granulociti neutrofili, i macrofagi appartengono alla categoria dei fagociti; rispetto a questi ultimi, hanno una maggiore capacità di inglobare e digerire le particelle grandi o pesanti. Macrofagi altamente specializzati sono presenti in vari tessuti, dove assumono nomi particolari, come istiociti (cute), cellule del Kupffer (fegato), osteoclasti (ossa), microglia (cervello) e cellule reticolo-endoteliali (milza).
I monociti si distinguono dagli altri globuli bianchi per le elevate dimensioni e per il nucleo ovale o reniforme.
Nel corso della vita, i macrofagi sono in grado di fagocitare e uccidere per digestione più di 100 batteri; riescono inoltre a rimuovere cellule di dimensioni maggiori (come globuli rossi invecchiati e neutrofili necrotici) e particelle indesiderate, tra cui quelle di carbone ed asbesto.
I macrofagi non sono in grado di riconoscere immediatamente tutte le sostanze estranee, alcune delle quali vengono attaccate soltanto dopo che gli anticorpi si sono legati ad esse, evidenziandone la pericolosità.
I macrofagi fanno parte di una categoria di leucociti detta MHC di classe II (cellule che presentano l'antigene); in pratica, dopo aver digerito gli elementi estranei, ne elaborano dei frammenti molecolari inserendoli sulla propria membrana cellulare. Tali complessi proteici di superficie vengono riconosciuti da particolari globuli bianchi, detti linfociti T helper, che recepiscono il pericolo e aumentano la risposta immunitaria dell'organismo.
Funzioni dei monociti - macrofagi
- Fagocitosi e uccisione di numerosi agenti patogeni.
- Fagocitosi e rimozione di frammenti cellulari o cellule morte.
- Collaborazione con i linfociti T Helper nel promuovere la risposta immunitaria.
- Sintesi di numerose proteine, tra cui fattori del complemento e della coagulazione, interferone, CSA, transferrina.
Perché si Misurano
Il conteggio e l'analisi morfologica dei monociti-macrofagi consente di fare lo screening o la diagnosi di alcune patologie che possono colpire questi tipi di globuli bianchi, come infezioni, infiammazioni o condizioni che ne influenzano la produzione e la sopravvivenza.
La determinazione dei monociti permette, inoltre, di monitorare la progressione di patologie specifiche e di controllare la risposta dell'organismo a vari trattamenti (efficacia, conservata o alterata funzione del midollo osseo, eventuali effetti collaterali di tali terapie ecc.).
Valori normali
In condizioni di normalità, i monociti costituiscono l'1-6% delle cellule nucleate del sangue periferico (circa 200-600 monociti per microlitro di sangue).
Valori che si dovessero trovare al di fuori del range devono essere considerati anomali e indirizzare il medico verso indagini più approfondite. Queste devono necessariamente portare a stabilire la natura della patologia, allo scopo di intervenire a supporto del sistema immunitario il prima possibile.
Monociti Alti - Cause
Per i ridotti tempi di permanenza (circa otto ore), i monociti non sono molto abbondanti nel sangue, dove rappresentano circa l'1-6% di tutti i globuli bianchi. Decisamente più duratura, invece, risulta la permanenza dei macrofagi a livello tissutale, dove possono sopravvivere per mesi o addirittura anni.
L'aumento patologico della concentrazione ematica di monociti viene definito monocitosi e caratterizza una lunga serie di malattie.
Monociti alti: le cause
- Alcune malattie infettive: tubercolosi, brucellosi, febbre tifoide, endocardite batterica subacuta, sifilide, malaria.
- Convalescenza di infezioni acute.
- Stati pre-leucemici
- Malattie ematologiche: leucemia monocitica cronica, malattie mieloproliferative, anemie emolitiche, neutropenia, linfomi.
- Affezioni gastrointestinali: colite ulcerosa, enterite regionale, sprue.
- Collagenopatie: lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, miosite, poliarterite nodosa.
- Varie: sarcoidosi, post-splenectomia.
Monociti Bassi - Cause
La riduzione del numero di monociti è una condizione abbastanza infrequente; le cause determinanti possono essere infezioni acute, leucemie acute e ridotta funzionalità del midollo osseo (aplasie midollari, farmaci mielotossici ecc.).
Un basso numero di monociti nel sangue (monocitopenia) si può verificare anche per il rilascio nel sangue di tossine da parte di alcuni batteri (endotossinemia), oltre che nei soggetti che effettuano chemioterapia.
Come si misurano
Per stabilire il valore dei monociti, è sufficiente sottoporsi a un esame emocromocitometrico (emocromo), completo di formula leucocitaria, Al paziente viene prelevato un campione di sangue da una vena del braccio, in genere al mattino ed a digiuno.
Il conteggio può essere effettuato automaticamente dai contatori elettronici o mediante l'osservazione al microscopio ottico (striscio di sangue).
Preparazione
Per sottoposi al prelievo di sangue utile per la valutazione dei monociti o dei macrofagi, è necessario astenersi da cibi e bevande per almeno 8-10 ore.
Il medico di base che prescrive le analisi potrà comunque fornire le informazioni utili al caso.
Interpretazione dei Risultati
- Le malattie che possono indurre un incremento o una riduzione dei valori dei monociti sono moltissime. Per questo, nel caso in cui le analisi del sangue restituiscano dei valori anomali di monociti nel sangue, è consigliabile rivolgersi immediatamente al proprio medico; costui è in grado di individuare la possibile causa dell'alterazione e stabilire il percorso terapeutico più corretto.
- L'aumento del numero dei monociti nel sangue (MONOCITOSI) segnala generalmente la presenza di una patologia di natura infettiva in corso.
La presenza di monociti in misura superiore rispetto alla norma si manifesta anche nelle malattie autoimmuni, nelle malattie ematologiche e in alcuni tipi di tumori. La proliferazione dei macrofagi nei tessuti si verifica in risposta alle infezioni, nella sarcoidosi e nell'istiocitosi a cellule di Langerhans. - Un basso numero di monociti nel sangue (MONOCITOPENIA) si può riscontrare in corso di infezioni acute, leucemie acute e ridotta funzionalità del midollo osseo (aplasie midollari, chemioterapia ecc.).
Monociti - macrofagi |
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Valori alti = monocitosi |
Valori bassi = monocitopenia |
Possibili Cause |
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